domenica 27 settembre 2009

i tristi cantori invidiosi

Radical, mi sa che non lo sono: anticomunista e antiterzomondista e nemmeno poco, e nemmeno da ieri.
Chic poi non ne parliamo. Se si tratta di moda o di lifestyle, c'è chi gusterebbe volentieri il laphoraig gli tocca la grappa scadente: capita in questo mondo crudele. A me gusterebbe avvolgermi di scialli nepalesi fatti di pelo di culo di capro selvatico dei monti dipinto a mano, magari ornato di perline di vetro del turkmenistan, e invece va che vado di strazza di bancarella, cavvufà.
Da qui però a dover per forza apprezzare, per solidarietà e in virtù della mia personale invidia sociale, una pietosa lagna rocchettara ripetitiva e di bassa lega su quanto i ricchi non capiscono che i poveri proprio stan male, che tu ci hai l'Armani e io soltanto l'Ovviesse e questi son dolori veri, beh ragazzi... c'è un limite a tutto, eh, you fucking commies di destra e di sinistra.

Se deve essere invidia sociale, meglio che sia aperta, serena e conclamata: viva i peli di culo di capro selvatico dei monti - er ferrari dei frikkettoni - che sto allucinante sbomballamento di minchia su quanto sono tristi i poveri nella loro povertà e quanto sono cattivi i ricchi che nella loro cattiva cattiveria pensano persino di poter fare i poveri che non sono capaci perchè loro c'hanno l'armani o la scialla di pelo di culo e io soltanto l'ovviesse.

venerdì 18 settembre 2009

aiutati che il ciel ti aiuta

Allora, siccome i signori che pretenderebbero di scalzare Berlusconi autodefinendosi "partito a vocazione maggioritaria" hanno qualche serio problema di comunicazione, la ovvia conseguenza è la gente alla fine non capisce quello che dicono.

Sì, una buona quota di persone è convinta che per votare alle prossime primarie occorra essersi iscritti, magari entro lo scorso luglio. E invece non è così, perché alle primarie possono votare tutti coloro i quali dichiarano di essere elettori, anche al momento stesso del voto.

Ho letto su diversi blog che potrebbero votare solo gli iscritti, e ho sentito più di una persona esprimere con fermezza questa opinione errata. Quindi sospetto che questo messaggio distorto sia arrivato a molti, senza che nel PD - occupato a fare riunioni fondate sul tema "come arrivare alla gggente" - si avvedesse minimamente della falla comunicativa.

Questo è evidente dal fatto che chi, sfiorato dal dubbio, provasse a fare una ricerca sulle primarie approderebbe sul sito del PD, dove una homepage pasticciata, noiosa, affollata, ridondante e dispersiva lo condurrebbe a pagine del tutto inefficaci il profilo comunicativo e prive di risposte a domande fondamentali quali: "chi può votare alle primarie"?

Con le primarie alle porte e una situazione pietosa del partito - che sembrerebbe non avere carte da giocare neppure contro il dottor Jackill, non mi pare una cosetta secondaria.

Per capire che il voto alle primarie E' APERTO A TUTTI il nostro volonteroso aspirante elettore non avrebbe possibilità che chiedere all'oracolo google lo statuto del PD, dove verrebbero - finalmente! - chiarita l'esistenza di due figure con diversi compiti, diritti e doveri: gli elettori e gli iscritti.

Si comprenderebbe quindi che per iscriversi occorre tesserarsi e versare le quote, cosa che darebbe il diritto - oltre che ovviamente votare alle primarie - di votare i candidati da presentare. E si verrebbe a sapere che per diventare elettori non è richiesto altro che dichiarare - in qualsiasi momento incluso quello un attimo prima del voto, di essere - appunto - elettori.

Cito testualmente:

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."

Ovvero: non necessariamente gli iscritti, il cui voto occorre per presentare le candidature, ma gli elettori. Si va al seggio e si dichiara: "Sono elettore del PD". Punto e stop.

Adesso copincollo cambiando colore.

Per le ragazzine appena maturate e abili al voto ma ancora con la barbie nello zainetto: in rosa.

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."
Per i maschietti che ancora abbiano bisogno di colori identitari, in azzurro.

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."
Per gli ecologisti e i leghisti pentiti:

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."

Per i signori e le signore d'età, che inizino ad avere problemi di presbiopia:

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."

Per quelli che votano PD ma il cuore batte a sinistra:

"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."
Per quelli che "Piccolo, in corsivo e in grigio che fa più fino":


"2. Possono partecipare alle elezioni primarie indette dal Partito Democratico gli elettori già registrati nellʹAlbo nonché quelli che lo richiedano al momento del voto."
Naturalmente non escludo di essere io (non sarei la sola, però) a non avere capito un tubo riguardo al tema "chi può votare alle primarie". Sono disposta a rivedere le mie conclusioni al riguardo, di fronte a prove migliori delle mie, ma non sono disposta a rivedere la mia conclusione fondamentale: il PD comunica con il buco del culo.

un augurio per Socci

Mi unisco, nella sostanza e nella forma all'augurio di Giovanni Fontana ad Antonio Socci.

lunedì 14 settembre 2009

granceola, o memorie di una wannabe veg


Chi ama mangiare lo sa: l'attesa di una cena all'aperto, cucinata da un amico-ottimo-cuoco e annaffiata da ottimi vini è un momento festoso e allegro. Tanto più se è una casa al mare, se la calura agostana si è appena sciolta in una mite e frizzante atmosfera settembrina, se è il crepuscolo e il sole decide di tingere il cielo di tutte le sfumature dal verde smeraldo al viola violacciocca.
E così quando il mio amico Francesco torna dalla spesa, mi offro (dovere, sono ospite a casa sua) per un aiuto in cucina: ho già bevuto un bicchierozzo, tanto da perfezionare qb la gioia di vivere, ed essere al tempo stesso presente e partecipe.
Sfodera - all'inizio non capisco perchè - un ghignetto apertamente sadico ed estrae dai sacchetti di plastica gli incarti della pescheria, spiegandomi che sì, certo, ovvio che posso aiutare.
Si tratterebbe insomma di tagliare in due i granchi-sugo-per-la-pasta, che sono talmente freschi - pensa che figo - da essere ancora vivi, infatti l'incarto si muove.
L'inattesa corvè improvvisamente trasforma la lieta aspettativa della cena in un incubo psichedelico. Chiarisco subito che sono disposta ad offrire il mio aiuto per qualsiasi mansione - fosse anche la più umile - che non implichi la trasgressione di uno dei dieci comandamenti, intesi in senso allargato.
Dunque no, non taglierò in due alcuna creatura vivente.
L'amico mi congeda con malcelato disprezzo. Non c'è - a quanto pare -altro da fare, e questo mi permette di sedermi di fronte al tramonto a fare due conticini con la mia coscienza, quella intollerabile scassacazzi.
La cena sembra ormai rovinata, perché - come implacabili impietose formiche - i pensieri scorrazzano impazziti mettendomi di fronte alle mie contraddizioni.
Non aiuto l'amico, io? quella delle bisteccone alla fiorentina da un chilo? E quando all'amica americana che mangia carne "but not babies" gli ho propinato il vitel tonnè a la maniera di Ada Boni spacciandolo per vetusto tacchino? Tutti gli stufati, i cosci d'abbacchio, i deliziosi roast beef...ogni singolo pollo arrosto, trancio di pesce spada, per non parlare dei polpi (mio padre non li mangia, sostiene siano intelligentissimi) sfilano davanti ai miei occhi, sbattendo i ciglioni disneyani.
Provo a fare i conti: di quanti cadaveri - io anima pia che mi tiro indietro inorridita se si tratta di tranciare in due un granchio - mi sono resa responsabile? Quanti babies pecorelle, cefalopodi da nobel della fisica, quanti capi fiduciosi e giocherelloni sono passati all'altro mondo (o al limbo? Dove vanno? Dove finirò io, pecorella sbattezzata?) per la mia cruda mano , se pure così vile e ipocrita da non riuscire a finire il granchio che renderà buona la mia cena?
Sopraffatta dai pensieri e sperando di distrarmi rientro in cucina. Serve per caso aiuto?
Non serve, e gli arti della granceola già fremono sul fuoco. Ebbene sì, si muovono ancora, la pentola è tutto un brulicare, un fremere, un contorcersi. La visione mi colpisce come un pugno nello stomaco. Torno in fretta al mio tramonto ormai scialbato cercando di calmarmi. E' un riflesso, la bestia non soffre più, mi ripeto. Ma i dubbi si insinuano velenosi: chi mi dice che in ogni emi-granchio ancora vitale non ci sia un emi-io in un inferno di dolore? Sì, lo so, una parte di me osserva che io sono favorevole all'aborto, e infatti confermo: lo sono, quanto più precoce possibile: gli arti se pure assai eso-ossuti della granceola mi ricordano i miei e quelli dei fratelli assai più della catena di DNA di una morula e ad ogni buon conto ho sulla coscienza un milione di capi di bestiame, tra ovini, bovini, suini, prodotti ittici e pollame, e neppure una morula.
Hitler era vegetariano, mi ripeto, cercando di far evaporare la fila di abbacchi schierati davanti ai miei occhi non per saltare l'ostacolo e portarmi al sonno ma per andare al patibolo. "Ad baculum", recita l'etimo, e il bastone del boia lo tengo in mano io.
Stasera pasta all'olio, e in futuro con la carne ho proprio chiuso.
E mentre mi dimeno, torturata dai miei sensi di colpa di carnivora come un granchio in una pentola, inizia a levarsi il profumo: il sugo di pomodoro danza con il delicato pesce freschissimo in un matrimonio coronato da semini di finocchiella selvatica. I colori hanno lasciato posto ad un nero pieno di stelle....massì, forse posso apparecchiare e versarmi un altro bicchierozzo di Elba Bianco.
Portare le stoviglie in tavola mi fa bene, nella pentola la granceola si muove sì, ma solo per effetto del bollore del sugo: la quiete della morte è sopravvenuta, nessun emi-granchio semicosciente può inchiodarmi alla mia mortalità, la mia percezione del dolore e a quella dei fratelli. Il fratello granchio è diventato oggetto: nessuna empatia per i cadaveri.
Il mio amico Emiliano - e il ricordo mi allevia la pena - se potesse scegliere nella prossima vita si reincarnerebbe in un maiale selvatico in Corsica: per quei giorni da bestia brada e felice sarebbe disposto a finire salsiccia e figatellu.
E forse in effetti quei granchi hanno avuto giorni migliori dei miei, rifletto, e forse potrei correggere un po' i miei propositi vegetariani: magari potrei partire da domani.

O potrei - chessò - limitare la mia natura carnivora nutrendomi esclusivamente di quelle bestie antipatiche: magari potrei mangiare caimani, serpenti, boje panatere.

Che poi, a dirla tutta, pure i bovini tutta questa simpatia non me l'hanno mai fatta, eh.

domenica 13 settembre 2009

chissà se bossi lo sa

Da guardare attentamente: ai magrebini, dalla (sua) TV, Berlusconi parla così.

sabato 12 settembre 2009

fantozzi, le sinecure e le bambole sul letto

Mi disgusta, è vero, il complesso - giustificatissimo - della destra di non produrre cultura, perché prende una forma aggressiva - come sempre accade con i complessi - per diventare ignoranza autocompiaciuta: il complesso - una volta entrato come slogan in circolazione - diventa luogo comune, un meme contagiosissimo e ad alta diffusibilità - come è logico - essendo il mostrare i muscoli bene oliati o dimenare le chiappe su un cubo assai più semplice, immediato e remunerativo che studiare i quanta, l'Arte del Gandhara, l'oboe o avere la più pallida nozione di cosa sia Eisenstein.

E grazie al cazzo.

Mi chiedo solo: se la nota recensione di Fantozzi diventa un inno di liberazione nazionale, perché non anche la sua proverbiale sottomissione al Padrone? In fondo pure quello mi pare un tratto molto "nazional popolare", no? Un tratto culturale tipico, DOC, da conservare come identità insieme alla pizza, al rosario, al ragù e alla bambola tutta pizzi sul lettone matrimoniale.

Fatta questa premessa però credo sia inevitabile indagare su come la sinistra sia riuscita a dissanguare il suo patrimonio culturale, così florido nel dopoguerra e via via più povero durante lo squallore provinciale della prima repubblica.

Erano anni di benessere, quelli, e l'abbondanza dovuta al ritrovarsi dalla parte giusta della barricata (oltre che al disporre di fonti energetiche a basso costo, ma è un altro discorso) veniva distribuita a piene mani, purché il sistema non venisse messo in crisi.

E così, se chi stava al governo poteva lucrare sulle infrastrutture e sistemare tutto il parentame nella pubblica amministrazione chi stava all'opposizione aveva una fetta di torta su una faccenda che alla DC interessava poco. La cultura, appunto.

Trovo orribilmente scialbo e modaiolo il bollare sommariamente qualsiasi sperimentazione come "arte degenerata": la sperimentazione e la capacità di dire cose nuove sono elementi importanti nell'arte e non è affatto obbligatorio che siano sempre fruibili come caramelline, ma quello che succedeva in quei tempi infausti funzionava così: chi riusciva a tirare su una compagnia teatrale e a mettere le mani sulla bumba (ovviamente, non per via di merito ma solo ed esclusivamente di conoscenze) faceva "teatro sperimentale".
Ovvero metteva su dei testi tanto pomposi quanto destrutturati - che la costruzione narrativa è fatica - e li faceva recitare dal parco di cugini, amici, fratelli aspiranti attori - sempre e invariabilmente del tutto incapaci e incompetenti. Potevi solo sperare di non avere amici nel giro che ti offrissero un omaggio (e a me non capitava, ne avevo purtroppo moltissimi) perché il risultato era una tale puzzolentissima pizza di merda che gli spettatori paganti in sala erano ne' più ne' meno che zero.

Ogni sera una replica, pagata dai contribuenti, a spettatori zero esclusi i tapini incastrati con i biglietti omaggio.

Il cinema non andava meglio: quanti articoli 28 sono mai arrivati in sala? Eppure a vincerlo erano in tanti, e sarebbe costato meno mandare i registi a scaccolarsi in un ministero.

E così un paese che aveva avuto il neorealismo, Fellini, Pasolini (non mi pare fossero gente di destra, eh) regalava il suo patrimonio al cinema americano, che sapeva trarne buon uso, e a casa lo disperdeva in un rivolo di sinecure e privilegi - quelli sì - come Fantozzi - tratto nazional popolare trasversale a tutte le ideologie e culture politiche da noi.

venerdì 11 settembre 2009

arriverà quel giorno

Ed ecco che finalmente siamo arrivati al "culturame", neologismo coniato da quel gran bravo amico del popolo Scelba per definire "gentucola" intellettualoide da quattro soldi stile Calvino o Quasimodo o Primo Levi.
E vediamo ora quanto vi sembra radical chic questa frase:
Quando finirà questo incubo, carissimi signori conniventi della merdosissima moda fascio/burozzo Chaveziana der popolo de noantri, verrò personalmente ad infilarvi un dito nel culo e ad estrarvi tutti i fetentissimi budellini vostri, mentre urlerete "no, io non intendevo..." "veramente mi riferivo a Win Wenders, a Fassbinder" "no, no, parlavo solo ed esclusivamente di Dacia Maraini, non intendevo Kafkbwfghrbhbh..."

Arriverà quel giorno, giuro. Io aspetto, e so che lui arriverà.

giovedì 10 settembre 2009

pokemon enciclopedici

Mi arriva un commento ad un mio vecchio post su wikipedia: un commento di protesta.
Dice, il commentatore, che alcune voci di Wiki italiana sono presidiate da gente incompetente e arrogante.
E così vado a dare un'occhiata a Perle Complottiste, che da un po' di tempo la tiene d'occhio, e scopro che per wiki italiana i pokemon sono enciclopedici, mentre le vittime di terrorismo no.
Ecco, Wikipedia è un'idea geniale, produrrà cose interessantissime, altrove, ma è - come il governo Italiano - il democraticissimo specchio di chi la presidia.
Quindi in Italia fa schifo.
E ora venitemi sotto a dire che sono una radicalchic esterofila e vetusta (ehy, yeah, per the young people essere di destra è un must, oh, yeah! I ggggiovani votano Berlusconi yeah! Che è fiiiiiiiigo!) che così facciamo due bei chiacchierini.