lunedì 12 settembre 2011

in difesa dello sciamanesimo occidentale

Al di là della polemica nei confronti della Boiron, il cui comportamento è arrogante e patetico, e premesso che sono personalmente convinta che sia assurdo considerare l'omeopatia come medicina scientifica, io semplicemente mi chiedo: è un bene che un medico regolarmente laureato abbia a disposizione, laddove una malattia o un disagio non sia curabile con farmaci scientifici, un sistema di cura che non è facilmente sottoponibile a trial classici ma che abbia la capacità - certificata quella sì e senza dubbi dalla scienza - di sollecitare le possibilità di autocura del corpo? Abbiamo qualche trial che confronta non già la pilloletta omeopatica contro farmaco scientifico o contro placebo, ma la cura nel suo complesso del medico che si avvale dell'omeopatia, con il suo approccio con il paziente, il suo tipo di ascolto, quell'arsenale di farmaci che saranno anche chimicamente nulli ma che hanno dei nomi che già da soli fanno venire voglia di guarire (Absinthium! Malandrinum! Mercurius Solubilis Hannemanni!) contro "semplice" placebo? Perchè mai un medico non dovrebbe curare con la poesia, acclarata l'inefficacia o uno scarso rapporto costi/benefici di un farmaco chimico? Eppure lo sanno tutti che Montale è antidepressivo e D'Annunzio è emetico...
E quando mi faccio questa domanda, mi rispondo che sì, che sono contenta che un medico possa ad un tempo praticare la scienza E la magia, perchè scopo della medicina è curare, è non nuocere, ed è lenire le sofferenze del paziente ovunque e in quasiasi modo possibile, che sia questo semplicemente empirico o rigorosamente confermato da esperimenti e statistiche.
In definitiva, un medico che si rifiuta di usare un antibiotico su una setticemia per curare con esoterici termini latini è da galera, ma un medico che per aderenza al suo modello e terrore dell'ignoto abbandona il paziente al suo tormento è un medico assai incompleto.

4 commenti:

tupaia ha detto...

"sistema di cura che non è facilmente sottoponibile a trial classici ma che abbia la capacità - certificata quella sì e senza dubbi dalla scienza - di sollecitare le possibilità di autocura del corpo"

Dati?

Per rispondere alla tua domanda, il medico non puo' fare lo sciamano perche' e' come andare dall'idraulico per cambiare le candele alla macchina. Il medico e' un professionista perche' si avvale di certe tecniche. Finite quelle, finita la sua competenza e non puo' parlare ex-cathedra, con la sua competenza da scienziato, per cose che esulano dal suo bagaglio culturale, tanto quanto lo sciamano woodoo non puo' prescrivere lo zoovirax per l'herpes.
Perche' ci deve essere un limite, chiaro e ben definito, tra cio' che funziona con un controllo in doppio cieco e cio' che funzionerebbe se tu avessi piu' fede.
Perche' medici e farmacisti sono in malafede e si fanno pagare allo stesso modo per scienza e incoscienza.
E infine, se il dentista mi prescrivesse quattro concerti brandeburghesi al giorno contro il mal di denti perche' "sollecitano la possibilita' di autocura del mio corpo" penso che gli caccerei il trapano molto in profondita' nel tratto digerente, direzione a piacere. Quando il miodentista ha provato a suggerirmi il training autogeno contro il bruxismo c'e' andato vicino, in effetti.
Se l'idraulico ti chiedesse di recitare tre poesie di Pascoli per riparare il tubo del lavandino irrimediabilmente esploso sono sicura che non scriveresti apologie dell'idraulico apprendista stregone.

Rosa ha detto...

I dati sono incontrovertibili, l'effetto placebo esiste, ed è scientificamente provato. Sappiamo che chi prende una pilloletta di zucchero data per medicina ha più probabilità di guarire di chi non prende nulla. Quello che non sappiamo è quanto conti la costruzione sapiente (e inconsapevole, sono convinta che per funzionare anche il medico debba avere una sospensione dell'incredulità, di minima) dell'effetto placebo: probabilmente sarebbe da fare un doppio cieco in cui ad alcuni do una pilloletta dicendo che farà bene, ad altri do una pilloletta dando un ascolto di un certo tipo, la somministro con cadenze e modalità rituali, e mi esprimo con linguaggio simbolico e misterico. Secondo me non sarebbe *lo stesso* effetto placebo. Qualcuno ha fatto questa ricerca? No. Eppure se si dimostrasse in doppio cieco che quel tipo di approccio dà un vantaggio consistente nella guarigione di distubi e patologie, dovremmo stabilire che l'omeopatia funziona *a dispetto* dei suoi farmaci vuoti, e quindi la dovremmo senz'altro accettare come possibile terapia.
Vedi, sono convinta che l'esempio dell'idraulico sia davvero acqua al mulino dei miei argomenti. Infatti non c'è possibile autoguarigione dei lavandini che perdono, non essendo dotati di sistema immunitario ne' sistema nervoso, inoltre come è ben noto sul calcare funziona il viacal, l'aceto, ma di certo non funziona un effetto placebo, per lo stesso motivo di cui sopra. Aggiungo anche che nella patologia non si può assolutamente prescindere dall'aspetto soggettivo. Noi sappiamo che un lavandino è rotto perchè non assolve la sua funzione ma quando qualcuno ha un sintomo, anche se le radiografie e tutti i metodi di indagine oggettivi ci dicono che non ha nulla, soffre. Il livello soggettivo è ovviamente estremamente importante: chi si lamenta di un dolore può essere isterico, o può avere qualcosa che allo stato attuale delle cose non è individuabile con criteri oggettivi: se questa persona viene portata a soffrire meno, la terapia - semplicemente - funziona. Tu volevi stuprare il tuo dentista perchè hai una formazione e un modello scientifico, e qualsiasi cosa non risponda a quel modello per te non è praticabile. Su di te, sicuramente, il training autogeno non funzionerà mai, perchè è una tecnica che richiede una partecipazione attiva e - finchè non abbiamo un doppio cieco - una sospensione dell'incredulità che non sei disposta a praticare. Va benissimo, ma non è - semplicemente - così per tutti: io dopo essermi scontrata con l'incapacità della medicina scientifica di agire su un sintomo in assenza di osservazioni oggettive, sono guarita dall'acufene con una "terapia alternativa". A posteriori posso supporre che il ronzio dipendesse da un problema temporo mandibolare e che un certo tipo di rilassamento delle fasce muscolari abbia instaurato la guarigione: quand'anche fosse stato un sintomo isterico (e sono convinta che non lo fosse) gli psicofarmaci, che ho preso dietro prescrizione dell'otorino, non mi hanno fatto assolutamente nulla a parte intontirmi mentre la terapia craniosacrale sì. Pur credendo nell'efficacia medicina scientifica, mi tengo empiricamente disponibile anche a ciò che non è ancora (o non sarà mai) acclarato con quel metodo. Semplicemente perchè questo approccio mi è convenuto moltissimo e di solito faccio ciò che mi conviene e non ciò che risponde al mio modello.

CloseTheDoor ha detto...

Ni. Il problema è che aprendo le porte all'omeopatia si apre le porte veramente a tutto. Preferirei che mi venisse detto chiaramente che mi si sta dando un placebo. Tanto si sa che funziona lo stesso.

Rosa ha detto...

Eh, no. Se ti dicono che ti stanno dando un placebo ti stanno dicendo che il farmaco è vuoto, e quindi l'effetto placebo non scatta.