venerdì 9 giugno 2006

menage a trois

Il raccontino l'ho scritto qualche mese fa, e bazzicando il web ho trovato una vignetta erotica del favoloso Jacovitti (peccato che era di destra) che secondo me lo commenta in modo strepitoso. Per ora risparmio ai miei due lettori (gli stessi di Mastroviti?) le mie teorie sulla universalità del tabù dell'incesto, perchè devo lavorare.



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E' una splendida femminuccia!

Taglia, cuci, estrai, lava, vesti, ora la bimba è in braccio alla madre.

Gli occhi della donna osservano torvi il fagotto viola, una pietra fredda e nera sul cuore: quelle piccole cosce rugose domani saranno lunghe, affusolate e piene e già oggi il ventre che l'ha ospitata pende flaccido e molle.
Il padre è al settimo cielo: niente grida nella savana, e non verrà il giorno in cui dovrà abbassare la mano e temere la vendetta, pieno di paura e rancore. Solo zucchero e miele e profumo di cannella, e delle piccole bollicine partono dalla stretta coppa del suo bacino e salgono verso il cuore inebriandolo di letizia: cin cin! una bimba! una bimba! una bimba!
La madre e il padre si guardano, istantanea di un idillio e i due adulti giocano in quei pochi minuti i tarocchi della neonata.
Tra gli occhi grigi di lei e quelli di carbone di lui un filo d'acciao, invisibile al mondo e persino a loro.
"Lo sapevo" dice lui con lamentosa enfasi "mi è venuto il mal di testa". La madre appoggia subito il fagotto nella culla, e massaggia delicatamente le tempie di lui, le labbra tacciono ma parlano gli occhi grigi, minacciosi.

"Niente culetto di burro sulle tue gambe, e il tuo affetto per lei avrà il sapone del pane secco"

Gli occhi di carbone dettano il prezzo.

"Ma se nel cuore della notte io e lei ci sveglieremo, la gola riarsa dalla sete e dalla fame, tu darai a me il tuo seno, e soltanto dopo alla bambina"

Gli occhi grigi guizzano nervosi, rilanciano.

"Spetterà a me cospargere la sua schiena ambrata di crema solare, e quando lei - graziosa - reclinerà il capo sollevando con l'avambraccio la sua chioma luminosa per scoprire il collo tu non poggerai il tuo sguardo sul vortice di bionda peluria, e continuerai a leggere il giornale"

Gli occhi di carbone ancora non sigillano.

"Sarà mia, la coscia del pollo; mio, il doblone di fondente sulla torta alla panna; mia, la poltrona davanti alla TV; mio, il posto in aereo vicino al finestrino; e sarà la mia vescica a scandire le pause dei viaggi in macchina nella calda estate.

Gli occhi grigi finalmente si placano.

"Così sarà. Dopotutto, è un grave errore viziare i bambini"

Il padre e la madre si abbracciano, le lacrime sgorgano dai begli occhi della mamma, lui le asciuga dalle gote con piccoli, teneri baci.

L'infermiera - commossa - esce pudicamente dalla stanza, lasciando sola la bella famigliola. Un lungo bacio di passione, e grida feroci di una poppante.

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