giovedì 27 novembre 2008

gli storici israeliani e la pratica dell'antisionismo

qua, il thread lanciato su ice (it.cultura.ebraica)

Mi è arrivato - in pdf sulla mail di rosalucsemburg - un articolo di tal Shlomo Sand, uno storico israeliano.

La tesi di questo signore è che la diaspora non sia conseguenza dell'esilio, ma del proselitismo ebraico. Non ho assolutamente strumenti per giudicarne la validità storica, ma al di là del contenuto mi allibisce la fallacia logica delle conclusioni politiche: secondo questo "antisionista" di professione infatti questa "scoperta" minerebbe la legittimità dello stato ebraico.

Personalmente non ho mai pensato che la legittimità dello "stato degli ebrei" fosse da fondare su una continuità "etnica" con l'antichità: a prescindere da quale sia la realtà storica di quella antichità. La legittimità "giuridica" si fonda - come tutti gli stati del mondo - sul fatto stesso di esistere e di essere riconosciuti come nazione. L'idea di fondare uno stato ebraico non è nata su basi biblico-religiose, ma come risposta alle persecuzioni - tutt'altro che mitologiche - che si sono dimostrate con ogni evidenza endemiche indipendentemente dal grado di assimilazione degli ebrei stessi. Avevano altra scelta, gli ebrei, a parte fondare uno stato, per la loro sopravvivenza non solo collettiva ma come individui? E se non l'avevano (io penso che non l'avessero, e qui inizia e si conclude il mio "sionismo") in quale altro posto avrebbero dovuto fondarlo se non nella terra a loro cara - non importa quanto per motivi storici o mitologici - dove per vicende di cui gli ebrei non sono responsabili non esisteva ne' era esistito uno stato sovrano, terra contesa con un popolo le cui leadership avevano perduto la guerra alleandosi fattivamente con i nazifascisti?

In quale altro caso al mondo sarebbe pensabile mettere in discussione la legittimità di una qualsiasi forma amministrativa in base ad una ricerca storica su fatti avvenuti migliaia di anni prima?

domenica 23 novembre 2008

cose più allegre

Ecco, succede che uno vorrebbe trovare qualcosa da dire sulle italiche vicende, chessò, commentare il comportamento di Villari, le simpatiche trovate di Latorre, vorrebbe dire di quello che pensa del partito che ha sempre votato e sponsorizzato, ma è che poi sorge una strana voglia di cambiare argomento, di parlare di cose più allegre, non so: la vecchiaia, o la morte.

giovedì 20 novembre 2008

la Grande Cotonatrice

In certi fetidi bassifondi di internet che frequento si dice, di taluni personaggi che bazzicano colà, che "cotonano pipponi", ovvero che fioriscono e gonfiano brandelli di sciocchezze fino a farle diventare delle grosse palle cotonate e pompose. Ecco, penso che la regina della "cotonatura" di pipponi sia Susanna Tamaro, guardate dove arriva partendo dalle sue opinioncelle prolife?


"Ricordo il caso di una ragazza che, avendo trovato un insetto in un pacchetto di patatine fritte, ha fatto causa alla ditta produttrice chiedendo i danni biologici per lo spavento provocato, danni che le sono stati peraltro riconosciuti. O casi di genitori che hanno denunciato un medico per un figlio nato con difetto di deambulazione. Ma è davvero questo il senso della nostra vita?"


hat tip:Galatea

venerdì 14 novembre 2008

il miglior presidente è quello che non c'è

Non ho mai pensato che se Obama fosse stato eletto sarebbe sopravvissuto al suo mito: quello che deve fare - superare il crack del sistema evitando che la gente sia alla fame, e operare in tempi rapidi una riconversione energetica - è quasi impossibile e non credo che potrà essere fatto in modo indolore. Si vedrà - col tempo - se l'uomo vale davvero o se è solo un bravo promotore della sua immagine.
Ma che il processo di erosione del mito inizi ancor prima del suo insediamento è cosa che mi lascia esterrefatta. Da Dagospia al Manifesto, a Giulietto Chiesa (ma perchè stupirsi?) - per non parlar del papa - l'è tutto un ciacolare di trilaterale, lobby ebraica, uomo del sistema, marionetta dei potenti, "prodotto Obama"...all'improvviso tutti scoprono finanziamenti di lobbies,
truschini filosionisti...il nuovo presidente insomma poteva essere amato solo se se perdente: d'altronde l'impero del Male non può redimersi, deve essere sconfitto.

signora mia, ci viene meno anche la CIA

ore 6.30 - si accende la radiosveglia sul radiogiornale, e sento nei fumi del sonno che il nostro presidente in Russia ha dichiarato che gli americani hanno "provocato" i russi con i missili in Polonia. Sobbalzo, e poi mi dico che ho capito male.

ore 7.00 - La rassegna stampa di RAI tre ripete la notizia: allora è vero. Siamo ufficialmente schierati con i russi.

resto della giornata - la notizia non viene data nei telegiornali o viene data in tono minore, riportando le dichiarazioni di Berlusconi "volevo dire che...". Come se non fosse successo niente. Ma forse è proprio questo il punto: non è successo niente. Una dichiarazione di Berlusconi è ormai il nulla: neppure su qualche missione segreta CIA si può contare, al giorno d'oggi, signora mia.

venerdì 7 novembre 2008

bello, giovane e abbronzato

A me, più che un motto di spirito, pare una rosicata.

giovedì 6 novembre 2008

se potessi mangiare un'idea

"In Virginia il signor Brown era l'uomo più antirazzista, un giorno sua figlia sposò un uomo di colore: lui disse: "bene", ma non era di buonumore".
Per qualcuno, mi dicono, questo globo giubilante sarebbe "razzista". I bastian contrari, gli snob di professione si sa sempre dove sono perché - quanto i modaioli e i conformisti - nuotano d'ufficio controcorrente. E quando il globo è in festa ovviamente sono sempre un po' incazzati.

Ma che cavolo, si potrà essere "di buon umore", insieme a qualche miliardo di persone giubilanti, in tutto l'orbe terracqueo, dal Kenia all'Inghilterra, senza esser chiamati "razzisti"? Ma che diamine, viviamo in un mondo dove gli abitanti della città giapponese di Obama sono in festa perchè hanno eletto un presidente omonimo: potremmo per una volta al mondo sorridere con una umanità che non è soltanto una fogna, ma è anche un po' buffa, allegra e strana?

Il razzismo è un modello comune, nel nostro mondo. Non ci saranno schiavi o deportati, forse, ma è un modello comunque utile, che di minima toglie di torno dei competitors. Questa gioia è in parte un incantesimo che si scioglie, è un po' una magia che smentisce il "non ce la farà mai a diventare presidente, perchè è nero". E certo che la sfiducia, il sospetto, il pregiudizio infettano anche un po' i nostri cuori, e certo che è anche per questo, che siamo contenti. Siamo contenti perchè balliamo sulle ceneri del nostro ultimo pregiudizio: i democratici non dovevano affatto "essere prudenti", Obama ha vinto.

Poi domani forse finirà anche questo sogno, nel confronto con la realtà ma ieri, e oggi per chi è in ritardo come me... facciamo festa, e balliamo sulle ceneri del negro-icona "che da lì è venuta l'umanità", "l'anello di congiunzione", "il buon selvaggio", quello che "è meglio non candidare perchè tanto non lo votano".
Per questo, e perchè finisce l'era di Bush, brindo con le moltitudini, poi domani si vedrà.