In molti di noi alberga, minaccioso, il clutter collector, ovvero il collezionista di munnizza.
Quei vasetti di vetro ineliminabili (purchè abbiano il coperchio, chiaro....ma anche no) e poi "i libri non si toccano, giammai" (già, nemmeno se il libro in questione è intitolato "come applicare i principi dell'ayurvedica alla podologia - for Dummies"ma è parecchio logoro, scritto in Awhadi, e manca di una cinquantina di pagine centrali?)
E' un fantasma neanche troppo minaccioso finchè non lo incontri davvero il clutter collector tosto, e intendo uno che tiene le confezioni di cartone di farmaci vuote, le avvolge in un pacchetto di kleenex vuoto, le ferma accuratamente con una molletta e replica questo rituale o altri analoghi per tante volte quanti sono i pezzetti di purcugna. Una amorevole coltivazione che va avanti per anni, ed è fatalmente destinata a finire in una trentina di sacchi condominiali pieni, quando qualcuno è costretto a intervenire e il collector è infine troppo debole per opporsi perchè malato, troppo vecchio, troppo morto.
Lui - il collezionista che non discrimina - è il nostro specchio, il nostro spauracchio. Ma perchè lo fa?
Alcuni sostengono che sia uno spostamento affettivo, dalla persona all'oggetto. Questa ipotesi mi lascia assai in dubbio, che se mia mamma mi manda nel mio buio lettino senza cena casomai mi affeziono a un orsetto e non a quello scheletro di cartone di rotolo di carta igienica o a quella vecchia boccetta di propoli scaduta.
A detta di altri è la paura degli stenti e della miseria. Chi ha fatto la guerra - sentenziano - non può sopportare la scarsità.
Sarà, ma la connessione tra l'aver vissuto difficoltà oggettive e stenti e il non voler per nessun motivo convincersi buttare quel tassello di puzzle dei pokemon trovato da tuo nipote 10 anni prima in un ovetto kinder è piuttosto indimostrabile. Inoltre chi colleziona purcugna destinerebbe se' medesimo... ad una una vita di stenti al fine di evitarli? Le umane contraddizioni sono infinite, è vero, ma la teoria non mi avvince.
Una ulteriore ipotesi è l'avarizia. Certo, il clutter collector è talvolta avaro, ma di certo non tutti gli avari collezionano munnizza. Anzi, spesso il tipico avaro "anale" è maniacalmente pulito e odia il disordine. L'avarizia è quindi casomai secondaria alla mania di collezionare la spazzatura. Ne è una conseguenza possibile, anche se non necessaria.
Se nulla deve scorrere in un ciclo, allora neppure il denaro può farlo.
E questa considerazione fa sorgere una serie di possibili ipotesi. Il clutter collector è forse un antimperialista? Spera così di fermare emblematicamente il ciclo di produzione e consumo, la orribile liquidità del mondo, l'inconsistenza del mercato...la mancanza di fede, di certezza, di solidità?
Dubito. Non tutti i clutter collector sono antimperialisti, anche se tutti gli antimperialisti collezionano brandelli di ideologie e di religioni ein sich, incuranti della loro attualità, della loro capacità a produrre benessere e felicità, e in odio alla moderna e oscenamente dinamica e irrefrenabile "scorrevolezza".
Ma entrambi, tanto i clutter collector quanto gli antimperialisti soffrono della stessa patologia.
La paura della morte, l'horror vacui che insorge di fronte alla constatazione che tutto scorre, si trasforma, muta, nasce, muore. Horror vacui che va riempito di contenuto fermo, che dia l'illusione di una atemporalità salvifica.
La vecchia coperta con il buco gigantesco non può essere buttata, anche se l'armadio è pieno di coperte perfettamente sane, perchè nessun oggetto può morire. Gli oggetti integri e di buona qualità, regalati da amici nella vana speranza di liberare dal vizio il collezionista di merda, stanno in armadio e sono "non nati". In questo senso il mantenere intatta la funzione dell'oggetto (o la sua proiezione in un ipotetico indimostrabile "può sempre servire ") ci dà l'illusione di essere infiniti.
I nostri armadi sono pieni di cose bellissime che serviranno in un futuro lontano, perchè noi (e gli oggetti materiali che ci rappresentano) siamo immortali.
Il collezionismo di immondizia, e l'antimperialismo, sono riti apotropaici che allontanano madonna morte.
giovedì 10 aprile 2008
dell'antimperialismo come cluttermania
Pubblicato da Rosa alle 00:04
Etichette: decluttering
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2 commenti:
Ciao, stavolta ti commento per vanagloria & narcisismo: ho scritto queste pappardelle qui sulla questione antimperialista. Non so, magari ti divertono! :) Ciao.
cose tra donne: il mio convivente ha invitato un amico a cena, di quelli che per prima cosa entrano in casa e ti usano il pc, che è urgente.
munnezza da tritacarne, se si è un pò nervose.
per il resto ho fatto un paio di sacchi
ciao
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