Il mio amico MMAX si è cacciato in una buffissima polemica con un sito che (mi pare di capire) s'è dato la mission di organizzare blogz in base ad una catalogazione fondata sulla coppia di concetti flessibile/precario".
Sebbene il mio amico MMAX - seppure adorabile - sia effettivamente più ideologico di quanto la mia animuccia possa in certi casi sopportare, debbo dire che questa volta si è innervosito non del tutto a torto.
Si è attaccato alle braghe del concept di costoro, accusandoli di fare del viral marketing della confindustria e di propagandare merda di destra ai fini di piegare definitivamente i già ben fiacchi lavoratori. Ora, non entro nel merito dell'ipotesi: se fossero prezzolati - secondo i miei criteri - sarebbero perdonati: è che temo ci credano sul serio.
Eh, già. Perché alle proteste del mio amico, costoro hanno risposto con ostentata pacatezza che il loro concept nulla ha a che fare con questioni di politica, non sia mai. La loro categoria di organizzazione della mente umana (e della sua proiezione blogghistica) si fonderebbe su una unica diade universale: flessibile/precario.
Ora si dà il piccolo caso che tanto "flessibile" che "precario" abbiano degli opposti molto precisi e definiti, ovvero "rigido" e "stabile". E si dà il piccolo caso che i termini "flessibile" e "precario" siano proditoriamente - e ingiustificatamente - andati a rappresentare una coppia di contrari all'interno di una precisa polemica politica, in cui una destra ipocrita e vigliacca tenta di spacciare per flessibilità i lavori ai call center pagati due lire più calcio in culo, e una sinistra veterocomunista invece di studiare sistemi per rendere più economica la stabilizzazione del lavoratore e far pagar meglio i precari, si attacca ad un modello che non esiste più perché proprio non può più esistere: quello del "lavoro sicuro" e garantito a vita per tutti.
Dunque, cari i miei "flessibili e precari", se davvero state facendo politica senza sapere di farla, allora siete un pochino tonni. Mi auguro quindi per voi che vi paghi la confindustria.
mercoledì 9 luglio 2008
due diadi
Pubblicato da Rosa alle 13:09
Etichette: ideologie da supermarket
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5 commenti:
Alcune riflessioni random…già alla prima occhiata, il simpatico sitarello puzza di camuffamento della realtà attraverso manipolazione delle parole…come sempre valido antidoto, è consigliata la potente lettura di 1984 di Orwell…rimango convinto che questa realtà malata abbia sempre più bisogno, anziché della tanto decantata competizione, di più solidarietà e cooperazione…anziché di mercato, di più dialogo, capacità di ascolto e propensione alla comprensione degli altri…anziché di crescita material-quantitativa, di più sviluppo delle menti e dei cuori…per il resto, lodi a MMAX ed alla Rosa del Lussemburgo :-)
"...Diventare ricchi è un sogno, con i casino online diventa un progetto di vita concreto..."...e dopo aver letto questa perla in uno dei blog i cui autori sono citati fra le menti "flessibili", mi si è definitivamente chiarita la definizione flessibilità: dicesi flessibilità lo stato mentale cui si perviene in contemporanea con il diritto di usufruire di eutanasia gratuita passata dalla mutua, per far cessare finalmente lo strazio di cotanto umano soffrire :-))
x gillipixel: sì, anch'io sono rimasta basita da quel sito "flessibile"!!!
Beh, cara rosa, la ripartizione dei simpatici gourmet confindustriali è tripartita.
Ci sono le menti flessibili che affrontano la vita ed il lavoro con nonchalance, frizzante ma deprecabile in quanto non finalizzata (un poco di purgatorio non gli fa male).
Le menti precarie che guardano ... orrore ... ai loro diritti con ferma determinazione (questi all'inferno senza appello)
E poi i flessibili e precari che vanno in paradiso.
Per spiegare:
* la Lewinsky è una generosa mente flessibile (biricchina)
* le impiegate che hanno denunciato l'ex presidente israeliano Moshe Katsav orrende menti precarie
* la Garfagna invece sarebbe un glorioso esempio di mente "flessibile e precaria"
x noblogo: LOL
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