domenica 16 aprile 2006

Hatchepsut e la teoria dei vasi comunicanti

La strage di Hatchepsut è - per gli integralisti e chi li ama - il giusto destino dei turisti, puzzolenti e starnazzoni, emblema della volgarità della società di massa.
E così Martinez alla piramide di Giza (chissà - mi domando - che ci faceva lui, lì) elabora e ripropone sul suo blog (*http://kelebek.splinder.com/*) a coronamento di un colto articolo antimperialista la vecchia, stanca, trita e ritrita teoria dei vasi comunicanti: luogo comune condiviso dalla quasi totalità della comunità umana eppure quasi mai sostenuto se non da poche e confuse prove: gli egiziani poveri non hanno le fogne - fa notare il blogghista - e a pochi metri di lì i turisti-capitalisti-gaudenti sventolano la loro croce di Osiride in pura plastica cinese. Cotanto scandalo nell'accostare i due eventi farebbe presupporre il ritenerli in stretta correlazione: più turisti alle piramidi, meno fogne agli egiziani, maggiore corrosione delle vetuste tombe per mezzo dell'orina dei miserabili. Che le fucilazioni dei turisti all'uscita del tempio della faraonessa servano a preservarne le fondamenta dall'azione ammoniacale mi pare assai discutibile, quello che invece mi riempie di stuporosa ammirazione è l'abilità con cui si possano assemblare e strutturare in un discorso intuizioni, nozioni, immagini, brandelli di ideologie (notevole il riferimento a Spilberg quale "maestro-mago dell'immaginario occidentale" letteratura da bassifondi di Internet cui Martinez allude senza sporcarsi troppo le mani) per arrivare a delle conclusioni tanto banali.

3 commenti:

Eugenio Mastroviti ha detto...

Non avevo notato il riferimento a Spielberg e all'immaginario occidentale.

Ogni volta che penso che c'e' gente a sinistra che lo considera un maitre a penser mi prendono i brividi

Anonimo ha detto...

straordinario: sei riuscita a leggere cose che nell'articolo citato non compaiono assolutamente, hai inventato di sana pianta il collegamento con la strage di Hatchepsut e ricamato su fantomatiche teorie a fronte di una citazione acritica di Spielberg ("letteratura di bassifondi Internet") e simpaticamente te ne esci con :
"Che le fucilazioni dei turisti all'uscita del tempio della faraonessa servano a preservarne le fondamenta dall'azione ammoniacale mi pare assai discutibile[..]".
Già,assai discutibile, peccato che sia tu che abbia mestato nel pentolone e inventato di sana pianta tale collegamento.
Complimenti.

Rosa ha detto...

Mai attribuito a Martinez connivenze con la strage di Hatchepsut. Trovo che lui e gli assassini del tempio abbiano però in comune l'odio ontologico, ideologico e politico nei confronti del turista. Posso comprendere (e sforzarmi di non condividere) l'aristocratico disprezzo verso il turismo di massa, ma l'odio ideologico è sostenuto da argomenti di una banalità sconcertante - a dispetto della pomposità e della sfarzosità dell'impianto "culturale" dell'articolo.
Quanto alla catena associativa turisti/poveri/corrosione delle piramidi, è lui a farla, non io. E - di nuovo - una associazione (ad essere generosi) a livello di "mangia, pupo bello, che in Biafra muoiono di fame".