martedì 1 aprile 2008

Martinez, dicci invece cosa ci metterai nel piatto

Resto sempre affascinata da chi ha una visione fantasy della politica - dove non è data alcuna articolazione tra il bene che è proprietà intera del popolo della luce e un male che appartiene integralmente al popolo delle tenebre.
E così - se sciti e sunniti si scannano oppure - in versione frattale da microcosmo blogghistico - due signore abbandonano il loro (beh, oddio) aplombe borghese e si prendono a pesciate in faccia - il problema è sempre e comunque il "nemico", immaginato come intento ad irritare ogni nervo scoperto e ad approfittare di ogni defaillance.
La visione fantasy della politica non ammette la possibilità del caos, ovvero lo immagina patrimonio esclusivo dell'altro da se', e attribuisce alla propria schiera qualità cristalline di ordine e di luminosità. Martinez scrive:

I nostri nemici non hanno esattamente delle idee: hanno confusi grumi di pulsioni, identità impazzite, paure e rancori. Per questo, possono solo ricorrere a cronaca nera, titoli di giornali e pettegolezzi per costruire i loro discorsi, quando non falsificano direttamente i fatti.
Chissà se - per dirne uno - il Popper de "La società aperta e i suoi nemici", nemico sì degli efferati sistemi ideologici, ma tutt'altro che pazzo o rancoroso, sarebbe stato interessato ai pettegolezzi o alle pesciate in faccia di due signore che ritengono - in buona concordia - che ogni male sgorghi dal ventre corrotto dell'occidente, e che le teocrazie islamiche siano all'avanguardia di un luminoso futuro della civiltà, dove le differenze tra poveri e ricchi, fortunati e sfortunati, belli e brutti saranno appianate per sempre?
Io credo che Marinez - e non solo lui - abbia un'idea molto fiabesca e ingenua dei suoi nemici.
Da questa parte si osserva l'entropia come fenomeno universale, il caos lo si percepisce come oggetto, non si attribuisce ad un nemico ne' tanto meno lo si evoca per combatterlo, e casomai si tenta - ci si illude - di poterlo conoscere e studiare, nella speranza dove possibile non dico governarlo ma arginarlo e di ridurre il danno. E non ci si dimentica che crollata la Puttana Occidentale, Babilonia, i suoi vizi, le sue città, le sue puttane, i suoi supermercati ( e può crollare, oh, se può crollare) non verrà punto la luce come per magia - luce che non è mai esistita se non nelle saghe - come invece vorrebbero far credere i maghetti antimperialisti, ma i compenso i nostri piatti (anche quello di Martinez) saranno desolatamente vuoti.
Sarebbe interessante sentire qualche riflessione su questo, dal maghetto Martinez, su cosa conta lui, che si ritiene il bene, di mettere nei piatti di noi futuri orfani dell'occidente, invece che vederlo bacchettare le sue rissose amiche, per il timore un po' patetico che la loro imprudenza possa guastare il buon nome dei Cavalieri della Verità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Rosa,

Grazie della citazione.

Tu non rientri assolutamente nella vasta galleria dei nemici che campano di pettegolezzi, falsi, calunnie, complottismi.

Tu sei una rispettabilissima avversaria che si è sempre comportata con grande correttezza.

Nulla di quello che ho detto dei nostri nemici si riferisce, nemmeno di striscio, a te.

Miguel Martinez

Rosa ha detto...

Non ho mai pensato che ti riferissi a me, era un discorso generale.
Avevo la sensazione che questa reprimenda si fondasse su una visione manichea, delle forze in gioco (e anche su una sopravvalutazione del media)

Anonimo ha detto...

>e anche su una sopravvalutazione del media

quello ci accumuna un po' tutti. belli e brutti.

diego