martedì 6 aprile 2010

aborto e carriere dei ginecologi

L'ostilità cattolica nei confronti della RU 486 è dichiaratamente mirata - visto che l'aborto non sembra poter essere messo in discussione, almeno per ora - a "non banalizzare l'aborto" ovvero a
rendere il più dolorosa possibile l'interruzione di gravidanza.

Ma "tenere in magazzino" la RU 486 ha un altro effetto, secondo me. Passare dall'aborto chirurgico all'aborto chimico significherebbe (significa, alla faccia loro) liberare i ginecologi disponibili ad abortire dal giogo cui sono costretti dagli - innumerevoli - colleghi obiettori. I non obiettori infatti - pochi rispetto alla richiesta - sono a tutt'oggi costretti a non occuparsi di altro che di quello, avendone la carriera totalmente distrutta. L'aborto chimico, io credo, fa paura perchè libera le carriere dei ginecologi che non si rifiutano di fare il loro dovere rendendoli più competitivi, l'obiezione di coscienza è purtroppo anche questo: un comodo sistema per mettere KO i propri colleghi con la benedizione del Papa.

2 commenti:

Psalvus ha detto...

in realta la RU486 non aiuta affatto i ginecologi non obiettori, ma gli complica la vita. Per accedere a questo metodo occerre un complicato consenso informato. Bisogna che la donna abbia ben chiaro che dovrà stare in ospedale dall'assunzione delle pillole (sono due farmaci diversi da prendersi in succesione ) fino all'espulsione. Certo nessuno la potrà obbligare forzatamente al ricovero, ci mancherebbe, ma la paziente deve assumersi la responsabilità, firmando, di aspettare a casa l'espulsione. Vi saranno senz'altro dolori (sia a casa che in ospedale) che non potranno essere contrastati da antispastici, ma solo da analgesici, pena un aumento dell'emorragia. Dovra' essere eseguito sempre un monitoraggio ecografico dopo la presunta espulsione, per valutare se essa sia stata davvero completa. L'accesso al metodo puo' essere solo fino alla settima di gestazione, (verranno quasi sempre escluse in questo modo le extracomunitarie, che si presentano quasi sempre a gravidanza inoltrata 9-12 settimane). Infatti dopo le 7 settimane le complicazioni e l'esigenza di reintervenire chirurgicamente aumenterebbero esponenzialmente. (E vedrete che quando si creerà il mercato nero ci sarà qualcuna che la usera anche a gravidanza avanzata... ma di questo semmai possiamo parlare dopo.)

Sono d'accordo quindi con chi ha definito la ivg praticata mediante RU486 piu' "tortuosa" di quella chirurgica, e quello che l'ha detto era favorevole alla RU486.

Vantaggi invece dell'intervento col metodo Karman (quello chirurgco che si pratica da 30 anni): L'intervento in tutto dura meno di 10 minuti, è in anestesia generale , quindi nessun dolore. Circa 20 minuti per il risveglio. C'è qualcuna che preferisce l'anestesia locale (blocco paracervicale) e viene accontentata sempre.
L'intervento chirurgico è effettuato la mattina e nel pomeriggio la donna va a casa (quindi Day Hospital nel metodo chirurgico, vs Ricovero Ordinario di almeno tre giorni nel metodo RU486, salvo - ripeto - quelle che scelgono sotto propria responsabilità di andarsene a casa, ma di ritornare poi per i controlli) .

Alla luce di queste poche notizie (ma ci sono altri aspetti non meno importanti che semmai ti dirò dopo) mi dici per piacere che cazzo di conquista sarebbe per le donne la RU486?

Alla sinistra converrebbe glissare su questa faccenda. I fatti dimostreranno alla lunga chi aveva ragione. Non si trasformi la RU486 in una bandiera per la libertà e l'autodeterminazione della donna. Questo farmaco è un affare solo per la casa farmaceutica che lo produce ...

Rosa ha detto...

1) Certamente: anche il rendere tortuosa l'assunzione del farmaco, con ricoveri e complicazioni burocratiche, è utile per avvantaggiare la carriera degli obiettori. Se ci si limita all'essenziale: prescrizione del farmaco ed ecografia dei controllo, senza ricovero (come mi pare sia ovunque) questo problema non c'è. In Francia la pillola è prescritta dal medico di base, e viene avvertito l'ospedale in caso in cui ci siano problemi.Da anni.

2) Psalvus, ti chiedo un momento di onestà: davvero la tua avversità al farmaco dipende dalla sua (presunta) maggiore pericolosità rispetto al chirurgico? Come mai tutti i cattolici e antiabortisti sono tanto preoccupati della pericolosità?

La verità è un balsamo: fa passare il mal di testa e previene le malattie di cuore. Usala anche tu.

3) Il farmaco diventa una bandiera quando in questo paese infame e prono ad una casta di stregoni si stabilisce che è meglio un aborto al terzo mese chirurgico piuttosto che un aborto precoce farmacologico. E' chi ritiene che una donna che abortisce debba "espiare", che fa del farmaco un perverso strumento politico al servizio delle proprie superstizioni. Da parte di chi è favorevole alla libertà di scelta, invece, si tratta solo di una risposta difensiva.

Se usciamo dall'ipocrisia del "la pillola è pericolosa" (l'aborto farmacologico, chimico e il parto possono essere mortali. Vivere, è mortale) e finalmente discutiamo su un piano di realtà, siete voi a riempire una pillola di significati "altri".