sabato 31 marzo 2007

azzime jap

Le azzime, o mazot, ovvero quelle gallette senza lievito che servono a ricordare a noi judios gli stenti patiti in Egitto, oltre che da monito per non farci gonfiare troppo del nostro peggior vizio: l'orgoglio; quelle ingiuriate da secoli, l'ultima volta il febbraio scorso; quelle tornate di moda al grande pubblico, che magari non crede in Dio, ma crede nelle intolleranze alimentari - fede non tanto spirituale ma pur sempre fede - quelle gallette, insomma.
Come dividerle in due parti uguali: istruzioni per l'uso in giapponese.
Da domani a martedì sarò a Torino a festeggiare la pasqua, ci si vede.

straccetto rosa porpora

Per manifestare voglia di laicità.

bagnasco gnurant

A proposito di "set minimo di valori", c'è chi spera di imporre il suo personale set affatto minimo e ancor meno negoziabile.
A proposito, chi prova a spiegargli, a Bagnasco, che l'incesto tra adulti consenzienti è perfettamente legale, in Italia? [hat tip D'Itri]

venerdì 30 marzo 2007

il mio blog

Secondo Castruccio.

giovedì 29 marzo 2007

censura rabbinica

Citata in uno dei cult blog degli antisionisti...

"Ho già scritto della sempre più pervasiva e preoccupante influenza della lobby ebraica nel campo dell’informazione, negli Usa e ora anche in vari Paesi europei, e avendo al riguardo citato il caso di Ariel Toaff ho ricevuto numerose critiche e reprimende, come ad esempio dal blog di rosalux."
...ed MMAX rosica! :-D

Ah, a proposito di quanto sostiene l'autore del Post, ovvero che il libro è stato ritirato (falso, è esaurito e non ritirato) per via delle pressioni spaventose dei potenti rabbini italiani, e non per le stroncature (unanimi quelle della comunità scientifica) vi invito a rileggere le inquietanti dichiarazioni dei rabbini riguardo a "Pasque di Sangue" che dimostrerebbero la pervasività, l'intolleranza e la violenza della lobby: «Non è mai esistita nella tradizione ebraica — si legge nel comunicato — alcuna prescrizione né alcuna consuetudine che consenta di utilizzare sangue umano ritualmente. Questo uso è anzi considerato con orrore»
Certo, se si confronta con il licenziamento di direttori di giornale, le manifestazioni di piazza, le ambasciate bruciate, le manifestazioni di sdegno dei diplomatici e il boicottaggio della Lego e di Lurpak, seguite alla pubblicazione delle vignette su Maometto - vicenda di cui non sito non c'è traccia ne' commento, se non (ovviamente) per stigmatizzare le vignette - ammetto che 'sti rabbinacci fan davvero paura de notte.

natura spring, o del tabù della pedofilia

Ogni società culturale è regolata da una rete tabù, e raramente questi tabù sono universali. Non c'è società priva di tabù sessuali, e la nostra ne ha pochissimi: il nostro tabù sessuale per eccellenza, uno dei pochi rimasti e forse per questo tanto solido, è la pedofilia.
Nei commenti al post precedente Dacia - che ha una formazione solidamente ideologica, oltre ad essere convintamente relativista (cowboy esclusi, va detto) - sostiene due cose.
La prima - con cui sono parzialmente d'accordo - è che la pedofilia è un tabù culturale, la seconda - e qui mi ribello - è che è un tabù "imposto dall'alto".
Provo a spiegarmi.
Intanto si dice che la morale naturale non esiste, o meglio, che la fonte della morale non è la natura.
Da brava dilettante dell'etica, mi permetto di eccepire: se si può discutere culturalmente intorno all'età da marito delle ragazze, che una in società contadina sono spose e madri a 12 anni e in una società urbana alla stessa età sono bambine immature che necessitano di anni e anni di addestramento alla vita, non c'è invece società - mi risulta - che veda con simpatia chi si ingroppa i neonati in culla.
E invece ci sono pedofili che lo fanno.
Quindi la natura non sarà magari la fonte dell'etica, ma a volte qualcosina da dire anche lei ce l'ha.
Cosa accade invece con una ragazza in pubertà? Qui la faccenda si fa assai più sfumata, e interessante. Prima di tutto c'è da insinuare - e io lo faccio - che qui natura e cultura abbiano due opinioni assai diverse, in materia di etica.
Agli uomini piacciono occhi grandi, naso piccolo, piedi piccoli... tutto che rende attraente una donna sono dei "segnali di estrema gioventù/infanzia". Una donna giovane ha di fronte a se' anni di potenziali maternità e di buona salute, è un investimento biologicamente migliore e istintivamente i maschi lo sanno.
Dunque - mediamente - le ragazze puberi ai maschi piacciono.
Qui subentra il secondo assunto ideologico della Dacia, che vivendo la straordinaria e bizzarra contraddizione di combinare una visione violentemente manichea e al tempo stesso relativista della società sostiene che il tabù sia imposto da una specie di casta di potenti che ipnotizzano le genti imponendo i loro diktat culturali.
La società è invece - secondo la mia visione - una rete complessa di cultura, modi di vivere, necessità, opportunità che crescono e si sviluppano motu proprio intorno all'interazione, alla mediazione, e alla lotta tra interessi diversi e comuni. Noi siamo nati e cresciuti in seno a società urbane, nelle quali per vivere è necessaria una alta specializzazione. Una donna, nelle nostre società, per potere allevare altri (pochi) figli a loro volta altamente specializzati a vivere, deve - per esempio - lavorare: nelle società urbane sono pochi ricchi quelli che possono permettersi un solo - lauto - stipendio per mandare avanti la baracca.
Dunque il tabù che proibisce ad un adulto di toccare una pubere è un tabù fondante e fondamentale delle nostre società non per l'interesse di pochi, ma per l'interesse di tutti.
Un articolo sovrastrutturale, necessario - come ogni tabù - a fondare l'identità collettiva, e strutturale, cioè necessario a mandare avanti quella baracca che non sarà un granché ma cazzo - è pur sempre la nostra mammella.
Se poi Dacia, da cultrice del femminismo biologico, sogna una società dove le donne siano preposte a far molti figli e non lavorino, e per quello si batte, che lo dica chiaramente.
Posso - però - restituirle il "crumira" che un giorno - in materia di islamofemminismo - mi fu da lei appioppato?

martedì 27 marzo 2007

dilettanti allo sbaraglio

Premetto che questo è un blog dilettantesco: mi piace parlare di cinema, di politica, di antropologia, pubblicare foto e disegni e di scrivere poesie e racconti all'insegna della totale e completa non professionalità, consentendomi tutta la gamma di errori commettibili (commissibili?) da un essere umano. Quanto all'etica - ho passato ogni singola ora di filosofia al liceo a giocare a Peppa in giardino - quindi mi manca non già la professionalità, ma proprio le basi culturali.

C'è da dire che non sono solo le puttane a trombare, e l'etica - così come il sesso - è un tema che riguarda professionisti e umani simplex, pertanto mi provo a rispondere - come posso - a fB che a proposito della mia affermazione:

La tua visione presuppone un umanità nata innocente e in seguito corrotta, la mia che il male nasca insieme al bene, e insieme all'uomo stesso. Per me la lotta del bene contro il male è una costante. Non può avere un inizio, non può avere una fine.
commenta:

Se non ci si è prima messi d'accordo sulla definizione di bene e di male e su un qualche metodo per distinguerli tra loro tutta questa frase risulta priva di significato

e anche:

Però né l'una né l'altra posizione, come espresse da Rosa, mi paiono esprimere alcuché sinistra

Il primo problema indicato da fB direi che genera due approcci diversi e compatibili.

Se è sull'etica che si fonda la convivenza civile e se il processo di unificazione dell'umanità - iniziato nella preistoria e sviluppato assieme al progresso tecnologico - è irreversibile e destinato a compiersi, allora un etica condivisa è fondamentale, e allora un set minimo di quei diritti della persona (quelli che sono antipatici al mio amico/nemico namib) occorre per forza formularlo. Io - potrei sbagliarmi - penso che le differenze culturali siano immense, ma che l'umanità sia una sola: l'intera umanità piange il figlio morto, l'intera umanità sorride all'amico, l'intera umanità canta canzonette di protesta sulla mamma che impedisce alla figlia di uscire col moroso, e - ne sono certa - i bimbi sui cammelli dopo cinque minuti di un viaggio lungo un giorno chiedono "quando arriviamo"?
Dunque, il set minimo per stabilire ciò che è bene - io - faccio presto a stilarlo: non uccidere, non ferire, non limitare la libertà altrui: questo set minimo può e deve essere sviluppato dalle società politiche, che lo concretizzano in diritti: diritto alla casa, al nutrimento, alla salute, allo studio.

Io, dicevo, faccio presto a stilarlo.
Poi però sono favorevole all'aborto, penso che ci sia differenza tra infibulazione e circoncisione, e penso che limitare la libertà di un serial killer sia una triste necessità.

A questo punto subentra la seconda fase, inevitabile, che è politica: se il mio set minimo (da cui però discendono innumerevoli sottinsiemi discutibili) è scontato, lo è altrettanto quello degli altri: da qui il confronto, la battaglia , la mediazione, e tutto l'apparato che è di pertinenza stretta della politica. Battaglia, come dicevo nel mio post, che è una costante, precisamente a causa della giusta obiezione di fB: il bene e il male non sono degli oggetti ma delle direzioni, e - direi soprattutto - degli equilibri tra esseri umani, idee e realtà possibili: è dunque virtualmente impossibile raggiungerne l'essenza, che tuttavia occorre cercare.
Curiosamente noto che proprio los revolucionarios, Martinez in testa, considerano tutto ciò un problema collaterale e secondario: finto, di bandiera. Sostenere pubblicamente di voler torturare i gay non è per loro una posizione politica, ma fuffa per mascherare una sostanziale uguaglianza tra la destra e la sinistra: se - come io credo - concepiscono il bene e il male come "assoluti", per loro non c'è equilibrio da trovare nel presente: la lotta è per sconfiggere il male, da cui sorgerà - per contrasto e certamente - il bene. Ho conosciuto un noto leader dei cobas che si vantava di usare ogni giorno, per andare al lavoro, la corsia di emergenza. L'ho sempre trovato emblematico: un uomo che si sentiva un combattente per il bene dell'umanità intera, era totalmente cieco alla mera azione quotidiana di ovvio e reciproco rispetto della convivenza civile, e non è un caso: se il bene è altrove, tutto quello che si vive è fuffa collaterale di nessuna importanza.

Per finire, fB, non so bene se tutto ciò è di sinistra, e ti dirò - non è che mi importi più di tanto che lo sia: separare il bene dal male è sfida forse impossibile ma interessante, separare la destra dalla sinistra assai meno.

300

Il mio commento più sincero sul film 300 è idiota ma inevitabile: "troppe battaglie" (sì, sì, lo so le Termopili, le Termopili, ma due palle lo stesso). In questi casi - quando mi allesso - mi assento un po' dalla trama, non capisco bene cosa succede, penso ai cazzacci miei e mi limito a "guardare le figure". E in questo caso peraltro c'è di che guardare.
La cosa curiosa è che all'uscita del cinema i miei amici, le cui vibrazioni adolescenziali al vedere il fiero Leonida che s'avanzava alla pugna erano di frequenza tanto alta da disturbarmi il sonno, si sono lamentati poi dell'eccesso di retorica, un film fascista, e blabla: io non concordo. Con tutto che per motivi miei personali e probabilmente condivisi dalla quasi totalità del pubblico femminile, i cui sbadigli coprivano talvolta l'assordante sonoro, il film mi sì ha stracciato le palle, ma queste schiere da warhammer, con tanto di mostri bitorzoluti, teste rotolanti dai fieri corpi muscolosi, corazze sfavillanti, piogge di frecce nere che avanzano in cielo come cavallette (queste per la verità sono citazioni della cronaca del tempo) sono una riproduzione di "genere" così fedele al fumetto, che mi pare testimonino del distacco del film dalla sua retorica. Un film di genere secondo me usa delle forme, dei contenuti e degli stilemi tipici per cimentarsi in un esercizio di stile, con molto distacco e nessuna adesione, anche se non necessariamente con ironia.
Posso convenire che ci vuole una faccia come il culo a recensire un film in cui si è ronfato, ma d'altronde a che cazzo servirebbe, altrimenti, un blog?

lunedì 26 marzo 2007

mode

Il bello dei blog è che non hanno tempo, lasci una traccia sempreverde di te e delle tue cazzate.
Ad esempio, all'improvviso questo ritratto virtuale m'è tornato di moda!
Corsi e ricorsi della storia.

domenica 25 marzo 2007

democrazia 1 - autoconservazione del sistema

La democrazia - a destra come a sinistra - non gode di buona stampa, ultimamente.
Ci sono - è bene ammetterlo - alcune ragioni comprensibili: dopo il crollo dell'URSS uno dei due poli attorno ai quali si costruivano sistemi diversi (che gli svedesi e gli americani abbiano prodotto società diverse mi pare palese) si è eroso: senza la competizione del modello socialista e con il mercato globale, il modello liberista sembra oggi il solo possibile, e così - un po' ovunque - gli schieramenti politici sembrano appiattiti - quanto meno sotto il profilo economico - su un pensiero unico. Se il comunismo è morto, la socialdemocrazia non gode di ottima salute.
La immensa piazza mondiale offre un mercato del lavoro a basso costo che ha reso virtualmente impossibile mantenere le garanzie che i lavoratori - soprattutto in Europa - avevano conquistato: a tutt'ora la sinistra non ha messo a punto una strategia fattibile e si ritrova, con grande scorno dei suoi elettori, costretta dalle circostanze a fare una politica liberista, cioè di destra, oppure a diventare antagonista ed uscire dal gioco democratico.
Inoltre, effettivamente, lo strumento democratico sembra essere poco adatto in se' a cambiare radicalmente il sistema ad ogni cambio della guardia. Il fatto stesso che gli elettori siano chiamati a giudicare gli amministratori della cosa pubblica ogni quattro anni, e che l'alternanza sia non solo possibile ma auspicabile, fa sì che qualsiasi cambiamento di una certa rilevanza debba necessariamente tenere conto della controparte. E' difficile - ad esempio - pensare ad una scuola che venga radicalmente riformata ogni quattro anni, una durata più breve di un ciclo elementare o superiore! E questo è uno dei motivi per cui - a mio avviso - strutturalmente la democrazia provoca una sorta di addensamento al centro.
In Italia, per la verità, l'abitudine alla democrazia è poi totalmente assente: siamo neofiti, e pertanto terribilmente infantili. Dopo il ventennio, l'Italia non ha conosciuto l'alternanza, ma è stata una specie di frattale della guerra fredda. Il partito comunista fungeva da pungolo per la democrazia cristiana, che - solidamente ancorata al potere - faceva la parte della destra e quella della sinistra. Per la DC, stangare gli elettori con una finanziaria dolorosa non rappresentava minimamente un problema. I democristiani non avevano avversari che potessero accusarli di comunismo, e gli italiani - abituati ad una dinamica politica assente - accettavano con rassegnazione di aprire il portafogli senza battere ciglio, rivotando ancora e ancora la DC, o i suoi satelliti. Non stupisce che - finita la guerra fredda e con lei i suoi frattali - siano emerse realtà infantili come Forza Italia, che ha scatenato una competizione non tanto a far meglio ma ad allettare di più. Se un tempo la dura realtà dei conti che debbono tornare veniva imposta dall'alto, causa una geografia politica immobile, oggi viene negata. Le due cose sono intimamente legate: noi produciamo una dirigenza politica atta a mantenerci - per imposizione o per negazione - in una costante infanzia. [continua]

sabato 24 marzo 2007

ricetta sionista

Soffriggere in olio d'oliva due spicchi d'aglio, e aggiungere un barattolo di pomodoro (polpa). Cuocere a fuoco lento per dieci minuti, e - a fine cottura - aggiungere qualche foglia di basilico. A parte, bollire la pasta (spaghetti ma anche maccheroni) e scolare come consigliato sulla confezione. Unire la pasta al sugo, avendo cura di togliere gli spicchi d'aglio, e personalizzare con un po' di parmigiano grattugiato.

giovedì 22 marzo 2007

dichiarazione d'amore

Dichiaro ufficialmente, essendo impossibilitata a scrivere post più elaborati causa imminente consegna, di amare Isabelle Huppert. In "Proprietà privata", un angosciosissimo film sull'infantilismo adulto, interpreta il ruolo del "chien perdu sans collier": una donna incapace di avere presa sulla vita e men che meno di crescere i suoi figli.
Mai vista un'attrice così brava.

martedì 20 marzo 2007

quella merda di prosperini

Uriel, sulla faccenda Prosperini. Mi associo alle invettive. Con tante scuse, ovviamente.

venerdì 16 marzo 2007

la solita moderata

Attraverso questo sito è possibile sapere se si è censurati in Cina. Io non lo sono, e se da sotto il profilo ideologico un po' mi secca (perché cavolo il mio blog non dà fastidio al Partito del Popolo, e quello di Ipazia sì?) sotto il profilo dei numeri è un potenziale bacino d'utenza piuttosto appetibile.

Ah, a proposito:

据路透社报道,姜可以杀死卵巢癌细胞,而胡椒粉具有辣味的化合物则可以使胰腺肿瘤发生萎缩。他们的研究提供了更多的证据,表明至少一些常见的调味品可以减缓或防止癌症肿瘤的生长。

Glazie mille!

(hat tip: ritigians)

giovedì 15 marzo 2007

lettera ad un nemico onorevole

Caro martinez,
sappiamo entrambi che in questo fragile rapporto nasce sulla una gravissima differenza - gestita da entrambi con il fioretto - e non certo sulla concordia. Eludere la differenza significa eludere il fragile rapporto (epilogo che - intendiamoci - ovviamente non si può escludere.)
Il punto è questo: gli abissi politici che che ci separano sono immensi: io non credo che il sistema sia mosso da una o poche volontà concordi, ma dalla somma di volontà discordi, interessi diversi, contrasti ed unioni. Un insieme fragile e caotico, ed immensamente complesso. Tu - per quello che io ho capito di te, prendilo con beneficio di inventario - pensi il contrario: che le forze che tengono il sistema siano poche e concordi nelle linee guida del potere. La tua visione presuppone un umanità nata innocente e in seguito corrotta, la mia che il male nasca insieme al bene, e insieme all'uomo stesso. Per me la lotta del bene contro il male è una costante. Non può avere un inizio, non può avere una fine. Conseguentemente, nel mio minuscolo mi batto perché il sistema muti tramite costante lavoro di miglioramento, che ovviamente non esclude strappi: tu perché cessi di esistere. Dunque ogni mia vittoria allontana te dalla tua e viceversa.
Siamo nemici, Martinez. Mortali.
Se un giorno che io temo e non auspico (e tu? e tu?) le nostre schiere si armassero sul serio, io e te dovremmo ucciderci.
Fatta questa premessa (cribbio, sono solo alle premesse?) quella sarebbe una battaglia - e voglio dirlo con il tuo linguaggio, non con il mio - terribile, atroce, ma fatta con onore. Ecco, quello che voglio dirti, Martinez, è che invece non c'è onore, ad usare un piccolo popolo la cui impotenza è autoevidente a chi non è cieco, che ha avuto la terribile disavventura di entrare nell'epopea mitica di un'altra religione immensamente potente con il ruolo dell'assassino, per eccitare le proprie schiere.
L'hanno fatto i crociati, i nazisti, gli stalinisti, i maccartisti, gli integralisti islamici: è stata una battaglia impari, e gli ebrei l'hanno sempre subita, e spesso persa. Non è una cosa nuova, e non è una cosa coraggiosa ne' onorevole.
Se verrà un giorno in cui tu dovrai uccidermi mi asupico per il tuo onore che tu non lo faccia perché io sono un simbolo millenario utile per armare le schiere, e non una persona.

martedì 13 marzo 2007

risposta a Dacia Valent e Martinez

Rispondo qui ai commenti del mio post precedente.
Premesso che - in particolar modo rispetto a Martinez - mi colloco in universi politici, filosofici e di speranza davvero inconciliabili, voglio far notare che non ho chiesto punto a Dacia di prendere "posizioni politiche" riguardo ai due stati, allo stato unico o alla rivoluzione prossima ventura. Ho sempre pensato - forse sbagliando, non dico di no - che l'aspetto anarchico della rete sia affascinante: si mette un ombrello con l'etichetta "sinistra" e sotto ci vanno persone che se domani (e io spero di no) ci sarà una guerra, dovranno spararsi nel cuore.
E' un aspetto, questo della mancanza di purezza, che mi affascina più che repellermi: vediamo un po' quale freak viene sotto l'ombrello stasera: sarà un portaborse della Binetti o un baldanzoso nazimaoista?

La mia richiesta di chiarimenti invece riguardava un punto molto specifico, e legato al manifesto di Kilombo, manifesto che non discrimina (o non discriminava?) la sinistra antisistema da sinistra prosistema ma caccia (cacciava?) i razzisti: prendere posizioni rispetto ad una leggenda ingenua eppure imperitura, che fa ruotare più o meno tutto ciò che nel mondo va in modo che non ci garba: il capitalismo, l'imperialismo, il comunismo, la disinformazione, la corruzione, la libertà di costumi sessuali, il materialismo, la psicoanalisi, il cinema, intorno a 4 gatti tra i più sfigati che abbiano mai abitato l'orbe terracqueo.
Nel vostro campo, quello "antisistema", questa idea va di moda, affascina, piace e convince. Va per la maggiore. Chiaro che se il sistema va abbattuto, l'idea di avere un nemico circoscritto e neppure tanto numeroso è alquanto riposante.
E credo che - pur non essendo voi degli idioti e sapendo benissimo che si tratta di una vecchia putrida baggianata - abbandonarla in modo netto, prendendo posizione per voi e nei vostri ambienti di riferimento, sarebbe un enorme atto di coraggio, ma avrebbe un grosso costo politico. Perdereste aficionados: L'antisemitismo, in situazioni di spaventoso caos come la nostra è un comodo strumento pronto per l'uso di persuasione e propaganda: a rinunciarci si diventa degli "antisistema" come Uriel, che lungi dal farsi un problema della sua solitudine ne va fiero. Lupi sciolti.
E' curioso però che - secondo quello che sento da Martinez (che peraltro mai si è definito "di sinistra", se non erro) - questo sia stato invece un referendum "politico" atto a decidere se kilombo debba essere un aggregatore "antisistema", o della "sinistra di programma". Perchè credo che se così fosse, forse avrebbe dovuto essere un po' più chiaro: molti - mi par di capire - hanno votato sì così, per non dire no al gratis della vita, perché rifiutare un regalo non par bello, perchè Dacia è una donna, è nera, è mussulmana (non dimentichiamoci che è stato direi corale, il dar dei razzisti a quelli che hanno votato "no": cosa che trovo francamente offensiva prima di tutto per Dacia) e non perché siano necessariamente convinti che il sistema vada affossato a partire da subito.
Qua ad andarcene siamo in 2, e non direi neppure che siamo tra le più "di destra" dell'aggregatore: siamo ebree e ci offende l'antisemitismo, ma è un'altra roba (Dacia, fra parentesi Ipazia è marxista, e direi su un buon numero di argomenti è nettamente più a sinistra di me :-)

L'avranno capito proprio tutti, che - invece - ora Kilombo è un aggregatore "antisistema"?

l'antisemitismo è un tavor

E così, signore e signori, se semo visti.
Prima di tutto rassicuro Dacia: la sua prevedibile mancata presa di posizione riguardo alle paranoiche boiate razziste del sito che la ospita e con cui è in reciproco link sarebbe stato motivo sufficiente per andare via, ma quello che si è detto sui commenti ai miei post - e ancor più direi quello che non si è detto - sono un campanello d'allarme ancora più forte.

Aggiungo anzi che la sua mancata presa di posizione era tanto più prevedibile proprio alla luce di quei commenti, e della stupefacente assenza di voci discordanti. Un piccolo coro circondato da un assordante silenzio.
Dacia sa che prendere posizione contro chi sostiene che gli USA sono manovrati dagli ebrei, le avrebbe fatto perdere, più che acquistare credito politico presso il suo pubblico.

Ha ragione Mastroviti, non è il premio IADL che non va per Kilombo: sono io.

E il problema non è affatto Dacia, ne' lo è il premio della IADL.

Il problema è che si persa la capacità di leggere questa forma di semplificazione estrema e allucinatoria della realtà che è l'antisemitismo, semplicemente perché esso è tornato ad assolvere la sua storica funzione culturale. L'antisemitismo persiste, ritorna, e non cessa di esistere perché è maledettamente utile. E' un orsetto caldo, è un ciuccio, è la favola bella di Hansel e Gretel, dove il male è unico, circoscrivibile, isolabile. Basterà spingere la strega nel forno e gli uccellini torneranno a fare cip cip.

No?

Beh, signore e signori, ho una brutta notizia per voi: se Israele non esistesse...la Cina e l'India non smetterebbero di aver bisogno di petrolio, noi non smetteremmo di avere bisogno di caldaie piene in inverno, il capitalismo non smetterebbe di aver bisogno di crescere e crescere, i paesi detentori di petrolio non smetterebbero di combattere per la leadership di quel mondo frazionato con il righello dal colonialismo, ne' smetterebbero di avere una rendita di posizione che li tiene lontani dallo sviluppo ma non per molto, L'Europa non sarebbe più forte, e - no - l'Africa non avrebbe meno fame.

La verità che nessuno di quelli che usano l'antisemitismo per dormire bene e per scrivere blog vuole accettare è che se Israele, se gli ebrei non esistessero, non cambierebbe una strabeneamata cippa. Il problema "Israele", che è al centro dei vostri cuoricini, è un conflittucolo locale, che riguarda 4 stronzi 4. Una patetica minchiata.

Il tavor è scaduto signore e signori, sorry.

Gli ebrei non contavano un un cazzo nel '33 nonostante venissero considerati onnipotenti e - rullo di tamburi - non contano un cazzo neppure oggi.

Per me è una sconfitta, andar via da Kilombo, perché non mi diverte discutere con le persone a me affini, odio gli ambienti monocolori, e non ho paura di sporcarmi le mani con i babau.

Ma a fronte all'imbecillità di argomenti come "le lobby esistono", "l'antisemitismo è l'altra faccia del filosemitismo", "fai così perchè Dacia ti è antipatica", "non vorrei sembrare complottista ma voi volete distruggere Kilombo", e all'assenza di voci contrarie...beh, signori, a fronte di idiozie simili getto la spugna e vi lascio a leggere le considerazioni di Blondet su come noi usiamo i cartoni animati per rapire le coscienze dei vostri putti.

Tornerò - se capiterà - a discutere con il babau Dacia, perché pur essendo - ora che sono fuori dalla politica kilombiana lo posso dire papale papale - una donna ferocemente antisemita (per buona tradizione di famiglia, presumo: l'antisemitismo mette d'accordo Somali e Furlani, ed ecco che abbiamo trovato un'altra bella funzione) e politicamente ai miei antipodi, non è - ahi me lassa - ne' scema ne antipatica.

E nonostante ogni evidenza, la speranza nei cervelli che funzionano io ancora ce l'ho.

lunedì 12 marzo 2007

Io non credo proprio che - come dice Uriel - qualcuno stia strumentalizzando me o Ipazia a fare le ebree di facciata: alcuni sono dichiaratamente contenti di questa igienizzazione inaspettata, altri sicuramente imbarazzati e seccati da tanta rottura di coglioni. Ti fanno un regalo, ancora protesti?

I più con ogni evidenza non sanno distinguere - non sanno più distinguere - ciò che è antisemitismo da ciò che non lo è.

E' grave, che si dica che gli americani sono manovrati dagli ebrei, grave come dire che i negri debbono essere schiavi, grave come dire che i gay sono pericolosi per i bambini e devono nascondersi.

E' una cosa gravissima, non lo vedete?

Qua non si tratta per nulla di musulmani, di Dacia Valent, il premio della IADL o sarcazzo cosa.
Si tratta del banalissimo fatto che un popolo che ha avuto un regime il quale ha fondato la sua propaganda sulla paranoia nei confronti dell' ebreo padrone dei mass media, mondializzatore, fomentatore di guerre, burattinaio del mondo... non ha più la benché minima consapevolezza di quella sintassi culturale.

Ed è nuovamente pronto a considerare normale chi dice che...gli ebrei sono padroni dei mass media, mondializzatori, fomentatori di guerre, corruttori dei costumi, burattinai del mondo. Le stesse cose, dette nello stesso modo, e nella stessa, paradossale, assurda contraddizione con la realtà dei fatti. Gli ebrei hanno l'esercito più forte del mondo, manovrano il paese più potente del mondo, nonché tutti i media del mondo...epperò non riescono ad avere ragione dei palestinesi da 60 anni. Minchia, un impero, si espandono alla velocità della luce.

Le stesse cose che nutrivano le paranoie dell'Italia fascista, della Germana nazista, fondate sullo stesso pensiero magico, ed eugualmente straordinariamente cieche nei confronti di una realtà che le smentisce.

Qualcuno mi aiuti a vedere la differenza tra i due pensieri: io questa differenza non la vedo.

Quanto ai siti segnalati da Dacia, Informazione Corretta e quell'altro, sono siti di destra, ovviamente schierati, e hanno alcune tra le più isteriche e stupide penne che mi sia mai capitato di leggere. Però ci sono delle differenze, non c'è simmetria anche qui Dacia. Dov'è la simmetria? La home page di Al Jazira è letteralmente ossessionata, dagli ebrei.

Si accusa gli ebrei di strumentalizzare l'olocausto?

Basti confrontare i due siti per vedere chi è che ne è ossessionato, chi è che lo mette al centro di una attenzione minuziosa e ossessiva, in ogni suo articolo, e chi è che rievoca quell'evento per propaganda. Sembra che il cuore stesso del problema, la cosa più importante per un popolo immenso, una religione immensa, che abita territori sterminati, una religione antica, un passato glorioso...siano quattro ebrei. Non si vede la sproporzione? Davvero non è visibile? Dacia, tu la vedi la sproporzione?

simmetrie inesistenti

Dacia Valent, rispondendo al mio post riguardo al referendum su Kilombo, mi chiede - credo proiettando uno scontro di civiltà che non mi appartiene e non mi interessa - di esprimermi su due siti filoisraeliani, "Informazione Corretta" ed "Ebraismo e dintorni".

In verità la simmetria che immagina Dacia non esiste, e per una grandinata di motivi.

E' Dacia che rappresenta la IADL, è la IADL a offrire il premio a Kilombo e a rendere una associazione - che rappresenta voci non univoche - "membro onorario".
Io non offro un cazzo a nessuno, ne' rendo nessuno membro onorario di alcunché.

Ora, la mancanza di simmetria della bizzarra richiesta di Dacia non si limita alla differenza di ruolo tra chi è attore di una iniziativa politica e chi la subisce: un altro fattore rende la sua domanda ancora più strana e incomprensibile. Perché chiedermi di pronunciarmi su siti - che non hanno accompagnato trionfalmente il mio debutto, che non mi linkano, che non linko, che non contengono miei post, e i cui post io non pubblico?

Non ha senso.

Dacia invece: linka ed è linkata da al Jazira, da quel sito ha presentato la sua associazione al mondo, le sue iniziative sono pubblicate lì e lei pubblica articoli di quel sito.
Ora, per me sostenere che gli ebrei dominano gli USA è una roba gravissima, andare a ravanare tra le parentele di un direttore di giornale e formulare un giudizio in base a quello è una roba gravissima: per Dacia?

Si farebbe linkare e lo linkerebbe, un sito di pedofili?

domenica 11 marzo 2007

IADL, Kilombo, e il gratis della vita

Leggo, nei commenti al post di Ipazia e altrove riguardo al referendum su Kilombo promosso da Hari Seldon, la giusta richiesta di prove riguardo al presunto antisemitismo della IADL.
Conosco il blog di Dacia Valent, portavoce di quella associazione, e in più di un caso ho avuto la sensazione che, pur essendo una donna intelligente (ma lo era certamente anche Celine, ubi maior) un autentico fascino per il socialismo degli imbecilli - di gran moda - l'eccentrica signora lo provi davvero. Ma si tratta di sensazioni: le persone - come lei - che fanno politica anche e soprattutto attraverso un uso estremamente spregiudicato della provocazione e dello scandalo mediatico, hanno il coltello perennemente dalla parte del manico: possono dire qualsiasi sconcezza restando immacolate: se le prendi alla lettera, non sei che un ridicolo bourgeois. Provocavano, usavano paradossi: stavano scherzando, insomma!
Francesco Costa inoltre argomenta che una associazione non si valuta in base ai singoli membri ma alle iniziative che promuove. Non è esattamente vero, ma come dicevo sopra...sospendiamo il giudizio e fingiamo di essere uomini di mondo, di non essere dei bourgeois, insomma: ci sono degli ottimi motivi per accettare un premio da una associazione musulmana antirazzista. Non tanto perché non si debba mai dire di no al gratis della vita - che a volte invece si deve eccome - quanto piuttosto perché una associazione che curi i diritti della comunità musulmana in Italia, che denunci i soprusi che subisce, non è soltanto utile ma necessaria e - sicuramente - difendere gli immigrati è di sinistra, dunque del tutto compatibile con la natura e la ragione sociale di Kilombo.
Ma quali sono le inziative della IADL?
Come lo stesso Francesco Costa fa notare, nonostante l'abilità mediatica della sua portavoce della associazione si sa poco e nulla. Non sembra avere un sito intestato, e la maggior parte delle occorrenze su google portano al sito Al Jazira, dove per la prima volta è apparso il comunicato ufficiale di nascita dell'associazione.
La homepage del sito Al Jazeera è interessante: nella colonna di destra, quella delle "letture consigliate", c'è pressoché un unico tema a cui si ronza attorno: gli ebrei e l'olocausto.
So che in Kilombo c'è chi non considera Blondet - il quale ritiene che gli ebrei tra le altre cose siano colpevoli di corrompere la sana gioventù americana con i cartoni animati di Butthead e Beavis - antisemita. Non è ovviamente a loro che mi rivolgo, non considerandoli interlocutori possibili e men che meno di sinistra, ma a tutti quelli che hanno chiesto - autenticamente - ragione dell'accusa di antisemitismo alla IADL.
L'articolo "Esiste la lobby ebraica?" sul sito Al Jazira, dove si sostiene che la più potente nazione del mondo sia manovrata occultamente dagli interessi ebraici, e che gli ebrei De Benedetti e Mieli - sì, il Mieli che per primo ha promosso "pasque di sangue" - tengano le file dell'informazione italiana per conto della lobby, non è per caso razzista?
(non che sia importante, ma faccio notare che peraltro ne' Mieli ne' De Benedetti sono iscritti alle comunità ebraiche ne' hanno mai manifestato interesse verso l'ebraismo: solo che per un antisemita un cognome è un marchio, esattamente come per un razzista il colore della pelle.

Mi sembra che ci si possa accordare, senza troppa paura di logorare il termine ne' di passare per Sharoniani, nel definire serenamente e fermamente questo articolo come un coacervo di vili, triti e osceni pregiudizi antisemiti.

Pregiudizi di antica memoria, la cui idiozia e falsità è autoevidente, visto che il potere - da sempre ed ovunque - si manifesta attraverso territori sterminati, guerre vinte, lussi , risorse, beni materiali, deferenze e timori altrui: elementi sideralmente lontani da quel minuscolo paese che da 60 non riesce ne' a vincere la guerra, ne' a imporre la pace ad un altro piccolo, debole popolo.

So anch'io che si tratta di uno stereotipo talmente ricorrente da passare quasi ormai inosservato, e infatti quasi nessuno sembra accorgersene e men che meno preoccuparsene: ma si tratta uno stereotipo vecchio, ripetitivo e feroce, la cui matrice risale alle macchinazioni dei servizi segreti dello zar, i protocolli dei savi anziani di Sion, che attraversa le paranoie fasciste e naziste sul complotto giudaico e che lascia una scia di morti innocenti tale da non potere, e non dovere passare inosservato in un ambiente che ha tra i pochi discrimini quello dell'antirazzismo.

Per questo chiedo a Dacia Valent di esprimersi in maniera netta e senza possibilità di equivoci nei confronti del sito che ha lanciato la sua associazione e degli articoli ferocemente razzisti che ospita: so che l'assenza del mio blog goliardico e sconclusionato - inevitabile e definitiva se Dacia non chiarirà i miei dubbi - non avrà impatto alcuno sull'aggregatore, ma sono altresì convinta di non essere affatto l'unica a non volermi mescolare con chi non prende limpidamente le distanze da siti che propagano pregiudizi vecchi, osceni e pericolosi, anche se purtroppo tuttora in buona salute.

giovedì 8 marzo 2007

festino interetnico


nata su icq da Ipazia e Rosalux

mercoledì 7 marzo 2007

Beppe Grillo orientalista versus MEMRI

Arrivo, tramite il blog di Sherif, a questo videino di Beppe Grillo sul MEMRI. Da buon propagandista, l'ex comico - con la pretesa di rivelare "verità scomode" - nutre il suo pubblico con semplificazioni che hanno l'unico scopo - se va bene - di consolidare idee pregresse, se va male di indurre paranoia. Dopo aver adeguatamente affezionato lo spettatore al suo simpatico suocero persiano - un po' strano (sic - uomo di mondo, il Grillo, eh) perché festeggia il capodanno a marzo e non beve alcolici - ci comunica la sua scoperta sconcertante: Tutto quel che si dice in occidente a proposito delle dichiarazioni di personaggetti miti stile Admadinejad o Bin Laden, non è reale, è filtrato da un unico traduttore cui fanno capo le reti televisive occidentali: Non è dunque vero che per il capo di stato iraniano l'Olocausto è una leggenda, e lo stesso saudita Bin Laden, che parlerebbe secondo l'ex comico in palestinese (sic) sarebbe stato maliziosamente travisato dal MEMRI. Garantito da lui, noto orientalista, e dal suo suocero persiano, entrambi abili lettori del labiale.
L'idea fantascientifica che esista una fonte unica di traduzione per l'arabo, in tutti i media occidentali, è di per se' assurda. E sorprende che Grillo immagini il suo pubblico tanto babbeo da cascarci. Quando una rete ha bisogno di sottotitoli, si affida ad un traduttore (di cui peraltro nessuno in nessun caso è possibile verificare la "neutralità") , se esistono sottotitoli già pronti, si verifica che la fonte sia tecnicamente di buon livello. Il MEMRI è dunque - come è logico che sia data la quantità e la qualità del materiale - una delle fonti possibili di materiale sottotitolato.
Ma l'enorme quantità di materiale sottotitolato che viene pubblicata su quel sito è visibile da tutti sul web. Grillo lascia credere al pubblico che sia realistico pubblicare all'universo mondo una sottotitolazione con una traduzione falsa, senza che questo venga rilevato e discusso nei minimi particolari.
Ovviamente, di migliaia e migliaia di sottotitolazioni del MEMRI, alcune sono discusse eccome su internet, intendiamoci. Spesso le diverse interpretazioni possibili sorgono intorno a quelle aree del linguaggio ambigue: in un caso si discute se con "wilayah" Bin Laden intendesse genericamente "Stato" o specificamente "Stato USA": un errore di interpretazione può essere denso di conseguenze, è importanti da discutere, e infatti viene discusso. Nei minimi particolari, parola per parola, e non da fantomatici "suoceri persiani" capaci di leggere il labiale.
Ma scherzava, usava paradossi! è un comico! E come no, infatti: che risate la battuta sul suocero che non beve alcolici, eh? Ho ancora le lacrime agli occhi.
Intendiamoci, so anch'io che il MEMRI non è una fonte neutrale, ammesso che una fonte "neutrale" possa esistere davvero e non lo ammetto. Critici un po' meno gigioni di Grillo, come Whitaker e soprattutto meno portati alla propaganda grottesca, hanno puntato l'attenzione l'aspetto più controverso di quel sito, ovvero la sua selettività.
Whitaker sostiene - probabilmente con ragione - che il MEMRI selezioni il peggio del medio oriente mussulmano per motivi propagandistici, omettendo invece il peggio degli israeliani e degli americani.
A questo punto resta davvero solo da chiedersi cosa impedisca - chessò - a qualche sceicco o a qualche emirato, di mettere in rete un sito speculare al MEMRI che offra un servizio analogo ma da un altro punto di vista: perché merda di questo tipo non contraddice affatto le traduzioni del MEMRI, senza che la spectre o il mossad ne siano responsabili, e con media simili francamente si fa molta, molta fatica a scorgere l'immagine del nuovo Mandela del medioriente.

martedì 6 marzo 2007

il "realismo" secondo i preti cinefile

Per mirabile effetto di serendipità, nel far ricerche per lavoro mi imbatto in una perla di bizzoccaggine di rara bellezza. Secondo questo sito di dritte cinematografiche pretesche intorno al genere horror, Estasi di un Delitto è da evitare per la sua profonda immoralità. Anche L'Esorcista però - pur trattando con estrema correttezza un tema di grande rilevanza - non passa l'esame bizzoco: un po' per il turpiloquio, ma soprattutto perché, meraviglia delle meraviglie: "è inammissibile che si giunga ad eccessi di realismo schermico tali da sconcertare e traumatizzare".

circoli bizzochi

E' singolare: l'argomento principe con cui ci si oppone ai diritti matrimoniali delle coppie gay è la loro "infertilità". Naturalmente nessuno si sognerebbe di privare di alcun diritto le coppie sterili (basta vessarle negando loro il diritto a procreare). In fondo una coppia eterosessuale può sempre adottarlo, un bambino. Peccato che - a chiudere il cerchio perfetto - chi si schiera contro le unioni civili o il matrimonio gay sia lo stesso che mai, per nessun motivo, consentirebbe ad un omosessuale la possibilità di adottare: in breve il discorso è: "io ti proibisco di sposarti perché non puoi allevare figli, visto che te lo proibisco".
Il luogo comune velenoso che confonde omosessualità e pedofilia è forse il fondamento della comune avversione ad accordare alle coppie omosessuali il diritto di adottare: altrimenti come si potrebbe davvero pensare che sia meglio un orfanotrofio ad una coppia di persone consapevoli ed equilibrate, ma omosessuali. Questa larvata accusa di pedofilia ed altre offese gravi si sono sentite in questi giorni all'indirizzo di questi cittadini che chiedono il riconoscimento dei loro diritti. La mia amica Jill e la sua compagna Mary Ann hanno allevato con impegno e amore una bambina con un lieve ritardo mentale, non "piazzabile" tra le coppie etero, ora maggiorenne, che sarebbe rimasta in orfanotrofio: a lei hanno dedicato tempo, energie e amore. Chissà se c'è qualche rappresentante della bigotteria nazionale, disposto a spiegarmi come mai questa bambina sarebbe cresciuta meglio in orfanotrofio?

lunedì 5 marzo 2007

buonismo veltroniano?

Niente contro la lipu, e amo gli animali, se mai qualcuno avesse dei dubbi. Dirò di più: posso capire che chi - come me - amando gli animali non tanto per amor di selvaggia natura ma per proiezioni antropomorfizzanti - possa arrivare a rovinare il pasto ad un gabbiano levandogli dal becco un succulento cucciolo di pipistrello. Dovessi dirigere il traffico in una savana - e non affidatemi mai quest'incarico - i leoni morirebbero di fame e le gazzelle si moltiplicherebbero fino a creare un disastro ambientale.
Quello che davvero mi sfugge è perché mai - di una operazione tanto sciocchina - il Comune di Roma si vanti dedicandogli un intera pagina web.