lunedì 19 novembre 2007

l'eterno femminino, e la lotta per monopolizzarlo

Premetto a scanso di equivoci che sostengo incondizionatamente la proibizione a somministrare latte in polvere negli ospedali, o a indurre le madri a optare per l'allattamento artificiale attraverso campagne bugiarde e truffaldine, operazioni luride che sono causa di impoverimento e - nei luoghi dove la disponibilità di acqua potabile è limitata - possono portare alla morte.
Premetto che trovo cosa buona e giusta che la puerpera venga ben consigliata riguardo all'impostazione corretta dell'allattamento al seno: spesso si arriva alla maternità tardi, e magari con pregiudizi e cattiva informazione. Ben vengano la lega del latte, le pubblicazioni scientifiche, le ginecologhe consapevoli, le ostetriche militanti e tutto quel sostegno che una famiglia mononucleare e urbana difficilmente può avere dalla rete di donne della famiglia allargata, mai troppo rimpianta ma pur sempre alquanto defunta.
Purché - ve prego - tutto ciò non si trasformi in una predicazione in stile "esercito della salvezza", però.
Purché l'aiuto e l'informazione alla puerpera non diventino l'occasione per formulare nuove definizioni generali e onnicomprensive sulla "femminilità" giusta e corretta, o sulla demonizzazione di femminilità deviate e corrotte.
"Ne' puttane ne' madonne" diceva un vecchio slogan, e alla fine è buono ancora oggi.
Una casa produttrice di passeggini e ammenicoli vari sostiene, nelle sue pagine web (anzi: sosteneva. Ha prontamente cancellato l'eresia) che il latte in polvere è da preferire a quello al seno, perché quest'ultimo renderebbe la donna una specie di mucca odorosa di stracchino.
Una risibile cazzata, indubitabilmente, ma questa pagina irritante e grondate pensiero unico, suscita indignazione e fa fiorire nuovi pensieri unici sulla femminilità: come sarebbe a dire che una donna è "poco donna" quando allatta? Una donna è al culmine della sua propria Donnesca Donnità Donnea quando allatta, che diamine!
Negli USA corre la battuta - quando si parla di persone stronze, criminali, individui aridi o efferati: "la mamma non l'ha allattato al seno, vero?"
Però no, scusate: le donne, così come gli uomini, non sono una categoria unica e definibile. Ci sono donne poco attratte dell'aspetto "animalo" della gravidanza e del parto, o magari con lavori impegnativi, che crescono i loro figli con dedizione e cura pur non allattandoli al seno per scelta volontaria, così come ci sono donne tutte autocompiaciute e imbozzolite nella loro retorica della Nutrice Universale, che crescono dei mocciosi egocentrici, violenti e per nulla felici.
Non ho conosciuto un solo bambino allattato col latte in polvere che abbia avuto salute cagionevole più della media degli altri bambini. In condizioni di igiene normale, l'altalena di influenze e influenzine e influenzette della scuola materna costruisce ottimi sistemi immunitari, nei bimbi allattati al seno e non.
Inoltre la donna che rifiuta il seno al pupo "per compiacere il marito", forse lo fa anche per il piacere suo, no? E forse, ma forse, può anche essere rispettata e trattata come individuo senziente, per lo meno finchè non abbandona/maltratta/affama la prole!
Qua non si tratta di rifiutare il ruolo di donne sexy, o di donne mucche, o di donne manager, qua si tratta di stabilire - una volta per tutte - che una donna è un individuo, e che quindi ha il diritto - finchè non viene meno ai suoi doveri - di dare le priorità a ciò che più ama e desidera e sceglie di coltivare per se' e per la sua vita.
Abbiamo il diritto di non essere monopolizzate da un "pensiero unico" sulla femminilità, che questo riguardi quanti centimetri mostrare, come allattare i nostri figlioli, quante ore lavorare, abbiamo diritto di essere donne biologiche, donne bioniche, manager di successo, bombe di sesso, mamme devote.
E non fate le comari, suvvia!

17 commenti:

Anonimo ha detto...

E perché mi dovrei arrabbiare?

Rosa ha detto...

Così, per il mio tono polemico.

Anonimo ha detto...

No, non mi sono arrabbiato. Ti ho risposto, comunque.

Anonimo ha detto...

manca completamente la parte individuale. Stai discutendo di "donne" senza specificare chi. Ci sono donne che , per dire, non meritano altro che essere "oggetti di concupiscenza maschile".

La retorica per gruppi dimentica completamente il merito personale. Cosi' come alcuni fessi novantenni meritano di essere spennati come degli idioti dalla bellona di torno, alcune donne meritano di essere scopate e mandate al diavolo.

Meritocrazia, belli, meritocrazia. Significa anche questo: avrai tutto il rispetto che meriti, non un grammo in piu'.

Il rispetto non e' gratis.E non si conquista in massa, ma singolarmente.


Uriel

Rosa ha detto...

Il che è - detto in modo più crudo - quello che intendevo dire io.

Anonimo ha detto...

Solo se l'italiano e' una lingua morta.

Uriel

Rosa ha detto...

Io scrivo che abbiamo il diritto di non essere monopolizzate da un pensiero unico sulla femminilità, ma di essere considerate come individui, e tu intervieni per spiegarmi che le donne sono individui, che era giusto giusto quello che andavo sostenendo. Ti viene mai il dubbio di leggere distrattamente quello che commenti?

Anonimo ha detto...

Ah, la "Mamma Fissata Che Sa Tutto Lei E Lo Spiega Alle Altre Mamme", di solito con nuance naturistonuovaeropatica (omogeneizzati sì/no (di solito: no, per carità!), latte in polvere sì/no (di solito: no, per carità!), vaccini sì/no (di solito: no, per carità!), pannolini usa getta sì/no (di solito no, per carità!), nido sì, nido no, ecc... è una categoria pericolosissima. A volte mi è capitato di finire in forum mammeschi per informarmi su cose di basso cabotaggio, tipo "a cosa stare attento quando uno deve comprare un seggiolone" e pareva di entrare nella Setta delle adoratrici di Kalì. Alla larga, alla larga, la MammaCheSiSenteMamma può sbranare un facocero in 15 secondi netti, se appena appena il facocero si fa vedere con in mno un biberon.

Anonimo ha detto...

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Io scrivo che abbiamo il diritto di non essere monopolizzate da un pensiero unico sulla femminilità, ma di essere considerate come individui, e tu intervieni per spiegarmi che le donne sono individui, che era giusto giusto quello che andavo sostenendo.
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Essere individui ed essere monopolizzati da un pensiero unico sulla femminilita' non sono affatto in contraddizione: qualsiasi massa e' fatta di individui.

Quello che ho scritto e' un po' diverso: ho detto molto semplicemente che "Abbiamo il diritto di non essere monopolizzate da un "pensiero unico" e' una frase senza senso: forse TU hai questo diritto di non essere monopolizzata. Le altre se lo devono ancora guadagnare, per cui adesso e' giusto , giustissimo e sacrosanto che vengano monopolizzate dal pensiero unico.

Quello che hai fatto e' stato di passare da un discorso sul'individualita', per poi trasformarlo in un'affermazione totalizzante e politica "Abbiamo il diritto". "Abbiamo" chi?

Il tuo e' il ragionamento tipico del politicante anni 70: prima dimostro che qualcosa sia valido per gli individui, dopodiche' affermo che se tutti siamo individui, allora la cosa sia valida per tutti. E passi dall'individuo all' "abbiamo".

Sorry, il diritto di non essere schiavizzata dai cliche' correnti ce l'hai tu, al singolare, SE riesci a proporre una critica sensata. Quelle che non riescono, devono passare una vita in anoressia , calendario e liposuzione.

Si chiama meritocrazia: punire i peggiori.

Niente a che vedere con il tuo "Abbiamo il diritto": quell' "Abbiamo" non ci sta proprio.

Uriel

Rosa ha detto...

C'è chi ritiene che le donne "debbano" rinunciare all'allattamento al seno per essere attraenti, c'è chi ritiene che le donne "debbano" allattare al seno perchè la funzione del seno è nutrire il bambino. Così come c'è chi sostiene che le donne "debbano" mostrare le cosce e chi sostiene che "debbano" coprirsele. Io ritengo che entrambe le visioni abbiano alla radice una sorta di mistica della femminilità, e pretendano di definire una donna non secondo i parametri con cui si giudicano gli individui, ma secondo parametri assoluti: per gli uni è giusta la Femmina Onnidisponibile per altri la Grande Nutrice. A mio parere - finchè una donna non viene meno ai suoi doveri - può fare l'una o l'altra scelta senza per questo venire stigmatizzata o infilata a forza in categorie assolute. Ritengo che ognuno di noi debba essere giudicato come individuo e non in base alla categoria cui appartiene.
Non riesco davvero a capire cosa non ti sia chiaro.

Rosa ha detto...

x massimo manca: mi sa che i forum di mamme vanno evitati come la scabbia, a meno che (incredibile a dirsi, ma mi dicono che è così) tu non voglia rimorchiare. :-)

Palmiro Pangloss ha detto...

@Uriel: parli degli anni '70 del XVIII secolo, no?

Anonimo ha detto...

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Non riesco davvero a capire cosa non ti sia chiaro.
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Io invece capisco cosa non sia chiaro a te: la differenza tra il singolare ed il plurale, e il significato di alcuni verbi quali "pretende".

Partiamo dal secondo.

Innanzitutto: nessuno ha in mente tutte le donne quando si fanno determinate richieste. Nessuno ha mai chiesto a Rosy Bindi di mostrare le gambe, per dirne una.

Ma la cosa non riguarda solo la Bindi perche' e' diversamente attraente: nessuno lo ha mai chiesto neanche a Carlie Fiorina (che non e' proprio da cacciare in un cesso) per dire.

In diplomazia c'e' la fase che e' dominata dai cosiddetti "sherpa", cioe' la fase in cui non si discute della cosa, ma della disponibilita' a discutere della cosa.

Le donne cui viene chiesto di fare certe cose sono quelle che nella fase "sherpa" si mostrano disponibili a discuterne, ancor prima di discuterne. Nessuno andava a rompere il cazzo alla Fiorina perche' aveva poche tette, perche' molto ma molto prima di poter discutere delle sue tette c'erano tutti gli sherpa del mondo a dire "provaci a scrivere quell'articolo e avrai una multinazionale che ti macella fin dove il tuo medico non ha mai visto la luce del sole". In altre parole, Carlie Fiorina NON veniva spogliata perche' NON dava segni di disponibilita' in questo senso. Paris Hilton, che ha una multinazionale altrettanto pericolosa in tribunale dietro lespalle, fornisce enormi segnali di disponibilita', quindi viene spogliata.

Quindi, punto primo: se non lanci dei segnali di disponibilita' nessuno ti chiede di vestire scosciata, di mostrare le tette o di troieggiare.

(sarebbe poi da dimostrare che tu non lo avresti fatto anche senza che qualcuno te lo avesse chiesto, ma qui siamo oltre il materialismo e l'empiriocriticismo)

Quindi, c'e' poco da fare: nessuno chiede proprio nulla alle donne, se prima non ci sono chiari e visibili segnali di disponibilita'. Credi che le veline entrino ai provini vestite da suore e poi un diabolico processo di vessazione le trasformi in quelle patetiche macchiette? Le cubiste vengono rapite nei conventi, indi corrotte?

Stabilito che certe cose non vengono chieste alle donne, ma ci si limita ad acconsentire che una donna (fin troppo felice di farle) le faccia (non c'e' alcuna pretesa, non c'e' alcuna richiesta, ), per tutti gli altri devi *offrire tu* la mercanzia, o almeno fornire dei segnali "ne parliamo dopo, ma sono almeno disponibile a discutere di come mi vesto".

Il secondo punto e' che ti ostini ad usare il plurale dove ci vorrebbe il singolare: continui a parlare in senso politico (negli anni 70 TUTTO era politica, secondo certi partiti, lo so) anche quando discuti di individui.

L'individuo e' uno, singolare. Non esistono individui plurali. Non ci sono "le donne", non come soggetto o come oggetto.

Non esiste una categoria plurale che abbia dei diritti o meno, al di fuori di quel bipensiero - l'uso della parola contro la logica- che si chiama "politica". "Le donne" non hanno diritti.

Ce li hanno Rosa o Antonella o Giuseppina.

E questo per un motivo molto semplice: definire un diritto come ente politico, cioe' legato ad un "noi", o ad un "tutti" anziche' ad un "ciascuno", permette di definire il diritto come attributo di una massa ma di negarlo al singolo.

Il disastro che vedi oggi a livello di diritti individuali, dentro nazioni che in teoria definiscono dei diritti, viene proprio dall'ostinazione che c'era negli anni 70 di definire i diritti come diritti di massa: adesso le donne possono abortire, ma non puo' farlo Giuseppina.

Quindi, le tue frasi al plurale sbagliano radicalmente : non esiste ne' una pressione *sulle donne* ma su *alcune donne*, al massimo su *alcune donne*.

"Le donne" hanno diritto a sfuggire a questo pensiero? Alcune donne si', altre no: un diritto presume che si intenda goderne. Io ho il diritto di cacciare chi voglio da casa mia, ma se ho ospiti manifesto di non voler goderne e apro loro la porta.

Se togli i plurali dalle frasi e anziche' "le donne" ci metti "io" il tuo discorso sta perfettamente in piedi.

Uriel

Rosa ha detto...

x Uriel: sono convinta che gli anarchici, per coerenza e per vocazione, non dovrebbero mai, per nessun motivo, lavorare in strutture gerarchiche. Credo che chi si definisca anarchico e lavori - anche solo per un giorno - in una struttura gerarchica commetta un atto profondamente innaturale e immorale.

Anonimo ha detto...

Gli anarchici non sono coerenti, morali o naturali.

Uriel

Rosa ha detto...

x uriel:
Eh, appunto. Figurati le donne.

Anonimo ha detto...

il singolare e il plurale...
quello che non capisco neanche io e' perche' Uriel muove le sue argomentazioni contemporaneamente su un piano culturale e su uno giuridico (prima parla di 'nessuno ha in mente tutte le donne quando si fanno determinate richieste', poi sposta il tiro su 'le donne non hanno diritti'), ma poi non spiega come i due livelli sarebbero collegati. In pratica, perche' non esistono diritti collettivi. Come spiega categorie come "ethnic minorities" e "children"?

gopk