lunedì 27 aprile 2009

cosa farò da grande

Giro, da Distanti Saluti, questo video divertentissimo e altamente destabilizzante per chi ha un figlio diciottenne e indeciso sul proprio futuro.


Ken Robinson - Do Schools Kill Creativity? from Andrea Benassi on Vimeo.

mercoledì 22 aprile 2009

contenitori di psicosi

Psicocafè propone in due post interessanti la domanda se il pregiudizio e il razzismo siano una vera e propria patologia.

E' una domanda di grande interesse.

La stessa definizione di "patologia psichiatrica" è - come da molto tempo osservato - "sociale": i "critici" della teoria del pregiudizio come patologia osservano che (cito da psicocafè) "fare del pregiudizio una diagnosi psichiatrica sarebbe [...] un passo verso una deprecabile ingegneria sociale, l'attribuzione di malato a chi non si conforma alle norme della società, una sorta di political correctness dei sentimenti umani."

In pratica, è una china scivolosa: lo psicotico è colui il quale non riconosce la realtà condivisa: ma quando è la realtà condivisa ad essere allucinatoria, il paradigma viene ribaltato.

Io credo che il pregiudizio non sia affatto una patologia, ma che sia una indispensabile forma di sistematizzazione di una realtà che altrimenti sarebbe caotica e priva di significato. Quello che piuttosto diventa patologico è il non saper confrontare il pregiudizio con la realtà e correggerlo costantemente. Spesso però il pregiudizio cresce proprio dove non c'è una realtà con cui fare i confronti, come osservato dal post di psicocafè:

La psicologa Margo Monteith dell’ University of Kentucky di Lexington ha scoperto che le persone possono avere pregiudizi contro gruppi sociali dei quali non sanno assolutamente nulla. Ha somministrato un test nel quale i volontari dovevano associare una serie di parole con “America” o con un paese fittizio che lei aveva chiamato “Marisat”.
I volontari associavano più facilmente a Marisat parole come veleno, morte e diavolo, mentre associavano ad America parole come alba, paradiso e lealtà.
E' un fenomeno ben noto dell'antisemitismo, che persisteva e - anzi - fioriva - anche dove di ebrei non ce n'era traccia.

Il razzismo è il pregiudizio che diventa teoria, sistema, ideologia: proprio alcuni giorni fa, riflettendo sulla incredibile storia del dottor Hamer, mi colpiva quanto l'antisemitismo diventasse in realtà un "contenitore" di patologie, una specie di sistema di riciclaggio degli psicotici.

Il pazzo ha fobie, ha manie di persecuzione, sospetti allucinatori: tipicamente si sente oggetto di trame ai suoi danni, ma quando questi aspetti non si "attaccano" ad una teoria condivisa e restano generici, disomogenei e confusi il matto è isolato o - quanto meno - riconosciuto dai più come tale.

Altro destino hanno i matti che incontrano e assumono una teoria razzista.

Il dottor Hamer - medico - perde suo figlio in Corsica, ucciso per errore da Vittorio Emanuele di Savoia. Nei mesi tragici che seguono alla morte del figlio, sviluppa un tumore ai testicoli, e insieme a questo, la teoria che il cancro sia una forma di "guarigione" dal conflitto: che se lasciato a se'stesso, indichi la via di soluzione del conflitto e scompaia da se'.

Una delle tante teorie "alternative", che però nelle mani di un medico "ufficiale", con tanto di licenza a praticare, diventa un'arma letale: infatti Hamer, con la sua teoria, allontana alcuni pazienti - curabili - dalle terapie chirurgiche e chemioterapiche - e li lascia morire tra atroci dolori negando loro anche la morfina, venendo per questo denunciato e arrestato.

A questo punto Hamer per eludere il confronto con la realtà ha bisogno di una teoria persecutoria: se riconoscesse il suo errore dovrebbe riconoscere anche la sua colpa, ma non lo fa e incontra una teoria già preconfezionata che fa perfettamente al caso suo: il complotto ebraico.

Secondo Hamer così gli oncologi - tutti - sono ebrei, e sottoporrebbero i pazienti a chemioterapia per vendicarsi dell'Olocausto. Il complotto oncogiudaico consisterebbe nel negare ai pazienti la cura, mentre tutti gli ebrei (e dunque tutti gli oncologi) userebbero la sua Nuova Medicina Germanica - cioè la sua - per curare se' stessi e i loro figli. Hamer sostiene infatti che mai nessun ebreo si sia sottoposto a chemioterapia.

Ora - se per molti non è difficile catalogare come psicosi la teoria su descritta, per altri - predisposti al pregiudizio - la faccenda si fa un po' più complessa. E Hamer infatti continua a praticare la sua professione di paese europeo in paese europeo, uccidendo pazienti, venendo arrestato e ovviamente gridando al complotto.

E' matto, ma il razzismo gli consente di riciclarsi e di avere seguaci, associazioni che diffondono la sua "teoria" ammiratori, e pazienti - compresi alcuni VIP .

Per questo non mi rassicura che - come fa notare Mastroviti nei commenti due post più giù - spesso chi sposa teorie razzista sia un "caso" umano. Quando la follia incontra un contenitore di psicosi condivise - se pure del tutto incoerente, acquista credibilità e potere, e se la allucinazione diventa realtà condivisa il paradigma è ribaltato, e si può arrivare agli stermini di massa.

domenica 19 aprile 2009

la neurologa e il nirvana

Jill Boylte Taylor è una neuroanatomista americana specializzata nell'analisi post mortem del cervello umano..
In questo video racconta il suo ictus, vissuto dall'interno. Non sono del tutto certa che abbia recuperato integralmente le funzioni dell'emisfero destro, perchè la tipa ci si è abbastanza infreakkettonita. Comunque la trovo strepitosa.

sabato 18 aprile 2009

io, la diabolica regina delle zolle

Non capita sempre, in treno, ma la settimana scorsa - sull'intercity per Torino - i compagni di viaggio erano un autentico piacere. Una gradevole signora romana, sulla sessantina, un suo coetaneo meridionale - un po' aspro ma simpatico - vissuto molti anni in Piemonte, e un tranquillo e piacevole ventiseienne di Pescara. Si parla del più e del meno, il giovane e mio figlio hanno interessi in comune, la musica, e poi la vivibilità di Torino e di Roma, e le chiacchiere scorrono gradevoli e leggere come allegre farfalline.
Quando fatalmente si arriva al terremoto e ognuno parte con le sue.
E chiacchiera che ti richiacchiera, io mi sono svegliato, io no, e le campanelline tintinnavano, e conosco una signora a cui è caduto un quadro in testa....il giovane pescarese - fino a quel momento mite e apparentemente del tutto ragionevole - assume una facies da Mr Hide e con occhio immoto e incarnato livido spara la seguente sentenza:

"D'altra parte è evidente che i terremoti fanno comodo a qualcuno".

Improvvisamente il vagone dell'intercity scompare e io mi ritrovo in it.politica.internazionale. La domanda è sul punto di sbocciare dalle mie labbra, con lingua biforcuta e sorriso sarcastico mi appresto a chiedere: "a chi...giovane ragazzo di Pescara - farebbero comodo i terremoti?" - ma la visione del volto di mio figlio, aduso sì ad una mamma un'anticchia scassaminchia ma non a quel mostro informe ed assassino che solo i NG riescono ad evocare, mi frena.
In fondo non è poi necessario sentire le sgangherate teorie deliranti di "tizio-qualsiasi-che-sembrava-così-simpatico": abbiamo tutti socializzato, andiamo d'amore e d'accordo, a che pro dunque appestare l'aria?

Reprimo il moto compulsivo alla flame, mi esce solo un verso tipo "gnuckm", e mi metto a leggere, dopo aver sorriso tra me e me delle mie paranoie. Di fondo debbo ammetterlo: è la paura di essere - io me personalmente - accusata di smuovere le zolle per qualche mio recondito interesse che io ignoro ma il giovane pescarese sa, che scatenano la mia avversione per il complottismo, avversione che arriva a farmi detestare Matrix ed X-Files senza neppure accorgermi delle innovazioni cinematografiche.

La cosa finisce lì dimenticata finchè oggi cazzeggiando in rete scopro che è proprio così.

E' per minare la moschea di Al Aqsa, che noi andiamo in giro per il globo a smuovere le zolle.

Al sito sono arrivata da Kelebek, dove si discute accanitamente la plausibilità della teoria, copio qui uno dei commenti della discussione scientifica perchè è un capolavoro:

"... io ho subito collegato gli ultimi bombardamenti su Gaza (bombardamenti a tappetto con bombe di ultima generazione di peso notevole... non certo leggere come le noccioline o le piume di un cardellino) con il terremoto in Abruzzo (v. la posizione geografica di Gaza)... ho il sospetto che possa aver contribuito ad accelerare e aumentare il fenomeno, già esistente in loco, dello sciame sismico... gli anziani di una volta solevano dire "non svegliare il can che dorme".
Tempo fa lessi sul giornale di un esperimento fatto in Gran Bretagna... all'ora x tutti gli individui presenti negli edifici scolastici dovevano saltare ... l'esperimento funzionò...il saltare insieme di oltre 1 milione di individui provocò un piccolissimo terremoto registrato dai sismografi... Inevitabili certe conclusioni se si considerano i continui bombardamenti,le trivellazioni, i vari esperimenti di cui noi non sappiamo o altro... e che siamo in più di 6 miliardi di individui a fare di tutto e di più ... concludo dicendo che forse il tizio non ha detto una cazzata...
http://eduseis.na.infn.it/didattica/moduloIII/onde.htm"

venerdì 17 aprile 2009

quasi quasi ci provo anch'io

Che per cantare bene non ci volesse necessariamente un naso greco l'avevo realizzato da un pezzo osservando Barbara Straisand: sono quindi piuttosto colpita dallo straordinario "caso" di Susan Boyle. Leggo su stimati blog, mi arrivano messaggi di cari amici , addirittura telefonate: "hai visto quella tizia, lì, alla trasmissione dei nuovi talenti inglesi?" "Sì, vista" rispondo "ma non è così incredibile che una bruttona canti bene" "sì, certo, beh, ma lei ha proprio l'aria di una casalinga di Glasgow".
Non replico ma rimango sempre più perplessa: perchè mai, di grazia, una casalinga di Glasgow dovrebbe per forza cantar male?
Non faccio in tempo a formulare il pensiero che mi telefona una cara amica "Ehi, ma hai visto alla TV inglese quella che ha vinto il concorso? Incredibile, impossibile, stratosferico, strabiliante! Sembrava proprio la Sora Matalena".
Sempre più perplessa, mi sfugge in nesso: ripasso mentalmente tutti i vecchi ubriaconi montanari trentini, valdostani, furlani col naso rosso come un semaforo, che appena aprivano bocca ti intonavano delle cantighe da commuoverti e farti venire i brividi lungo la schiena.

E' un fenomeno che si chiama "essere intonati" e che non ha niente, ma proprio niente a che vedere ne' con l'allure, ne' con l'età, ne' con la classe sociale. Ma allora... perchè?
E così mi sono immaginata il provino alla trasmissione inglese, stile il famoso provino di "dentone":

Arriva la bruttozza e sulle prime pensano di cassarla, ma - cazzo - proprio come nel famoso caso del talentuoso Sordi la donna vale, oh, se vale.
Solo che - tra i tempi patinati di "Dentone" e oggi ci sono di mezzo anni di reality show, con mocci al naso, ex dive cellulitiche, vecchie contesse che flirtano con i bidelli: non è un epoca oleografica, e dopotutto se ce l'ha fatta (quel cesso di) Arisa, forse si può provare anche con lei: basta mantenere i capelli grigio topo, spettinarli un po' che fa proletario, e infagottarla in un qualche vestitaccio da mercatino...

E'una sceneggiata studiatissima, ma - per qualche motivo che ignoro - nonostante la visibile "costruzione" arriva al cuoricino di tutti, belli e brutti.

Il cesso canterino sale sul palcoscenico e i presentatori scuotono - ad arte - la testa. Dalla giuria una signora sfodera un'espressione di compassione e la telecamera, guarda caso, si sofferma su ogni espressione beffarda, compatita, incredula del pubblico.

Che già lì, fosse anche la brutta in questione stonata come una campana ci sarebbe da prenderli a schiaffi per reimpostare il lato educativo, di questi qui, se non fosse che la faccenda l'è tutta una farsa.

Poi le viene chiesta l'età.

Quarantasette anni fa lei, e dal pubblico si leva un oooh! stupefatto.

Ora, non vorrei mai che si pensasse che questo mi faccia imbufalire perchè ho quarantasette anni, perchè - ebbene sì - ne ho proprio quarantasette.

Ma dico, signori, proprio non l'avete vista quella culona di Tina Turner che quarantasette anni ce li ha - sì - ma per gamba?

E che, all'improvviso in Inghilterra a quarantasette anni si appendono le corde vocali a un chiodo e si diventa sordomuti?

Niente, il pubblico stupisce, scuote la testa, compatisce e prende per il culo finchè la donna canta. E allora sono lacrime e catarsi: il brutto anatroccolo, il rospo che diventa principe, tutto condensato in due minuti di geniale contaminazione tra talent e reality show.

E a questo punto mi chiedo : in fondo non mi ci vorrebbe poi moltissimo a sembrare una vecchia commessa di suk cairota in pensione: basterebbe che smettessi di depilarmi e di usare chemioestetici a gogò sui capelli: 47 ne ho 47, intonata sono intonata - certo qualche lezione di canto ben fatta mi ci vuole - ma cribbio, i dischi vendono, eh?!

domenica 5 aprile 2009

lo zampino di Dio

Eugenio Mastroviti recensisce un film - Knowing - che non ho visto e che, dopo la sua recensione, non andrò mai a vedere: il tema è irritante e Nicholas Cage mi provoca -da sempre - una reazione da shock anafilattico. Mi basta una dose minima a mandarmi in ospedale (guardate la vignetta, da Eugenio, voi che non soffrite di edema di Quinkle: è spettacolare).

Mastroviti commenta così uno dei concetti che - pare - viene propagandato da questo film:

4) Postulare una volontà superiore alla base di tutto per via che la distanza fra Terra e Sole è quella giusta per far sviluppare la vita è come postulare un disegno intelligente perché orecchie e naso sono nella posizione giusta per appoggiarci gli
occhiali.
Postulare una volontà superiore alla base di tutto per via che la distanza fra Terra e Sole è quella giusta è una affermazione straordinariamente cretina, che Eugenio giustamente liquida con una battuta lampo: il design degli occhiali (lui sì, intelligent) è conseguenza della distanza delle orecchie e non causa. Ma il paragone - se pure divertente e azzeccato - non esaurisce l'evidenza dell'idiozia e dell'illogicità dell'assunto di cui sopra, tanto praticato dagli assertori dell'esistenza del ID.
Se la selezione naturale avvantaggia le forme e funzioni più adatte ad un ambiente, gli organismi - allora - tenderanno a vivere in ambienti nei quali una serie di condizioni sono quelle "adatte": è superfluo rilevarlo e non dimostra l'esistenza di alcuna divinità, ma soprattutto è ridicolmente illogico pensare che una cosa possa esistere... là dove non potrebbe esistere! Osservare che la distanza tra il sole e la terra è quella giusta per far vivere flora, fauna e uomo è una tautologia, perchè se così non fosse - se la distanza della terra fosse invece quella sbagliata - non esisterebbe alcun uomo in grado di postulare l'esistenza di Dio o di studiare i meccanismi dell'evoluzione, ne' - e questo dimostra che non tutto il male vien per nuocere - esisterebbe Nicholas Cage.
Esiste ciò che può esistere, non esiste ciò che non può esistere: sai che scoperta, e Dio dove sta?
Un giorno una signora che conosco, che era andata a Lourdes a farsi spillare quattrini nella speranza di guarire un nipote gravemente cerebroleso, al ritorno dal suo viaggio mi spiegò che aveva personalmente assistito ad un miracolo.
Mi raccontò che mentre erano a Lourdes, una notte, si era scatenata una tempesta e un fulmine si era scaricato proprio nel cortile davanti al loro albergo: il fatto che il fulmine si fosse scaricato lì e non sulle loro teste dimostrava che la Madonna li aveva miracolosamente protetti.
Non l'aveva sfiorata l'idea che se fossero rimasti a casa loro invece che andare a Lourdes avrebbero corso meno rischi e - miracolosamente - risparmiato un sacco di soldi. Ogni giorno debbo onorare l'Invisibile perché me ne sto a casa mia invece che a Lourdes a scampare fulmini e perdere soldi?

E se scampare alla morte ogni giorno è un "segno del divino", morire allora cos'è?

A tutt'oggi non esiste nessuno che si sia - legittimamente - iscritto all'UUAR dopo essere morto sotto un fulmine: suppongo che sia anche questa la dimostrazione dell'esistenza di Dio.

mercoledì 1 aprile 2009

massacri monelli

Dov'è sui giornali di oggi la notizia del pakistano massacrato a Tor Bella monaca insieme alla moglie (che ha perso il figlio), da monelli nostrani?
Non fa notizia nemmeno che pochi giorni fa sia successa la stessa cosa a un bengalese, sempre in quel quartiere, e che l'aggressore sia - poverino - agli arresti domiciliari?
Tutto bene, no?
Questo schifo - laddove degli episodi di nera che vedono coinvolti extracomunitari che finiscono in carcere a dispetto del loro DNA si parla per mesi - è semplicemente un invito al massacro.

Se massacrate un immigrato, non ci sarà ne' punizione ne scandalo, ma piccoli rimbrotti sottovoce.