venerdì 25 gennaio 2008

il mio libro per la biblioteca della memoria

Hans Mayer, austriaco di padre ebreo e madre cristiana, nato e vissuto senza alcun rapporto con la sua origine ebraica, viene deportato ad Auschwitz e diventa ebreo suo malgrado. Un ebreo - come si definisce - senza Dio, senza storia, e senza speranza messianica nazionale. Tradito e abbandonato dalla cultura che lo ha nutrito e gli ha dato una identità, a guerra finita rinuncia al suo nome tedesco, diventa Jean Amery e descrive la sua esperienza di deprivazione identitaria in Intellettuale ad Auschwitz, che è il libro che io scelgo di aggiungere alla virtuale biblioteca della memoria cui il mio amico Mmax mi invita a contribuire.
Ma la perdita di se' non è recuperabile, e Jean Amery muore suicida.
Scelgo questa esperienza estrema e disperata perché Amery è mio fratello, perchè io stessa mi sento ebrea per condizione più che per scelta e nel contempo, grazie anche a lui, sono persuasa che sia non solo possibile ma necessario coltivare una identità ebraica pur essendo lontani dalla religione e dalla tradizione. E scelgo Amery perchè mi pare spazzi via a suo modo qualsiasi tentativo di "normalizzare" il crimine ideologico nazista, qualsiasi tentativo di dare senso. Quel crimine - ne sono convinta - è peculiare, speciale e diverso dai molti crimini che hanno fatto la storia e continuano a plasmarla: una furia autofaga deprivata di qualsiasi ragione razionale e pragmatica, una operazione in perdita, un odio superstizioso che ha il suo scopo e la sua ricompensa in nient'altro che nel suo dispiegarsi.
Ogni violenza che ricerca una ricompensa può essere placata, ma non si può placare la violenza che ha in se' il suo premio.
Passo il testimone alla inquilina di Zulawskiego, ebrea leggiadra, a Falecio, che pur distante mi è simpatico, a Giulietta di Psicocafè, che potrebbe avere qualche libro interessante nel suo campo, al mio amico Maus, che così lo costringo a parlare di cose serie, e alla cara Candide, che così magari si decide ad aggiornare il blog.

8 commenti:

falecius ha detto...

Grazie. Ci devo pensare un po'. poi continuo.

Anonimo ha detto...

Uuuuuuuuh un giudoblog?
come il mio? e pure l'inquilina è giudessa?
anvedi:)))Ecco perchè me sentivo a casa!

ciao. Ora guardo il tuo blog, te se ti va vieni nel mio! di ebraismo si parla ogni tanto, perchè io sono un'ebreissima assimilata un bel po'...ma trovi una categoriuccia, ebraica - appunto.

Su Amery avrei dovuto farci una tesi di laurea. Ma non era nelle mie corde - approdai alla scuola di Francoforte. ogni ebreo ha nel cielo dei libri una stella come se - io ho la Dialettica dell'Illuminismo.
E' bella questa idea della biblioteca della Shoah, ma ho da capire bene in che consiste.


Vabeh to saluto

Anonimo ha detto...

Probabilmente solo "Nietzche" mi fa sobbalzare più di "Aushwitz" :)

Rosa ha detto...

x zauberei: ciao, benvenuta, vado a farmi un giro sul tuo blogghe.
x massimo manca: corretto, grazie. Il motivo fondamentale per cui non parlo mai di Nice è che non voglio scriverlo.

Anonimo ha detto...

G ha un momento un poco fiacco, ma passar di qui le fa bene.

Rosa ha detto...

x inquilina g: mi spiace per il momento fiacco, ahimè capitano :-)

Anonimo ha detto...

Ciao,
coinvolta a mia volta in questa "catena per la (o della) memoria", ho in un certo senso chiuso il "cerchio" ritornando nel mio post a e ad altri/e che vi eravate espresi su questa questione.
Propongo una "catena" di riflessioni sulla memoria per giungere a una bibliografia ragionata per il prossimo 27 gennaio.
Cosa ne pensi?
v.

Rosa ha detto...

x v: ci penso su e ti faccio sapere, comunque grazie per il post in cui tiri le somme.