mercoledì 31 dicembre 2008

per un 2009 passabile, vah...

Mi mancano le idee per un post capodannesco e così rubo quello del mio amico Gillipixel - sedicente "blogger campagnolo": sicuramente del tutto privo di quegli ammiccamenti cinichelli, smagati e sardonici di noi urbani (o campagnoli di ritorno, che è lo stesso) che ce la tiriamo un po' da uomini di mondo.
Sarà pure campagnolo ma non è poco abile nello scrivere, il Gil, soprattutto quando gioca con i numeri, le forme e le parole.

lunedì 29 dicembre 2008

il medio oriente non è un koan

La malafede è - per la psicoanalista Simona Argentieri - non soltanto un problema etico, ma una forma di nevrosi. La mente dell'ambiguo è costretta a dissociarsi costantemente per evitare l'onere della coerenza: chi è in malafede deve poter far convivere dentro di se' non soltanto una ma più morali, e farle scorrere in binari paralleli e tra di loro sempre incomunicabili: evitare il conflitto interno e il dispendio energetico che ne deriva è la regola aurea dell'ambiguo: gli aerei a bomba sulle torri gemelle possono essere nel contempo - a seconda degli argomenti dell'interlocutore - un'opera di giustizia o un "inside job" della CIA, senza che queste due "teorie" entrino mai in contraddizione.
Il "pensiero unico", terreno assai fertile per la malafede, ha informato e informa la questione questione mediorientale, e in questi giorni più che mai il fenomeno è evidente. Gli israeliani sono onnicolpevoli e i palestinesi specularmente onninnocenti, e ogni contraddizione all'interno di questa dicotomia non potrà essere composta e dovrà essere accuratamente ignorata. Nessuno sembra rilevare ad esempio la qualità paradossale dell'obbligo morale cui dovrebbe sottostare quel paese: a chi altri infatti si chiede di ...perdere la guerra in virtù della propria forza?
Quello che per un prete buddista sarebbe un koan su cui scervellarsi in lunghe sedute di meditazione, è diventato un luogo comune, una specie di ovvietà: tanto più Israele è forte, tanto più è tenuta essere debole! Logico, no?
E come se fosse la cosa più logica del mondo, vediamo quelli che sostengono più o meno apertamente Hamas - organizzazione che ha fatto della guerra fino ad eliminazione totale del nemico e a qualsiasi costo la sua bandiera - accorrere per primi a stigmatizzare la logica che hanno loro stessi hanno entusiasticamente sposato - ovvero quella della guerra - senza sentire il benché minimo stridore, la benché minima contraddizione!
Io dico che chi mette avanti alla vita del singolo l'Ideale Superiore dovrebbe avere il fegato, il coraggio civile e la coerenza di portare fino in fondo e senza ambiguità la propria visione! Dovete applaudire, al passaggio di quelle bare, alla carne dilaniata, dovete esaltarvi e lasciarle a noi che odiamo il sangue e non coltiviamo Ideali Superiori alla vita umana, le lacrime!

mercoledì 24 dicembre 2008

buon natucchah a tutti

Non ero una bambina cattiva, di solito.
Voglio dire: di solito. Perché qualche volta sì.
Un Natale di molti anni fa, per esempio, scassai per sempre la fede in Babbo Natale della mia amichetta Livia, di qualche anno più piccola di me.
"E' ora che Livia sappia la verità" non facevo che ripetere a me stessa quel giorno. Quella trepida attesa così organizzata, che ogni anno si rinnovava e che a me, figlia di atei ebrei di sinistra, era negata (ma non i regali)... il piattino con il cibo, il bicchiere di vino, lo spiffero della finestra aperto a mo' di varco per il Panciuto Benefattore: la coscienza di essere una "illuminata", più matura e consapevole dei miei coetanei riguardo alle fole infantili non mi era di alcun conforto: avrei voluto tantissimo crederci anch'io, e tenere il gioco di quei genitori contapalle dediti a ordire con cura e grazia le trame della sceneggiata serviva solo ad alimentare la fiammella dell'invidia, che io chiamavo - con inconsapevole ipocrisia - indignazione: il medioevo consumistico e para-religioso della mia amica aveva da finire, e io l'avrei aiutata nel suo Cammino verso la Verità.
Ricordo ancora la sua faccia furibonda e rigata di lacrime grandi come bocce: sconvolta e tremante mi si scaraventò addosso, determinata a porre fine alla mia esistenza di portatrice di bigie novelle.
Fui salvata dai contaballe, e per un pelo.
Non mi stupisce che i più moralisti e rigorosi custodi di Istituti come la Verità, la Tradizione, la Fede, l'Ideologia, l'Identità ancora oggi si scaglino contro la spuria istituzione panciuta di dubbia e sospetta origine mercantile (pare, si mormora, che siano però agenti del controspionaggio, almeno alcuni): qui è tutto un esecrare le feste, ultimamente: da quest'anno gli ebrei italiani si sono addirittura autoproibiti Halloween, casomai le maschere da fantasmi fossero troppo iconiche per la nostra Tradizione...
Ecco, io penso che - al contrario di quello che sosteneva Lewis Carroll e come da breve autobiografia di cui sopra - i bambini non nascano punto immacolati e votati al bene, e che sentimento assai più trasversale e universale dell'infanzia sia invece il piacere dell'abbondanza, delle leccornie, dei doni, delle luci e dei colori e delle belle storie raccontate con allegria.
Prima - naturalmente - che a corromperli e a mortificarli ci pensino gli istituti di cui sopra, beninteso.
Quindi, in attesa di tempi migliori, accettando di buon ordine il rigore obbligato e sputando in faccia al rigore d'elezione, mi auguro e vi auguro feste spurie, contaminate, meticcie e traboccanti di ogni bene.

martedì 23 dicembre 2008

Ida Magli, l'antropologa razzista

Per chi si stupisse, nel constatare che i più vieti e triti luoghi comuni razzisti possono venire dall' "accademia", basta ricordare il "manifesto per la difesa della razza", firmato da 180 scienziati, ed è dell'altroieri la "provocazione choc" di Watson, sulla minore intelligenza dei neri.
E' che per me, che di Ida Magli avevo seguito - da proto-vetero-femminista - gli affollatissimi corsi di antropologia culturale negli anni 80, traendone anche un certo fanatico piacere, è una sorpresa che si rinnova ogni volta.
Eppure bisogna starci, leggere per credere: "il progetto ebraico".
Ida Magli è talmente antisemita, signori, da citare Maurizio Blondet come fonte. Ida Magli è talmente antisemita da considerare tutta la storia recente un "progetto ebraico", Ida Magli è talmente antisemita da citare l'usura ebraica come "vizio" razziale, dimenticandosi che gli ebrei furono costretti all'usura, essendo uno dei pochissimi mestieri a loro concessi,e proibito ai cristiani.
Ida Magli dovrebbe vergognarsi, ma veramente tanto, tanto, tanto.

lunedì 22 dicembre 2008

e basta, leggere i giornali! non conviene!

Dico, io penso che leggere i giornali è una cosa che non va tanto bene perchè se provate a fare due calcoli c'è la luce elettrica - se è inverno - altrimenti col buio non si legge mica, e quelli già sono soldi, e poi mica potete consultarlo senza un po' di stufetta accesa che fanno altri soldi, e certamente se non avete qualcosa sullo stomaco, fosse anche un panino, non c'avete i neuroni per finire quell'articolo lì.
Ed è per questo che leggere i giornali è una cosa che non conviene.
Garantisce Gabriella Carlucci, via Tarpaulin e Marco D'Itri.

venerdì 19 dicembre 2008

gliela mettiamo in kulo, alla grande S.Marino

Gli è che mi è arrivato un commento di un antisionista che è davvero un capolavoro: è proprio l'antisionista classico - in tutti i suoi mantra e i suoi clichè - solo...un attimino meno mascherato: Lodolini dixit:

te lo dico io. sono 60 anni che voialtri sionisti sognate la grande israele, facendo pagare le colpe dei nazisti ai palestinesi che fino a prova contraria non centravano un cavolo.
Se me lo dice Lodolini, si vede che ci dobbiamo credere.
In effetti, a pensarci bene, la "Grande Israele" in sessant'anni di avanzata del suo potente esercito, è arrivata a poter competere con il "Grande S.Marino", nella famosa gara a chi ce l'ha più lunga (la nazione).

D'altra parte ch ha l'esercito più potente del mondo, potrà ben permettersi un po' di grandeur.

Potevatelo fare in germania il vostro israele.
Siamo ancora in tempo, Lodolini. Tu intercedi presso la Merkel, e appena la Germania è pronta ci fai un fischio.
Ma lo sai che hai risolto il problema del medioriente?
C'è un tizio sui newsgroup che sostiene che basta che laggiù si faccia come in svizzera (e nel Rwanda Burundi no?) e si vada giù di cantoni, ed è tutto risolto.

Pensa tu, tante soluzioni creative e a quei cretini non viene in testa niente di meglio che un muro.

I sionisti già al tempo dei romani crearono solo disordini.
Giù nei commenti qualcuno ride e qualcuno inorridisce per l' "errore". A me non fa tanto ridere, e non credo che sia un "errore": mi è chiaro da un pezzo che "sionisti" è uno spostamento semantico per "ebrei". Lodolini è semplicemente meno accorto di altri, più ingenuo, meno bugiardo.

Non è un caso che fascisti e destrorsi come shilok il cui nome è tutto un programma (l'ebreo avaro di shekespeare) sia un abituale frequentatore di questo blog.

Giù le zampe dalla mia nemesi, Lodolini.

giovedì 18 dicembre 2008

less is more

Quanto si può essere espressivi, allusivi, diretti, indiretti, ironici...componendo due semplici linee nere, una orizzontale e una verticale su sfondo bianco?
Moltissimo. Basta chiamarsi Ferenc Pinter.

Artista italo ungherese, uno dei più grandi illustratori italiani del dopoguerra, viene ricordato, ad un anno dalla morte, con un sito a lui dedicato: da non perdere.

Hat tip: Mmax

lunedì 15 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

moi, marlene

Leggendo l'ultimo post del sempre ottimo Psicocafè (non c'entra nulla, ma tant'è) e avendo parlato poc'anzi di cinema d'essai mi è tornata in mente l'esperienza più estraniante della mia vita.
Uscita dal cinema Farnese, molti anni fa, dopo aver visto L'Angelo Azzurro, per qualche ora mi sono sentita in tutto e per tutto Marlene Dietrich. Nel senso che ero proprio lei, nell'anima e nel corpo, e non riuscivo a tornare nei miei panni: semplicemente io non ero più io ma ero lei. Uhm, chi mi conosce la smetta di ridere per favore.

martedì 2 dicembre 2008

could we start again, please

Un commento di Farlocca mi ha fatto ricordare l'abitudine infantile e adolescenziale di vedere e rivedere i film all'infinito, senza stufarsi mai. Lo fanno anche ora, i ragazzini , ma avendo a disposizione videocassette o DVD hanno il vantaggio/svantaggio di possedere il film, e di averlo sempre a disposizione: quando eravamo piccole noi invece si aspettava ansiosi che ridessero il preferito nelle seconde e poi nelle terze visioni, e magari pure nei d'essai...e ogni volta che si beccava l'agognato cocco bello ci si precipitava a rivederlo, pregustando già scena per scena il gusto noto. Io ho visto un numero infinito di volte "Yellow Submarine", e "Supervip, mio fratello Superuomo", ma anche "Il Laureato", "Qualcuno volò sul nido del cuculo", "I Lautari", "Frankestein Junior", "Un uomo da Marciapiede" per non parlare di "Jesus Christ Superstar" di cui ancora adesso ricordo letteralmente ogni singolo fotogramma e canzone.

lunedì 1 dicembre 2008

giovedì 27 novembre 2008

gli storici israeliani e la pratica dell'antisionismo

qua, il thread lanciato su ice (it.cultura.ebraica)

Mi è arrivato - in pdf sulla mail di rosalucsemburg - un articolo di tal Shlomo Sand, uno storico israeliano.

La tesi di questo signore è che la diaspora non sia conseguenza dell'esilio, ma del proselitismo ebraico. Non ho assolutamente strumenti per giudicarne la validità storica, ma al di là del contenuto mi allibisce la fallacia logica delle conclusioni politiche: secondo questo "antisionista" di professione infatti questa "scoperta" minerebbe la legittimità dello stato ebraico.

Personalmente non ho mai pensato che la legittimità dello "stato degli ebrei" fosse da fondare su una continuità "etnica" con l'antichità: a prescindere da quale sia la realtà storica di quella antichità. La legittimità "giuridica" si fonda - come tutti gli stati del mondo - sul fatto stesso di esistere e di essere riconosciuti come nazione. L'idea di fondare uno stato ebraico non è nata su basi biblico-religiose, ma come risposta alle persecuzioni - tutt'altro che mitologiche - che si sono dimostrate con ogni evidenza endemiche indipendentemente dal grado di assimilazione degli ebrei stessi. Avevano altra scelta, gli ebrei, a parte fondare uno stato, per la loro sopravvivenza non solo collettiva ma come individui? E se non l'avevano (io penso che non l'avessero, e qui inizia e si conclude il mio "sionismo") in quale altro posto avrebbero dovuto fondarlo se non nella terra a loro cara - non importa quanto per motivi storici o mitologici - dove per vicende di cui gli ebrei non sono responsabili non esisteva ne' era esistito uno stato sovrano, terra contesa con un popolo le cui leadership avevano perduto la guerra alleandosi fattivamente con i nazifascisti?

In quale altro caso al mondo sarebbe pensabile mettere in discussione la legittimità di una qualsiasi forma amministrativa in base ad una ricerca storica su fatti avvenuti migliaia di anni prima?

domenica 23 novembre 2008

cose più allegre

Ecco, succede che uno vorrebbe trovare qualcosa da dire sulle italiche vicende, chessò, commentare il comportamento di Villari, le simpatiche trovate di Latorre, vorrebbe dire di quello che pensa del partito che ha sempre votato e sponsorizzato, ma è che poi sorge una strana voglia di cambiare argomento, di parlare di cose più allegre, non so: la vecchiaia, o la morte.

giovedì 20 novembre 2008

la Grande Cotonatrice

In certi fetidi bassifondi di internet che frequento si dice, di taluni personaggi che bazzicano colà, che "cotonano pipponi", ovvero che fioriscono e gonfiano brandelli di sciocchezze fino a farle diventare delle grosse palle cotonate e pompose. Ecco, penso che la regina della "cotonatura" di pipponi sia Susanna Tamaro, guardate dove arriva partendo dalle sue opinioncelle prolife?


"Ricordo il caso di una ragazza che, avendo trovato un insetto in un pacchetto di patatine fritte, ha fatto causa alla ditta produttrice chiedendo i danni biologici per lo spavento provocato, danni che le sono stati peraltro riconosciuti. O casi di genitori che hanno denunciato un medico per un figlio nato con difetto di deambulazione. Ma è davvero questo il senso della nostra vita?"


hat tip:Galatea

venerdì 14 novembre 2008

il miglior presidente è quello che non c'è

Non ho mai pensato che se Obama fosse stato eletto sarebbe sopravvissuto al suo mito: quello che deve fare - superare il crack del sistema evitando che la gente sia alla fame, e operare in tempi rapidi una riconversione energetica - è quasi impossibile e non credo che potrà essere fatto in modo indolore. Si vedrà - col tempo - se l'uomo vale davvero o se è solo un bravo promotore della sua immagine.
Ma che il processo di erosione del mito inizi ancor prima del suo insediamento è cosa che mi lascia esterrefatta. Da Dagospia al Manifesto, a Giulietto Chiesa (ma perchè stupirsi?) - per non parlar del papa - l'è tutto un ciacolare di trilaterale, lobby ebraica, uomo del sistema, marionetta dei potenti, "prodotto Obama"...all'improvviso tutti scoprono finanziamenti di lobbies,
truschini filosionisti...il nuovo presidente insomma poteva essere amato solo se se perdente: d'altronde l'impero del Male non può redimersi, deve essere sconfitto.

signora mia, ci viene meno anche la CIA

ore 6.30 - si accende la radiosveglia sul radiogiornale, e sento nei fumi del sonno che il nostro presidente in Russia ha dichiarato che gli americani hanno "provocato" i russi con i missili in Polonia. Sobbalzo, e poi mi dico che ho capito male.

ore 7.00 - La rassegna stampa di RAI tre ripete la notizia: allora è vero. Siamo ufficialmente schierati con i russi.

resto della giornata - la notizia non viene data nei telegiornali o viene data in tono minore, riportando le dichiarazioni di Berlusconi "volevo dire che...". Come se non fosse successo niente. Ma forse è proprio questo il punto: non è successo niente. Una dichiarazione di Berlusconi è ormai il nulla: neppure su qualche missione segreta CIA si può contare, al giorno d'oggi, signora mia.

venerdì 7 novembre 2008

bello, giovane e abbronzato

A me, più che un motto di spirito, pare una rosicata.

giovedì 6 novembre 2008

se potessi mangiare un'idea

"In Virginia il signor Brown era l'uomo più antirazzista, un giorno sua figlia sposò un uomo di colore: lui disse: "bene", ma non era di buonumore".
Per qualcuno, mi dicono, questo globo giubilante sarebbe "razzista". I bastian contrari, gli snob di professione si sa sempre dove sono perché - quanto i modaioli e i conformisti - nuotano d'ufficio controcorrente. E quando il globo è in festa ovviamente sono sempre un po' incazzati.

Ma che cavolo, si potrà essere "di buon umore", insieme a qualche miliardo di persone giubilanti, in tutto l'orbe terracqueo, dal Kenia all'Inghilterra, senza esser chiamati "razzisti"? Ma che diamine, viviamo in un mondo dove gli abitanti della città giapponese di Obama sono in festa perchè hanno eletto un presidente omonimo: potremmo per una volta al mondo sorridere con una umanità che non è soltanto una fogna, ma è anche un po' buffa, allegra e strana?

Il razzismo è un modello comune, nel nostro mondo. Non ci saranno schiavi o deportati, forse, ma è un modello comunque utile, che di minima toglie di torno dei competitors. Questa gioia è in parte un incantesimo che si scioglie, è un po' una magia che smentisce il "non ce la farà mai a diventare presidente, perchè è nero". E certo che la sfiducia, il sospetto, il pregiudizio infettano anche un po' i nostri cuori, e certo che è anche per questo, che siamo contenti. Siamo contenti perchè balliamo sulle ceneri del nostro ultimo pregiudizio: i democratici non dovevano affatto "essere prudenti", Obama ha vinto.

Poi domani forse finirà anche questo sogno, nel confronto con la realtà ma ieri, e oggi per chi è in ritardo come me... facciamo festa, e balliamo sulle ceneri del negro-icona "che da lì è venuta l'umanità", "l'anello di congiunzione", "il buon selvaggio", quello che "è meglio non candidare perchè tanto non lo votano".
Per questo, e perchè finisce l'era di Bush, brindo con le moltitudini, poi domani si vedrà.

giovedì 30 ottobre 2008

entropia e meteorologia

Io mi ci sono accodata, uscendo dal dentista, al corteo di studenti che usciva da via Bocca di Leone e si infilava in via di Ripetta per raggiungere Piazza del Popolo. Ma sarà che tengo una età, o sarà che in questo periodo la realtà va assumendo sempre più una qualità, una grana tipica dei sogni: dice che gli studenti di destra e di sinistra manifestano insieme, lo so, e che una specie di nano cattivo manda i pulotti a provocare gli uni e gli altri. Dice che va bene così, questa amicizia rossobruna in nome dell'antigelminismo - che pare che l'antifascismo sia superato. Sarà: ma a me mi fa strano vedere questi ragazzotti da stadio, tappati da fasci ma multietnici ma romanacci - bianchi e neri e gialli - che si scalmanano cantando slogan trasversali e bipartisan, tipo "Berlusconi merda" o "Gelmini vaffanculo" sul motivetto "all'armi, all'armi, all'armi siam fascisti" (forse - va detto - purificato dalla sua tetra origine da un riciclaggio in qualche curva: nord, sud, non saprei).
"Ah, questi giovani d'oggi" verrebbe da dire: ma ci siamo proibiti il passatismo in ogni sua forma, e poi ha un suo fascino onirico, appunto, l'entropia.
Comunque, tutti quei credenti che hanno votato berlusconi dovrebbero riflettere sulla meteorologia: tanto al circo massimo che a Piazza del Popolo la manifestazione è stata baciata dal sole, e subito dopo liradiddio.

Piazza del Popolo durante la manifestazione:

Piazza del Popolo subito dopo:
Mi pare un segnale chiarissimo, a me.

più di un milione

dichiarano gli organizzatori, ma per la questura sono cinquecentomila.

lunedì 27 ottobre 2008

i buffi calcoli dei livorosi

Circola la voce, tra i più sprovveduti e/o i più in malafede dei livorosi, che il Circo Massimo contenga 200.000 - 300.000 persone. Rimembranze liceali, o più probabilmente irriflessive ricerche su wikipedia, possono essere la fonte della cifra, tanto esatta quanto maldestramente interpretata.
300.000 persone, certo, erano quelle che si potevano sedere sulle gradinate, ma l'arena restava ovviamente vuota di spettatori per lasciare spazio alle bighe, come i livorosi stessi potrebbero controllare da fonti affidabili.

D'altra parte, le buffe persone che oggi affermano che al Circo Massimo entrerebbero 300.000 persone...

...sono le stesse che alla manifestazione di Berlusconi a S.Giovanni hanno contato i milioni. (la scale delle due immagini ovviamente è la stessa)

Quanto a noi, non saremo stati due milioni e mezzo ma eravamo una caterva di facce che vi guardavano torve nell'attesa di schiaffarvela nel culo. Allora ci potrete contare per benino.

domenica 26 ottobre 2008

avete mai provato

...la bizzarra sensazione di essere in compagnia di due milioni di persone che - insieme a voi - pensano all'unisono: "non è che proprio mi senta felice di essere qui, ma non volevo che la piazza fosse vuota?"

domenica 19 ottobre 2008

coincidenze etimologiche

Ho sempre pensato che tra "etichetta" nel senso di bon ton ed etichetta quella delle bottiglie di vino ci fosse uno stretto legame etimologico.
In effetti c'è, come suggerisce il "Cortelazzo - Zolli":

Sp: etiqueta "cerimoniale che si osserva nelle corti", dal fr.etiquette nel senso originario di "dicitura, cartiglio" con cui s'indicava sulle buste e sui fascicoli il contenuto specifico, specie nell'uso burocratico e giuridico (pratiche, processi, relazioni, liste ecc) (che poi se vai ancora indietro si arriva all'olandese "stikken", attaccare)
Ma oggi per un attimo m'è venuto il dubbio che l'etichetta potesse anche non essere questa specie di "bugiardino" delle buone maniere, questa sintesi formale che descrive e quindi prescrive il comportamento corretto, questo elenco degli ingredienti del galateo, ma che fosse, a tutti gli effetti, una etica piccola.
Strano caso, quello delle coincidenze etimologiche. Nessuno potrebbe avere dei dubbi che "Accordare" nel senso di mettere d'accordo sia sorella gemella di "accordare" nel senso di "intonare in modo armonioso", e invece - provenendo dal cuore (cor cordis) la prima e dalla corda (chorda) la seconda...non sono neppure parenti.

mercoledì 15 ottobre 2008

Vespa e il GIANPIP (ECB)

Stamattina ho provato l'agghiacciante esperienza di ascoltare una intervista a Bruno Vespa in questi tempi bui, fatta da un Giornalista Impegnato a Non Perdere il Posto e Come Biasimarlo. Il giornalista - cercava disperatamente - per salvarsi la faccia e non sputarsi allo specchio - di essere "graffiante".

"Il tuo libro è come un Big Mac"

diceva. E uno si poteva aspettare che da lì potesse sgorgare un qualche abbozzo di critica: ma poi spiegava:

"E' fatto a strati, ci sono tante cose, tante possibili diverse letture, il giornalismo di inchiesta, la critica politica".
Urka, che graffio doloroso.

"Che ne dici, Bruno?"

E lui, vagamente seccato:

"Mah, sì e no"

E il Giornalista Impegnato a Non Perdere il Posto e Come Biasimarlo, dando di gomito alla fidanzata in ascolto:

"Ti vedo seccato, non ti piace il Big Mac?"

"Mi piace moltissimo, ma..."

e giù autoincensamenti.

A un certo punto il povero cristo, visibilmente combattuto tra la paura di fare brutta figura con la sua fidanzata in ascolto e quella di perdere il posto chiede la viscida serpe quale fosse - secondo lui - il suo editore in RAI.

Nessun dubbio, da parte di Vespa, ne' rincrescimento. Una arrogante sincerità.

"Il mio editore? Ma è il Governo, mi sembra ovvio. E' anche il tuo editore"

Farfugliamenti vaghi da parte di Giornalista Impegnato a Non Perdere il Posto e Come Biasimarlo.

Chissà, non avrebbe potuto ricordare che un tempo - quando c'era la famigerata (e quanto rimpianta) lottizzazione, e non c'era la Mediaset al governo, le reti erano "spartite" tra i partiti?

Non avrebbe potuto ricordargli quei tempi felici in cui l'informazione plurale era garantita dalla lottizzazione, dai finanziamenti pubblici ai giornali, dalla separazione tra politica e media privati...

Macchè, non dimentichiamoci che Giornalista Impegnato a Non Perdere il Posto e Come Biasimarlo aveva graffiato Vespa chiamando il suo libro "Big Mac".

Perchè stratificato, eh...attenzione. Che il libro sia cheap l'ha capito solo la sua fidanzata, e come ha riso...

basta un poco di marketing e il razzismo va giù

Questo è un governo subdolo. Ora tentano di istituire le classi differenziali per gli immigrati che non passino l'esame di italiano: naturalmente i pirla cronici, mentre si asciugano le bave, sono già pronti a bersi la versione del governo: quella gente deve imparare l'italiano, poverella, per poter vivere bene nel nostro paese.
Peccato che l'italiano - in una classe di rumeni, marocchini, albanesi, cinesi e filippini e una prof stanca e giustamente inferocita - si impara come noi tutti abbiamo imparato l'inglese a scuola, ovvero non si impara mai, mentre in una classe di italiani bastano due mesi.
No, ma che dico. Un ragazzino la lingua la impara in un mese - se è circondato da compagni che la parlano - due sono troppi: chiunque abbia figli ha potuto verificare che i compagni figli di immigrati nel giro di nulla erano in grado di fare gli interpreti ai genitori.
E naturalmente - siccome il nostro governo è composto da bugiardi e manipolatori di professione, racconta che è un sistema per migliorare l'integrazione. Invece iniziare un ciclo in una classe differenziale implica finire, il ciclo in una classe differenziale. Non imparando l'italiano, e - di conseguenza - non imparando neppure le materie che vengono insegnate, ci si ritroverà di fronte al nuovo ciclo enormemente indietro, rispetto ai coetanei italiani.
Questo è semplicemente un modo per tenere gli immigrati "al posto loro" allontanandoli dall'integrazione.
Naturalmente non stupisce, come fa notare il mio amico Eugenio, che gli attivisti dell'antimondialismo arrivino alle stesse identiche conclusioni, a destra come a sinistra.

Erano tempi belli, quelli della correttezza politica, dove bisognava cercare di non offendere l'altro anche se ti stava antipatico. Oggi è trendy il culto identitario, e benvenuti all'inferno.

martedì 14 ottobre 2008

bullismo


Prossimamente, per la serie "bulli", Mussolini, Pinochet, Francisco Franco, Goebbels...

lunedì 13 ottobre 2008

il fascino discreto dell'austerità

Chissà se questa invenzione - credo mai sperimentata - è già superata: geniale sussidio di un consumismo oramai al tramonto! Avremo mai abbastanza pile usate da mandare avanti lampioni a led, o dovremo farci bastare la luna, che farà poca luce ma consuma quasi niente?

sabato 11 ottobre 2008

sorpresa!


Da Dailyhaha

venerdì 10 ottobre 2008

spelling

(mi è arrivata via mail, pare sia un fatto vero, accaduto a un call center Tiscali)

CLIENTE:
"Scusi dovrei mandarvi una lettera, mi dice l'indirizzo?"
OPERATORE CALL CENTER:
"Tiscali Italia SPA, strada statale 195, chilometro
2300, Località Sailletta, Cagliari"
CLIENTE:
"scusi, come si scrive 'Sailletta'?"
OPERATORE:
Le faccio lo spelling.

giovedì 9 ottobre 2008

voci che fanno pulizia

La buona fede è contagiosa. Questo ragazzo racconta la Palestina - dove è stato e tornerà come volontario - senza idee preconcette, pregiudizi, e odio antisraeliano.
E l'effetto di una voce "pulita" pulisce i pregiudizi altrui, per simpatia: ad esempio i miei. E' con un certo stupore, infatti, che prendo atto del fatto che questi bambini non sono armati di kalashnikov, non hanno sguardi cupi, ne' cinture di esplosivi giocattolo: non sono bandiere, vessilli, simboli, sono bambini.
Una masnada di bambini allegri, vitali, che ci ricordano quello che si tenta in ogni modo e da più parti di farci dimenticare, ovvero che i modi di declinare l'umanità sono molteplici ma l'umanità è una sola.

domenica 5 ottobre 2008

amatevi con filosofia

Mettere a posto cassetti riserva più di una sorpresa:
Quella che segue è una lettera di felicitazioni di un professore di filosofia di Liceo ad un suo ex allievo appena sposato. L'ex allievo era mio padre, il prof - ultra amato - era Turin, e l'anno il 1960.

Caro A., La posta, col solito ritardo agreste, getta soltanto oggi sul mio tavolo - per chiamar così il letto tutto disfatto ed ingombro di carte, libri e giornali - la sua partecipazione. Finalmente una buona notizia a consolarci del tempo, gli uomini e gli eventi paterini! Non si aspetti da me delle parole ben rigirate. Il matrimonio è cosa troppo seria da meritare la solita invoglia di rettorica. Io le auguro di poter ritrovar sempre nella sua sposa di oggi la compagna di tutti i giorni, l' "amico con le anche" - secondo la formula di Baudelaire - anche dopo sbolliti gli ardori (e Dio solo sa se li invidio!) dell'amore- passione. Auguro, insomma, ad entrambi di mentire il meno possibile quando la legge o l'altare (spero - naturalmente - che sia stata la legge) vi costringono a giurarvi una fedeltà perenne. Studiatevi piuttosto di coltivare e fedeltà e perennità quanto più tempestivamente potete. V'è una zona di noi stessi che, come l'empireo dei poeti sempre sereno, è senza menzogne, e quindi inalterabile a tutte le vicende del mondo. Qui soltanto è dato ricongiungersi per non più separarsi. Ma non cedete soverchiamente all'illusione. Il paragone regge fino in fondo. Le parallele sembrano riunirsi tanto più quanto più ciascuna mantiene fino all'estremo la propria dirittura distinta dall'altra. Tutta qui la predica - ancora e sempre dialettica - del filosofo. Il vostro destino più vero e più profondo (via, diciamolo fuor dai denti: la vostra felicità) sta solo in ciascuno di voi separatamente preso, e l'aver accanto un caro compagno di strada non può giovare ad altro che a dare un'eco rassicuratrice alla vostra voce; non può nulla per irrobustirla. Il destino non può essere cosa comune. Esso si consuma nell'arcano di un nostro essere così peculiarmente individuo, che resta forse segreto a noi medesimi. Perciò, lungi dal dispensarvene, vi mette innanzi un più impellente dovere di forgiarvelo quale migliore lo desiderate, l'uno e l'altra. HAUGG! HO DETTO! Ed ho detto anche troppo, al solito, contro i miei bei propositi. Forse semplicemente per mascherare la mia emozione. Ecco qua un altro mio ex-alunno entrare a bandiere spiegate nella vita. Io non posso non guardare con gioia balenare i colori dei due fiammanti vessilli, inchinantisi, l'uno verso l'altro. Ma al primo lieve ondeggiare dei drappi, non so perchè, mi sento stringersi il cuore. Beati i nostri vecchi che tutto questo confuso di sentimenti potevano esprimere semplicemente col rituale: "Che Dio vi benedica e vi guardi, cari ragazzi!" Una vecchia formula biblica con la quale vi abbraccia affettuosamente il vostro ancor più vecchio

giovedì 2 ottobre 2008

morte per cibo

Lei si chiama Daniela Edburg, è un'artista brava e ironica, anche se forse è stata un po' troppo a dieta. Una raffica di citazioni "mortifere", da Jean Louis David a Hitchock, per uccidere le sue modelle con il cibo.
Qua sotto: "morte per zucchero filato". Qui si possono vedere altre opere dell'artista.

mercoledì 1 ottobre 2008

la memoria degli italiani


Per quelli che "se non fosse stato per le leggi razziali il fascismo era mica male" un documentario acquistato dalla RAI e mai mandato in onda [hat tip: blues , via Dacia Valent].
Gli "italiani" non sono una entità più di quanto non siano i neri, gli ebrei, i cinesi: non hanno colpe ereditate o genetiche, ma è impossibile non rilevare che in nome dell' "italianità" oggi non c'è un giorno in cui un negro non venga pestato, o uno zingaro a cui non vengano attribuite turpitudini medioevali di ogni sorta, e mentre in Germania i tedeschi si sono levati la pelle, per analizzare e processare e capire e digerire quello che era successo di spaventoso in casa loro, in Abruzzo si fa serenamente - e non da oggi - la barba alla foresta per mantenere vivo un passato che si vuole far passare come sereno, produttivo e idilliaco.
(la foto è mia, uno shock già di qualche anno fa, eh).

E poi c'è chi dice che gli italiani non hanno memoria.

sabato 27 settembre 2008

mitridatizzazione delle coscienze

In "Viva Zapatero" della Guzzanti mi aveva colpito Furio Colombo che raccontava come il fascismo si fosse insinuato lentamente, mitridatizzando le coscienze giorno dopo giorno.
Ma se - chessò - anche solo dieci anni fa un sindaco di una città italiana avesse proibito ai Comboniani di portare in piazza le bandiere della pace, motivando il divieto con l'argomento che sono "troppo di sinistra" che cosa sarebbe successo?

giovedì 25 settembre 2008

i pattini e l'iperuranio

Mi sorprende l'evoluzione tecnologica degli oggetti semplici. Prendiamo i pattini. Ero convinta che quella forma, con le quattro ruote su due diversi piani, dovesse essere quella definitiva, e mi ha stupito moltissimo vederla soppiantare dai pattini a ruote su un unico piano: all'inizio pensavo fosse una bizzarria momentanea, poi pensavo che le due forme avrebbero convissuto, invece non è così, da Bruegel ad oggi i pattini continuano il loro incessante cammino verso una forma ideale e perfetta, che non c'è, perchè ogni perfezionamento è una tappa.
E questa sorpresa è davvero forte quando si tratta di innovazioni banali operate su oggetti quotidiani: la ruota e la bisaccia sono tra le più primitive forme di tecnologia, eppure ci sono voluti secoli per mettere le ruote alle valige, e pare che ora la valigia diventi una ruota.

lunedì 22 settembre 2008

i ricordi paletto

Pare - leggo su Psicocafè - che si conservino ricordi più vividi del periodo della vita che va dai quindici ai venticinque anni. Tre le ipotesi: la prima è che il cervello sia in quell'epoca al massimo della sua efficienza, la seconda che le esperienze in quel periodo siano particolarmente dense di "prime volte", la terza che quel periodo venga ricordato perchè fonda la nostra identità. Non so se la prima ipotesi sia vera, ma la seconda e la terza per la mia esperienza lo sono senz'altro. Io ricordo bene il periodo tra i quindici e i venticinque anni, in effetti, ma anche il periodo in cui è nato mio figlio - e avevo trent'anni - perchè era una "prima volta" importante e perchè ha cambiato la mia identità. Inoltre, ad esempio, ogni trasloco serve da "paletto temporale", e attorno al ricordo di quel cambiamento, vivido, riescono ad "aggrapparsi" anche altri ricordi parassiti.
A questo proposito, a favore della prima ipotesi ci sarebbe, secondo alcuni studiosi, il fatto che gli stessi eventi storici, estranei cioè alla vita privata, sarebbero fissati meglio in quel periodo della prima giovinezza.
Non sono sicura, però, che questo sia necessariamente una conferma della prima ipotesi: ad esempio ricordo molto bene il giorno del rapimento di Moro, e avevo diciassette anni. Ero a scuola, e la notizia ci venne data dal più fesso della classe: nessuno di noi ci credette. Ma ricordo anche molto bene la prima guerra del Golfo. Avevo appena partorito, e quella guerra - in un momento in cui ero fragile - mi faceva preoccupare, e sentire in pericolo.
In quel caso l'evento storico nella mia memoria si era "aggrappato" ad un ricordo personale particolare. Laddove invece penetra una routine, più facilmente di disperde e si rarefà.

per un compleanno in economia


Ecocompatibilità per una splendida festa di compleanno in economia, come da suggerimento nel commenti al post di quel buontempone di maus.

domenica 21 settembre 2008

fascisti al governo

E gli è che a Colonia erano talmente fascisti che Le Pen ha declinato l'invito.
Non Borghezio, però, e con la benedizione di Berlusconi.

Vignetta di Gianfalco.

sabato 20 settembre 2008

burn after reading

Il film dei Fratelli Cohen, l'ultimo. La CIA in mano a burocrati coglioni, tutti i personaggi danno il loro contributo ad una narrazione perfettamente "costruita" solo attraverso il fattori caso e il fattore stupidità: nessun personaggio agisce in base al quoziente minimo di razionalità che consentirebbe la sopravvivenza, ognuno fa il peggio che potrebbe fare, per se' e per gli altri: nessuna ambizione, nessun obiettivo di carriera , nessuna meta, nessuna prospettiva: unico motore dei personaggi un po'tardoncelli, il luogo comune: la fitness, il "rifarsi una vita", il "reinventarsi", luoghi comuni che muovono i personaggi fino alla alla catastrofe senza motivo. Con una CIA post guerra fredda che non ha più sistemi di riferimento che non siano obsoleti: gusci vuoti e senza contenuto. Io mi sono divertita? Sì, forse, ma anche no: più che altro vien da chiedermi, nell'arco della mia vita solo il declino, o anche la risalita?

giovedì 18 settembre 2008

stranezze

Come mai, mi chiedo, sono ancora qui e non in libreria a comprarlo?

mercoledì 17 settembre 2008

down under web meteo

Domanda: come fa una webaddict a sapere che è arrivato l'autunno?


Risposta: Osserva sulla webcam antartica su i-google le giornate che si allungano!

martedì 16 settembre 2008

peoci on the web






fregata a zarabeth

il papa e le unioni civili

Il Papa ha detto che bisogna opporsi con fermezza alle leggi che favoriscono le unioni civili per difendere Matrimonio come Sacramento.
Ora, avrei davvero bisogno dell'aiuto di qualche cattolico.
Premesso che il matrimonio civile è a tutti gli effetti una forma di unione civile, il Papa ha per caso intenzione di opporvisi?
Se no, ritiene che il matrimonio civile sia un "sacramento"? Premesso che il mestiere del Papa è quello di far fare al suo gregge le cose che ritiene più corrette sotto il profilo religioso, lui ovviamente vuole estendere questa sua facoltà anche a chi religioso non è, quando parla di "opporsi alle leggi". Conta di opporsi anche alle leggi correnti, come il divorzio? O solo a quelle che potrebbero entrare in vigore?


domenica 14 settembre 2008

quizzettone web: caccia all'infiltrato


Per gli ignari, nessun riassunto: leggetevi Haramlik, Kelebek, Campo Antimperialista.

sabato 13 settembre 2008

problema risolto: allucinazioni da Alzheimer

Mi pento e mi pungo, del mio scivolone nostalgico del post precedente, applaudito dagli amici passatisti e sbeffeggiato amichevolmente da quelli progressisti.
E mi pento perché in un momento di lucidità ho capito: la mia percezione, che distorce la realtà fino a farla diventare incomprensibile e grottesca, deve essere condizionata da allucinazioni psicotiche. Temo si tratti di un Alzheimer precoce.

venerdì 12 settembre 2008

ai miei tempi era meglio

Rileggendomi qua e là scopro con raccapriccio emergere da quache riga - mio malgrado - il ripetitivo e vetusto concetto, sciorinato da ogni generazione a partire dagli ominidi del miocene: "ai miei tempi era meglio".
Avevo promesso, giurato a me stessa di non farlo mai, di essere sempre consapevole del fatto che quando mi scotterò sotto al sole senza protezioni non sarà per il buco nell'ozono ma perchè la mia pelle è panata, se la musica ad alto volume mi bombarderà le gonadi non saranno i giovani maleducati ma le mie orecchie gnecche nonchè il mio sistema nervoso esausto, quando la classe politica e la società civile mi faranno orrore non saranno i...seh, vabbeh, fanculo alle promesse di gioventù, ai miei tempi era meglio.
E porca puttana.

giovedì 11 settembre 2008

tollera il prossimo tuo, se ci riesci

Ho sempre nutrito un certo scetticismo per l'imperativo cristiano di "amare il prossimo".
Una più terrena tolleranza mi parrebbe già un successo meraviglioso, ma forse è perchè - non possedendo immobili - non ho mai partecipato a una riunione di condominio, altrimenti anche quella mi parrebbe utopia.
L'altissimo standard etico richiesto al cattolico è davvero impossibile, a mio avviso, tranne che per pochissime illuminate eccezioni, perchè non richiede una norma di comportamento ma un sentimento, e - come è ben noto - al cuor non si comanda.
E' così che le società che pretendono di fondarsi sull'etica cattolica sono costrette o all'ipocrisia o alla "distrazione" dei sedicenti fedeli dal proprio defatigante dovere religioso. E' da un po' che sospetto che l'enfasi ossessiva posta sulla "famiglia" da parte dei politici cattolici sia una forma di copertura dell'assoluto maniacale autismo che caratterizza ogni giorno di più le nostre relazioni sociali. Al di là di un peloso appello alla solidarietà, che si risolve con la monetina dell'obolo, esiste sempre meno la collettività e la cittadinanza, mentre la "famiglia", il luogo cioè dove si coltivano i propri memi e i propri geni, la fa da padrona.
E' per questo che questo prete, idealista e sincero, e assai scoraggiato, mi ha fatto molta molta simpatia.

mercoledì 10 settembre 2008

la rete è piena di maddalenette

Navigando qua e là capita di incontrare il proprio passato: nella rete c'è tutto.

Io volevo i formaggini MIO, che avevano dei personaggetti di plastica trapuntata un po' adesiva con un buonissimo odore di colla (avevo tre o quattro anni, più o meno l'età in cui iniziano i meninos de Rio) mentre mia madre - ma forse la colorita ipotesi era partita da mia nonna - sosteneva che i MIO erano fatti con...i manici degli ombrelli.

E così mangiavo i Dofo Crem, parenti stretti del Philadelphia, buonissimi quindi, ma che mi costringevano a collezionare soldatini in metallo con il colbacco. E niente odore di colla.

martedì 9 settembre 2008

sorelle crudeli

lunedì 8 settembre 2008

una delicato sistema per farsi una manicata

Grazie a questo bell'articolo di Psicocafè ho finalmente capito che senso ha Facebook.
Proverò ad usarlo come si deve, resto però una facebooker noiosa, perchè di solito o lavoro o cazzeggio: dubito che il mondo abbia grande interesse ad essere aggiornato.

venerdì 5 settembre 2008

un futuro nero come il petrolio

Sono in tanti a teorizzarlo, tra gli antisistema e non: tra Barak Obama e Mc Cain non ci sarà, in politica estera, differenza di sorta.
Premesso che le promesse in campagna elettorale sono - da una parte e dall'altra - da prendere con le pinze - e che nessuno di noi ha la sfera di cristallo - sono convinta che tra i molti punti di divergenza tra i due candidati ce ne sia uno che più degli altri ci riguarda, che riguarda il futuro del mondo in modo impressionante, ed è la politica energetica.
Il progetto di trivellare i parchi naturali dell'Alaska, cavalcato da Mc Cain, è inquietante a mio avviso non solo per le fondamentali preoccupazioni riguardo all'ecosistema, ma perchè indica la precisa volontà - confermata dalla scelta della vicepremier, ex governatrice dell'Alaska e con qualche interesse nel campo - di non intervenire con nessuna innovazione strutturale nella politica energetica - e conseguentemente anche nella politica internazionale.
Come l'amministrazione precedente, questa sembra avere radicati interessi personali nel petrolio: fonda la sua campagna elettorale sulla paura del terrorismo, su una promessa impossibile di autarchia energetica e su una forte immagine identitaria, atta - e ti pareva - a verniciare di "cultura" lo scontro di civiltà: Sarah Palin è un condensato di tutto ciò. La mamma americana pro-life - con cinque figli, di cui l'ultimo così piccolo e sfortunato da essere già una bandiera - che farnetica di costruire oleodotti per conto di Dio.
Per contro Barack offre qualcosa che (tolta la quota di sogno, probabilmente in dieci anni è impossibile farlo) è un impegno serio e irrinunciabile. Affrancarsi dal petrolio, e investire in tecnologia sulle fonti energetiche alternative - dal solare al nucleare.
Ora, si dà il caso che il petrolio dell'Alaska sia una risorsa proprietaria e finita, mentre la tecnologia è una risorsa universale e non consumabile: circola, è a disposizione di tutti.
Una politica fondata sul petrolio renderà inevitabilmente gli USA più unilaterali, guerreschi ed autarchici, impegnati a difendere i loro interessi e il loro merdosissimo fondamentalismo autoctono, rimandando semplicemente il problema - comunque inevitabile - della riconversione energetica ad un futuro lontano, mentre l'investimento in innovazione tecnologica - in qualsiasi forma e misura si riesca a realizzare - non sarà di giovamento solo agli Stati Uniti ma anche a quei paesi - come ad esempio il nostro - che investono poco o nulla in ricerca e tecnologia, e che possono sperare solo in un traino esterno.

Postato su it.politica.internazionale

quel'ammaccato strumento del libero arbitrio

Opinione di molti è che la democrazia "non serva a nulla".

Questa teoria è naturalmente sostenuta dai radicali antisistema. Loro votano per l'apocalisse e la redenzione dell'umanità dal capitalismo/consumismo, che vedono come male assoluto, e chiunque non gliela garantisca è parte di un magma indistinto, tutto uguale. Coerentemente debbono sperare che vinca il peggiore, perchè è lui che avvicinerà l'inevitabile catarsi purificatrice.

Questa teoria, fondata su altri presupposti, non è però appannaggio esclusivo di coloro i quali stanno trepida e sadica attesa di quell'apocalisse che - certamente - farebbe morire di fame, guerra e malattie non solo i loro ma anche i miei, pupi, ma anche di menti lucide e non devastate dall'odio di se'.

Qualcuno ad esempio sostiene l'inevitabilità della storia. La storia avrebbe delle tappe obbligate e inevitabili, degli appuntamenti fatali per evitare i quali non esisterebbe misura possibile.

La facoltà di decidere i propri leader sarebbe dunque una specie di illusorio libero arbitrio, un sogno in cui pascersi mentre il fiume degli avvenimenti incalza da solo, e nostro malgrado.

E' una teoria interessante, filosofi e neuroscienziati hanno fondati dubbi che esista, il libero arbitrio. Io personalmente però mi comporto come se esistesse, perché è solo ed esclusivamente la fiducia che esista mi muove a pagare le bollette, smettere di fumare, telefonare all'amico depresso, portare a casa la pagnotta, e votare Rutelli anche se lecca il culo ai preti.

La democrazia funzionerà solo se chi ha facoltà di utilizzare questo strumento è convinto che possa funzionare, e se vince il duo Palin Mc Cain siamo - a mio modesto parere - definitivamente fottuti.

giovedì 4 settembre 2008

niente reni ai bizzochi

L'osservatore Romano mette in discussione la morte cerebrale, e con questa i trapianti.

Identificare una persona con le sole attività cerebrali - dicono - va contro la dottrina cattolica.

Io sono "relativamente" relativista: ci sono dei limiti ovviamente, ma se l'escarificazione è fondamentale per un animista, la circoncisione per gli ebrei o rinunciare a donare organi per essere tenuti in vita quando si è in morte cerebrale è fondamentale per un cattolico, non ho problemi.

Credo però che un minimo di coerenza sia la base per la convivenza civile. Se qualcuno, per la sua particolare superstizione, non considera "morte" l'annientamento delle funzioni cerebrali (e pretende che il suo corpo sia tenuto in vita dal Sistema Sanitario Nazionale) allora deve conseguentemente essere considerato fuori dalla possibilità di ottenere un trapianto in caso di bisogno. Chi è disposto a donare, può ricevere.
Semplice, lineare, coerente, e molto etico.

mercoledì 3 settembre 2008

la percezione dell'insicurezza

E' proprio vero, la percezione dell'insicurezza è aumentata.
Si provi infatti ad andare, dotati di tappetino e cintura, a fare yoga in un parco romano, magari sfoggiando un rutilante incarnato magrebino, dovuto a geni sefarditi più piscina estiva. Nel giro di niente il sereno happening verrà trasformato in una rumba di paranoia. Che il fruscio alle spalle sia un vigile pronto a mettere la multa per riposo abusivo su pubblico suolo? Che il palestrato col pitbull - inosospettito dalla tua carnagione scura - stia meditando di battersi per la giusta riappropriazione del suo spazio etnico? Che le suorine appena uscite dalla cappella, preoccupate dalle esotiche posizioni della ginnastica filosofica orientale - stiano avanzando verso di te, armate di crocifisso, per riavvicinarti alla cultura della nostra civiltà?

Le nostre città, e purtroppo non solo quelle governate da ex-picchiatori fascisti, stanno diventando luoghi tristi e pericolosi, sempre più insicuri. Nella percezione e purtroppo anche nella realtà.

lunedì 18 agosto 2008

vacanze romane



domenica 17 agosto 2008

cinese uccide neonato

Donna uccide neonato? Donna uccide cinese? Donna cinese uccide neonato cinese?
Macchè.
Cinese uccide neonato. (cinese, eh)

sabato 16 agosto 2008

sì, badrone, io no mangia surgelati

Secondo Martinez gli immigrati non dovrebbero (unica eccezione, in mezzo a cani, bambini, donne, impiegati, liberi professionisti, sportivi, pigri, muscolosi, gay, brutti, studenti e chi più ne ha più ne metta) diventare oggetto di attenzione della gente che si occupa professionalmente di VENDERE COSE.
Ora, posso capire che qualcuno aspiri ad un mondo dove venga abolita la moneta, il commercio, il marketing (seppure sarebbe interessante capire cosa ci metterebbe al posto - naturalmente - perchè l'esperimento finora è stato fatto solo da un certo Pol Pot, e non risulta sia stata la migliore manifestazione in cui si è prodotto il genere umano).
Dicevo, passi che si voglia Polpottizzare il mondo, ma con quale ragione razionale si può desiderare che lo straniero venga escluso dalla giostra, in attesa della Luminosa Cambogia? Per quale motivo al mondo chi vende a tutti non dovrebbe includere gli immigrati tra i possibili clienti e dovrebbe anzi astenersi dall'allettarli?
Se una minoranza entra nella giostra macinatutto della pubblicità e del marketing, vuol dire ne' più ne' meno che quella minoranza è vista via via con minore sospetto e con orrore dalla società intera.
La pubblicità riflette, e al tempo stesso condiziona culturalmente: non ti imbarazza - Martinez - ritrovarti in compagnia di chi vuole solo attori ariani nella pubblicità?

il terrore corre sulla spiaggia

Il titolo è questo: "violenta la figlia di otto anni in spiaggia".
Ora - a parte il fatto di essere nudi, che si chiama "nudismo" e non ha niente a che fare con lo stupro - quello che è successo sulla spiaggia così come viene raccontato da chi ha assistito, è assolutamente routine. Sistemi i bambini al mare, suggerisci alla piccola di giocare col secchiello, dai una carezza a tua figlia: tutto questo assomiglia a uno stupro come un ciuccio può ricordare un sex toy.
L'uomo è stato linciato e arrestato, però.
A me ricorda moltissimo la famigerata zingara che qualche mese fa avrebbe tentato di "rubare" un figliolo sulla spiaggia: naturalmente non si può escludere che ci sia qualche mentecatto deficiente che si mette a molestare le figlie in pubblico, o a rapire pupi ficcandoli sotto la gonna, ma lo trovo altamente improbabile: tendo a pensare che le campagne di terrore abbiano fatto una nuova vittima.
Pronta a ricredermi, naturalmente.

giovedì 14 agosto 2008

i tabloid sono un dono di darwin

Il mio amico Gillipixel è inguaribilmente passatista (etadellorista come dice lui). Io - quando tutta la stampa italiana fu tabloizzata, imitando "La Repubblica" - accesi un cero a Darwin (sì, proprio a lui, e non è un caso: evidentemente anche gli oggetti seguono inevitabilmente e per fortuna le leggi della selezione naturale) : per leggere quelle sleppe di carta da parati al piombo avevo bisogno addirittura di sdraiarmi sul pavimento, e l'alternativa era accendere la radio . Lui - invece - li rimpiange, i dinosauri.

lunedì 11 agosto 2008

fruttivendoli farmacisti

Stamattina a radio 3 il giornalista e gli ascoltatori commentano aspramente l'abuso delle medicine "naturali" in una presunta contrapposizione con la medicina scientifica. La notizia che dà la stura alla livorosa litania (che ovviamente non risparmia i cinesi e i loro massaggi sulle spiagge) è che la papaja e gli agrumi potrebbero creare effetti indesiderati se associati ad alcuni farmaci: presumo che per questi campioni del pensiero razionale sia compito di chi vende la papaya o le arance, associare un bugiardino con le controindicazioni e gli effetti collaterali.

venerdì 8 agosto 2008

perle complottiste contro wikipedia

"Perle complottiste" versus Wikipedia.
A quanto pare le voci riguardo all "11 settembre" su Wikipedia erano presidiata da complottisti vari: "Perle" ha dato un pungolo pigliandoli per il culo, si è creata un'area di attenzione, e le voci mano mano sono state corrette; i Wikipedisti però paiono piccati, e difendono le regole dell'enciclopedia collettiva.
Io non so cosa pensare, di quelle regole: la "creatura" che generano è sicuramente poco attendibile scientificamente, in compenso è sociologicamente interessante, soprattutto se (come in questo caso) è monitorata e pungolata dalla rete.
Basta che sia chiaro che Wikipedia non è una fonte attendibile, ma un esperimento.

giovedì 7 agosto 2008

l'opinione di ferrara: un confuso incubo

Psalvus mi segnala l'articolo di Ferrara sul Foglio, a proposito di testamento biologico e simili. Secondo lui, a non essere pavloviani ci sarebbe da dargli ragione, io invece sono affascinata e desiderosa di capire: a me l'articolo pare un confuso incubo. Oppure a me mancano i recettori per capirlo e allora qualcuno mi aiuti, perdio. Intanto lo copincollo e lo commento.

Solo un sofista come Pannella, drogato della propria urina come l’eroe di Ulisse s’inebriava del rognone di castrato, può assimilare la supplica di Wojtyla morente al testamento biologico. La preghiera di passare da una vita a un’altra, e di tornare alla casa del padre trasmigrando da un mistero in un altro mistero, così come di lì si era nel mistero venuti, e tutto questo perché sia fatta la sua volontà, non la tua, è palesemente il contrario del capriccioso potere legale di negare la vita, rinunciare alla vita, in nome del fatto che si presume di possederla.


Dunque, se capisco bene, Ferrara qui sta dicendo che il discrimine tra Wojtyla e Welby è che Wojtyla crede sicuramente nella vita ultraterrena, e implora di andarsene perchè è lì che è chiamato ad andare, mentre Welby, o la Eluana che aveva espresso la volontà di non vivere in quelle condizioni - sarebbero presuntuosi miscredenti. Secondo questa logica dunque la morte pietosa potrebbe essere concessa, purchè si sia convinti che è il Signore a toglierla.

A forza di occultare la verità non restano che interpretazioni relativistiche sempre più simili a corbellerie o a false analogie o a squinternati sillogismi. Bisognava negare a Giovanni Paolo II la sepoltura in chiesa, e darla a Welby.


A chi dare la sepoltura è faccenda che spetta ai preti: forse a Welby non andava concessa perchè Welby si sentiva proprietario della sua vita, mentre Wojtyla voleva rimetterla nelle mani di Dio. Provvederanno quei cattolici che vogliono essere liberati della loro agonia a mentire sulle motivazioni o a modellarle secondo ciò che è accettabile per la loro comunità religiosa, pur di avere il funerale in chiesa. Ma a noi che cosa importa, che cosa cambia, che cosa interessa?

Mentre impazzisce come la maionese la sofistica carità modernista che ti vuole morto perché sei tu a volerlo, morto perché libero e libero perché morto, sta nascendo, anzi è nata, una nuova incresciosa polemica nel mondo che liberamente ruota intorno alla chiesa.

La polemica che segue non mi è chiara, e non ho capito perchè sarebbe "incresciosa", ne' perchè dovrebbe intressarci.

Con molta onestà, un gruppo di seniores della società civile cattolica, guidato da un uomo del cardinal Ruini, Domenico Delle Foglie, ha comunicato che è venuto il momento di discutere della possibilità di una legge di testamento biologico o, per essere più precisi, sul cosiddetto ciclo di fine vita. Il leader del pensiero bioetico dell’Università Cattolica di Milano, Adriano Pessina, non è d’accordo, lo ha detto chiaramente e si è dimesso onestamente da quell’associazione civile nella quale aveva combattuto buone battaglie.

Okay, una querelle teologica. Altrove si discute se è kasher il colorante E 313, o se è halal smaltarsi le unghie. Continuo a chiedermi perchè dovrebbero interessarmi questioni di gente che crede in superstizioni a cui io sono estranea.

Sentivo che c’era qualcosa di insidioso nell’aria. Mi ero premurato di dare il mio solitario e paradossale avviso contro il legalismo e il dettaglismo: l’unica legge di cui c’è bisogno in questo conflitto tra carità e diritto è una legge che vieti di dare la morte clinico-giuridica a chiunque possa ricevere, in qualunque condizione egli sia, cure e assistenza pietose. La mia opinione laica e devota è che nel rapporto privato tra una persona e un medico, tra familiari e amici, nella relazione speciale con una suora o un prete, insomma in un rapporto di cura e carità, tutto può succedere, anche la preghiera di essere aiutati in certe circostanze a passare un confine ha diritto di essere ascoltata senza ipocrisie. Non in nome di una idolatrica dignità del morire, bensì della pietà che sempre e da sempre supera ogni legge.

Questa è assolutamente straordinaria. Dunque il punto è che - secondo Ferrara - esisterebbe un limbo, che attraversa il confine tra la vita e la morte, in cui a decidere dovrebbe essere non la legge, ma una non meglio identificata assemblea di "cari" e di tecnici. E i limiti di questo limbo in cui non sarebbe più valida ne' la legge ne' la volontà del paziente, sarebbero ovviamente sfumati. Se la nonnetta è provvisoriamente sotto respirazione assistita, e magari ha la prospettiva di sopravvivere con il sacco da colostomia, forse i pietosi parenti saranno sopraffatti dalla compassione e decideranno nel silenzio raccolto della spoglia stanzetta di staccare la spina. Forse che la legge può intervenire in faccende di cuore e carità? Sarebbe "legalismo" e "dettaglismo" entrare nel merito del cuore pulsante dei cari che circondano l'agonico, vero Ferrara?

Nell’esemplarità culturale e nella rigidità del diritto positivo, invece, deve essere rigorosamente esclusa la possibilità di autorizzare una qualunque autorità, paterna o statale o sacerdotale o scientifica o giurisdizionale, a stabilire i criteri di dignità del vivere. Finché qualcuno ti ama e si prende cura di te nessuno alzerà la sua mano sul tuo corpo e sul tuo spirito.


Ecco. Quindi, uno per morire deve essere credente, e senza amici. Tutti gli altri devono agonizzare a vita. Oppure?

domenica 3 agosto 2008

riflessioni teologiche

Dio crea la respirazione, la cessazione della medesima, il respiratore. Dio crea l'alimentazione, l'impossibilità ad alimentarsi, la fleboclisi. Dio crea il dolore e crea gli antidolorifici, ma niente terapie del dolore: chissà mai un malato terminale si portasse in paradiso una dipendenza da oppiacei: ad ogni buon conto la dipendenza e l'oppio sono fuori dal creato. Per lo meno in Italia, per via del Raggio Energetico Vaticano.
Dio crea la riproduzione, la sterilità e la provetta, ma è scritto: "tu non coltiverai ovuli in eccedenza come fossero viole del pensiero, ma li limiterai nel numero di tre".
Si tratta del libero arbitrio, che è sì una creatura di Dio ma però va proibito, perchè anche la proibizione del libero arbitrio è - a tutti gli effetti - una creatura di Dio.
Dio crea la legge, il libero arbitrio, e la proibizione ad applicarlo. Dunque la proibizione ad applicare il libero arbitrio, il dolore, i respiratori e le fleboclisi fanno parte del creato mentre gli ovuli in eccedenza e gli oppiacei sono distorsioni tecnologiche frutto del senso d'onnipotenza dell'uomo, che vuole esercitare il libero arbitrio il quale però deve essere a lui inibito, in nome del Dio che l'ha prima concesso ma poi vietato, sicuramente per quel che concerne gli oppiacei e altre cose, come per esempio il preservativo. Perché Dio crea l'AIDS, ma però anche la castità. Non bisogna mai dimenticarlo: dimenticarsi della castità è una cosa che da un punto di vista delle categorie sta insieme agli ovuli in eccedenza e agli oppiacei: tecniche create dalla presunzione umana.

domenica 20 luglio 2008

quel sant'uomo

Già, c'è chi vuole farlo santo.

venerdì 18 luglio 2008

talled style

Che stessimo diventando fascionabol?

giovedì 17 luglio 2008

uno scambio senza senso

Per chi non ricordasse, per questo era stato condannato l'assassino che è stato liberato dagli israeliani in cambio di due cadaveri.
Anche a me, come ad MMAX, sfugge il senso dello scambio: è un enorme successo di immagine per Hezbollah e analoghi morti viventi, e una ferita per chiunque abbia ancora un residuo di umanità.

martedì 15 luglio 2008

le donne non si toccano nemmeno con un fiore

I pettegolezzi e le irrisioni all'indirizzo della ministra Carfagna hanno provocato indignazione soprattutto a sinistra - a nome di un femminismo un po' curioso, fondato sullo slogan "una donna non si tocca nemmeno con un fiore" - e strani, molto strani paragoni. Ha senso paragonare la Mara con Rutelli, come ha fatto Uriel (si mormora che sia stato l'amante di Pannella) o con Nilde Iotti, come fa oggi Dacia Valent?
Io credo che il punto interessante non sia il affatto sesso, ma la chiarezza intorno ai criteri con cui si investono di prestigiosi e ben pagati incarichi pubblici. Se questi criteri appaiono poco trasparenti, ed emerge una possibile relazione tra l'assunzione di una carica istituzionale di prestigio e il favore che il beneficiario di tale carica ha elargito proprio a chi aveva il potere di investitura, non vedo perchè il cittadino dovrebbe venirne conoscenza sì, ma solo ed esclusivamente se il favore di cui sopra non è di natura sessuale. Che senso ha?
Nilde Iotti, da staffetta partigiana a presidente dell'UDI, viene eletta nel '48 e diventa presidente della Camera nel '79, di certo non grazie a quel che faceva con Togliatti - morto da più di dieci anni. Altrettanto assurdo è il paragone con Rutelli. Posto che inizia la sua militanza politica 79 nel partito Radicale, e nel '90 ha il suo incarico da ministro da Ciampi - non già grazie alla sua fedeltà a Pannella ma invece al suo tradimento - qualsiasi storia di letto di Rutelli è priva di qualsiasi rilevanza o interesse, e non andrebbe neppure nominata, neppure se il presunto amante fosse Ciampi (per quanto la vicenda, lo ammetto, avrebbe un suo appeal).
Ma se un benemerito sconosciuto che fino al giorno prima si è occupato di francobolli diventa ministro, ed è l'amante/dentista/avvocato di chi lo nomina, direi che saperlo - e valutare il criterio dell'incarico - è un diritto. E se il beneficiario dell'incarico è donna e il favore è una faccenda di sesso, pace. Mi pare stoltamente bacchettona l'idea di censurare una notizia di corruzione, solo perchè l'oggetto dello scambio è il sesso. Fra l'altro, lo stipendio da ministro mi pare risarcisca ampiamente anche la sofferenza dell'essere esposti alla satira e al pettegolezzo.

domenica 13 luglio 2008

antichi memi, nuovi furori

La profanazione dell'ostia è peccato mortale non da oggi, è la violenza e la ingordigia mediatica a fare la differenza: l'autore del brano che pubblico qui sotto era un bambino ebreo, ed era nascosto in un collegio dei Salesiani, con suo fratello, nel '44.

Dopo la Messa, mio fratello mi si avvicinò con l'aria assonnata che assume tuttora quando, in presenza di un dramma, vuole manifestare il supremo controllo dei nervi che non ha. "Dì un po'..." mi disse " mi è successa una disgrazia orribile, mi sono inginocchiato con gli altri, come gli altri ho tirato fuori la lingua e ho visto che il Prete faceva leccare a tutti un pezzetto di carta assorbente; vincendo lo schifo, per prudenza, ho tenuto la lingua fuori, ma quando è arrivato a me, che ero l'ultimo, il prete quella carta assorbente leccata da tutti, dal Maestro Ferrara, pensa, dal Maestro Ferrara con la lingua viola tutta bitorzoluta! me l'ha lasciata in bocca e io per paura l'ho mandata giù. Volevo sputarla, ma il prete mi guardava con una faccia strana, sembrava quasi spaventato, e io ho fatto che inghiottirla. Mi prenderò di sicuro qualche infezione, forse è il caso che vada dall'Infermiere". Allibito per la stranezza di quel rito sconosciuto e indifferente alle infezioni che Roberto si era preso, lo convinsi a non dire niente a nessuno e anzi lo informai che la carta assorbente era disinfettata.
Subito dopo si avvicino Monsignor C. con l'aria niente affatto assonnata, anzi, spaventata "dì un po'..." esclamò stringendomi per un braccio " è vero che tuo fratello ha preso la Comunione?" "Temo di sì" gli risposi con l'aspetto addolorato di chi è conscio di un grave avvenimento cui non ha potuto porre rimedio e dal quale, pur innocente, è sconvolto. Io naturalmente non sapevo in che cosa consistesse la Comunione, se non dal racconto di Roberto, ma ero già in grado di simulare conoscenze che non avevo e sentimenti che non provavo. "è un fatto gravissimo" gemette il povero Prete, "ma non lo potete capire, non lo potete sapere, non fatelo più". E di qui venne il catechismo pratico che Monsignor C. ci impartì nel suo studio, cercando però di non spaventarci, ponendo limiti a una simulazione che lui stesso pretendeva la più perfetta possibile. La clandestinità comporta un continuo andirivieni tra contraddizioni insanabili: per questo è tanto difficile e affascinante.
La domentica successiva, Monsignor C. tenne lui la predica, salì sul pulpito e spiegò a tutti i Collegiali che assumere l'Ostia consacrata in peccato mortale con l'anima immonda, senza essersi confessati, era come costringere il corpo vivente del Cristo a imputridire, avvinto ad un cadavere in disfacimento. Solo io e mio fratello comprendemmo chi era il cadavere marcio e puzzolente, gli altri Collegiali presero la predica come una delle solite, intese genericamente a indurre comportamenti meno spregevoli di quelli ai quali erano adusi.

Ah, non cito l'autore - che m'è stretto consanguineo - ne' la casa editrice e lascio agli stalker professionisti l'onere dell'indagine.

mercoledì 9 luglio 2008

due diadi

Il mio amico MMAX si è cacciato in una buffissima polemica con un sito che (mi pare di capire) s'è dato la mission di organizzare blogz in base ad una catalogazione fondata sulla coppia di concetti flessibile/precario".

Sebbene il mio amico MMAX - seppure adorabile - sia effettivamente più ideologico di quanto la mia animuccia possa in certi casi sopportare, debbo dire che questa volta si è innervosito non del tutto a torto.
Si è attaccato alle braghe del concept di costoro, accusandoli di fare del viral marketing della confindustria e di propagandare merda di destra ai fini di piegare definitivamente i già ben fiacchi lavoratori. Ora, non entro nel merito dell'ipotesi: se fossero prezzolati - secondo i miei criteri - sarebbero perdonati: è che temo ci credano sul serio.

Eh, già. Perché alle proteste del mio amico, costoro hanno risposto con ostentata pacatezza che il loro concept nulla ha a che fare con questioni di politica, non sia mai. La loro categoria di organizzazione della mente umana (e della sua proiezione blogghistica) si fonderebbe su una unica diade universale: flessibile/precario.

Ora si dà il piccolo caso che tanto "flessibile" che "precario" abbiano degli opposti molto precisi e definiti, ovvero "rigido" e "stabile". E si dà il piccolo caso che i termini "flessibile" e "precario" siano proditoriamente - e ingiustificatamente - andati a rappresentare una coppia di contrari all'interno di una precisa polemica politica, in cui una destra ipocrita e vigliacca tenta di spacciare per flessibilità i lavori ai call center pagati due lire più calcio in culo, e una sinistra veterocomunista invece di studiare sistemi per rendere più economica la stabilizzazione del lavoratore e far pagar meglio i precari, si attacca ad un modello che non esiste più perché proprio non può più esistere: quello del "lavoro sicuro" e garantito a vita per tutti.

Dunque, cari i miei "flessibili e precari", se davvero state facendo politica senza sapere di farla, allora siete un pochino tonni. Mi auguro quindi per voi che vi paghi la confindustria.

che ridere, ieri in piazza

Sono andata alla manifestazione, ieri, spinta da una mail di una cara amica italo-australiana, che ha scritto a tutti i suoi amici: "non è tempo di fare distinguo ideologici, la situazione è grave, andateci anche per me".
Sì, non è tempo di distinguo ideologici e poi mi ritrovo in piazza con Grillo che ci spiega che Veltroni e Berlusconi sono un "unico grande partito"? Quand'è che i DS hanno fatto schedature etniche? Quand'è che hanno fatto leggi anticostituzionali per parare il culo ai propri inquisiti? O per salvare le proprie proprietà? Io non me lo ricordo, quando l'hanno fatto.
Non è tempo di fare distinguo, bisogna essere uniti. Unirsi a chi? A Sabina Guzzanti che dichiara di "non avercela fatta" a votare Rutelli? Ad una manifestazione di appena tredicimila persone? Era una buona occasione per fare autocritica, quella, perché non è solo il "moderatismo" eccessivo di Veltroni - che pure è non solo lecito ma obbligatorio criticare - ad averci fatto perdere ma anche la spocchia di chi non si è sporcato le mani a votare, perché "tanto sono tutti uguali". Il governo Prodi ha fallito perché era debole, e di quella debolezza sono responsabili tutti quelli che hanno disertato le urne, o che hanno rinforzato i guastatori, alla destra e alla sinistra della coalizione.
Queste posizioni oltranziste sono dichiarazioni di impotenza, e di fronte all'enorme sfida cui siamo di fronte - mondiale e inevitabile - che sarà gestita chissà come e da chi nel nostro paese fanno venire veramente il latte alle ginocchia: e anche se non vado in piazza per spurgare qualche tossina appresso a una signora che sa dire "pompino" e insultare il papa, non sono gli insulti, le parolacce o le gigionerie a farmi infuriare, ma le posizioni impotenti e pretenziose di chi d'abitudine preferisce - perché è assai più facile - governare gli umori delle piazze che il paese.

giovedì 3 luglio 2008

i teorici della vox populi

Le considerazioni di Umberto Eco in un contesto normale dovrebbero essere ritenute banalità, ma oggi è necessario che qualcuno si prenda la briga di esprimere l'ovvio, se questo è misconosciuto. Per molto tempo, su ICQ, ho discusso con qualcuno che cercava quotidianamente di convertirmi alla religione della vox populi: gli zingari erano secondo lui una associazione a delinquere perché "questo è quello che pensa la maggioranza". La sinistra - sosteneva - è una accolita di snob: oggi questo pensiero va per la maggiore, e la conversione alla Verità delle Masse - virili e rudi - fa tendenza. Filosofi che in televisione spiegano che la "percezione" è la realtà fingendo di non sapere che la percezione è plasmata dall'informazione, e che l'informazione monopolistica tende per assenza di contrappesi a farsi propaganda; blogger anarchici affetti da etimologismo che spiegano che "populismo" è termine privo di significato perchè non ha un contrario: già: basta eliminare la parola e si elimina anche il concetto: per costoro, da oggi chi abusa dell'accesso all'informazione buggerando la gente con bugie e semplificazioni per accattivarsene il consenso non ha più un nome legittimo, e dunque non esiste*: D'altra parte, quando il popolo è fonte di Verità, la logica non può che diventare un optional, non serve più. E c'è chi postula - sull'onda di questa (nuova?) ideologia - l'impossibilità di occuparsi se non di "politica interna": se la verità è emanata dal popolo e decretata dal voto, come indagarla se non si ha la cittadinanza per esprimerlo?
E questo è tanto più desolante perché la democrazia NON è - ne' aspira ad essere - fonte di Verità, ma strumento di amministrazione. Quando il popolo si autoelegge fonte di verità, la democrazia si suicida.
I nazisti hanno vinto alle elezioni, nel '33.

* eppure non solo quei lemmi che condensano più significati (come appunto demagogia o populismo) hanno spesso bisogno - ovviamente - di intere locuzioni per definire il contrario, ma persino termini chiari e inequivocabili come "misoginia" si appoggiano a giri di parole per esprimere il concetto opposto.

lunedì 30 giugno 2008

cibo per lucertole


Tupaia - o dea delle creature strane - com'è che le lucertole di tutto il mondo alla vista dell'umano scappano, mentre queste qua hanno la presunzione di cibarsi di te, tanto da non lasciarti prendere il sole senza aggredirti e morderti in continuazione?
Mi dicono che si tratta delle lucertole di malta: queste sono linosane, però.

sabato 21 giugno 2008

zoocessi

E dopo l'avvistamento di un Opossum Cessosis a Melbourn e un Pito Cessarium a Brisbane, ecco un felix Cessicat immortalato nel gabinetto di casa mia, mentre lotta disperatamente per uscire dalle dalla morsa letale delle tubature.

venerdì 13 giugno 2008

le porte del paradiso

Ne era affetta Teresa D'avila, che pensava fossero le Porte del Paradiso, e ne parla Oliver Sacks nel suo libro "Emicrania".
Inizia come un puntino brillante e si allarga a mezza luna, una corona di punte colorate e luminose, lasciando un area di cecità. Dopo un quarto d'ora è finito, ma se viene in macchina tocca fermarsi e aspettare che passi. E' lo scotoma scintillante, e il modo migliore per far capire com'è è disegnarlo, mentre mi funesta la serata.

Chi vuole provare insieme a me e a Teresa l'esperienza mistica, può ingrandire l'immagine qua sotto, cliccandoci sopra.




giovedì 12 giugno 2008

il vero problema delle donne

Svolto l'angolo su un marciapiede, in una delle mie scarsissime uscite di questi giorni di lavoro lavoro e lavoro, e ti vado a incrociare due omarini sui trent'anni che parlano fitto fitto, concentrati e un po' mesti. Uno bassino e cicciottello, con gli occhiali e una specie di pizzetto, l'altro un po' più alto e magro, di quelli che hanno l'aria giovane ma sono già pelati, e con la pelle leggermente provata dall'acne giovanile. Lo sai - fa il bassino con espressione dolente - qual è il vero, enorme problema delle donne?
E scompaiono, inghiottiti dalla traversa e dai rumori della strada, senza lasciarmi neppure un indizio.

domenica 8 giugno 2008

le gioie della vita

Quando penso che fra poco razzoleremo nel fango a Villa Borghese alla ricerca di legna da ardere nei cortili per cuocerci qualche radice che abbiamo strappato ad un vecchietto che raspava nelle aiuole, sono felice.
Sì, sono felice perchè a raspare nelle aiuole ci saranno anche quelle *TESTE DI CAZZO* degli avvocati che nel mio palazzo alle nove di mattina di una domenica di giugno gelida (stamattina ho il golfino) raffreddano i loro uffici vuoti accendendo una decina di condizionatori d'aria che sparano in cortile rumori allucinanti e aria malata, perchè "il loro timer funziona così".
Felice, sarò.

venerdì 6 giugno 2008

baciapile di tutto il mondo, unitevi - 2

"Per quel che riguarda l'ONU, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo è morta. La libertà di espressione non è più un diritto ma anzi una violazione del diritto, e soggetti di diritto non sono più (solo) gli esseri umani ma le idee, più precisamente le idee religiose."
Da "E' stato bello, addio" su "In Minoranza".

giovedì 5 giugno 2008

mercoledì 28 maggio 2008

sì alla sicurezza, no al razzismo

Con un po' di ritardo, questa petizione di parlamentari ebrei contro l'ondata di razzismo e xenofobia [hat tip: MMAX] : si può firmare scrivendo a questa email: direzione@unita.it.

il cappellino dall'aura magica

Gli è che gli ebrei, quando entrano in Sinagoga in particolar modo, o durante i riti ma volendo sempre, si devono mettere codesto cappellino - la kippà, che in famiglia mia veniva chiamata non senza una punta di livornese ironia "la papalina". Ora, non è dovere soltanto degli ebrei di coprirsi il capo in certe circostanze - non necessariamente con quel copricapo - ma di tutti i presenti - ebrei o meno - nel cerchio temporale o spaziale in cui si svolge una ricorrenza, un rito, una celebrazione ebraica.

A me pare che l'abitudine di indossare il folkorico abito dell'ospite ospitante sia costumanza affatto offensiva, per amici parenti e conterranei dell'ospite ospite, ma non c'è modo di passare sotto silenzio un ospite ospite con la papalina in testa. Chi la indossa - spiegano certi i nemici o gli amici delusi - lo fa per deferenza verso l'ebreo, per sottomissione, e l'ebreo sicuramente ride per l'umiliazione inferta all'ospite ospite.

In tutto il mondo i non mussulmani in Moschea si cavan le scarpe - dell'odiato neocon ebreo Wolfowitz senza scarpe in una Moschea turca la sola umiliazione che si ricordi è quella ...dei suoi calzini bucati- i non cristiani in Chiesa si scoprono il capo, e gli sciattoni al casinò indossano - magari riottosamente - la cravatta, senza che questa minima regola d'etichetta debba passare per sottomissione o umiliazione, ma la papalina...è la resa al giudeo.

La cosa che più mi stranisce, di questo fatto, è che questa lettura surreale del cappellino dall'aura magica umiliante è talmente diffusa che è oramai una costumanza: non si riflette più, si dà assolutamente per scontato che nell'imporre all'ospite il capo coperto ci sia non già una regola religiosa, ma una volontà di sopraffazione: credo che l'antisemitismo non sia visibile proprio per questo: i pesi e le misure sono starati, ma è tradizione che sia così.