Secondo Angela Lano - come si può leggere sul blog di Cloro al Clero - l'informazione italiana sarebbe uniformemente e smaccatamente filoisraeliana: talmente prona alla "lobby ebraica" da far gridare alla lesa libertà di stampa:
"Peccato che la realtà [di Gaza ndr] sia moltoLe informazioni sull'eccidio di Gaza le abbiamo sentite tutte. La sequenza temporale dell'informazione è stata inesorabilmete, su tutti i media, la seguente:
diversa, e che il tipo di informazione che circola in Italia ci
garantisca una collocazione sempre più bassa nella classifica
mondiale della libertà di stampa."
1 ) Uccisi bimbi palestinesi.
2) Uccisi in rappresaglia.
3) Uccisi in seguito ad azione razzi kassam.
Prima sappiamo che sono stati uccisi dei bimbi dall'esercito israeliano.
Soltanto in un secondo momento, a indignazione "bollente", scopriamo che si tratta di una risposta ad una azione di Hamas: ma il dato è buttato nel contenuto dell'articolo con indifferenza, come fosse una descrizione ambientale. L'esercito spara in una notte di luna piena. L'esercito spara dopo un temporale. L'esercito spara in seguito ad un lancio di Kassam.
Ora, ci sono due modi di porgere una notizia. Uno si fonda sul rapporto causa/effetto: è un sistema che privilegia la comprensione alla reazione di pancia. La notizia descriverà il bombardamento israeliano dai risultati drammatici come come conseguenza di quello palestinese, dai risultati nulli. Si sarà portati - in questo caso - a non fermarsi al singolo atto e a riflettere più in generale sulla situazione, sulle forze in campo, sulle possibilità di soluzione, sulle origini della situazione.
L'altro sistema invece enfatizza la gravità delle conseguenze. L'importante nella notizia non è la comprensione del contesto ma il colore, la drammaticità, l'emozione. Questo modo inizierà col descrivere la morte dei bambini e arriverà solo in un secondo tempo a informare sul contesto in cui è avvenuta, ovvero il lancio del famigerati, e fortunatamente inefficienti razzi.
Arriverà quando la logica non potrà più mettersi in moto e , perchè sarà sommersa dalla pancia, dall'indignazione, dal sentimento. Nella fattispecie, un sentimento di disgusto nei confronti di Israele.
Io preferisco la notizia "fredda", capace di suscitare pensiero prima che indignazione, ma credo che sia lecito utilizzare entrambi i sistemi.
E' innegabile però che l'intera stampa italiana, la radio, la televisione, ha privilegiato il secondo modo di porgere la notizia, quello che mediaticamente fa risaltare gli israeliani come carnefici assoluti e i palestinesi come vittime assolute.
Occorre addentrarsi nella notizia per farsi venire il dubbio che la strage non sia un atto di sadismo dettato da volontà infanticida, ma una risposta violenta ad un atto di guerra violento.
A questo proposito può essere molto gustoso e interessante osservare i paradossi di un commentatore di un post dove Dacia Valent coltiva - comme d'abitude - l'immagine di crudeltà e sanguinarietà di noi ebrei tutti (con metafore religiose, fra l'altro: quando inizierai a deliziarci con i palestinesini gesubambini, Daciè?)
Da qualche parte ho letto una definizione dei massacri in atto a Gaza come di un "genostillicidio", una sorta di genocidio a "bassa intensità", non troppe vittime perchè vi sia una qualche reazione della comunità internazionale (?) né troppo poche, in modo da costituire un deterrente - o meglio una bestiale vendetta - per il lancio dei razzi Qassam.Secondo il lettore di Verbavalent, esiste una gradualità di sfumature tra...una reazione a scopo di deterrenza e un genocidio: la nuance israeliana è li a dimostrarlo. La deterrenza genocida, una bella invenzione: In pratica la stessa gamma che c'è tra una grattatina alla schiena ed un impalamento. Come certuni riescano a non avere il senso del ridicolo è qualcosa che mi lascia perplessa.
Altro che stampa filoisraeliana: i giornali italiani annaffiano le reazioni di pancia, i sentimenti, e l'odio nei confronti di Israele, tanto da portare la gente a formulare assurdità logiche come il "genostillicidio" o la "deterrenza genocida".
10 commenti:
Il tuo ragionamento è interessante. Una ipotesi delle ragioni per cui la notizia è stata data in quel modo potrebbe essere, ad esempio, che, in questo caso specifico, le conseguenze della rappresaglia sono state molto più gravi e violente della causa che l'ha scatenata.
Ma mi rendo conto che sarebbe facile dire, che in altri episodi, non è stato così.
Il punto debole del tuo ragionamento, a mio parere, è che tenta di confutare la posizione di chi dice che l'informazione è prona alle ragioni di Israele cercando di capovolgerla, sostenendo, tra le righe, che invece l'informazione sia pregiudizialmente a favore dei palestinesi (cosa che mi pare altrettanto "estremista").
E, aggiungerei che, andando indietro nella catena causa/effetto, ci si potrebbe chiedere quali siano le cause del lancio dei razzi, rischiando, in questo modo, di non uscirne più.
Credo che il problema di come vengano riportate le notizie provenienti da Israele e dalla Palestina sia molto delicato perché rischia di alimentare un certo clima "da stadio" che, in questo caso forse più che in altri, non giova affatto.
Un saluto
L'informazione italiana è a mio avviso smaccatamente filopalestinese (ad esempio, il giorno dello sgombro di Gaza sulla RAI ci fu una lunghissima trasmissione con intellettuali israeliani violentemente antisionisti. Quattro gatti di estremisti che non contano un cazzo, ma fu la scelta della RAI, a commento di quell'occasione storica) ma soprattutto è un tipo di informazione che privilegia appunto la pancia e il sentimento al ragionamento e alla logica.
Ha ragione la Clorita, guarda questo link. E' la prova che gli ebrei, controllano il mondo intero da generazioni, e se i maiali non volano, e' solo perche' Loro li hanno modificati geneticamente per perdere le ali.
anche a me pare che ci sia un pregiudizio positivo nei confronti dell'una parte nei confronti all'altra, evidente in chi vuol vedere.
Il punto e' proprio questo, che spesso non si vuol vedere, ma si vuole solo massaggiare le ghiandole dell'odio. Perche' e' un'attivita' piacevole, quasi erotica, quella di odiare.
E allora le evidenze - anche le piu' eclatanti - non contano piu' nulla.
Vi ricordate di quel fotografo della Reuters che ritoccava con fotoshop i fumi dei bombardamenti di Beirut per moltiplicarli?
E' stato scoperto solo per la sua maldestria e ingenuita'. Ma la maggior parte dei fomentatori d'odio e' molto piu' abile.
Io sono affascinato dalla rozzezza intrinseca dei fomentatori di odio e dalla facilita' con cui la gente si lascia abbindolare.
Qualcuno, di fronte a tanta dimostrazione di derisione del logos, getta la spugna e si butta nella tromba delle scale, come fece un noto scrittore torinese molti anni fa.
L'unica cosa che si puo' fare e' spezzare il circolo dell'odio con l'atteggiamento buddista, o l'evangelico porgere l'altra guancia. Non vedo altre soluzioni.
L'informazione italiana è palesemente filoisraeliana. Ciò che accade in Palestina viene raccontato sempre in maniera distorta e incompleta in modo da far prevalere sempre e comunque le ragioni israeliane su quelle palestinesi; qualsiasi voce in favore dei palestinesi viene tacciata di antisemitismo! Un morto israeliano ha il valore mediatico di 100 palestinesi! Raccontarci che Claudio Pagliara e Riotta sarebbero "filopalestinesi" è una stronzata colossale detta da una persona evidentemente in malafede!
Veramente non sto parlando di opinionisti, sto parlando di come la notizia viene data nei telegiornali e nei radiogiornali, dove il fatto dovrebbe prevalere sui commenti. L'esempio che ho fatto - la sequenza delle informazioni nei telegiornali italiani - è incontrovertibile. Ma tu quello non lo commenti, e mi tiri fuori degli opinionisti. E meno male che sei onesto, tu: pensa se fossi in malafede!
Oh! Ti lamenti di come vengano date le notizie?! Ricordo di un attacco palestinese al valico di Eretz, colpiti e uccisi due soldati israeliani, apertura del Tg1: "Natale di sangue a Tel Aviv" e poi ambulanze a sirene spiegate, macerie, concitazione, insomma, l'apocalisse! Il giorno prima c'era stato un'attacco dell'esercito israeliano, otto morti palestinesi tra cui un bambino, notizia del Tg1 in terza pagina o giù di li con Klaudio Pagliara che ne parlava da Betlemme tra gli addobbi e le marcette degli scout descrivendo un clima di "relativa tranquillità". Vergognoso.
Oppure ricordo di quando sempre il Tg1 traduceva l'intervista dell'ineffabile Pagliara al rappresentante dei coloni israeliani che descriveva come semplici "teste calde" i "civili" israeliani che armati di M16 assaltavano i villaggi palestinesi aggredendo e terrorizzando gli abitanti, uccidendo le bestie, incendiando gli alberi e quant'altro (comportamento che andava avanti da anni, nell'indifferenza dei soldati) e poi lasciava in arabo le testimonianze dei palestinesi!
Era l'epoca d'"oro" di Mimun...
O forse vogliamo parlare dell'ultimo conflitto col Libano?! Ricordi la strage di Qana?! Tutta la stampa italiana, TUTTA, di destra o di sinistra, della carta stampata o della TV, dall'Unità al Giornale, dal Tg1 al Tg5, tutta, insomma, scrisse che l'edificio colpito dagli israeliani era utilizzato da Hezbollah come "base di lancio per missili katiusha", quando bastava andare su Haaretz per leggere la conferenza stampa integrale tenutasi dopo a Tel Aviv in cui l'esercito stesso ammetteva che "l'edificio colpito a Qana non era in alcun modo coinvolto nel lancio di razzi in territorio israeliano" e che si era tratto di un "errore" (il solito "tragico errore" israeliano, mannaggia) commesso nel tentativo di colpire altri obiettivi. Insomma, in quell'occcasione la stampa italiana tutta è riuscita a mostrarsi persino meno credibile di una velina dell'esercito, più filoisraeliana della stampa israeliana stessa!
Questi sono solo alcuni esempi, se ne potrebbero fare tantissimi altri!
Eccerto, infatti la tv non fa che parlare di sderot, eh? E "ucciso un colono di nove mesi" non l'hai mai sentito, vero?
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