Stamattina a "Uomini e Profeti" su radio 3 se ne parlava. Kabbalah significa "trasmissione": la parola si muove, corre, esiste grazie a chi la pronuncia ma lo prescinde.
Per questo è ingenuo immaginare una virtualità di internet, grazie alla sua non carnalità: le parole vivono sempre, lontane da chi le possiede: su internet semplicemente corrono più veloci, e al tempo stesso rimangono: combinano cioè tanto le qualità della parola orale, quanto di quella scritta, e sono potenti.
domenica 15 luglio 2007
kabbalah, internet e il potere della parola
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