domenica 20 luglio 2008

quel sant'uomo

Già, c'è chi vuole farlo santo.

venerdì 18 luglio 2008

talled style

Che stessimo diventando fascionabol?

giovedì 17 luglio 2008

uno scambio senza senso

Per chi non ricordasse, per questo era stato condannato l'assassino che è stato liberato dagli israeliani in cambio di due cadaveri.
Anche a me, come ad MMAX, sfugge il senso dello scambio: è un enorme successo di immagine per Hezbollah e analoghi morti viventi, e una ferita per chiunque abbia ancora un residuo di umanità.

martedì 15 luglio 2008

le donne non si toccano nemmeno con un fiore

I pettegolezzi e le irrisioni all'indirizzo della ministra Carfagna hanno provocato indignazione soprattutto a sinistra - a nome di un femminismo un po' curioso, fondato sullo slogan "una donna non si tocca nemmeno con un fiore" - e strani, molto strani paragoni. Ha senso paragonare la Mara con Rutelli, come ha fatto Uriel (si mormora che sia stato l'amante di Pannella) o con Nilde Iotti, come fa oggi Dacia Valent?
Io credo che il punto interessante non sia il affatto sesso, ma la chiarezza intorno ai criteri con cui si investono di prestigiosi e ben pagati incarichi pubblici. Se questi criteri appaiono poco trasparenti, ed emerge una possibile relazione tra l'assunzione di una carica istituzionale di prestigio e il favore che il beneficiario di tale carica ha elargito proprio a chi aveva il potere di investitura, non vedo perchè il cittadino dovrebbe venirne conoscenza sì, ma solo ed esclusivamente se il favore di cui sopra non è di natura sessuale. Che senso ha?
Nilde Iotti, da staffetta partigiana a presidente dell'UDI, viene eletta nel '48 e diventa presidente della Camera nel '79, di certo non grazie a quel che faceva con Togliatti - morto da più di dieci anni. Altrettanto assurdo è il paragone con Rutelli. Posto che inizia la sua militanza politica 79 nel partito Radicale, e nel '90 ha il suo incarico da ministro da Ciampi - non già grazie alla sua fedeltà a Pannella ma invece al suo tradimento - qualsiasi storia di letto di Rutelli è priva di qualsiasi rilevanza o interesse, e non andrebbe neppure nominata, neppure se il presunto amante fosse Ciampi (per quanto la vicenda, lo ammetto, avrebbe un suo appeal).
Ma se un benemerito sconosciuto che fino al giorno prima si è occupato di francobolli diventa ministro, ed è l'amante/dentista/avvocato di chi lo nomina, direi che saperlo - e valutare il criterio dell'incarico - è un diritto. E se il beneficiario dell'incarico è donna e il favore è una faccenda di sesso, pace. Mi pare stoltamente bacchettona l'idea di censurare una notizia di corruzione, solo perchè l'oggetto dello scambio è il sesso. Fra l'altro, lo stipendio da ministro mi pare risarcisca ampiamente anche la sofferenza dell'essere esposti alla satira e al pettegolezzo.

domenica 13 luglio 2008

antichi memi, nuovi furori

La profanazione dell'ostia è peccato mortale non da oggi, è la violenza e la ingordigia mediatica a fare la differenza: l'autore del brano che pubblico qui sotto era un bambino ebreo, ed era nascosto in un collegio dei Salesiani, con suo fratello, nel '44.

Dopo la Messa, mio fratello mi si avvicinò con l'aria assonnata che assume tuttora quando, in presenza di un dramma, vuole manifestare il supremo controllo dei nervi che non ha. "Dì un po'..." mi disse " mi è successa una disgrazia orribile, mi sono inginocchiato con gli altri, come gli altri ho tirato fuori la lingua e ho visto che il Prete faceva leccare a tutti un pezzetto di carta assorbente; vincendo lo schifo, per prudenza, ho tenuto la lingua fuori, ma quando è arrivato a me, che ero l'ultimo, il prete quella carta assorbente leccata da tutti, dal Maestro Ferrara, pensa, dal Maestro Ferrara con la lingua viola tutta bitorzoluta! me l'ha lasciata in bocca e io per paura l'ho mandata giù. Volevo sputarla, ma il prete mi guardava con una faccia strana, sembrava quasi spaventato, e io ho fatto che inghiottirla. Mi prenderò di sicuro qualche infezione, forse è il caso che vada dall'Infermiere". Allibito per la stranezza di quel rito sconosciuto e indifferente alle infezioni che Roberto si era preso, lo convinsi a non dire niente a nessuno e anzi lo informai che la carta assorbente era disinfettata.
Subito dopo si avvicino Monsignor C. con l'aria niente affatto assonnata, anzi, spaventata "dì un po'..." esclamò stringendomi per un braccio " è vero che tuo fratello ha preso la Comunione?" "Temo di sì" gli risposi con l'aspetto addolorato di chi è conscio di un grave avvenimento cui non ha potuto porre rimedio e dal quale, pur innocente, è sconvolto. Io naturalmente non sapevo in che cosa consistesse la Comunione, se non dal racconto di Roberto, ma ero già in grado di simulare conoscenze che non avevo e sentimenti che non provavo. "è un fatto gravissimo" gemette il povero Prete, "ma non lo potete capire, non lo potete sapere, non fatelo più". E di qui venne il catechismo pratico che Monsignor C. ci impartì nel suo studio, cercando però di non spaventarci, ponendo limiti a una simulazione che lui stesso pretendeva la più perfetta possibile. La clandestinità comporta un continuo andirivieni tra contraddizioni insanabili: per questo è tanto difficile e affascinante.
La domentica successiva, Monsignor C. tenne lui la predica, salì sul pulpito e spiegò a tutti i Collegiali che assumere l'Ostia consacrata in peccato mortale con l'anima immonda, senza essersi confessati, era come costringere il corpo vivente del Cristo a imputridire, avvinto ad un cadavere in disfacimento. Solo io e mio fratello comprendemmo chi era il cadavere marcio e puzzolente, gli altri Collegiali presero la predica come una delle solite, intese genericamente a indurre comportamenti meno spregevoli di quelli ai quali erano adusi.

Ah, non cito l'autore - che m'è stretto consanguineo - ne' la casa editrice e lascio agli stalker professionisti l'onere dell'indagine.

mercoledì 9 luglio 2008

due diadi

Il mio amico MMAX si è cacciato in una buffissima polemica con un sito che (mi pare di capire) s'è dato la mission di organizzare blogz in base ad una catalogazione fondata sulla coppia di concetti flessibile/precario".

Sebbene il mio amico MMAX - seppure adorabile - sia effettivamente più ideologico di quanto la mia animuccia possa in certi casi sopportare, debbo dire che questa volta si è innervosito non del tutto a torto.
Si è attaccato alle braghe del concept di costoro, accusandoli di fare del viral marketing della confindustria e di propagandare merda di destra ai fini di piegare definitivamente i già ben fiacchi lavoratori. Ora, non entro nel merito dell'ipotesi: se fossero prezzolati - secondo i miei criteri - sarebbero perdonati: è che temo ci credano sul serio.

Eh, già. Perché alle proteste del mio amico, costoro hanno risposto con ostentata pacatezza che il loro concept nulla ha a che fare con questioni di politica, non sia mai. La loro categoria di organizzazione della mente umana (e della sua proiezione blogghistica) si fonderebbe su una unica diade universale: flessibile/precario.

Ora si dà il piccolo caso che tanto "flessibile" che "precario" abbiano degli opposti molto precisi e definiti, ovvero "rigido" e "stabile". E si dà il piccolo caso che i termini "flessibile" e "precario" siano proditoriamente - e ingiustificatamente - andati a rappresentare una coppia di contrari all'interno di una precisa polemica politica, in cui una destra ipocrita e vigliacca tenta di spacciare per flessibilità i lavori ai call center pagati due lire più calcio in culo, e una sinistra veterocomunista invece di studiare sistemi per rendere più economica la stabilizzazione del lavoratore e far pagar meglio i precari, si attacca ad un modello che non esiste più perché proprio non può più esistere: quello del "lavoro sicuro" e garantito a vita per tutti.

Dunque, cari i miei "flessibili e precari", se davvero state facendo politica senza sapere di farla, allora siete un pochino tonni. Mi auguro quindi per voi che vi paghi la confindustria.

che ridere, ieri in piazza

Sono andata alla manifestazione, ieri, spinta da una mail di una cara amica italo-australiana, che ha scritto a tutti i suoi amici: "non è tempo di fare distinguo ideologici, la situazione è grave, andateci anche per me".
Sì, non è tempo di distinguo ideologici e poi mi ritrovo in piazza con Grillo che ci spiega che Veltroni e Berlusconi sono un "unico grande partito"? Quand'è che i DS hanno fatto schedature etniche? Quand'è che hanno fatto leggi anticostituzionali per parare il culo ai propri inquisiti? O per salvare le proprie proprietà? Io non me lo ricordo, quando l'hanno fatto.
Non è tempo di fare distinguo, bisogna essere uniti. Unirsi a chi? A Sabina Guzzanti che dichiara di "non avercela fatta" a votare Rutelli? Ad una manifestazione di appena tredicimila persone? Era una buona occasione per fare autocritica, quella, perché non è solo il "moderatismo" eccessivo di Veltroni - che pure è non solo lecito ma obbligatorio criticare - ad averci fatto perdere ma anche la spocchia di chi non si è sporcato le mani a votare, perché "tanto sono tutti uguali". Il governo Prodi ha fallito perché era debole, e di quella debolezza sono responsabili tutti quelli che hanno disertato le urne, o che hanno rinforzato i guastatori, alla destra e alla sinistra della coalizione.
Queste posizioni oltranziste sono dichiarazioni di impotenza, e di fronte all'enorme sfida cui siamo di fronte - mondiale e inevitabile - che sarà gestita chissà come e da chi nel nostro paese fanno venire veramente il latte alle ginocchia: e anche se non vado in piazza per spurgare qualche tossina appresso a una signora che sa dire "pompino" e insultare il papa, non sono gli insulti, le parolacce o le gigionerie a farmi infuriare, ma le posizioni impotenti e pretenziose di chi d'abitudine preferisce - perché è assai più facile - governare gli umori delle piazze che il paese.

giovedì 3 luglio 2008

i teorici della vox populi

Le considerazioni di Umberto Eco in un contesto normale dovrebbero essere ritenute banalità, ma oggi è necessario che qualcuno si prenda la briga di esprimere l'ovvio, se questo è misconosciuto. Per molto tempo, su ICQ, ho discusso con qualcuno che cercava quotidianamente di convertirmi alla religione della vox populi: gli zingari erano secondo lui una associazione a delinquere perché "questo è quello che pensa la maggioranza". La sinistra - sosteneva - è una accolita di snob: oggi questo pensiero va per la maggiore, e la conversione alla Verità delle Masse - virili e rudi - fa tendenza. Filosofi che in televisione spiegano che la "percezione" è la realtà fingendo di non sapere che la percezione è plasmata dall'informazione, e che l'informazione monopolistica tende per assenza di contrappesi a farsi propaganda; blogger anarchici affetti da etimologismo che spiegano che "populismo" è termine privo di significato perchè non ha un contrario: già: basta eliminare la parola e si elimina anche il concetto: per costoro, da oggi chi abusa dell'accesso all'informazione buggerando la gente con bugie e semplificazioni per accattivarsene il consenso non ha più un nome legittimo, e dunque non esiste*: D'altra parte, quando il popolo è fonte di Verità, la logica non può che diventare un optional, non serve più. E c'è chi postula - sull'onda di questa (nuova?) ideologia - l'impossibilità di occuparsi se non di "politica interna": se la verità è emanata dal popolo e decretata dal voto, come indagarla se non si ha la cittadinanza per esprimerlo?
E questo è tanto più desolante perché la democrazia NON è - ne' aspira ad essere - fonte di Verità, ma strumento di amministrazione. Quando il popolo si autoelegge fonte di verità, la democrazia si suicida.
I nazisti hanno vinto alle elezioni, nel '33.

* eppure non solo quei lemmi che condensano più significati (come appunto demagogia o populismo) hanno spesso bisogno - ovviamente - di intere locuzioni per definire il contrario, ma persino termini chiari e inequivocabili come "misoginia" si appoggiano a giri di parole per esprimere il concetto opposto.