domenica 31 maggio 2009

principio di realtà

Dopo dubbi, ripensamenti, indecisioni, arieccomi a votare per un partito la cui politica mi sembra a dir poco discutibile e inefficace.
Mi sarebbe piaciuto - per una volta - contribuire ad una mazzata al Partito Democratico, ma credo che sia un errore pensare che queste europee non siano importanti.
Una vittoria schiacciante del PDL, dopo lo scandalo Mills e il Casoria Gate, darà un messaggio inequivocabile: carta bianca a Berlusconi quasiasi cosa accada, e quel che ne consegue da un punto di vista istituzionale potrebbe non essere bello.
Gli argomenti che ho sono pochi e per nulla attraenti, ma a me paiono solidi e difficilimente discutibili. Provo a rispondere a quel che mi dice chi è stufo e non lo vota più.

Ho sempre votato PDS, Ulivo, Partito Democratico, ma l'argomento del "voto utile" mi ha stufato.

Credo che l'errore di questo ragionamento consista nell'immaginare il partito per cui si vota come una specie di amante da perdonare, punire, premiare, o abbandonare al proprio destino battendo nuovi lidi: il "voto utile" è invece l'unico e solo criterio possibile, sempre: se l'alternativa è tra una secchiata di merda e una di acido muriatico - se pure a malincuore - occorre - per sopravvivere- scegliere la merda.

Dice: ma la merda non mi piace, e preferisco le caramelle. Eh, sapessi quanto piace a me. Dice: tu mi vuoi far sporcare di merda. No, dico solo che l'acido muriatico è peggio, e non c'è una alternativa. E' ne' più ne' meno che il principio di realtà.

E' - questa pretesa di amoreggiare con la propria sovranità come narcisi allo specchio - una caratteristica del tutto italiana, viziata probabilmente dal passato: un blando e tollerabile regime democristiano che lasciava le briciole del potere ad un partito comunista, che non governando poteva mantenere la sua purezza e non scendere a compromessi ideologici: inoltre un sistema proporzionale dove guadargnarsi il governo non era prioritario - grazie al consociativismo - consentiva la sopravvivenza di ogni fede politico-religiosa, dal comunismo al partito-culto dei radicali.

Gli elettori quando votavano partito comunista votavano per il loro ideale ottocentesco, che si sarebbe realizzato un giorno, i radicali il loro avvincente leader dalla favella infiammata e l'occhio ceruleo: a governare intanto ci pensava la DC, nemico bonario ma caritatevole e a suo modo generoso.

Nelle democrazie dove l'alternanza è possibile - invece - non funziona affatto così: in Francia tutto l'elettorato di sinistra votò a malincuore Chirac, per fermare Le Pen: in India i musulmani hanno votato in massa Congresso ben consapevoli del pericolo che rappresentava - per loro - la vittoria dei fondamentalisti indù: un voto, questo dei musulmani indiani assai più "laico" di quei laici che non votarono Rutelli come sindaco di Roma.

Non voto PD perchè è bene che arrivi un messaggio. Quale situazione migliore delle europee, meno importanti delle politiche e delle amministrative?

Ho io stessa, prima di decidermi a rivotare PD, praticato questo argomento. In verità far arrivare un messaggio è più difficile di quanto si possa pensare: neppure la sconfitta di Rutelli al comune di Roma, corredata dalla vittoria di Zingaretti alla regione, è servita a fare "arrivare il messaggio", e ora però ci dobbiamo sopportare una città lurida, alberi tagliati a gogò, feste della polizia e dei carabinieri megagalattiche e dispendiosissime, una politica tutta orientata a favorire il trasporto privato, a discapito dei mezzi pubblici che sono sempre meno efficienti e manutenuti. E non ci consola affatto pensare a quanto sia pulita la coscienza di chi - per non votare quel leccaculo dei preti - ci ha messi in mano all'ex picchiatore fascista.

Probabilmente poi - in chi è portato a interpretare i messaggi pro domo sua - il "messaggio" letto sarebbe semplicemente...che Franceschini ha fallito, e a me invece non pare che il punto sia quello. Franceschini - dopotutto - non è poi così male.

Un modo migliore per fare "arrivare il messaggio", posto che questa volta c'è facoltà di scegliere i candidati, è - perlappunto - scegliere candidati sufficientemente laici e per bene.

Semplice, lineare, efficiente, ficcante.

Non mi riconosco nel Partito Democratico, e quindi voto Sinistra e Libertà.

Premetto che - se pure apprezzi certi aspetti di Sinistra e Libertà - non mi riconosco neppure in quel partito, a partire da personaggi come la Sgrena per arrivare a certe posizioni dei verdi - per esempio quelle riguardo al nucleare - mi pare che mi pare che l'argomento sia un altro. Con ogni probabilità Sinistra e Libertà non arriverà al quorum: votarlo quindi è del tutto inutile.

Non mi riconosco nel Parito Democratico e quindi voto Di Pietro.

Non perchè le sue posizioni riguardo alla giustizia, sulle quali sono teoricamente d'accordo, ma per una sostanziale diffidenza. Di Pietro sembra essere più nemico del Partito Democratico che di Berlusconi: rischia di essere l'ennesimo partitucolo di guastatori, sostanzialmente interessati a mantenersi un posto al sole cavalcando la protesta, più che a governare. La vittoria di Di Pietro sarebbe un balsamo per la destra, che dai suoi megafoni non farebbe che sottolineare - purtroppo a ragione - quanto la sinistra non esista più.

Non mi riconosco in nessun partito, quindi non voto.

Essere fantasmi elettorali è un lusso che ci si può permettere quando le alternative sono praticabili, quando non ci sono rischi costituzionali, quando la democrazia è solida e si ha la certezza che esista un terreno condiviso riguardo a pinzellacchere come la divisione dei poteri o la libertà di stampa.

Non è così per il nostro paese.

venerdì 29 maggio 2009

befana multi culti

Tremate, tremate....

giovedì 28 maggio 2009

similitudini tra i razzistoni e la sinistra sbroc [cit]

Esistono delle curiosi similitudini negli argomenti - pascolando naturalmente tra quelli più tonti - dei razzistoni e della sinistra sbroc [cit: yossarian]

Tra i commenti - e non è la prima volta che sento praticare l'argomento tanto pirlesco - un signore mi chiede se io mi avvalgo di lavoro domestico, e ipotizzando che si tratti di mano d'opera straniera ritiene che io pratichi...lo schiavismo.

Analizziamo il principio informatore del tonto teorema.

Possiamo postulare due sottoprincipi che ne discendono a rigor di logica: chi pratica il tonto teorema mi faccia sapere in quale dei due si ritrova.

prima ipotesi:

I lavori umili sono per loro natura negativi e vergognosi, e affidarli a terzi è equiparabile allo schiavismo.

Dunque essi dovranno essere aboliti per decreto.

Le persone devono funzionare in base ad una rigorosa autarchia, aggiustandosi i loro tetti, spazzando i marciapiedi dove camminano. Nella società nuova dunque si andranno a formare delle turnazioni di tutta la cittadinanza atte a pulire le strade, le metropolitane, le case, aggiustare tetti, pulire spazzacamini, sgorgare le fognature.

seconda ipotesi:

I lavori umili esistono, possono sì essere affidati a terzi, ma solo ed esclusivamente a terzi di pari condizioni socioeconomiche, melaniniche, etniche, culturali, linguistiche e sessuali, per non dare l'impressione di voler discriminare.

Pertanto è consigliabile (se non obbligatorio) per un settentrionale astenersi dal farsi piastrellare il bagno da un meridionale: un italiano non potrà assumere colf straniere, un laureato non potrà farsi sgorgare da un lavandino da chi abbia solo un diploma superiore. Un professore universitario potrà assumere solo personale domestico pari per censo, livello sociale, colore della pelle, nazionalità, e livello di studio, e così un chirurgo, un impiegato o un dentista. In questo modo sarà possibile risolvere anche il problema delle badanti che tanto ci affligge: basterà infatti cercarle nell'albo degli avvocati.

E infine, per rispondere al tonto commentatore: certo che mi faccio aiutare a casa! Il mio sogno, se solo potessi permettermelo, sarebbe una governante - preferibilmente svizzera o altoatesina - a tempo pieno.

domenica 24 maggio 2009

la sinistra trascura i vecchi, e fa anche le puzze

Psalvus aggiunge al mantra di accuse berlusconiane (leninisti, laicisti, radical chic) una nuova accusa, rispolverata per l'impellenza di trovar difetti a chi non vota Berlusconi: la sinistra ha abbandonato i valori: vuole accogliere immigrati perchè abbandona i vecchi al loro destino.

Ora, questo appellarsi ai valori "tradizionali" può essere comprensibile, ma occorre farsi carico dei problemi di "sistema" che questo comporta.

Una famiglia media italiana semplicemente non ha possibilità di sopravvivenza se esclude dalla propria economia il lavoro femminile.

Inoltre gran parte delle famiglie italiane vivono - di fatto - in situazioni urbane e in famiglie mononucleari.

Naturalmente è possibile rimpiangere il bel tempo andato, dove le famiglie erano nuclei allargati, microcosmi e dove il lavoro domestico, i bambini da crescere, gli anziani da curare era suddiviso tra sorelle, cugine, figlie grandi, nonne valide, madri, lavoratrici flessibili e non specializzate, mentre gli uomini faticavano in campagna.

Non sono in grado di rimpiangere un mondo che non conosco - chissà se lo conosce Psalvus - ma che accusi con acrimonia la sinistra di essere causa dell'urbanizzazione, delle famiglie mononucleari, dell'industrialismo, del lavoro femminile e per conseguenza della necessità di affidare gli anziani a terzi, è cosa che mi lascia piuttosto allibita.

Io credo che chiunque amministri una qualsiasi realtà non possa e non debba farlo coltivando un passato mitico o un eden futuro, ma che piuttosto abbia il dovere di migliorare la società a partire da quello che la società è.

Non torneremo nelle campagne a coltivare i campi e a suddividere tra parenti i doveri domestici, e se lo faremo non sarà perchè qualche moralista ci rampogna, ma forse perchè una qualche apocalisse ci annienterà, e non sono sicura che ci sia da augurarselo perchè a sopravvivere saranno in pochi.

Non abbiamo alcuna possibilità - noi che non abbiamo i mezzi e arriviamo a fine mese con i nostri lavori specializzati - di dedicarci ad un anziano malato di alzheiemer a giornata piena.

Se nell'arco della nostra vita facciamo gli avvocati, i dentisti, le maestre o i parrucchieri, non abbiamo ne' la possibilità economica, ne la flessibilità di interrompere le nostre attività per dedicarci ad altre attività. Qua non si tratta di giudicare quanto questo sia bello o sia brutto, semplicemente questa è la nuda realtà dei fatti.

Non è "la sinistra" ad avere inventato la specializzazione del lavoro, ma un sistema industrializzato e urbanizzato, la sinistra casomai dovrebbe avere delle buone idee per amministrarlo.

Si potrebbe - ad esempio - finanziare tentativi di cohousing, di collaborazione condominiale, aprire spazi comuni urbani? Metà dello spazio cittadino di Roma è fatto da terrazze condominiali con tanto di ex ambienti per le cisterne che sono oggetto di liti per stendere i panni, e completamente inutilizzate...sarebbe tanto impensabile incrementare l'uso collettivo di questi spazi, finanziare degli esperimenti di co-housing - altrove praticati e con successo - inventare dei modi nuovi di vivere i legami sociali, che non siano una famiglia allargata che si può rimpiangere fino a strapparsi i capelli ma che - di fatto - non esiste più?

La sinistra - più che rimpiangere valori del bel tempo andato - dovrebbe coltivare i suoi di valori, che sono la cura per la cosa pubblica, la collaborazione, la convivenza civile al di là e oltre lo stretto nucleo familiare.

venerdì 22 maggio 2009

estraneità

Piazzale Flaminio, entro in un bar.

Il cassiere è un giovane magrebino, una signora davanti a me sta pagando, percepisco uno scambio di battute che mi pare sulle prime scherzoso. Me ne disinteresso.
Inizio a bere il mio caffè, a due metri dalla cassa, e non sento nulla.
All'improvviso la tipa esce dal bar e si mette ad urlare che il cameriere l'ha insultata: nel giro di niente si aggrega una anziana signora, che insulta il cassiere e minaccia di chiamare la polizia, un tizio sui cinquanta, che apostrofa il cassiere con "vieni fuori che ti spacco il culo" più un numero indefinito di persone che commentano e insultano il giovane.

Il padrone del bar arriva, teso, cerca di capire cosa è successo.

La verità è che non è successo nulla, se non che uno scambio di battute tra cliente e cassiere ha creato un'onda di linciaggio. Intervengo.

Incazzata.

Spiego al padrone del bar che il cassiere non ha fatto un beneamato cazzo, i linciatori improvvisamente si smontano, l'onda evapora così come era nata.

Qualche giorno fa un autista ATAC mi aveva consigliato di non salire a piedi su collina Fleming (posto per ricconi, NDR) perchè c'era gente che "non è come noi".

Ovviamente mi sono ben guardata dal dargli retta.
Premesso che collina Fleming è pericolosissima, perchè in Italia la speculazione edilizia impedisce di creare marciapiedi anche negli abitati dei super-ricchi, la strada è piena di badanti, di giardinieri, di fattorini. Di immigrati che si fanno il culo e vanno a piedi. Gli abitanti, quelli che sarebbero "come me", a parte il conto in banca, beninteso, vanno in macchina.

Qui ogni minuto che passa aumenta il grado di odio e di degenerazione del tessuto civile, ogni minuto che passa i proclami del leghisti entrano nella carne e nel sangue della gente, e diventano odio inconsulto e insensato.

Sono ebrea, mi è stato raccontato per bene quello che è successo in Italia durante il fascismo, e penso di avere chiaro che cosa significhi diventare capro espiatorio e oggetto di odio.

Sta succedendo di nuovo, e nella stessa forma in cui è successo allora: la gente non ha soldi, non ha lavoro, non ha identità, non ha delle regole in cui riconoscersi come collettività.

Si riconosce solo ed esclusivamente nell'odio, fomentato ogni giorno e sempre di più. Questo paese mi è ogni giorno più estraneo.

mercoledì 20 maggio 2009

lettera ai genitori

Visto che si parla di scuola, e si sente ripetere costantemente che la sinistra non fa nulla e la destra ha buon gioco perchè "riconosce i problemi"- da chi scambia una campagna di marketing per attivismo - mi limito a copincollare una lettera dei presidi del Lazio ai genitori, che circola per le scuole elementari in questi giorni. Chissà che bene farà questa situazione a risolvere "l'emergenza immigrati".

Qua non si tratta di destra o sinistra, il mondo di prima semplicemente sta venendo triturato, e ora ci divertiremo con la sanità.

Faceva schifo, il mondo di prima ma lo rimpiangeremo e pagheremo tutti.

Scuola, una lettera choc a 200.000 genitori

19/05/2009

Questa lettera è stata inviata oggi - martedì 19 maggio - da molti dirigenti scolastici del Lazio ai genitori degli alunni delle loro scuole. Tratta del futuro della scuola. Ha un titolo serio ("Grave situazione finanziaria della scuola") e un contenuto allarmante.

Gentili genitori,

Questa lettera viene inviata contemporaneamente da centinaia di dirigenti scolastici delle scuole statali del Lazio per rendere pubblica la grave emergenza finanziaria in cui si trovano le scuole. Abbiamo pensato di informare direttamente i nostri utenti riassumendo le cause e le conseguenze di questa emergenza.
Le cause dell’emergenza:
A cinque mesi dall’inizio del 2009 non abbiamo avuto neanche un euro per il funzionamento quotidiano delle scuole.
Dal corrente anno i fondi per pagare le supplenze sono stati ridotti del 40%.
Non abbiamo i soldi per pagare le visite fiscali che sono obbligatorie.
Non abbiamo i soldi per i corsi di recupero che sono obbligatori.
Le scuole statali italiane devono avere dallo Stato circa un miliardo di euro per spese legittimamente affrontate negli anni passati e mai rimborsate dall’Amministrazione.
Circa il 52% degli edifici scolastici del Lazio non ha le certificazioni relative alla sicurezza e le aule sono quasi tutte sovraffollate.
A questa situazione si aggiungono i pesanti tagli del personale docente e del personale ATA (bidelli e amministrativi). Nel Lazio: 3.211 docenti in meno già dal prossimo anno scolastico e parecchie centinaia di bidelli ed amministrativi in meno. Tutto questo nonostante l’aumento degli alunni iscritti.
Le conseguenze sui vostri figli:
Scuole costrette ad elemosinare persino la carta igienica e le fotocopie.
Alunni che restano senza docente per un gran numero di ore.
Forte riduzione del recupero scolastico e dei progetti educativi non finanziati direttamente dai genitori.
Azzeramento dell’ora alternativa all’insegnamento della religione nelle scuole medie e alle superiori.
Aule chiuse perché inagibili e progressivo aumento del rischio di incidenti.
Siamo convinti che il problema più grave in questo momento sia la scarsa informazione sulle reali condizioni della Scuola Italiana da parte della società civile (e non solo della politica) che fa sì che si investa poco e male nell’istruzione e nella formazione, uniche garanzie per il futuro del Paese. Per cambiare questa situazione abbiamo bisogno di Voi e del Vostro sostegno.
I Dirigenti scolastici delle scuole faranno di tutto per garantire il diritto allo studio e, nello stesso tempo, il contenimento della spesa. Ma nelle attuali condizioni le due cose non sono più conciliabili.
La Scuola è di tutti noi in quanto genitori, cittadini, lavoratori, operatori. E’ importante intervenire prima che sia troppo tardi. Vi invitiamo allora a diffondere questo appello con tutti i mezzi a disposizione, facendo pressione nei confronti dei diversi soggetti coinvolti: Ministero, Comuni, Province, Regione, forze politiche e sindacali
L’Associazione delle Scuole Autonome del Lazio invierà una lettera ai cinque prefetti della regione, in quanto garanti dei servizi pubblici e convocherà un’apposita conferenza stampa.
Grazie fin d’ora per il vostro sostegno.
Il Dirigente Scolastico



martedì 19 maggio 2009

Bibi è un coglione? Secondo me, sì.

Poco fa, in una discussione su un NG, un mio amico ha sostenuto che la costruzione di nuovi condomini in Cisgiordania da parte di Israele possa essere una "leva" per mantenere in simmetria i rapporti con l'alleato americano.

Francamente trovo che uno degli errori peggiori che si possano fare sia sottovalutare - tra le spinte che portano all'azione - la coglioneria, e cercare motivazioni tattiche elevate: secondo me - sarò una snobbettina di sinistra - gli Israeliani al governo ci hanno in effetti mandato dei coglioni, e quello che ne avranno in cambio sarà politica cogliona.

Ma prendiamo per un attimo in considerazione l'ipotesi che la vena di far cemento in Cisgiordania non sia ripresa per eccitare l'elettorato coglione locale - tipo il Berlusca tutto saturo di figa che tanto avvince le amate sponde - ma per... far vedere i muscoli ad Obama.

Beh, l'intenzione sarebbe diversa, sì, ma parimenti cogliona.

Io credo che - andando sul grossolano - i rapporti tra Israele e Usa si siano fondati sostanzialmente su uno scambio: Israele aveva grazie agli USA cannoni puntati su nemici pericolosissimi, gli USA grazie a Israele avevano cannoni puntati sul petrolio.

Che se a qualcuno puta caso fosse venuta l'idea di fare l'enplain e monopolizzarsi la bumba, o chennesò di orientarsi su altri mercati e alzare la posta, o di far esplodere qualche altro grattacielo, quei cannoni lì erano piazzati in modo parecchio strategico.

La crisi però credo che abbia reso piuttosto evidente che le cose non stanno precisamente così. Il grado di interconnessione dei mercati è talmente fitto e complesso che non puoi eliminare nessun fattore senza mandare in vacca tutto il cucuzzaro, e di brutto. Il petrolio era alle stelle, con la crisi è precipitato...e non c'è stata una Cina emergente che ha preso il posto degli USA. Se gli USA non comprano, la Cina non produce e non compra e tutti fanno la fame.

Naturalmente il fattore coglioneria non sussiste solo in Israele, bisognerà vedere come si metteranno le cose in Iran, ad esempio, e probabilmente questo sarà possibile solo dopo le elezioni, ma se laggiù (non è detto, forse Bibi può solidamente contare su nemici coglioni quanto lui) non entrasse in funzione appieno il fattore coglioneria, e prevalesse la consapevolezza della interconnessione, probabilmente tutto l'afflato integralista, la voglia di usare ricatti con il grande Satana, tutte queste cosine che hanno caratterizzato la politica di quasi tutti i paesi produttori di petrolio, verrebbe a perdere un po' di nerbo.

Se questo fosse vero ci sarebbe un unico anello debole: Israele.

Israele non è un mercato potente come la Cina, gli Usa o la Russia, o l'India, e non ha nessuna materia prima da offrire a alcunchì.

Ci si potrebbe trovare nella singolare situazione in cui Israele continua ad avere bisogno di cannoni puntati contro nemici molto pericolosi, ma gli USA potrebbero avere un interesse assai più blando ad usare l'alleato in medioriente come regina, che verrebbe degradata a pedone.

E questo è il motivo per cui secondo me pensare di mostrare i muscoli ad Obama costruendo un condominio in Cisgiordania, potrebbe essere una bella coglionata.

venerdì 15 maggio 2009

la stoltezza della popololatria

Leggo tra i commenti questa considerazione:

"io credo che i DS prima, e il PD ora siano l'unico esempio di classe politica che pretende di essere votata da persone che manifestatamente disprezza."
Non so quale fossero i sentimenti delle persone per bene tedesche nei confronti di chi - ed era la maggioranza - nel '33 in Germania operò la scelta che portò alla fine della democrazia e alla catastrofe. Quello che è certo - e la storia lo dimostra - è che la democrazia, che è a tutt'ora il migliore dei sistemi possibili, non è in grado di tutelare se' stessa, e talvolta perde forza e si autodistrugge.
Quali considerazioni si possono fare? Se non si crede nel libero arbitrio si considera l'uomo - innocente per definizione e totalmente plagiabile - vittima della storia e non autore, allora non si può disprezzare ma soltanto osservare con sgomento fenomeni che sono paragonabili ai terremoti, ai cataclismi, alle disgrazie naturali.

Se si crede nel libero arbitrio allora si può - eccome - disprezzare chi vota per l'autodistruzione della democrazia, chi ha fede nell'uomo forte, chi rinuncia ad esercitare il proprio senso critico.

A dirla tutta, non ho le idee chiare. Non so se esista o meno il libero arbitrio, e quindi oscillo tra il disprezzo e lo sgomento.

Quello che di per certo so è che "il giudizio del popolo" non è verità, e che la democrazia non sempre ha gli enzimi che occorrono per autoproteggersi. La "popololatria" è - come tutte le forme di idolatria - antitetica di per se' al concetto stesso di democrazia, che implica per definizione la libertà di critica e di pensiero.

giovedì 14 maggio 2009

l'italia è invasa, sì, ma dagli ultracorpi

Pare (la fonte è Ugo Magri stamattina su Prima Pagina, giornalista della Stampa) che il gran parlare di questi giorni intorno all'intercettazione delle navi dei clandestini sia l'ennesimo spottino per fare applaudire il pollesco neo e vetero elettorato leghista e paraleghista. Infatti non è affatto la prima volta ne' il primo governo sotto il quale questo accade, ne' è segno di un nuovo trend che porterà a risolvere il problema dell'immigrazione clandestina: è piuttosto - questo sì - la prima volta che tutto ciò viene baldanzosamente sbandierato come efficientismo governativo.
E' curioso come gli zelanti neo invasi dagli ultracorpi si preoccupino di sviluppare concetti catalaneschi come quello che il terzo mondo dovrebbe smettere di essere terzo mondo per svilupparsi, mentre non si chiedono come mai l'attuale governo non si ponga neppure lontanamente il problema di combattere il lavoro nero - che degli immigrati clandestini si pasce e si nutre - e come mai l'attuale governo tenti in ogni modo di scoraggiare i regolari, partendo dalle tasse per il rinnovo, le difficoltà burocratiche, e nessuna politica di integrazione.
Ma le telefonate a Prima Pagina sono eloquenti: forbiti signori che telefonano perchè gli immigrati "vogliono quelle case popolari che non hanno dato a mio padre" o "rubano il lavoro che hanno tolto a me a cinquant'anni".
Gli ultracorpi sono riusciti a penetrare con tale abilità, nei cervelli delle persone, da farle davvero passare per vere, queste cazzate! In un paese che fin dalla rutilante era craxiana le "case popolari" le riservava - quelle belle - per i propri amici e quelle brutte per i propri autisti, ora la mancata assegnazione delle case popolari diventa "colpa degli immigrati".
E questo isolamento, la mancata integrazione, lo scoraggiare i regolari, il permanere del lavoro nero e degli schiavi che occorrono per mandarlo avanti, verrà pagato col sangue, in un paese dove da qui a poco non si saprà come pagare le pensioni: nel frattempo le schiere dei ultracorpizzati si preparano a premiare il governo con un bell'80% dei consensi.

domenica 10 maggio 2009

due link, così

Due segnalazioni, con la preoccupante sensazione che leggere i blog stia diventando decisamente più interessante che leggere i giornali.
"Dialogo tra un cristiano e un non so", mi pare che il titolo renda superflua la presentazione e Scuola e Povertà, un'analisi delle cause dell'era berlusconiana.

venerdì 8 maggio 2009

il popolo e l'idrovora

C'è una cosa che mi ha rotto i coglioni.
E quando intendo "rotto i coglioni" intendo "fracassato la minchia".

Mi ha sfinito - se vogliamo dirla in modo più elegante.

Ed è lo slogan "la sinistra è radical chic", "la sinistra è snob", "la sinistra dei loft".

Fa parte - insieme a "con l'antiberlusconismo non si va da nessuna parte", di quel vasto repertorio di luoghi comuni cristallizzati che sono la prima e più efficace arma di Berlusconi e delle sue schiere, ripetuto a raffica, fino alla nausea, in ogni contesto.

Particolarmente efficace perchè - essendo uno slogan totalmente vuoto e privo del benchè minimo contenuto - si presta ad essere applicato ad ogni occasione.

Parli di superfetazione delle veline tra i candidati? Sei elitario, perchè le ragazze del popolo vogliono fare le veline.

Sostieni che il decreto sicurezza sia una vaccata? Sei snob perchè gli italiani non ne possono più di avere i negri tra i coglioni.

Pensi che sia curioso che Berlusconi vada a parlare di candidature elettorali alla festa di un signor nessuno? Elitario! Berlusconi vince perchè sta con il popolo.

Ritieni che non sia opportuno consentire alla gente di crostificarsi nuove stanze intorno alla casa? Radical chic ambientalista!

Non c'è tema politico al quale questo spot non venga sistematicamente applicato, con tenacia e ripetitività straordinarie - un vero e proprio bombardamento.

Naturalmente chiamare "club" le sezioni - dopo averle, va detto, annientate - è stata una delle tante vaccate di cattivo gusto inventate da Veltroni, e sono davvero convinta che polverizzare il patrimonio di strutture della sinistra per accontentare le ubbie identitarie di quei quatto sfigati della Margherita sia stato un errore esiziale.

Ovviamente non è sensato risparmiare critiche, soprattutto se si desidera poter votare un partito di centro sinistra in grado di andare al governo. Il partito democratico, rinunciando a stare con i Socialisti Europei, mandando in vacca tutta l'eredità "strutturale" del Partito Comunista, si è votato all'autodistruzione pur di mostrarsi "mondo" di comunismo e poter finalmente abbracciare la DC.

Ma non era una trappola semplice, da cui uscire, perchè i "creativi" dell'altra parte avevano pronta nel repertorio l'altra mitraglia. Fai le sezioni? Sei comunista! Stai coi socialisti europei? Sei comunista. E parliamo di una mitragli a reti unificate.

Non è gente facile da combattere, questo oramai è assodato.

Quello che non capirò mai è cosa porti tanta gente di sinistra a fare propri e a divulgare proprio quegli slogan che - insieme alla "cornucopia berlusconiana", fatta di cemento selvaggio, bellone in parlamento e pistoleros - stanno rendendo invincibile l'idrovora.

mercoledì 6 maggio 2009

tanto per tirarci su

domenica 3 maggio 2009

certi preoccupanti sintomi

Sono solo sensazioni, ma le informazioni sulla pandemia mi appaiono incoerenti.
Mi rendo conto che molte cose non si sanno, e che l'equilibrio tra l'allarmare e il sottovalutare non è facile da raggiungere, da parte delle istituzioni e dei media, ma qua mi pare che i conti non tornino.
La prima incoerenza sembra essere nei numeri. Come è possibile che in Messico ci siano meno di quattrocento casi accertati e nel contempo continuino ad ammalarsi persone appena tornate dal Messico? Si tratta di una semplice "percezione statistica" quindi del tutto inaffidabile, ma a me non pare semplicemente possibile: se ci sono in giro per il mondo trecento viaggiatori che si sono ammalati al ritorno dal Messico, là gli ammalati debbono essere molti di più. Poi non è chiara la virulenza della malattia. Si dice che l'italiano ricoverato abbia avuto un giorno solo di febbre, e che sia guarito. In confronto a come viene descritta questa malattia, l'influenza normale sembra la peste bubbonica. Il virus in un caso passa in un giorno e nell'altro uccide?
Tutti tranquilli, ci dicono, ma poi negli aeroporti i dipendenti indossano la mascherina e un solo caso di influenza porta a mettere un albergo in quarantena. Giorni fa si diceva che in Italia non sarebbe arrivata la pandemia, oggi che arrivata non è virulenta. I farmaci - dice Fazio - non ci sono, e quelli che ci sono servono solo ad alleviare i sintomi. Se presi in tempo - possono accorciare la durata dell'influenza ed evitare la morte.
Ora - io generalmente evito i sintomatici, bisogna però ammettere che la morte è un sintomo piuttosto *importante* le cui conseguenze non sono da sottovalutare.
E i "guariti"? hanno tutti preso farmaci antivirali?
E il tipo ricoverato al Forlanini che - dice il giornalista radiofonico - per fortuna non è stato ricoverato?
E i farmaci, che vanno presi solo a virus conclamato, ma - come spiega un altro giornalista- vengono dati come profilassi ai parenti di un colpito?
Mi pare insomma che - vuoi per imperizia, ignoranza, paura di spaventare, volontà di fare notizia -le informazioni vengono date molto male, e per quel che mi riguarda l'effetto non è per nulla rasserenante.

Qui il post inviato sul newsgroup it.scienza.medicina, per chi volesse seguire lo sviluppo della discussione.

venerdì 1 maggio 2009

comoda comoda

Stamattina ho iniziato a scrivere questo post (clicca per ingrandire):

poi ho interrotto per riprendere nel pomeriggio.
Sono tornata a casa e prima di scrivere ho fatto un giro per blog, e ho letto questo.
Quando si dice che ti risparmiano la fatica.