E' raro che rimpianga la prima repubblica, ma nel campo della satira i democristiani e i loro satelliti - occorre ammetterlo - avevano ben altra tenuta, consci com'erano della inviolabilità e sacralità del loro potere.
A guerra fredda finita, conclusasi l'epoca della sinecura del potere e dei politici professionisti (oggi infatti è garantita un po' di rotazione) lo humor dei politici - dilettanti e non - sembra averne risentito in modo notevole. Fiamma Nirenstein pensa di potere ad un tempo dichiarare con veemenza il proprio antifascismo, e candidarsi in una coalizione che pullula di ex fascisti, neo fascisti, vetero-fascisti, para-fascisti, cripto-fascisti ed uscirne indenne: quando viene rappresentata come il Frankestein fascio-forzist-sionista, e per di più col capello in disordine e l'occhio maniacale, si offende per questa vignetta e denuncia l'offesa all'autorità costituita. Una rosicona, un castoro, come si dice in usenet.
Nulla di nuovo, lo fece d'Alema con Forattini, per via di quest'altra vignetta, senza che il suo rosicare venisse rappresentato come una censura, come un atto di violenza: non si sentì l'impellente necessità di descriverlo come adepto di una casta di intoccabili, come il portatore di un pericoloso germe di doppia fedeltà o che vignettista venisse esaltato come un coraggioso salvatore del suolo patrio, o che si evocasse l'olocausto, il razzismo, la peste e le cavallette, i profeti offesi. E - a proposito - che dire del paragone tra la banalissima denuncia della Nirenstein e il troiaio immondo seguito alla pubblicazione delle vignette danesi, con boicottaggi di una intera nazione, ambasciate bruciate, morti in piazza e via dicendo? Una querela per calunnia colpisce esclusivamente l'autore della vignetta (nemmeno: colpisce il suo portafoglio) uno stigma su un'intera nazione che ha ospitato un giornale che ha ospitato un direttore che ha ospitato un vignettista che ha fatto una vignetta colpisce invece un sistema, per la precisione quello che concede alla satira di esistere e a ogni vignettista di esercitarla secondo le proprie responsabilità. Parliamo di censura Lameduck, vuoi?
giovedì 20 marzo 2008
la fiamma del peccato
Pubblicato da Rosa alle 08:25
Etichette: antisemitismo, satira, vignette
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16 commenti:
Non sono d'accordo sul fatto che la signora Nirenstein sia melensa. La trovo anzi piuttosto tonica e combattiva. Giustamente, dal suo punto di vista.
Dici che mi hai risposto ma putroppo, nell'ultimo paragrafo, dopo le cavallette, mi sono persa. Se puoi chiarirmi il concetto, ti ringrazierei molto.
Cioè, mi viene questa domanda: perchè il signor Silverstein può scrivere che esiste una lobby ebraica in grado di influenzare la scelta di un presidente americano e non si riesce a commentare la cosa serenamente? Anzi, se la stessa cosa la scrive il Manifesto casca il mondo.
E' vero, non è vero, se ne discute e basta. Si può?
Farrakhan, certo. E' un nero molto incazzato con ebrei, bianchi e tutti coloro che non sono neri. E' anche islamico, mi pare. Ma è come rabbi Kahane, un estremista. Non si ottiene la media dagli estremi.
L'articolo di Maariv diceva che Obama è "no bbuono" per Israele e Obama non è Farrakhan. Secondo me è molto ma molto più soft perfino di uno Spike Lee. Altrimenti non sarebbe in lizza per la Casa Bianca, non trovi?
Non era chiaro, in effetti, l'ho riscritto: vediamo se così va meglio.
Affermare che gli Stati Uniti sono schiavi di israele è antisemitismo. Che non si possa farlo è falso: viene fatto in continuazioni. Non è proibito avere opinioni antisemite, mi auguro che non sia neppure proibito chiamarle col loro nome: "opinioni antisemite". Ah, e la storia che anche gli arabi sono "semiti" è una vaccata. Antisemitismo vuol dire odio contro gli ebrei, stacce.
Quanto al voto americano, qui ci sono dei dati: gli ebrei democratici sono divisi tra Clinton e Obama: che poi ci sia la gente che ama rimestare nel torbido, è assodato.
Mi pare ovvio che Obama non è neppure lontanamente sulle posizioni di Farrakhan, e chi l'ha mai detto. qui puoi leggere la mia opinione su Obama, stamattina se ne discuteva su IPI. Te saludi.
Prendo atto che il signor Silverstein che ha scritto l'articolo su IsraelNews, le cui affermazioni ho citato sul mio post, in grassetto, è un antisemita. Evabbè. Lui si definisce sionista progressista.
Ti rendi conto però che con questi sistemi da Lubianka, tipo "o così, o pomì, o con noi o contro di noi", la dialettica va allegramente a farsi fottere?
Chi ha mai detto "o con noi o contro di noi", Lameduck? Perchè mi metti in bocca cosa che non dico? E' irritante, sai?
Io ho detto - e lo ripeto - che l'affermazione che Israele, ovvero uno sputo di paese del cazzo delle dimensioni della Lombardia, che in sessant'anni non è riuscito ad la meglio su quattro disgraziati - è il vero padrone della nazione più potente del mondo è una affermazione assolutamente e integralmente antisemita.
Oltre che essere ovviamente una palese cretinata. Ora, per me potrebbe dirlo anche Olmert sul Jerusalem post, eh? Oppure il rabbino sarcazzo sul settimanale sommo della saggezza rabbinica, va bene? Non ha alcun interesse sapere dove e da chi è stata detta: è una affermazione idiota E antisemita, fondata su menzogne e pregiudizi antisemiti, antichi quanto l'antisemitismo, e - da sempre - manifestamente falsi per chiunque non si beva le bubbole antisemite. Vuoi entrare nel merito e argomentare nel merito o continui a girarci intorno?
A volte mi sorprendo di come Rosa persista nel voler discutere con gente che e' palesemente ignorante E in malafede.
Vedasi questa affermazione dal post di lameduck:
"Inoltre non risulta che esista e sia continuamente stigmatizzato un antisemitismo che prenda di mira gli arabi, pure essi semiti. Cioè gli arabi li puoi offendere come ti pare, nessuno ti ricorderà olocausti o ti farà venire sensi di colpa."
Non risulta per due semplici motivi:
-gli arabi sono 'semiti' linguisticamente, ma nessuno nella storia dell'umanita' ha mai discriminato o perseguitato nessun altro per il semplice fatto di parlare una lingua apppartenente al ceppo semitico, mentre invece
-milioni sono stati sterminati per il semplice fatto di essere 'semiti', cioe' appartenenti al popolo ebraico. Ecco perche' non si ricordano 'olocausti' per gli arabi: perche' non ci sono stati. Una persona non totalmente ignorante E in malafede lo saprebbe senza bisogno di spiegarglielo.
Aggiungo che i discorsi di Obama, magari, bisognerebbe leggerseli, come l'ultimo in cui condanna i discorsi del suo ex-pastore perche' riflettono "a view that sees the conflicts in the Middle East as rooted primarily in the actions of stalwart allies like Israel, instead of emanating from the perverse and hateful ideologies of radical Islam."
Un altro servo della lobby ebraica, ovviamente.
@ rosalux
dai che hai capito benissimo. Se non ci si profonde in lodi sperticate per Israele si viene accusati di antisemitismo. Si è arrivati al punto che anche gli spazi tra le parole e i silenzi diventano antisemitismo.
E sono fortunata, perchè se fossi ebrea sarei oltretutto appellata come self-hating jew.
Cosa vuoi che ti dica? Che tutto ciò che fa Israele è buono e giusto anche se non è vero e non lo penso? Ti sentiresti meglio, dopo?
A parte tutto temo che a furia di dare dell'antisemita a destra e a manca senza prove, l'accusa perderà di valore e, ad un certo punto, non gliene fregherà più un cazzo a nessuno di beccarsela. Si chiama effetto boomerang.
@ griso
non sono io che cerco la discussione. Come potrei, sono ignorante!
E' Rosa che, nella sua quotidiana battuta in cerca del post antisemita del giorno, si è imbattuta nel mio.
x lameduck: e se entrassi nel merito di *quella* frase (antisemta) del tuo Silverstein invece di snocciolare luoghi comuni, (tipo che "non si può criticare Israele")? Hai un modo di discutere morboso, parli di olocausto in un posto dove non c'entra na cippa, proietti le tue opinioni senza conoscere quelle dell'altro, vacca se rispondi. Morbosa.
Lame, il problema non e' cercare la discussione (siamo su internet, piu' o meno si discute di tutto con tutti).
Il problema non sarebbe nemmeno l'ignoranza: tutti zoppichiamo, chi su qualcosa, chi su altro, chi piu' chi meno, chi con piu' eleganza o piu' goffaggine.
Tanto che io sono dispostissimo ad ammettere la mia ignoranza, quando mi porterai un esempio di persecuzione sistematica nei confronti di qualcuno che parlava l'aramaico (accuse di deicidio / omicidi rituali, Piani Dominio di Mondo, segregazione in ghetti, pogrom, roba cosi'), perche' sarebbe l'unico modo in cui potresti mettere arabi ed ebrei nello stesso calderone farlocco e in malafede di un 'antisemitismo' che nessun vocabolario registra.
Ma puoi sempre scriverne uno tu: non prometto di comprarlo, ma di consultarlo senz'altro, quando uscira'.
vedi rosa, come faccio ad entrare nel merito di una frase che è già in partenza definita antisemita? Se ti dico che secondo me Silverstein può avere ragione divento antisemita anch'io. E allora che discutiamo a fare? Di fronte all'ortodossia ideologica non si discute. Io sarò morbosa ma il tuo pensiero è pericolosamente rigido. Attenta che non si spezzi.
Scusa, Lameduck.
Supponiamo che io ti dica "perchè se uno dice che i negri puzzano non si può commentare la cosa serenamente?" tu che dici? E' o non è una affermazione razzista? Beh, l'affermazione di Silverstein fonda la sua "verità" su pregiudizi altrettanto antichi, radicati, comuni, sempreverdi e falsi.
Io ti ho spiegato perchè giudico antisemita quella frase. Se tu non sei d'accordo, entra tu nel merito: dai della rigida a me e continui a non tirare fuori un solo argomento, attaccando me come persona e attribuendomi opinioni che non esprimo: ma sarai strana? Peraltro non ho dato dell'antisemita neppure a Silverstein, sto giudicando la affermazione e non le persone. Le opinioni sopravvivono alle persone, e - fortunatamente - le persone sopravvivono alle opinioni.
@ TheBloggeretc.
Sai benissimo che sono esistiti altri genocidi e che nessuno è paragonabile all'altro perchè ogni situazione è diversa. Ma dovremmo dire che un genocidio è peggio di un altro? Per me i morti sono tutti uguali.
@ rosa
ho riletto la frase di Silverstein. Cosa dice di male? Che tra ebrei e neri in America c'è della ruggine reciproca (e questo è risaputo) e che la lobby ebraica (lo dice lui, ebreo) ha un enorme potere di influenza sulle scelte della politica americana. Gli ebrei con i quali mi capita di parlare dicono più o meno le stesse cose. Lo dicono tra di loro. E' se lo dico io, che la musica cambia. Come me lo spieghi?
Sodalizio che si è trasformato in ruggine, vero.
Quanto alla musica, non cambia sta cippa. Che una affermazione antisemita venga fatta da un ebreo o da un non ebreo è assolutamente irrilevante. La risposta è lunga, però, mi rendo conto, quindi ti risponderò con un post (non stasera).
Lame, riesci nella poco lodevole impresa di farci e esserci allo stesso tempo.
Rimango in attesa che tu mi citi un caso di genocidio 'semitico' che non fosse ebraico: dopodiche' potremo compararli e vedere se sono uguali o diversi. Fino ad allora, il tuo discorso vale quanto 'per me gli elefanti son tutti uguali, grigiastri e rosa e chi tira fuori solo quelli grigi e' un servo della lobby pachidermica', ovvero e' una cazzata in malafede.
Ma poi, sei sicuro che i morti siano tutti uguali? Cioe', puzzano e si decompongono uguale, d'accordo, ma per il resto? Waffen SS morte sul fronte orientale e vittime dei loro rastrellamenti sono uguali? Pacciani (morto anche lui, poraccio) e coppiette accoppate nel Chianti, uguali?
@ thbloggerretc.
Antisemitismo significa per forza genocidio? Non mi pare. Magari tra qualche anno, quando qualche atomica occidentale avrà spianato l'Iran o qualche altro paese islamico, se ne riparlerà, chissà, non mettiamo limiti alla provvidenza.
Si parla di popoli che sono semiti e tra i semiti non ci sono solo gli ebrei. Nella mia infinita ingenuità credevo che antisemitismo significasse essere contro tutti i semiti. Invece c'è un problema di copyright, me ne rendo conto.
Se vogliamo complicare i ragionamenti come al solito (ma io sinceramente mi sono abbastanza rovinata gli occhi sui libri per quasi quarant'anni e l'eccesso di intellettualismo mi sembra ormai una forma di perversione), possiamo andare avanti per secoli a discutere ma francamente non mi interessa. Preferisco un po' di esercizio fisico.
"un esempio di persecuzione sistematica nei confronti di qualcuno che parlava l'aramaico"
Elayet di Van, 1915-1916, Impero ottomano, sterminio degli "Assiri" ("Assiriani" nelle fonti dell'epoca) popolazione cristiana nestoriana di lingua aramaica. Massacrato circa un terzo della popolazione assira della Turchia, espulsi o deportati in Iraq gran parte dei superstiti.
La strage fu organizzata dalle locali strutture segrete del Comitato Unione e Progresso turco contestualmente al massacro degli armeni.
Gli Assiri furono sistematicamente perseguitati anche in Iraq, dove si erano rifugiati dopo la prima guerra mondiale.
(fonte: Mirella Galletti "Cristiani del Kurdistan").
Lameduck: i "popoli semiti" è un'espressione abbastanza insensata. "Semita" oggi ha senso solo in termini linguistici, ovvero "semita" è chi parla una lingua semitica (non gli iraniani, quindi, tranne la minoranza Bandari). Sono semiti quindi i maltesi e gran parte degli etiopi, non lo è Rosa, che immagino sia di madrelingua italiana; per secoli la maggior parte degli ebrei d'Europa ha parlato lo yiddish, lingua germanica.
Se invece si vuole parlare di una fantomatica "razza semita" o di una difficilmente definibile e inutilissima "discendenza genealogica da Sem secondo la Tavola dei popoli della Bibbia" le cose diventano complicate, perché molti parlanti arabo, ad esempio in Egitto e Nordafrica, discendono da "camiti" così come i parlanti tigrino e amharinha nel Corno d'Africa. E quei tunisini che parlano arabo, ma discendono dai Vandali? E gli Ebrei russi che hanno nelle vene il sangue dei Khazary di origine turca (alcuni, in Lituania, parlano ancora una lingua di ceppo turco, il karaim)?
Il concetto di "semita" è mooolto scivoloso fuori dalla linguistica.
In generale direi che "antisemitismo" normalmente significa "odio verso gli ebrei"; fu coniato in un'epoca in c'era molta fuffa al riguardo, e ci pensavano cose strane sulle correlazioni tra razza e lingua.
Si può indubbiamente ritenere che i primi antisemiti europei odiassero ampiamente gli arabi oltre agli ebrei, solo che gli arabi erano "sullo sfondo" (del resto il fascismo se la prese equanimamente con arabi libici, ebrei italiani e amhara abissini, tutti e tre parlanti lingue semitiche, e tutti e tre allegramente massacrati).
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