martedì 6 maggio 2008

memoria per dimenticare

L'infelice paragone di Fini tra l'assassinio di un innocente ad opera di quattro naziskin e le manifestazioni di intolleranza nei confronti di Israele da parte di gruppi di estrema sinistra è - con ogni evidenza - del tutto strumentale: si tratta di fenomeni differenti, con esiti grazie al cielo - almeno fino ad ora - diversi. Mettere in uno stesso calderone un omicidio e una bandiera bruciate, un atto di violenza gratuita con un atto di odio mirato e organizzato, un atto di teppismo con una manifestazione di intolleranza ideologica è assurdo.
E' peggio un fulmine o la sismicità?
Una cazzata, una cazzata strumentale.
In generale questi ex-neo-vetero fascisti del nostro governo hanno sentito - in questa occasione - l'impulso irresistibile di minimizzare il fatto. "Molto meno grave della violenza degli extracomunitari" si è affrettato a dire Calderoli, "molto meno grave delle bandiere israeliane bruciate" ha rincalzato Fini. Sarebbe bastato condannare l'atto con aria contrita e solenne e passare ad altro - che poi si tratta di cronaca, triste sanguinosa e terribile - ma sempre cronaca. Invece no.
Il messaggio è sempre e comunque che quel che è successo è sì grave, ma insomma beh ecco mica poi tanto. Son ragazzate.

La strumentalizzazione di Fini però è stratificata su più livelli: non si limita a sminuire il significato e la portata dell'atto di teppismo dei naziskin: che gli ex-neo-vetero fascisti vadano a fare salamelecchi agli ebrei per sdoganarsi è cosa - finchè si mantiene il senso della decenza - comprensibile e tutto sommato persino rassicurante, almeno per me lo è stata.
Il problema però è che da qualche anno i sedicenti ex-vetero-neo sembrano tirare in ballo la questione ebraica, le leggi razziali non tanto per rifarsi una verginità, ma per isolare un "fatto" del fascismo particolarmente increscioso e sterilizzare il resto, un resto fatto di propaganda al potere, di annientamento della libertà di parola, di persecuzione degli oppositori, di guerre deliranti e suicide. "Se si tolgono le leggi razziali" recita il neo luogo comune "il fascismo è stato una gran pacchia". "Hanno bonificato le paludi pontine" dicevano un tempo, timidamente, i criptofascisti: oggi - perso definitivamente il pudore - sfrontatamente cancellano il resto e si apprestano a riscrivere i libri di storia, dove le leggi razziali diventeranno un unico isolato "incidente", un misero errore commesso per colpa dei cattivi tedeschi, qualcosa da ricordare per poter dimenticare il resto.
Ed è triste che molti ebrei sembrino essere del tutto inconsapevoli di essere lo strumento del nuovo revisionismo in base al quale saranno scritti i libri di storia delle future generazioni. Le persecuzioni antiebraiche sono sempre un sintomo di un baco profondo e generale, di uno tsunami che prima o poi travolge tutti. Non c'è dittatura - nazifascismo, comunismo reale, dittature sudamericane - in cui gli ebrei non siano stati perseguitati, così come non esiste democrazia che perseguiti gli ebrei. Pensare che il fascismo si possa "sterilizzare", depurandolo da una delle sue nefandezze è grave errore, e questa attenzione ossessiva nei confronti di una minoranza insignificante (sui giornali di oggi - per non parlar dei blog - il tema principale sono gli ebrei, senza che sia successo una ceppa di niente) - a cui molti miei correligionari reagiscono con sconsiderata gaiezza è tutt'altro che rassicurante, e anzi - temo - foriera di futuri brutti guai.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti, veramente complimenti! Stavo pensando di scrivere anche io un post sulle cazzate sparate da Fini, ma ora penso che mi limiterò a linkare il tuo. E' perfetto. Esattamente quello che penso anche io.
Tumy

Palmiro Pangloss ha detto...

Riguardo al tentativo di far passare le leggi razziali come l'unico crimine fascista aggiungo una cosa, che forse e' solo un sospetto ingeneroso ma verso i fascisti sono prevenuto: non e' che le dichiarazioni sul 25 Aprile - che li per li ho apprezzato - finiranno per ricordarlo solo come liberazione dallo straniero?

falecius ha detto...

"Ed è triste che molti ebrei sembrino essere del tutto inconsapevoli di essere lo strumento del nuovo revisionismo in base al quale saranno scritti i libri di storia delle future generazioni."

Sono d'accordissimo, anche se questo mi induce a riflettere sul cambiamento totale che la nascita di Israele e le sue conseguenze hanno portato nei rapporti tra comunità ebraiche ed imperialismo occidentale; riflessioni che probabilmente non condivideresti.
Io penso che sia indispensabile ricordare lo storico antisemitismo europeo, che è parte di un ampio esclusivismo religioso cristiano (prima) e razzismo eurocentrico (poi) e di cui il nazismo e la Shoah sono un culmine e non un episodio isolato. C'è continuità tra Isabella di Spagna ed Hitler, insomma. (e te lo scrivo io, cattolico)
Ma questo non lo si può insegnare a scuola, vero? :)

Poi ti perdi, però, come si il modo di trattare gli ebrei fosse la cartina al tornasole della democrazia; comunque contesto questa frase: "non esiste democrazia che perseguiti gli ebrei". Immagino che la Terza Repubblica dell'affare Dreyfus potesse definirsi una democrazia (se non la consideri tale perché le donne non votavano, d'accordo, ma allora gli Stati Uniti non sono una democrazia prima del 1964, per dire).

נחום ha detto...

Ti ho risposto qui http://itempieleidee.blogspot.com/2008/05/tsunami.html

Marginalia ha detto...

Carissima,
hi linkato questo tuo articolo nel mio post dopo la manifestazione di Genova.
Quanto scrivi fa riflettere da un diverso ( e non sempre considerato) punto di vista.
Ma poi c'è anche l'altra faccia della medaglia, che a me personalmente "fa problema". Provo a spiegarti. E' l'uso delle metafore che rinviano al nazionalsocialismo e al fascismo mussoliniano, molto usate a "sinistra" per denunciare l'attuale politica razzista del governo (e non solo). Mi chiedo ma perché per criticare la situazione attuale, il fascismo attuale (che è ALTRA COSA da quello degli anni 30, che non significa che sia meno GRAVE o PERICOLOSO)si continua a ricorrere a certe metafore?
Non mi sembra che aiutino l'attuale comprensione dei fenomeni in atto, nè aiutino a combatterli.
Che ne pensi?
v.

Rosa ha detto...

x vincenza: sono d'accordo con te, diventa troppo facile e soprattutto ripetitivo: si vuole colpire l'immaginazione, con l'uso di certe metafore, e si annoia. Certo la storia un po' ricorre, la sensazione di rivivere cose passate c'è ed è molto amara.