mercoledì 1 agosto 2007

quella sfigata legge dell'entropia

Credo che esista un comune equivoco, dalle conseguenze gravi.
Premesso che la tendenza verso l'entropia è nell'universo - a quanto purtroppo mi informano - inevitabile, e stabilito altresì che l'umana specie - oltre che vantare una pletora di affascinanti attributi - sembra essere un potente fattore di accelerazione dell'entropia (entropia locale, beninteso, che all'universo assai gliene fotte) curiosamente è ormai considerata verità di fede che la velocità di entropizzazione sia direttamente proporzionale allo sviluppo tecnologico. A ciò che in altri tempi, più felici e ottimistici, veniva chiamato "progresso".
Ovviamente esiste una correlazione, perché il consumo di energia è il fattore entropizzante, ma la diretta proporzionalità non è - a mio parere - condizione automatica.
Consumare beni - e quindi energia - avrà sempre un costo, ma questo costo è variabile e dipendente da una quantità di fattori complessi: la demografia, la tipologia dei consumi, il tipo di energia impiegata per il consumo, la capacità di riciclaggio. Tutte queste caratteristiche - e probabilmente molte altre - creano trend entropici molto diversi.
Curiosamente, poi, questa legge falsificabile e finora non falsificata, quale quella della fatale e universale tendenza all'entropia, sembra generare la convinzione che esista una regola considerata per simpatia altrettanto universale - ma non supportata da prove - fondata sulla analogia con legge dei vasi comunicanti.
Se qualcuno sta molto bene, recita quella legge a mio avviso farlocca, per forza qualcuno altrove starà molto male. Il benessere qui, crea malessere là.
Se oggi staremo molto bene, sicuramente domani staremo molto male.
Se tu godi io soffro, se tu soffri io godo, finchè non ci sarà un perfetto equilibrio tra me e te, ciò che è mio toglierà a te e ciò che e tuo toglierà a me.
Chiarisco da subito che non c'è da parte mia volontà di lavare colpe, o di assolvere e neppure di sostenere il "sistema": le colpe, le responsabilità, esistono. Esiste l'ingiustizia, la violenza e la sopraffazione.
Quello che non esiste è l'automatismo di cui sono convinte le mamme e i no global: non si tratta di mangiare anche la porzione dei poveri, come sostengono le mamme colpevolizzando i bambini che non mangiano, e non si tratta di togliere ai ricchi per dare ai poveri, come sostengono i no global, soprattutto quelli cattolici, ne' penso che una diminuzione dei consumi in occidente creerebbe per simpatia un aumento del benessere nel terzo mondo.

Mi sembrano, queste teorie, delle semplificazione ridicola di quella già abbastanza sfigata "legge dell'entropia".

2 commenti:

Pietro Cadelli ha detto...

Il fatto è che l'energia non è inesauribile, che la terra non è inesauribile, che la vita non è inesauribile mentre il Capitale si che lo è. È questo che produce una contraddizione che non ha a che vedere con la legge dell'entropia ma piuttosto con le leggi della dialettica (quelle del buon Hegel intendo). Se si cosidera il Capitale come la negazione della natura o della vita in quanto finite in senso concreto, mentre il capitale è infinito in senso astratto, cioè come negazione, sarebbe necessario immaginare quale sia la sintesi. Alcuni per molto tempo pensarono che la sintesi era il comunismo. È urgente pensarne un'altra, di sintesi, ma lo schema dell'entropia non aiuta.

"Se qualcuno sta molto bene, recita quella legge a mio avviso farlocca, per forza qualcuno altrove starà molto male. Il benessere qui, crea malessere là."

Chiaro che questa non è una legge della logica, è peró una legge dello sfruttamento. Anzi è la definizione dello sfruttamento. In questa società il benessere qui genera il malessere là ma questa non è affatto una necessità, è una formazone storica che potrebbe e dovrebbe essere superata. Alcuni pensarono che il comunismo fosse la maniera di superarla. Urge pensarne un'altra, di maniera. Non è il benessere che deve essere ridotto è il modo di generare la ricchezza che deve essere modificato magari considerando la produzione e l riproduzione al di fuori del mondo dei valori di scambio.
Cordialmente
genseki-il-dialettico

Anonimo ha detto...

Vedi, la legge che dici tu è chiaramente farlocca, ma si da spesso il caso che concretamente, quello mangi, che bevi ecc. vadano ad alimentare lo sfruttamento. Un esempio relativamente ben noto è l'eccessivo consumo di proteine animali (carne, insomma) in Occidente, che effittivamente sottrae terra e risorse alimentari ad altre parti del mondo a contribuisce alla loro insufficienza alimentare.