mercoledì 31 dicembre 2008

per un 2009 passabile, vah...

Mi mancano le idee per un post capodannesco e così rubo quello del mio amico Gillipixel - sedicente "blogger campagnolo": sicuramente del tutto privo di quegli ammiccamenti cinichelli, smagati e sardonici di noi urbani (o campagnoli di ritorno, che è lo stesso) che ce la tiriamo un po' da uomini di mondo.
Sarà pure campagnolo ma non è poco abile nello scrivere, il Gil, soprattutto quando gioca con i numeri, le forme e le parole.

lunedì 29 dicembre 2008

il medio oriente non è un koan

La malafede è - per la psicoanalista Simona Argentieri - non soltanto un problema etico, ma una forma di nevrosi. La mente dell'ambiguo è costretta a dissociarsi costantemente per evitare l'onere della coerenza: chi è in malafede deve poter far convivere dentro di se' non soltanto una ma più morali, e farle scorrere in binari paralleli e tra di loro sempre incomunicabili: evitare il conflitto interno e il dispendio energetico che ne deriva è la regola aurea dell'ambiguo: gli aerei a bomba sulle torri gemelle possono essere nel contempo - a seconda degli argomenti dell'interlocutore - un'opera di giustizia o un "inside job" della CIA, senza che queste due "teorie" entrino mai in contraddizione.
Il "pensiero unico", terreno assai fertile per la malafede, ha informato e informa la questione questione mediorientale, e in questi giorni più che mai il fenomeno è evidente. Gli israeliani sono onnicolpevoli e i palestinesi specularmente onninnocenti, e ogni contraddizione all'interno di questa dicotomia non potrà essere composta e dovrà essere accuratamente ignorata. Nessuno sembra rilevare ad esempio la qualità paradossale dell'obbligo morale cui dovrebbe sottostare quel paese: a chi altri infatti si chiede di ...perdere la guerra in virtù della propria forza?
Quello che per un prete buddista sarebbe un koan su cui scervellarsi in lunghe sedute di meditazione, è diventato un luogo comune, una specie di ovvietà: tanto più Israele è forte, tanto più è tenuta essere debole! Logico, no?
E come se fosse la cosa più logica del mondo, vediamo quelli che sostengono più o meno apertamente Hamas - organizzazione che ha fatto della guerra fino ad eliminazione totale del nemico e a qualsiasi costo la sua bandiera - accorrere per primi a stigmatizzare la logica che hanno loro stessi hanno entusiasticamente sposato - ovvero quella della guerra - senza sentire il benché minimo stridore, la benché minima contraddizione!
Io dico che chi mette avanti alla vita del singolo l'Ideale Superiore dovrebbe avere il fegato, il coraggio civile e la coerenza di portare fino in fondo e senza ambiguità la propria visione! Dovete applaudire, al passaggio di quelle bare, alla carne dilaniata, dovete esaltarvi e lasciarle a noi che odiamo il sangue e non coltiviamo Ideali Superiori alla vita umana, le lacrime!

mercoledì 24 dicembre 2008

buon natucchah a tutti

Non ero una bambina cattiva, di solito.
Voglio dire: di solito. Perché qualche volta sì.
Un Natale di molti anni fa, per esempio, scassai per sempre la fede in Babbo Natale della mia amichetta Livia, di qualche anno più piccola di me.
"E' ora che Livia sappia la verità" non facevo che ripetere a me stessa quel giorno. Quella trepida attesa così organizzata, che ogni anno si rinnovava e che a me, figlia di atei ebrei di sinistra, era negata (ma non i regali)... il piattino con il cibo, il bicchiere di vino, lo spiffero della finestra aperto a mo' di varco per il Panciuto Benefattore: la coscienza di essere una "illuminata", più matura e consapevole dei miei coetanei riguardo alle fole infantili non mi era di alcun conforto: avrei voluto tantissimo crederci anch'io, e tenere il gioco di quei genitori contapalle dediti a ordire con cura e grazia le trame della sceneggiata serviva solo ad alimentare la fiammella dell'invidia, che io chiamavo - con inconsapevole ipocrisia - indignazione: il medioevo consumistico e para-religioso della mia amica aveva da finire, e io l'avrei aiutata nel suo Cammino verso la Verità.
Ricordo ancora la sua faccia furibonda e rigata di lacrime grandi come bocce: sconvolta e tremante mi si scaraventò addosso, determinata a porre fine alla mia esistenza di portatrice di bigie novelle.
Fui salvata dai contaballe, e per un pelo.
Non mi stupisce che i più moralisti e rigorosi custodi di Istituti come la Verità, la Tradizione, la Fede, l'Ideologia, l'Identità ancora oggi si scaglino contro la spuria istituzione panciuta di dubbia e sospetta origine mercantile (pare, si mormora, che siano però agenti del controspionaggio, almeno alcuni): qui è tutto un esecrare le feste, ultimamente: da quest'anno gli ebrei italiani si sono addirittura autoproibiti Halloween, casomai le maschere da fantasmi fossero troppo iconiche per la nostra Tradizione...
Ecco, io penso che - al contrario di quello che sosteneva Lewis Carroll e come da breve autobiografia di cui sopra - i bambini non nascano punto immacolati e votati al bene, e che sentimento assai più trasversale e universale dell'infanzia sia invece il piacere dell'abbondanza, delle leccornie, dei doni, delle luci e dei colori e delle belle storie raccontate con allegria.
Prima - naturalmente - che a corromperli e a mortificarli ci pensino gli istituti di cui sopra, beninteso.
Quindi, in attesa di tempi migliori, accettando di buon ordine il rigore obbligato e sputando in faccia al rigore d'elezione, mi auguro e vi auguro feste spurie, contaminate, meticcie e traboccanti di ogni bene.

martedì 23 dicembre 2008

Ida Magli, l'antropologa razzista

Per chi si stupisse, nel constatare che i più vieti e triti luoghi comuni razzisti possono venire dall' "accademia", basta ricordare il "manifesto per la difesa della razza", firmato da 180 scienziati, ed è dell'altroieri la "provocazione choc" di Watson, sulla minore intelligenza dei neri.
E' che per me, che di Ida Magli avevo seguito - da proto-vetero-femminista - gli affollatissimi corsi di antropologia culturale negli anni 80, traendone anche un certo fanatico piacere, è una sorpresa che si rinnova ogni volta.
Eppure bisogna starci, leggere per credere: "il progetto ebraico".
Ida Magli è talmente antisemita, signori, da citare Maurizio Blondet come fonte. Ida Magli è talmente antisemita da considerare tutta la storia recente un "progetto ebraico", Ida Magli è talmente antisemita da citare l'usura ebraica come "vizio" razziale, dimenticandosi che gli ebrei furono costretti all'usura, essendo uno dei pochissimi mestieri a loro concessi,e proibito ai cristiani.
Ida Magli dovrebbe vergognarsi, ma veramente tanto, tanto, tanto.

lunedì 22 dicembre 2008

e basta, leggere i giornali! non conviene!

Dico, io penso che leggere i giornali è una cosa che non va tanto bene perchè se provate a fare due calcoli c'è la luce elettrica - se è inverno - altrimenti col buio non si legge mica, e quelli già sono soldi, e poi mica potete consultarlo senza un po' di stufetta accesa che fanno altri soldi, e certamente se non avete qualcosa sullo stomaco, fosse anche un panino, non c'avete i neuroni per finire quell'articolo lì.
Ed è per questo che leggere i giornali è una cosa che non conviene.
Garantisce Gabriella Carlucci, via Tarpaulin e Marco D'Itri.

venerdì 19 dicembre 2008

gliela mettiamo in kulo, alla grande S.Marino

Gli è che mi è arrivato un commento di un antisionista che è davvero un capolavoro: è proprio l'antisionista classico - in tutti i suoi mantra e i suoi clichè - solo...un attimino meno mascherato: Lodolini dixit:

te lo dico io. sono 60 anni che voialtri sionisti sognate la grande israele, facendo pagare le colpe dei nazisti ai palestinesi che fino a prova contraria non centravano un cavolo.
Se me lo dice Lodolini, si vede che ci dobbiamo credere.
In effetti, a pensarci bene, la "Grande Israele" in sessant'anni di avanzata del suo potente esercito, è arrivata a poter competere con il "Grande S.Marino", nella famosa gara a chi ce l'ha più lunga (la nazione).

D'altra parte ch ha l'esercito più potente del mondo, potrà ben permettersi un po' di grandeur.

Potevatelo fare in germania il vostro israele.
Siamo ancora in tempo, Lodolini. Tu intercedi presso la Merkel, e appena la Germania è pronta ci fai un fischio.
Ma lo sai che hai risolto il problema del medioriente?
C'è un tizio sui newsgroup che sostiene che basta che laggiù si faccia come in svizzera (e nel Rwanda Burundi no?) e si vada giù di cantoni, ed è tutto risolto.

Pensa tu, tante soluzioni creative e a quei cretini non viene in testa niente di meglio che un muro.

I sionisti già al tempo dei romani crearono solo disordini.
Giù nei commenti qualcuno ride e qualcuno inorridisce per l' "errore". A me non fa tanto ridere, e non credo che sia un "errore": mi è chiaro da un pezzo che "sionisti" è uno spostamento semantico per "ebrei". Lodolini è semplicemente meno accorto di altri, più ingenuo, meno bugiardo.

Non è un caso che fascisti e destrorsi come shilok il cui nome è tutto un programma (l'ebreo avaro di shekespeare) sia un abituale frequentatore di questo blog.

Giù le zampe dalla mia nemesi, Lodolini.

giovedì 18 dicembre 2008

less is more

Quanto si può essere espressivi, allusivi, diretti, indiretti, ironici...componendo due semplici linee nere, una orizzontale e una verticale su sfondo bianco?
Moltissimo. Basta chiamarsi Ferenc Pinter.

Artista italo ungherese, uno dei più grandi illustratori italiani del dopoguerra, viene ricordato, ad un anno dalla morte, con un sito a lui dedicato: da non perdere.

Hat tip: Mmax

lunedì 15 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

moi, marlene

Leggendo l'ultimo post del sempre ottimo Psicocafè (non c'entra nulla, ma tant'è) e avendo parlato poc'anzi di cinema d'essai mi è tornata in mente l'esperienza più estraniante della mia vita.
Uscita dal cinema Farnese, molti anni fa, dopo aver visto L'Angelo Azzurro, per qualche ora mi sono sentita in tutto e per tutto Marlene Dietrich. Nel senso che ero proprio lei, nell'anima e nel corpo, e non riuscivo a tornare nei miei panni: semplicemente io non ero più io ma ero lei. Uhm, chi mi conosce la smetta di ridere per favore.

martedì 2 dicembre 2008

could we start again, please

Un commento di Farlocca mi ha fatto ricordare l'abitudine infantile e adolescenziale di vedere e rivedere i film all'infinito, senza stufarsi mai. Lo fanno anche ora, i ragazzini , ma avendo a disposizione videocassette o DVD hanno il vantaggio/svantaggio di possedere il film, e di averlo sempre a disposizione: quando eravamo piccole noi invece si aspettava ansiosi che ridessero il preferito nelle seconde e poi nelle terze visioni, e magari pure nei d'essai...e ogni volta che si beccava l'agognato cocco bello ci si precipitava a rivederlo, pregustando già scena per scena il gusto noto. Io ho visto un numero infinito di volte "Yellow Submarine", e "Supervip, mio fratello Superuomo", ma anche "Il Laureato", "Qualcuno volò sul nido del cuculo", "I Lautari", "Frankestein Junior", "Un uomo da Marciapiede" per non parlare di "Jesus Christ Superstar" di cui ancora adesso ricordo letteralmente ogni singolo fotogramma e canzone.

lunedì 1 dicembre 2008