Dopo dubbi, ripensamenti, indecisioni, arieccomi a votare per un partito la cui politica mi sembra a dir poco discutibile e inefficace.
Mi sarebbe piaciuto - per una volta - contribuire ad una mazzata al Partito Democratico, ma credo che sia un errore pensare che queste europee non siano importanti.
Una vittoria schiacciante del PDL, dopo lo scandalo Mills e il Casoria Gate, darà un messaggio inequivocabile: carta bianca a Berlusconi quasiasi cosa accada, e quel che ne consegue da un punto di vista istituzionale potrebbe non essere bello.
Gli argomenti che ho sono pochi e per nulla attraenti, ma a me paiono solidi e difficilimente discutibili. Provo a rispondere a quel che mi dice chi è stufo e non lo vota più.
Ho sempre votato PDS, Ulivo, Partito Democratico, ma l'argomento del "voto utile" mi ha stufato.
Credo che l'errore di questo ragionamento consista nell'immaginare il partito per cui si vota come una specie di amante da perdonare, punire, premiare, o abbandonare al proprio destino battendo nuovi lidi: il "voto utile" è invece l'unico e solo criterio possibile, sempre: se l'alternativa è tra una secchiata di merda e una di acido muriatico - se pure a malincuore - occorre - per sopravvivere- scegliere la merda.
Dice: ma la merda non mi piace, e preferisco le caramelle. Eh, sapessi quanto piace a me. Dice: tu mi vuoi far sporcare di merda. No, dico solo che l'acido muriatico è peggio, e non c'è una alternativa. E' ne' più ne' meno che il principio di realtà.
E' - questa pretesa di amoreggiare con la propria sovranità come narcisi allo specchio - una caratteristica del tutto italiana, viziata probabilmente dal passato: un blando e tollerabile regime democristiano che lasciava le briciole del potere ad un partito comunista, che non governando poteva mantenere la sua purezza e non scendere a compromessi ideologici: inoltre un sistema proporzionale dove guadargnarsi il governo non era prioritario - grazie al consociativismo - consentiva la sopravvivenza di ogni fede politico-religiosa, dal comunismo al partito-culto dei radicali.
Gli elettori quando votavano partito comunista votavano per il loro ideale ottocentesco, che si sarebbe realizzato un giorno, i radicali il loro avvincente leader dalla favella infiammata e l'occhio ceruleo: a governare intanto ci pensava la DC, nemico bonario ma caritatevole e a suo modo generoso.
Nelle democrazie dove l'alternanza è possibile - invece - non funziona affatto così: in Francia tutto l'elettorato di sinistra votò a malincuore Chirac, per fermare Le Pen: in India i musulmani hanno votato in massa Congresso ben consapevoli del pericolo che rappresentava - per loro - la vittoria dei fondamentalisti indù: un voto, questo dei musulmani indiani assai più "laico" di quei laici che non votarono Rutelli come sindaco di Roma.
Non voto PD perchè è bene che arrivi un messaggio. Quale situazione migliore delle europee, meno importanti delle politiche e delle amministrative?Ho io stessa, prima di decidermi a rivotare PD, praticato questo argomento. In verità far arrivare un messaggio è più difficile di quanto si possa pensare: neppure la sconfitta di Rutelli al comune di Roma, corredata dalla vittoria di Zingaretti alla regione, è servita a fare "arrivare il messaggio", e ora però ci dobbiamo sopportare una città lurida, alberi tagliati a gogò, feste della polizia e dei carabinieri megagalattiche e dispendiosissime, una politica tutta orientata a favorire il trasporto privato, a discapito dei mezzi pubblici che sono sempre meno efficienti e manutenuti. E non ci consola affatto pensare a quanto sia pulita la coscienza di chi - per non votare quel leccaculo dei preti - ci ha messi in mano all'ex picchiatore fascista.
Probabilmente poi - in chi è portato a interpretare i messaggi pro domo sua - il "messaggio" letto sarebbe semplicemente...che Franceschini ha fallito, e a me invece non pare che il punto sia quello. Franceschini - dopotutto - non è poi così male.
Un modo migliore per fare "arrivare il messaggio", posto che questa volta c'è facoltà di scegliere i candidati, è - perlappunto - scegliere candidati sufficientemente laici e per bene.
Semplice, lineare, efficiente, ficcante.
Non mi riconosco nel Partito Democratico, e quindi voto Sinistra e Libertà.Premetto che - se pure apprezzi certi aspetti di Sinistra e Libertà - non mi riconosco neppure in quel partito, a partire da personaggi come la Sgrena per arrivare a certe posizioni dei verdi - per esempio quelle riguardo al nucleare - mi pare che mi pare che l'argomento sia un altro. Con ogni probabilità Sinistra e Libertà non arriverà al quorum: votarlo quindi è del tutto inutile.
Non mi riconosco nel Parito Democratico e quindi voto Di Pietro.
Non perchè le sue posizioni riguardo alla giustizia, sulle quali sono teoricamente d'accordo, ma per una sostanziale diffidenza. Di Pietro sembra essere più nemico del Partito Democratico che di Berlusconi: rischia di essere l'ennesimo partitucolo di guastatori, sostanzialmente interessati a mantenersi un posto al sole cavalcando la protesta, più che a governare. La vittoria di Di Pietro sarebbe un balsamo per la destra, che dai suoi megafoni non farebbe che sottolineare - purtroppo a ragione - quanto la sinistra non esista più.
Non mi riconosco in nessun partito, quindi non voto.Essere fantasmi elettorali è un lusso che ci si può permettere quando le alternative sono praticabili, quando non ci sono rischi costituzionali, quando la democrazia è solida e si ha la certezza che esista un terreno condiviso riguardo a pinzellacchere come la divisione dei poteri o la libertà di stampa.
Non è così per il nostro paese.