martedì 21 dicembre 2010

don't ask, don't tell

Parto da una fertile accusa di vetero -settantasettismo/femminismo/comunismo. Mi si accusa di cavalcare il vecchio slogan "il privato è politico", e così mi sono fatta due domande: è un'accusa fondata?

Partiamo da una prima considerazione: i termini della affermazione non sono intercambiabili. Sapere con quanti uomini sei stata a letto (privato) non è la stessa cosa che sapere cosa voti (politico). I miei zii, da sempre, quando si viene a parlare di politica proclamano "il voto è segreto"! E' vero, il voto è segreto perchè nessuno deve poter fare pressioni indebite su chi vota, ci mancherebbe solo, e può ovviamente - come libera scelta - essere segreto perchè quasiasi aspetto di una persone deve poter - se a questa persona piace - rimanere segreto. Il numero di telefono, le fotografie di quando era piccolo, il voto e persino la faccia.

E' libera una persona di chiudersi a casa e secretare la faccia? Ovviamente sì.

Altro è cavalcare la segretezza del voto non come diritto ma come altare inviolabile: qui non siamo al privato che diventa politico, ma al politico che viene sottratto d'ufficio al dibattito pubblico e diventa obbligatoriamente privato. Mi spiace, ma qui non sono d'accordo. Chiedere ad una persona da quale passato politico viene, che tipo di formazione ha avuto, non è come chiedere se si fa il bidè dopo aver cacato. E' un diritto non rispondere, ma è altresì è un diritto (e non una sconvenienza) chiedere.

Sono convinta che l'italia, se i vari Dario Fo, Giorgio Bocca, Raimondo Vianello avessero assorbito, elaborato, capito e spiegato qualcosa di più del loro passato, e del passaggio dal loro passato al presente, sarebbe un paese profondamente diverso. Un ragionamento, un racconto di come si potesse diventare fascisti avrebbe dato uno spessore alla coscienza collettiva che in Italia non c'è milimanente stato. L'elaborazione dell'esperienza fascista è stata pari a zero, se si toglie la sola eccezione di Fini, ed è una delle tante occasioni perdute. E per il comunismo non è molto diverso: appoggio pieno ai carro armati, e oblio sereno dopo. Sarà privato, avere appoggiato i carri armati, ma la scelta di "privatizzarlo", di passare da una sponda all'altra senza nulla narrare del processo, non è stata affatto generosa. Sorry.

sabato 18 dicembre 2010

internazionalismo e modernità

Nella appassionata difesa delle manifestazioni degli studenti, in questo articolo Maltese lancia un accorato appello - data la gravità dalle situazione - a ragionare, coinvolgendo giustamente tutti - da chi giustifica i roghi di bancomat a chi applaude ai pestaggi dei manifestanti. E suggerisce di ascoltare gli studenti: in fondo proprio i vituperati no-global sono secondo lui stati - inascoltati - i primi a dare l'allarme: molte delle previsioni di quel movimento infatti sembrano drammaticamente realizzarsi: dalla devastazione del territorio al crollo del costo del lavoro, passando per la Madre di tutti i Casini del Mondo, ovvero l'esaurimento delle risorse.

Io credo invece che il movimento no-global abbia forse diagnosticato correttamente una componente del male, ma abbia certamente toppato la cura.

Infatti il loro errore, a me pare, così come l'errore in genere dell'ecologismo - di destra e di sinistra - è il pensare che il progresso si possa fermare, o - peggio - che sia possibile semplicemente mettere le lancette indietro e azzerrare dieci, cento, mille anni di storia.

Non è così, almeno credo, e a sostegno della mia analisi posso semplicemente citare il fatto che non è mai successo, che si torni indietro: alzare barriere doganali, chiudere le frontiere all'immigrazione, frenare l'outsourcing non sono cose giuste o sbagliate in se': sono cose irrealizzabili, per via politica: solo la catastrofe può azzerare tutto, ma non è quello che speriamo o quanto meno non lo spero io. E' una macchina lanciata a velocità massima, e puoi al più manovrare il volante, ma non puoi frenarla ne' mettere la marcia indietro. E la sinistra stessa, complessivamente, ha commesso e commette l'errore di non volercisi mettere al volante, teorizzando impossibili marce indietro: invece di ricorrere ad una delle sue matrici, l'internazionalismo, la sinistra si è rinchiusa da una parte nei vecchi - e oltre certi limiti anacronistici (ma vaglielo a dire a Vendola) braccio di ferro salariali (persi) o in una riscoperta, a sua volta vetusta (ma vaglielo a dire a Veltroni) del "liberismo", andando dietro ad un altra ideologia che oltre ad essere caratteristica della destra è anch'essa alle corde. Ridicolo.

Sappiamo che parte del male ha origine da una zona franca sovra-nazionale non sottoposta ad alcun controllo: dalle transazioni finanziarie allo sfruttamento della forza lavoro: possiamo far lavorare una banda di bambini del bangla desh senza incorrere in nessun reato.
E se lo sappiamo, che tutto questo non va, dove sono le sedi di coordinamento - virtuali, fisiche, di qualsiasi tipo - delle sinistre internazionali? Dove quelle dei sindacati? Chi sta elaborando un embrione di istituzione che governi i rapporti economici tra paesi? Perchè le sinistre mondiali non solo non lo stanno facendo, ma neppure suggeriscono che sia opportuno iniziarlo a fare, e invece si perdono in chiacchiere stupide - come ad esempio la spettacolare cazzata di litigare all'interno del PD sull'opportunità o meno di entrare... nel partito Socialista Europeo?

mercoledì 15 dicembre 2010

la colpa è del sistema. Quello limbico.

Sento e leggo i commenti intorno alle violenze di ieri, e mi paiono fondamentalmente appiattiti su due fondamentali errori: Per la sinistra, la causa prima è il disagio giovanile di ragazzi senza futuro, ergo responsabile è il governo Berlusconi e la mancanza di risposte serie alla crisi. Per la destra - simmetricamente - la colpa è della sinistra. Se Bersani appoggia la protesta degli studenti cosa resta a questi ultimi se non incendiare cassonetti?

Se queste spiegazioni si limitassero ad essere semplicistiche e finalizzate a guadagnare punti-propaganda la cosa sarebbe relativamente innocua: si neutralizzaerebbero a vicenda.

Secondo me invece sono anche - e molto - pericolose, perchè forniscono ai pochi (ma troppi) violenti una giustificazione, una dignità, un senso che assolutamente non meritano. "Non sono così perchè sono un testa di minchia - dunque -" mi figuro l'idiota riflettere pensoso tenendo fra le mani la bassa fronte irta di peli "sono così perchè c'è Berlusconi/Bersani, perchè la mamma mi picchiava, perchè la società è cattiva. Gu."

Ho la fortuna/sfortuna di abitare al centro, e che sia per il derby o che sia per le manifestazioni, casa mia è un posto dove si capisce quale fortuna sia avere un parcheggio. (io non ce l'ho)


Sembra incredibile, ma che vinca la Roma, la Lazio o Berlusconi, la mia macchina - chissà perchè - è sempre nel mirino.
Credo che la prima cosa da rilevare - quando i cassonetti, le automobili e i bancomat sono in fiamme - sia che gli operatori del disastro sono stati mossi da un automatismo che viene di norma evitato da i più svegli tra i primati. Se si vedono scimmie interagire, ci si accorge che ci sono quelle collaborative, che fanno comunella, ci sono quelle gerarchiche, che comandano con un accorto uso di carota e bastone, e poi...ci sono i coglioni. Scimmiette o scimmioni ritardati che menano le mani a cazzo di cane appena gliene capita l'occasione, perchè la loro struttura mentale non è dotata di sufficienti freni per mettere a segno azioni demenziali, controproducenti e pericolose per se' e per gli altri.

Mettere in evidenza l'automatismo tribale e non strumentalizzare politicamente questo tipo di azioni ha il vantaggio di isolare - come fanno appunto i primati - i più cretini della banda.

Ho visto ragazzini scappare spaventati, e li ho sentiti incazzarsi, per quello che stava succedendo. A piazza Venezia, dove ero stata la mattina, era un susseguirsi di striscioni di questo tenore:

Un susseguirsi di "vogliamo studiare" "sì alla conoscenza no alla violenza". Ragazzotti pacifici, anche se incazzati, ridotti al rango di criminali e strumentalizzati a destra e a sinistra da un lato, e criminali deficienti elevati a rango di "espressione della disperazione giovanile".

Io - più che altro - penso che sarebbe una soluzione assai più sensata mandare un po' di vecchi militanti della CGL nelle scuole a insegnare ai ragazzini a fare un servizio d'ordine come si deve, senza ricamarci troppe cazzate attorno.