Centomila persone in una tendopoli allagata, per una settimana di musica strepitosa, balli, canti, immane display di cibi esotici e fricchettume vario: acqua a catinelle sulle coperte e le lenzuola, e gli stivaloni di gomma sono finiti dopo il primo giorno, nel raggio di cento chilometri da Woodford. Gli australiani però sono tosti: dagli zero ai novantanni, circolano nella fanga da un tendone all’altro, dicendo « Don’t worry, it’s just a cyclon« .
Quanto a me, questo tuffo negli anni ‘70 lo prendo come un rito iniziatico di ingresso nella mezza eta’.
mercoledì 2 gennaio 2008
woodford festival 2007I2008
Pubblicato da Rosa alle 03:28
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7 commenti:
io ho un'amica, sixty aged ormai, che ha partecipato a Woodstock: anche li' molto, molto fango...
(il libero amore invece?)
splendido :-)
Rosalux, hai notato quella specie di corvo appollaiato in ogni ramo d'albero in città che non fa altro che emettere un verso piuttosto simile al vagito di un neonato?
Dopo una giornata al sole di Bondi Beach si rischia passare 10 minuti buoni a cercare questo "bambino" abbandonato da qualche mascalzona dietro qualche cespuglio...
Qui ce n'e' che ridono, che piangono, che starnazzano, che gracchiano...ti svegliano facendo un tale casino che rimpiangi il traffico di roma!
Eh, il tuo commento mi riempie di nostalgia...
Non ci si fa mai l'abitudine a quei "neonati volanti", o almeno: un annetto non è bastato. Però far loro un filmino mentre sono in azione è più che divertente.
ehi, amica. Ma che fine hai fatto? Sei finita nella tasca di un canguro?
No, sono tornata ieri, ho 40 di febbre e consegne a raffica quindi devo lavorare. Fine del sogno australe. :-/
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