lunedì 27 settembre 2010

la macellaia in grembiulino

Nahum, sententosi evidentemente chiamato in causa dalla mia invettiva, risponde consigliandomi un libro. Non è cattiva volontà, che non sia corsa a comprarlo - e prometto che lo farò appena ne avrò tempo e voglia. Mi pare però che la sua risposta rappresenti molto bene la curiosa tendenza ad appiattire tutto nello slogan, assai caro al partito della pagnotta, che recita "i politici sono tutti uguali". Per lui, così dice, Gelmini e Berlinguer pari sono.
So che la riforma Berlinguer (quella universitaria, che quella delle superiori non è mai stata fatta) non è piaciuta a molti di quelli che nella scuola ci lavorano; chiarisco subito che ne parlo da profana.
Non mi interessano minimamente le critiche di "anglofilia": copiare, imitare, è una delle facoltà umane migliori e più paganti, e i vantaggi di quella riforma non sono inesistentti : adeguare l'università italiana agli standard europei - favorendo una maggiore circolazione degli studenti - riempire un gap statistico con i paesi che avendo la laurea breve hanno un gran numero di laureati in più, e creare una tappa intermedia per evitare l'abbandono scolastico. Mi dice, chi nell'università ci lavora, che la riforma ha creato una pletora di laureette incapaci da una parte di formare delle professionalità spendibili e dall'altra non sufficientemente approfondite da essere culturalmente formative: è possibile, è probabile, non discuto: tra pregi e difetti della riforma, probabilmente c'è molto da rivedere.
Quello che mi pare invece non solo discutibile, ma bizzarro e direi quasi mostruoso, è citare quella riforma discutibile per avvicinarla alla mannaia Gelmini.
Iniziamo col dire che il termine "riforma" applicato alla Gelmini ha - come tante altri italiche questione - una sfumatura di ipocrisia copiata dal linguaggio aziendale. Come tante "ristrutturazioni" societarie, il suo scopo è infatti realizzare un consistente risparmo sfoltendo il personale. So benissimo che l'esigenza del risparmio non è affatto secondaria o trascurabile, infatti la riforma Berlinguer - soprattutto quella delle superiori - ne aveva tenuto conto eccome. Ma ne aveva tenuto conto all'interno di una ristrutturazione del sistema organica. Gelmini invece taglia alla dove viene e senza alcun criterio: nei cicli inferiori affolla le classi, toglie insegnanti di sostegno, toglie il tempo pieno: all'università blocca il turn over dei professori, accorpa facoltà più o meno a casaccio e toglie ogni senso a chi - sperando nella carriera universitaria - si ritrova ad avere un lavoro malpagato, precario e senza sbocco. Naturalmente, questa "riforma" è accompagnata - comme d'abitude - da una fanfara di intollerabile propaganda. Da una parte Gelmini evoca incessantemente l'ignominia del diciotto garantito - slogan vetusto riesumato come uno zombie dalle antiche manifestazioni di piazza sessantottine, e che nessuno si sogna oggi di tenere nella benchè minima considerazione - dall'altra millanta una nuova era di meritocrazia e di disciplina. La sua riforma si può sintizzare in "la mannaia più il ritorno al grembiulino". Tutto questo condito da micro iniziative (costose, inutili, incostituzionali e schifosine) per molcire quei preti e quei fascisti che danno il "contenuto" ideale ad un governo altrimenti concentrato su faccende poco pertinenti la gestione della cosa pubblica.
Ora, la riforma Berlinguer è meravigliosamente criticabile: come tutto ciò che è fatto di qualcosa, può esssere discusso, criticato, aggiustato e all'occorrenza mutato. Le operazioni della Gelmini invece sono un massacro, la nullificazione organizzata - ma col vestito della festa - e la propaganda, oltre a fare la sirena incantatrice, ha la caratteristica di non poter essere discussa: se non sei con noi, con il nostro "popolo" come dice Berlusconi, che dopo aver saturato le metafore calcistiche approda su quelle etniche, non puoi che essere un lurido sessantottino favorevole al diciotto garantito, fine del dibattito.
E il nulla avanza, tra i loro applausi e il vostro silenzio.

4 commenti:

נחום ha detto...

http://rehovnahum.blogspot.com/2010/09/ho-riiletto-il-mio-post-di-ieri.html

Rosa ha detto...

Nahum, non riesco a passare il tuo post, me lo rimandi per favore?

Anonimo ha detto...

non so se hai un modo per rintracciare i vecchi commenti, volevo risponderti a proposito della riforma berlinguer e gelmini.
premesso che condivido quanto dici rispetto ai contenuti (o non contenuti) delle due riforme, che rimanda all'integrità e all'intelligenza di chi le ha formulate, ci terrei a far riflettere quante più persone possibile sull'origine EUROPEA di entrambe.
il 3+2 non è un'invenzione di berlinguer anglofilo, ma l'esito di un protocollo firmato dall'italia - denominato "processo di bologna". stessa cosa per la gelmini: la mannaia ai finanziamenti è arrivata in tutta europa, e segue precise direttive della commissione. al riguardo devo autocitarmi per chiarezza

http://lagallina.splinder.com/post/23611466/direttive-indirette

http://lagallina.splinder.com/post/23658376/tra-il-dire-e-il-fare

ripeto, tutto è discutibile, ma sulla natura europea di moltissime direttive che ci riguardano si tace.

p.s.: NON sono una fan di Ida Magli.

Rosa ha detto...

Leggerò i tuoi post, sicuramente hai ragione (so che la criticatissima riforma berlinguer faceva parte di un processo di standardizzazione delle lauree in Europa, ed è assurdo che non si dica) ma certamente la propaganda della Gelmini non è una direttiva europea, ne' le nuove assunzioni e i privilegi dei prof di religione fanno parte di un programma di risparmi...