mercoledì 16 maggio 2007

destre a confronto

Da noi quando viene il 25 aprile il padrone della coalizione di destra ostenta in ogni modo la sua assenza, in Francia invece funziona così. [Hat tip: ipazia]

6 commenti:

Anonimo ha detto...

maimonide
leibniz
sabin
Einstein
Freud
..........

e rosa lucsemblog!!!!

c'è qualcosa che non funge!

Anonimo ha detto...

Mi permetto di entrare qui, ci sono capitato qualche giorno fa, per caso. Ho vissuto un po' in Francia negli ultimi 2anni. M. Sarkozy ha fatto riferimento ad un partigiano. Ha fatto la sua performance bipartisan, in un perdiodo in cui il terreno sul quale si costruiscono gli intrecci tra affiliazioni politiche e appartenenze culturali in Francia non è la memoria dell'antifascismo (avvolta da un'aura di implicito consenso collettivo), ma quella del periodo coloniale.
E monsieur le president non si è fatto attendere, ha creato come previsto il "ministero dell'immigrazione e dell'identità nazionale", provocando, almeno per ora, non solo il dissenso già pre-elettorale di Simon Veil, ma le dimissioni di otto storici di rilievo da un progetto davvero progressista e aniti-xenofobo: la cité de l'histoire de l'immigration (http://www.lemonde.fr/web/depeches/0,14-0,39-30940033@7-40,0.html).

Credo ci siano delle cose che nella sfera pubblica francese non siano ammesse, e una di queste è l'oblio dell'antifascismo. Ma altre sono ancora terreno buono per costruire consenso politico appoggiandosi su, costruendole al contempo, le attuali paure collettive nei confronti degli "immigrati/nemici". E' forse più così che funziona in Francia...credo.

Rosa ha detto...

fighetto: Credo ci siano delle cose che nella sfera pubblica francese non siano ammesse, e una di queste è l'oblio dell'antifascismo.

rosa: sì, più o meno il senso del post mio (e credo di quello di Ipazia) era questo. Invidio alla francia quel territorio comune, laico e antifascista, che in Italia da qualche anno viene eroso e distrutto dal risorgere - sulle ceneri delle DC, di una destra clericofascista. Che - per inciso - naturalmente odia l'immigrato quanto e più della destra francese. In effetti però tu hai ragione, non è la destra da invidiare, ma quell'identità comune antifascista che a noi - evidentemente - è servita solo da specchio per le allodole nel dopoguerra per affrettare l'oblio del fascismo, e riciclarlo a distanza di sessant'anni.

Anonimo ha detto...

Uhmmmm...
L'antifascismo, ok. La laicità, d'accordo. Ma io voglio il giorno della memoria per il Congo Belga ed la Vernichtung in Africa del Sud Ovest.
:)

Anonimo ha detto...

a Rosalux: si, va bene, concordo sull'identità antifascista e il nostro specchio per le allodole, in pieno (capivo l'invidia, e non volevo controbattere al gap di cultura politica tra qui e l'oltralpe a cui alludevi). A me però sembra che ci sia dell'altro, e forse di nuovo. Cioè, se è possibile che due atti politici come quelli (riferimento al partigiano e istituzione del ministero) avvengano così a poca distanza l'uno dall'altro, e in un momento così importante, forse pone una domanda: come la destra francese legge la storia? E per restare al paragone, come la legge quella italiana? Le differenze sono abissali non solo in termini di "modi" politici in cui avviene, ma quel che accade è che le conseguenze sono simili: l'accento sulle frontiere come territori simbolici dove fondare la memoria (vedi foibe, ma vedi anche la frontiera tra stato italiano e vaticano, dove sorgono così tanti miti). Nel caso francese le frontiere sono l'argomento preferito della destra, anche nell'ultima campagna elettorale. Ora, secondo me la destra francese con l'accostamento di quei due gesti ha detto una cosa, semplice e estrema: l'antifascismo non è l'anticolonialismo, perchè quella francese non è stata un'oppressione in Africa, come lo è stata quella nazifascista in Europa. E questo serve per legittimare la chiusura delle frontiere, e togliere risorse a quei memori del colonialismo (che a differenza dei politici lo studiano, e che poi si dimettono!) che vedono in esso un monito di responsabilità per la propria politica di cittadinanza.
per falecius: eh, non so se tenerla come pia illusione, o rigettarla anche come desiderio...

Anonimo ha detto...

Sì, direi che siamo alle pie illusioni... forse ci scriverò un racconto di fantascienza :)