mercoledì 29 agosto 2007

come un fiammifero

E così, la Grecia è bruciata come un fiammifero.
Sessanta morti, ognuno con la sua catena di dolore, paesi evacuati, distrutti, una terra desolata.
Scrivere un post su questo evento è difficile perché è un po' come scrivere su un buco, una voragine, un nulla. Gli incendi boschivi, si sa, sono spesso collegati alla speculazione edilizia, e là dove si fa valere il divieto di costruire sopra le terre bruciate, sugli interessi di chi si occupa del rimboschimento: interessi privati che si manifestano ora qua, o là: a macchia di leopardo.
Orrenda routine, ma routine.
Quello che è successo in Grecia - invece - non è routine, ma dà l'impressione di derivare da un male che sembra troppo assoluto per poter essere legato a interessi particolari.
Ventotto focolai accesi tutti insieme, una regia, e - sentivo alla rassegna mattutina della stampa internazionale - molte ipotesi dietrologiche.
Le elezioni alle porte, e una velata accusa all'opposizione, e/o ai partitini minori, di voler raccogliere lo scontento e attribuire responsabilità e inefficienza al governo.
Insomma, gli avversari politici sarebbero del freak senza altro altro sogno che governare un mucchio di macerie.
Poi si mormora che sia stata la Turchia, per distruggere il turismo Greco. Mammaliturchi.
E infine l'ipotesi terrorismo, un ipotesi vaga, una scatola vuota che spiega tutto e non spiega nulla, un terrorismo finora senza volto e senza ragione, che non può godere di ritorni di immagine, ne' far sentire la sua lugubre voce, perché non rivendica.
Qualcuno vorrebbe terrorizzare la Grecia, e non si capisce perché.
Ognuna di queste ipotesi presenta un ritorno in termini di interessi troppo piccolo rispetto alla spaventosa enormità dall'atto.
Dietrologia per dietrologia, così, mi chiedo, non c'è forse chi vuole operare il male al puro scopo di operare il male, un puro e semplice cupio dissolvi - magari verniciato con il fantasma di qualche idea?
Voglio dire, se sei un impotente, sfasciare una cabina ti gratifica perché genera una piccola realtà alternativa, un universo parallelo a quello giusto in cui qualcuno non potrà telefonare a causa tua, e molto meglio se la telefonata era importante.
Crea un disagio, però limitato.
Tirare giù massi da un ponte deve dare una grande soddisfazione, a chi non ha altro modo di manifestare se' stesso. Ma la scia di sofferenza che provocherà sarà circoscritta. Qualche vedova, qualche orfano, molte lacrime e poi finisce lì.
Molti dicono che i virus informatici sono creati dalle case produttrici di antivirus. Tutto può essere, ma non ci ho mai creduto. Inventi una roba che butta giù come birilli milioni di computer al mondo, che si espande, una specie di prole maligna che viene dalle tue mani e genera disagi e fastidi e una meravigliosa sensazione di potere, un potere che nasce da te e ha la proprietà di espandersi al di fuori di te. Come un incendio, come l'apprendista stregone e le sue scope, ma con dolo e senza pentimento - povero topolino. Trenta persone, trenta fanatici tipo suicidi di massa o buontemponi malefici che si mettono d'accordo per annientare la Grecia al puro scopo di farlo?
E' assurdo, lo ammetto, e non vuole affatto essere una ipotesi, ma solo una speculazzata, un ennesimo, inutile e sciocco tentativo di dare un'identità al cupio dissolvi, che è - nelle sue manifestazioni diverse e convergenti - una strana caratteristica dell'epoca.
E' che il male sarà banale, ma è al tempo stesso incomprensibile.

2 commenti:

Paola ha detto...

Al solito i greci son rimasti indietro. La Padania anni fa aveva indicato nel terrorismo islamico i reali mandanti degli incendi estivi. Tipo i temibili Nuclei Desertificatori di Al-Aqsa (che lo spelling me la mandi buona).
Mammaliturchi peddavèro!

Anonimo ha detto...

Penso anch'io che "... il male sarà banale, ma è al tempo stesso incomprensibile ...". Il resto è spesso solo dietrologia. Ciao, Ale