mercoledì 28 febbraio 2007

monte fuji

Cochin (09:33 AM) :
corri al monte fuji, spettacolare!

Diotima (09:33 AM) :
corro
Diotima (09:34 AM) :
bello eh?
Cochin (09:34 AM) :
bellissimo
Cochin (09:34 AM) :
ieri notte non si vedeva un cazzo, tutto immerso nelle nubi quasi pareva non ci fosse...
Diotima (09:34 AM) :

si

martedì 27 febbraio 2007

eleanor rigby

L'ho visto la prima volta che avevo 10 anni, e ha informato i miei gusti fino ad oggi.

così gira il mondo

Ore 12,53.
Dopo un lungo periodo di disoccupazione, di nuovo sotto consegna.
Intanto sulle Smoky è l'alba e in antartico un eterno crepuscolo
Ah. Resta sempre una domanda: perché lo faccio?

british self hating

Un bel post su In Minoranza a proposito della pratica di self hating occidentale, e sulla purtroppo frequente tendenza a scadere nel luogo comune, rassicurante e ripetitivo.

perchè lo fai, o della bellezza del discutere

Spesso - non so perché, ne' se succede anche ad altri - gli amici mi chiedono ragione di quello che scrivo sul blog: soprattutto mi si chiede come mai discuto con tizio o caio - che "tanto è inutile". Nonostante io sia piuttosto convinta - in contrasto con il parere di molti - che non ci sia necessariamente identità tra una persona e le sue opinioni, essendo queste ultime flussi mutevoli di memi (informazioni, miti, convinzioni) con una loro vita indipendente dal singolo individuo - e che quindi - sì - sia possibile contagiare ed essere contagiati da idee innocenti o maliziose, intelligenti o stupide, discutere secondo me è utile non tanto e non solo per mutare l'opinione del proprio interlocutore, o la propria. Mi è capitato di cambiare idea discutendo, ma ancora più spesso discutere mi è servito a consolidarle. Quando l'interlocutore - per lontano che sia dalle proprie opinioni - coniuga una efficacia argomentativa con una passabile mitezza personale - le opinioni si approfondiscono, si capiscono meglio, acquistano spessore e duttilità. E' come passare da una bozza a un disegno compiuto: è bello.
Detto questo, alla domanda "perchè scrivi questo tuo blog" resta impossibile rispondere. Perchè un signore manda avanti un blog in cui raccoglie foto di sedie di plastica?
Qualcuno glielo vuole chiedere?
Io nel frattempo mi sono scaricata il testo della polka finlandese, e sto cercando di impararla a memoria. Il mio progetto prossimo venturo è: riprendere le proteste della mia gatta Maybe mentre le canto la polka, e metterla su you tube. Perché, non saprei dire.

domenica 25 febbraio 2007

ubiquità 2

E' notte, l'una e mezza: sto ancora lavorando, sono stanca e ogni tanto durante una pausa vado in giro a caccia di webcam panoramiche da ficcare sul mio pc: a Spalato è buio da un pezzo, e anche nelle Smoky Mountains ormai il sole è tramontato. E così approdo su una spiaggia di Byron Bay: Australia. E' mattina, è estate, la gente fa il bagno, onde morbide, sberluccichii, e non è un film. Sono proprio lì. E' destabilizzante, vederli , reali, dalla mia stanzina: fantascienza, e senza neppure accorgermene la fantasia di un rovesciamento di ruoli mi lascia ancora più stordita. Perchè ora sono io, nella mia estate, nel mio mare a godermi la luce della mia mattina...tuffi, profumi, sberluccichii, schiamazzi garruli, ignara dell'occhio invidioso che mi fissa dalla buia notte di un cupo inverno australe...

sabato 24 febbraio 2007

alba sul PC

Ahem, lo so, tendo un po' alle fissazioni.
Comunque, sono le 14 ma il mio PC albeggia.

Turigliatto, Rossi e la coerenza dei comunisti

Difficile rispondere a questo commento di Martinez, perchè implica l'identificazione con una parte politica che non mi appartiene: non è detto che l'alleanza con gli Stati Uniti sia obbligatoria, doverosa o inevitabile, infatti, ne' che gli interessi dell'Italia coincidano necessariamente con quelli degli Stati Uniti, ma allontanarsi da quella alleanza è scelta tutt'altro che semplice o priva di conseguenze. L'unica alternativa che mi pare praticabile, esclusa la possibilità di una autosufficienza italiana in un contesto tutt'altro che pacifico e privo di pericoli come il nostro, è una costruzione di una Europa politicamente e militarmente coesa e forte. L'esempio di Martinez, riguardo all'Ecuador e al quadro di alleanze in cui si stanno muovendo diversi paesi americani non convince. L'Ecuador non si pone affatto in una posizione di autosufficienza, ma in un quadro di alleanze - geograficamente comprensibili peraltro - il cuore del quale si chiama fonti energetiche. Un quadro di alleanze che - ricordo - esclude gli Stati Uniti non in nome di una coraggiosa indipendenza, ma aggregandosi ad un fronte del petrolio fatto - in gran parte - di teocrazie mediorientali tutt'altro che pacifiche e prive di volontà di potenza: quello di una Europa significativamente forte e coesa, è un obiettivo di medio/lungo termine plausibile, il cui successo sembra tutt'altro che garantito ma su cui lavorare, e per raggiungere il quale la manifestazione di Vicenza non rappresenta alcun passo significativo.

La via Ecuadorena invece non è a mio avviso la nostra, ne' geograficamente, ne' - mi auguro - politicamente.

Io dunque non avrei partecipato a questo atto simbolico inutile e di fragile consistenza, sospeso tra un "not in my yard" in stile no-taviano e una generica allergia anti yankee, avendo in sprezzo l'inutilità ancor prima che l'incoerenza.
Il punto di vista di Giordano e di Diliberto, però, non può che essere diverso: loro rappresentano gli elettori che li hanno votati, i quali per la maggior parte ritengono - diversamente da me - che una uscita dall'alleanza con gli USA sia qualcosa da fare in modo netto e in ogni occasione possibile, e al tempo stesso però hanno delle responsabilità nei confronti di tutta la coalizione, che con ogni evidenza non condivide questo punto di vista. Hanno quindi il dovere - pragmaticamente - di rappresentare contemporaneamente due insiemi parzialmente sovrapposti ma non coincidenti, e di influenzare per quello che è il loro peso la coalizione di cui fanno parte. In questo senso la partecipazione ad un atto simbolico collettivo (peraltro scarsamente utile) non contiene in se' ne' implica l'idea catastrofica di far cadere il governo, che porterebbe alla rinuncia ad esercitare la se pur minima influenza che è in loro potere esercitare.
Quindi non credo di essere d'accordo con Martinez neppure in questo caso e per il solito vecchio motivo: lui è disposto a sacrificare l'utilità in nome della purezza e la coerenza, io non credo nella purezza, e soprattutto non sono disposta in nessun caso a sacrificare l'utilità.

rachmaninov aveva le mani grandi

venerdì 23 febbraio 2007

ubiquità

Aggiornamento ubiquitario: ore 18.44 - dalle Smoky Mountains all'ufficio di Marco d'Itri (quella è la sua giacca a vento). A Spalato, invece, è buio pesto.

In un delirio bulimico, non paga di aver lanciato il mio occhio tecnologico su spalato ho aggiunto le Smoky Mountains proiettando il tutto sul desktop: ogni volta che vado su google avere una finestra sul mondo è bellissimo; averne due su due fusi orari diversi però non sono tanto sicura che lo sia. Ora per esempio a destra il sole tramonta, mentre a sinistra è mattina e l'effetto è assolutamente schizofrenico. Non so se reggerò a tanta ubiquità.

giovedì 22 febbraio 2007

salivili hippu tupput tappyt

L' ipersessualizzazione identitaria come ostacolo alla libera espressione (anche sessuale) delle adolescenti. (ma anche dei maschi, secondo me)
Ah, con commento musicale:
Una versione dal vivo, una ipnotica (buona dopo una congrua dose di THC), una classicizzata.

Lehaim!

(questo post è dedicato a Tonibaruch)

magnifiche sorti e progressive

Dopo lo straordinario straordinario successo della manifestazione di Vicenza, e le onorevoli conseguenti gesta di due parlamentari dell'Unione, con il valoroso aiuto del Vaticano e della Confindustria , passato e presente si fondono in un progetto urbanistico di nuovissima e originale concezione.

nuova tecnologia



hat tip: Marco d'Itri

mercoledì 21 febbraio 2007

tanto peggio, tanto meglio

"I politici sono tutti uguali" dicono in coro i qualunquisti e i teorici della "mancanza di democrazia", gli uni e gli altri avvezzi a non votare neppure per chi tanto gli somiglia, limitandosi ad applaudire (ma con quanta olimpica compostezza) a chi versa sangue per capriccio.

I politici non interpretano la "volontà del popolo" gridano loro a gran voce, sicuri. E chissà come mai il popolo vota DS, poi, quando avrebbe una pletora di presunti servitori del popolo antisistema a destra e a sinistra pronti al servizio? I teorici della mancanza di democrazia non accettano che gli elettori esprimano una propria volontà, non essendo banalmente tale volontà uguale alla loro. Questo, è il loro concetto di democrazia, che sventolano ostentando le percentuali della massa rivoluzionaria del "not in my yard".

Ecco, sono sicura che per questi teorici del non voto, oggi sia un giorno di festa, che ci avvicina alla grande dissoluzione cui seguirà il Nuovo Mondo, passando naturalmente attraverso nuove guerre decise dai deliri Bushisti e Berlusconiani, ma "tanto peggio tanto meglio", come insegnavano le vecchie BR. Io personalmente maledico quel porco traditore e gli idioti irresponsabili che ci rimettono in mano a Berlusconi, contro la volontà di chi li ha eletti.

Per me, e anche per qualche comunista, mio amico/nemico, non è un bel giorno davvero.

dì un po', l'hai letto il libro?

TB sì.
Diario di lettura 1.
Diario di lettura 2.

lieide - XI canto

Lieide, canto XI.

Testo: il Griso.
Vignette: Rosalux.

martedì 20 febbraio 2007

spazio e tempo dei blogger

Sul blog di Ipazia, blog parte sesta: una analisi interessante sui meccanismi di distorsione spazio temporale frequenti nei blogger.

lunedì 19 febbraio 2007

sinologi dilettanti

Maria e Uriel, la prima qui nei commenti, il secondo - in un buffo e prevedibile contraddittorio con una sua proiezione - nel suo blog, contestano un paio di affermazioni sulla Cina: segnatamente 1) che il processo di modernizzazione cinese sia "salubre" e 2) che la Cina stia "uscendo dal comunismo".

Trascrivo due passi del Manifesto del nazionalismo cinese di Xiaodong Wang, fonte: Limes, che mi pare aggiungano una dimensione di maggiore complessità alle nostre opinioni, aggiungendo - se non altro - un punto di vista cinese.

A proposito dell'inevitabilità del processo, e del fatto che la sua "salubrità" venga percepita in modo diverso da chi vive in una capitalismo consolidato rispetto a chi vive quel vertiginoso sviluppo, con tutti i suoi negativi e positivi:

"Molti intellettuali cinesi fanno di tutto per convincere i loro connazionali a non farsi sedurre dallo stile di vita occidentale, scomodando a tal fine pensatori occidentali, la dottrina buddhista, filosofi cinesi come Lao Tsu, Zhuangzi, Confucio, Mencio e finanche Mao Zedong. Il totale fallimento di tali tentativi dimostra come sia perfettamente inutile, oltre che eticamente sbagliato, tentare di convincere i cinesi a non aumentare il loro tenore di vita, invece di aprire un serio dibattito scientifico su come permettere ai cinesi e al resto della popolazione mondiale di diventare benestanti, scongiurando al contempo la distruzione della terra."

Ammetto che definire il processo di modernizzazione della Cina superamento del comunismo sia un modo sommario e certamente incompleto di definire un fenomeno complesso. Peraltro non so nemmeno se la lettura orientale e fondata sul culto della personalità di una ideologia occidentale ottocentesca potesse essere definita "comunismo" a suo tempo, figuriamoci quanto la sua evoluzione moderna possa rientrare nelle categorie marxiste (al di là dell'evidente fallacia di argomenti come che "la Cina va verso la democrazia" e simili, che non ho mai usato e che vengono invece attribuiti a me, o a un interlocutore fantasma che - argomentando per bocca di Uriel - non può che fatalmente risultare svantaggiato nel contraddittorio).

"L'altro grande problema che si presenta attualmente alla Cina consiste nel vertiginoso aumento delle disuguaglianze interne. Garantire ad ogni cinese un buon livello di benessere e un grado di libertà sufficiente a dispiegare pienamente le proprie capacità rappresenta una priorità per la Cina, in quanto da ciò dipendono la solidità e l'equilibrio del suo sviluppo economico, nonchè il mantenimento della pace sociale e lo sviluppo nei cinesi di un forte sentimento di appartenenza e lealtà alla nazione. In Cina vi è una sparuta minoranza di intellettuali che - per raggiungere questo obiettivo, ritiene necessario un ritorno alle strategie di sviluppo maoiste. L'impraticabilità di questa via risulta evidente dal pragmatismo dei milioni di contadini che ogni anno migrano nelle città alla ricerca di opportunità di lavoro che consentano loro di affrancarsi dalla povertà. Le problematiche legate a tali dinamiche sono innegabili, così come la fragilità del presente modello di sviluppo. Tuttavia, quest'ultimo appare preferibile all'attesa messianica di un nuovo Mao".

venerdì 16 febbraio 2007

i cupi profeti millenaristi

Obsolete, le nuove brigate rosse? Dicono, Amato in testa, che la BR siano fossili (e i terroristi islamici invece sono moderni? bah), e probabilmente hanno ragione, ma non lo so. In epoca di latente millenarismo, in cui ogni fenomeno sembra un segno, molti profeti osservano e non senza soddisfazione: che sia in nome dell'islam, della classe operaia, o della salvaguardia dell'acaro della scabbia a rosicchiare i fili che sostengono il sistema, l'importante è logorarlo: creare dei punti deboli per anticipare il crollo. Qualsiasi piccola azione, anche minima, anticipa la grande catarsi, la grande opera di igienizzazione del mondo che riazzererà il conto. A parte che poi l'idea che il capitalismo sia in crisi, è tutta da vedere. La Cina, che non è proprio una bazzecola, lungi dall'andare verso il comunismo ne sta uscendo, guadagnandoci in salute, mentre il sol dell'avvenire post-igienizzazione sembra piuttosto fosco: non ha una faccia, una struttura, un senso, un progetto, degli architetti.
Solo cupi teorici del cupio dissolvi.

lieide - canto X

Il X canto della Lieide

Testo: il Griso
vignette: rosalux

mercoledì 14 febbraio 2007

c'è chi ha un cane...

Muoio di invidia per chi può tenere attorno a se' un numero pauroso di cani, bestie serie e affidabili. Da cittadina, mi consolo con quella carogna della mia gatta, cercando disperatamente e senza successo di piegarla alla mia volontà. Un tempo ebbi dei cani, e - a loro - per mandarli giù da una sedia, bastava dire "giù" (qui una lezione che spiega cosa non serve per fare andare un gatto sul tavolo)

lunedì 12 febbraio 2007

il web, le leggende, e la illuminante parabola di A.Toaff

Sul suo blog, Uriel fa alcune considerazioni sul peso eccessivo che ci si ritrova a dare alle leggende metropolitane, e alle umane ossessioni, frequentando usenet: quella vasta rete di gruppi di discussione autogestiti nata un puttanaio di tempo fa.
Ci sono a mio avviso due considerazioni da fare, riguardo alla vicenda Toaff e alla critica di Uriel. La prima considerazione è che usenet (e internet in genere) questo luogo di ossessi e di ossessioni di varia intelligenza, cultura e umanità, può essere la fucina, il luogo di elaborazione, di leggende metropolitane di fascino, destinate a fare carriera dai bassifondi e a lambire le sfere dell'informazione "alta". Non è una novità che l'informazione alta e l'informazione bassa siano osmotiche, altrimenti "la difesa della razza" non sarebbe mai uscito e il manifesto della razza non avrebbe raccolto le firme di un impressionante numero di accademici: una rivista, lo ricordo, che aveva pretese di scientificità. E' di poco tempo fa la trasmissione della Galbanelli sulle teorie complottistiche attinte da internet, a seguito della quale ho smesso di praticare lo yoga: Finita la lezione, ambiente più o meno di donne tra i trenta e i cinquanta, radical chic del quartiere Prati di Roma, sono stata intrattenuta da una giornalista RAI che ha pensato bene di spiegarmi, commentando appunto Report, che nelle torri gemelle non si erano recati gli ebrei, essendo loro stati informati preventivamente di non andarci.

Ora, io la leggenda che non c'erano ebrei nelle torri l'ho iniziata a sentire nei bassifondi, di solito propalata da squilibrati e ignoranti, l'ho sentita poi circolare anche fuori da internet e usenet, ma sempre da gente di livello culturale molto mediocre. Sentirla sciorinare da una giornalista RAI è stato un segnale d'allarme, abbastanza preoccupante: non solo per l'antisemitismo che la sottende, ma per il livello della generale confusione in cui sembra essere il nostro paese, e probabilmente non solo.

Toaff - come individuo singolo - non è un fenomeno di per se' sconcertante ne' particolarmente significativo. Uno dei tanti che cercano un sistema facile per emergere, che si fanno venire un idea, che si raccontano probabilmente che è corretta, e che la sfruttano (gli omissis storici segnalati da Giulio Busi in un pacato articolo di domenica scorsa danno la misura dell'intenzione di dimostrare una tesi tacendone il contorno). Ma "Pasque di sangue" non nasce su internet. Internet, anzi, è stata anche piuttosto lenta, se paragonata con la fulminea rapidità del mezzo, a recepire la storia.
Sto raccogliendo dati, in proposito, qui: e presumo che continuerò a farlo e a commentarli.
Indubbiamente il salto che c'è stato per le parole chiave "Ariel Toaff" è impressionante: la rete non è stata affatto così rapida a recepire, ma appena l'ha fatto s'è creato l'effetto domino:
L'articolo di Luzzatto data al 6 febbraio, l'8 febbraio io ho iniziato a raccogliere i dati, e per "Ariel Toaff" google riportava 683 occorrenze. Il 10 febbraio riportava 731 occorrenze, il 12 febbraio era balzato a... 22.800.

Non ho gli strumenti per analizzare la questione a fondo, ma delle impressioni le ho. I fattori che hanno creato il balzo straordinario (vedremo poi come si comporta la curva nei prossimi mesi - e anni) secondo me sono due: L'internazionalizzazione della notizia (su Haaretz è arrivata solo ieri, per dire) e il tam-tam degli antisemiti. Una recezione lentissima della notizia - perchè nata dall'alto - seguita ad un impennata vertiginosa e fulminea.
Già ora si legge in rete che Toaff è stato tacitato dalla potente lobby ebraica: una gragnuola di sputi ad opera di studiosi (quasi nessuno ebreo) ha sostenuto che la tesi è totalmente infondata, carente, che parte da un pregiudizio, che non è scientifica...ma i nessuno-in-particolare-ma- molto-incazzati della rete la sanno già mooolto più lunga di Giulio Busi: è la longa mano della potente lobby ebraica ad aver messo la musacchia alla scienza.

Orbene, ecco la tesi di Uriel diventa poco convincente, per un motivo fondamentale: quella tesi prevede che tra vita virtuale e vita reale esista una separazione, una cesura, che invece non c'è. E' un criterio labile, fragile, inesistente quello che la sostiene. Leggende nate nei bassifondi arrivano a giornalisti RAI seppure di secondo piano - che se la bevono e la raccontano in società - e leggende antiche vengono non solo riesumate da accademici (di università israeliane, sic) ma da testate del livello del Corriere, e da case editrici del livello del Mulino, conquistado il web con la forza della leggenda, in una osmosi tra alto e basso livello i cui confini sono ben lontani dall'essere netti e ben definiti.

Forse quello che è accaduto poteva accadere proprio solo oggi, in questa babele di informazioni caotiche e di carriere fatte sullo scandalo. Se Toaff voleva eternarsi, probabilmente ci è riuscito molto bene: quanto a lungo si parlerà del coraggioso studioso dell'università israeliana, che ebbe il coraggio di ammettere la verità?

La pioggia di sputi di accademici, verrà invece occultata o bollata come reazione della potente lobby ebraica.

E' molto tempo che trovo di straordinario interesse questi fenomeni. Mi dispiace che Martinez sia persona umanamente tanto pacata e gradevole, e non sia uno sciocco, perché ho sempre trovato terribile che un ragazzo che facesse una ricerca su internet (le fanno - oramai - solo lì) potesse trovare, tra le primissime occorrenze per le parole chiave antisemitismo, l'ignobile articolo riportato dal suo sito (non lo linko per non farlo salire nel ranking, ma è il terzo che riporta google).

Vorrei che mi fosse più antipatico, per poterlo detestare in modo globale, come si conviene tra nemici.

Anche per questo è errore sottovalutare la rete : è ormai la prima e anzi! unica fonte a cui gli studenti si abbeverano, ed è quello, lo strumento che dovrebbero imparare ad usare con un sufficiente bagaglio critico.

A questo proposito segnalo volentieri qui un motore di ricerca, Educity, il cui promotore ha commentato in questi giorni un mio vecchio post: qualcosa, a quanto pare, si sta muovendo: questo motore di ricerca seleziona le fonti. La cosa interessante del progetto, è - mi pare di capire - che il team è composto da un gruppo di docenti e studenti che discutono - mi si dice animatamente - su quale sito inserire e quale no.

(per inciso: Io sono arrivata su usenet che l'epoca d'oro era già finita, circa tre anni fa: si sguazza nella merda, certo, e nel contempo ci si fanno degli ottimi amici. I miei migliori amici - salvo poche eccezioni - provengono da due mondi: il liceo e usenet, con venti anni di differenza e di vuoto tra le due frequentazioni. Non è poco.)

una finestra sul mare



Tra i gradevoli lussi gratuiti che offre la tecnologia, avere una webcam sulla homepage personalizzata di google piantata sul mare (secondo me deve rigorosamente essere sullo stesso fuso orario, però, per dare il batticuore: questa è la catalogna) costa nulla e fa molto piacere. Albe, tramonti, stagioni, riflessi inaspettati, ogni volta diversi. Una goduria, per chi ha una urbanissima finestra su un cortile, come me.

ps. Astenersi da noiosi commenti tipo "fatte 'na gita", la realtà è un altra cosa, apriti al mondo che ti circonda, eccetera...

sabato 10 febbraio 2007

punti di vista

Alcune differenze di vedute di genere a proposito delle ricadute socio-psico-culturali dell'informatica. (qui, il testo in inglese)

venerdì 9 febbraio 2007

scienze, politica e la piramide di Kroeber. Risposta a Dacia Valent

Rispondo qui al commento di Dacia Valent, sul post "Due parole sui miei avi cannibali".

Parto un po' da lontano, spero di non dilungarmi troppo.

Nei miei scarsi, pigri e inconcludenti studi universitari, preparando l'esame di antropologia culturale ho studiato Alfred Kroeber. Non so se sia superato, è possibile, ma il punto di vista che esprime ne "la natura della cultura" è stato abbastanza strutturante, per me. L'approccio - il "metodo" - scientifico è unico, ed è interdisciplinare, come giustamente sosterrebbe Ipazia. La storia - dunque - è una "scienza" tanto quanto la fisica.
Sì.
Però anche no.
Kroeber (e spero che qualcuno mi contraddica argomentando, e in modo possibilmente didascalico - che se no non capisco) fa una specie di "piramide" delle varie discipline. Fisica, chimica, biologia, psichiatria/psicologia, sociologia, storia (le famose "scienze umane"). Ogni grado superiore si occupa di una sfera che in qualche modo è specifica, ma "contiene" tutte le altre. Ovviamente il grado di complessità è vieppiù intricato, tanto più ci si avvicina al vertice della piramide, perchè ogni disciplina ha il suo "specifico", ma però contiene anche il resto. I fenomeni fisici hanno una ricorrenza, una ciclicità, una prevedibilità che non è la stessa dei fenomeni biologici, per non parlare di quelli sociologici o storici. E le condizioni neutre, sterili, di "laboratorio" sono via via più difficili da ottenere quanto più ci si allontana dalla base. Dunque quando un sociologo, uno storico, un filosofo, dichiara di usare dei metodi "scientifici" può avere - di fatto - gradi assai diversi (e incontrollabili ai più) di truffaldinità. Quando uno storico, un filosofo, un sociologo, uno psicologo parlano di "ricerca scientifica", bisogna avere i piedi ben pronti a mollare calci nel culo. Avrà anche senso parlare di "scienza" storica, non dico di no, ma in campana. Se è doveroso applicare nei limiti del possibile il metodo, è altrettanto doveroso ammettere che le scienze umane sono un autentico bordello: diversi livelli interagiscono e la rete di interazioni è difficile da districare.

Dacia Valent si chiede se ascoltare me, o lo "scienziato" Toaff.
Un po' come chiedersi se ascoltare la voce del "cuore" o della "ragione", così parrebbe.

Ora supponiamo per un attimo che - in un ambiente ostile agli emigrati - diciamo pure tendenzialmente razzista, come - per esempio - il nostro, un tale prof. Mabutu, ricercatore sconosciuto di origine Keniota, biologo, se ne esca con uno studio sul rapporto tra africani della zona sarcazzo compresa tra chissenefotte e chissenefrega e "tendenze aggressive". Lo stupro, l'omicidio, chi nasce in quella zona lì ce l'ha proprio nel DNA.

Supponiamo che questa ricerca esca su un quotidiano, in doppio paginone centrale. "Gli africani e le tendenze omicide: come sopravvivere alle drammatiche condizioni equatoriali".

A quel punto Dacia Valent, e non solo lei, sicuramente, si farebbe due domande. Di certo (beh, chi può pensarlo, conoscendola) non direbbe "Beh, se la comunità scientifica dice così, chi sono io per contraddirla? " ritirandosi timidamente nel suo guscio di "non scienziata".
Perchè lo studio "scientifico" non assomiglierebbe proprio nulla ad un piccolo scambio tra eruditi entomologi: "sai, Marquez, ho scoperto che la cavolaia non mangia solo crocifere: in particolari condizioni mangia pure solanacee". Lo studio "scientifico" in questione, coinvolgerebbe testate nazionali, case editrici, perchè avrebbe un certo appetibile mercato, vastissimo, comprendente i vicini di casa di Dacia Valent, magari ossessionati dal sentirle usare i tacchi o ascoltare i Pink Floyd.

Il nostro Toaff ama immaginarsi come un entomologo, ma non è un entomologo. La gente purtroppo si intessa molto più degli ebrei, e dei negri, che delle cavolaie.

Ecco che la scientificità della ricerca, e la sua sensazionalizzazione, diventano ahimè dei temi di un certo peso, da indagare. Collaterali, sicuramente "non scientifici", ma di importanza estrema. Anche per chi - ahimè, come me - il titolo non ce l'ha.

E in questa catena, che poco riguarda il gruppo di entomologi che si ritrovano in quattro a sezionare insetti e riguarda invece le grandi questioni del nostro tempo, i direttori di giornali, gli editori, i ricercatori, non possono fingere ignorare la differenza che c'è tra il buttare in pasto una notizia con toni coloriti e sanguigni, e lo studiare un fenomeno peraltro dai contorni assai incerti come un "oggetto da laboratorio", nel concentrato silenzio della comunità scientifica, come pretenderebbe di fare il Toaff senza però soddisfarne di fatto le presuntuose premesse. Un direttore di giornale, un editore, hanno - sissignori - una responsabilità morale, perchè i rapporti - difficili e laboriosi e sofferti - tra vaticano ed ebrei - per esempio - esulano e trascendono le ricerche entomologiche della comunità scientifica, e la scienza - soprattutto quando è assai più presunta che reale - non è nessun totem a cui sacrificare l'umana convivenza. Chi parla della politica con disprezzo e della scienza con deferenza deve venire a discutere con me. E sto parlando del Lupo.

E a questo punto, se Dacia (o chi per lei) non ha ancora ascoltato Ariel Toaff alla radio (linkato nel mio post precedente), è pregato di farlo, e di valutare - con i miseri istinti di chi non ha i titoli - la scientificità dell'ipotesi. Io non sono una storica, ma per quel che vale il mio fiuto, sto tizio qui non mi pare punto un Watson e Crick della storia.

ulula coi lupi

Ecco, io penso proprio che uriel qui abbia molto ragione, ma - aspè - non voglio fare una fazione, non mi sto schierando...quoto proprio tutto tutto, ma non vorrei che sembrasse un coro, ehm, magari solo un controcantino stonacchiato, 'na tamburella, un'ululatina estemporanea...uuuuuuuh.

giovedì 8 febbraio 2007

monitoraggio

Questo post sarà aggiornato ciclicamente.
Ad oggi, con le seguenti parole chiave (usando le virgolette) abbiamo:

1) primo rilevamento: 8 febbraio 2007 (due dati però erano stati presi male)
2) secondo rilevamento: 10 febbraio 2007 (da 731 a 22.800)
3) terzo rilevamento: 12 febbraio 2007 (grande balzo di A. Toaff.)
4) quarto rilevamento: 14 febbraio 2007 (grande balzo di "omicidi rituali") da 927 a 19.300
5) quinto rilevamento: 24 febbraio 2007 (sostanziale stasi, a parte il raddoppio di A.Toaff)
6) sesto rilevamento: 19 dicembre 2008 (Retrocedono "Ariel Toaff " e "omicidi rituali", avanza "simonino" e "Blood libel".) Le voci sui blog aumentano tutte, ma è chiaramente indipendente dalla vicenda. Metto parole chiave di controllo (avrei dovuto farlo fin dall'inizio!)

ariel toaff
"
google 1) 643 - 2) 731 -3) 22.800 - 4) 77.300 - 5) 113.000 - 6) 31.200
google blog search 1) 32 - 2) 147 - 3) 204 - 4)255 - 5)310 - 6) 1.643

"simonino"
google 1) 16.100 - 2) 17.200 - 3) 18.600 - 4) 19.600 - 5) 24.000 - 6) 15.700
google blog search 1) 26 - 2) 33 3) 37 - 4)45 - 5) 55 - 6) 2.706
"blood libel"
google 1) 246.000 - 2) 319.000 - 3) 322.000 - 4)280.000 - 5) 306.000 - 6) 447.000
google blog search 1) - 2) 2382 - 3) 2515 - 4) 2659 - 5) 2817 - 6) 17.105
"omicidi rituali"
google 1) 571 - 2) 603 - 3) 927 - 4) 19300 - 5) 26.400 - 6) 14.100
google blog search 1) - 2) 47 - 3)48 - 4) 42 - 5) 65 - 6) 413

"pasta all'uovo" (parole chieve di controllo, a partire dal 19/12/2008)
google - 6) 83.000
google blog search 6) 4.045

due parole sui miei avi cannibali

Non mi metto ora a ricercare le prove per dimostrare al mondo che i miei avi non erano cannibali. Non ne ho voglia, non sono capace, non è il mio mestiere: spero siano gli storici - soprattutto quelli non ebrei - a rispondere - presto e con efficacia - ad Ariel Toaff.

Ma due parole le voglio dire lo stesso.

La prima accusa di omicidio rituale risale al XII secolo, e a tutt'oggi è uno strumento sempreverde ed efficace di denigrazione degli ebrei . Sono passati mille anni: quella calunnia ripetuta in quest'arco infinite volte, è stata un motore di stragi perpetuo e ciclico. Anna Foa dice - su Repubblica - e con quanta ragione! che una dichiarazione come questa avrebbe dovuto essere documentata da fatti molto solidi, da fonti nuove e incontrovertibili.
Così non è: la tesi millantata come nuova è vecchissima: non ci sono però nuove fonti, il perno sono le stesse dichiarazioni degli accusati, sotto tortura, che avevano scagionato gli ebrei da quella accusa.

In quest'epoca tormentata, dove la scomparsa delle distanze tra luogo e luogo rende le identità più incerte,
dove la fine incombente delle riserve energetiche sta spaccando il mondo in due, e dove gli ebrei hanno la disavventura di abitare un territorio di confine, gravido di minacce e pericoli, l'odio antiebraico cova sotto le ceneri. Da sempre considerati gli agenti occulti della mondializzazione, e causa prima di tutte le guerre, gli ebrei incarnano un ruolo. Poco importa la Cina, il petrolio arabo, la crisi energetica, i computer: intervistati sulle cause della grave situazione internazionale, la maggior parte degli italiani non ha dubbi. La causa è Israele. Ovvero gli ebrei.
Una inibizione tuttora forte fortunatamente impedisce di rilasciare dichiarazioni apertamente antisemite sui media, ma la domanda c'è, eccome se c'è. Da un po' di tempo noto che per un ebreo, salire agli onori delle cronache e guadagnare denaro facile può essere estremamente semplice e poco impegnativo. Basta diventare un ebreo che denigra gli ebrei. Israel Shamir, Finkelstein, Gilad Azmon: personaggi spesso di nessuno spessore umano ne' culturale, improvvisamente diventano interessanti, famosi, conosciuti. E campano di una rendita di posizione data da un'unica attività: denigrare gli ebrei.

Chi vuole parlare dell' "industria dell'Olocausto" della "manipolazione mediatica" e cavalcare allegramente tutti i buoni vecchi cavalli di battaglia - sempre uguali - dell'odio antiebraico, ha lì pronto un testo di un qualche perfetta nullità - dotata dell'unica caratteristica di essere un ebreo antisemita. Se lo dice lui che è ebreo, non può essere una dichiarazione razzista.

Ho sentito Ariel Toaff alla radio (Farenheit, si può ascoltare da qui) dire "sono stato un ingenuo, non pensavo che il mio libro suscitasse reazioni tanto emotive" e ancora "non vedo che collegamenti ci possono essere tra [la credenza degli] omicidi rituali e la Shoah.
La differenza, mi diceva mio padre - che da tre giorni - insieme ad altri - è travolto da rabbia e spavento - delle reazioni a questa storia dipende sostanzialmente dall'età. Gli ebrei che hanno visto le persecuzioni, sono allarmatissimi: tra i giovani, molti invece sembrano non capire.
Può darsi che io interpreti la "realtà ad una sola dimensione" come dice Whiplash su it.politica.internazionale, ma a me pare intollerabile che uno storico, che conosce la ricorrenza implacabile dell'accusa del sangue, nell'arco di 1000 anni, possa poi dire sfrontatamente "sono stato ingenuo" "non pensavo che il mio libro suscitasse reazioni così emotive" .
Si può davvero pensare che questa "ingenuità" sia credibile? Un libro che rimette in discussione gli studi precedenti, che scagionavano gli ebrei dall'accusa?

Forse chi non è molto addentro a questioni ebraiche, può pensarlo, ma un ebreo (uno storico ebreo) non può neanche per un attimo pensare che il sostenere che gli ebrei (alcuni, pochi, molti) impastassero effettivamente le azzime con il sangue, che Simonino da Trento sia stata una vittima di un omicidio rituale, sia una cosa che "non suscita reazioni emotive" leggi terrore negli ebrei.

Questa sua immagine di storico/entomologo, preso a sezionare i suoi insetti, scienziato e incurante del contesto, è patetica, assurda, e tradisce malafede.

Certo, è impossibile sapere se A.Toaff abbia resuscitato il cadavere della calunnia del sangue per denaro, per il successo, per ribellione all'autorità paterna, autoaffermazione, per nutrire il suo ego di "scienziato che non si ferma di fronte a nulla" ma è bene che sappia che la sua "ingenuità" non è minimamente, assolutamente credibile.

mercoledì 7 febbraio 2007

martedì 6 febbraio 2007

lieide - IIX e IX canto

Lieide, IIX e IX canto.
Testi: Il Griso.
Vignette: rosalux

debutto rovinato?

Finalmente decido di rendere pubblica la mia immagine, addobbando addirittura il mio sobrio e pensoso cranio con una vezzosa coroncina di ciliegie per aderire al progetto 2000 blogger italiani - da un idea di Tino Buntic - e scopro che Tecnorati si indigna, trovandolo un sistema truffaldino per ottenere un buon ranking nelle classifiche. Io non ho bene capito qual è il problema: mi risulta che un link si svaluti, quando appare su un sito che ne riporta molti, quindi il vantaggio di partecipare sarebbe minimo e non così penalizzante per chi resta fuori. Al contrario mi pare normale che chi ha l'iniziativa sia superlinkato, ne' penso che potrebbe diventare un' abitudine: è un idea che una volta avuta è bruciata... non so, forse mi sfugge qualcosa, ma mi pare molto rumore per nulla. Comunque Sid05, che ha lanciato il progetto italiano, dice che l'iniziativa va avanti...

domenica 4 febbraio 2007

reincarnazione multipla

Ho due CD strepitosi, loro, e qui cantano "volta la carta" di De Andrè.
Io - per quello che mi riguarda - nella mia prossima vita voglio reincarnarmi nelle Balentes. Ma proprio in tutto il gruppo, eh.

venerdì 2 febbraio 2007

rashomon, le notizie elastico, e i profeti francesi

Una notizia - con le sue aggiunte e omissioni - riflette il fatto , il giudizio di chi lo commenta (il fatto) e il giudizio di chi la consuma (la notizia). Il "vuoto" può essere estremamente utile, per costruire una notizia-elastico, pronta ad adattarsi al lettore, onnidigeribile.
La notizia che il Griso riporta oggi mi pare un esemplare notevole di notizia-elastico: un articolo di repubblica ci racconta di cessi separati per mussulmani in una università australiana, e quello che apprendiamo come "fatto" è che 1) i mussulmani si lavavano i piedi nei lavandini comuni 2) la cosa creava problemi ai non mussulmani 3) il rettore non mussulmano ha istituito dei bagni "privati" muslim only 4) dei non mussulmani hanno denunciato il razzismo mussulmano del cesso separato.

In pratica, il solo "fatto" che vede i mussulmani come "attori", è il loro lavaggio dei piedi: fatto forse discutibile ma che nulla ha a che vedere con un presunto "razzismo" di chi si abluge. Poco sappiamo dell'entità delle proteste, se fosse scoppiato un "caso" abluzioni, se ci fossero state discussioni nelle sedi preposte, denunce degli studenti, allarme igienico. Nulla. Sappiamo però che il rettore prende una decisione drastica: il salto logico ovviamente potrebbe - ma così non è - essere colmato da presunte minacce islamiche, stile "ci faremo esplodere in aula magna se non ci date dei cessi privati": quello che manca dalla notizia - in pratica - è la sola domanda interessante: cosa mai ha portato il rettore a prendere una decisione tanto stupida e/o drastica? e perché? Io per esempio - avessi dovuto intervistare qualcuno - avrei chiesto al rettore la cosa più ovvia: "perchè non optare per un lavandino a livello piedi, aperto a tutti? Quell'oggetto che i francesi, forse presaghi dello scontro di civiltà e fari della medesima, hanno inventato e chiamato bidet? "
Non ho trovato nessuna notizia sul web a colmare questa lacuna, e insieme al dubbio intorno ai fatti, mi resta una certezza: lo scontro di civiltà esiste, e si svolge nel luogo ad esso più adatto: i cessi.

giovedì 1 febbraio 2007

uriel

L'ho conosciuto qualche anno fa su un newsgroup di cultura ebraica, Uriel, ed abbiamo avuto modo di polemizzare a lungo, se pure senza massacri. Poi l'ho reincontrato in blog altrui, e - ahimè - anche nel suo, in un incontro che Tarantino in confronto è roba da coro dell'antoniano. Avevo un'altro nick, e spero solo che lui non mi abbia riconosciuta. A tutt'oggi, mio malgrado, sono ricaduta nel tunnel, e ho ricominciato a leggere il suo blog. Mi fa incazzare da bestia e vorrei andargli sotto a rompergli i coglioni, ma non posso perché ho una fifa blu.
Sissignori, io ho paura di uriel, perché è sveglio e molto, molto cattivo.
Però, però, alle volte fa ridere, eh, se fa ridere. Mi secca ridere, perché sono anche incazzata, ma non c'è niente da fare, mi fa ridere.
Inoltre, alcuni suoi brand, a suo dire suo malgrado e nonostante lui fanno una gran presa e diventano mainstream (eh sì, mi è capitato di leggere le sue teorie, anche quelle a mio avviso meno convincenti, in altri blog).
Per esempio , c'è un termine da lui coniato che rulla dentro di me come uno djembè, che mi fa accodare a lui in un delirio di mainstream, ed è "tamarreide". Come definire altrimenti tutto ciò?

lieide - canto VII

Lieide, canto VII

testi: il Griso
vignette: rosalux