domenica 1 febbraio 2009

due piccioni e la fava Sgarbi

Via Psicocafè, mi giunge voce di questa mostra, che tratta un tema affascinate trattato con inquietante protervia ideologica.

So poco di filosofia, ma questo attribuire a Nietzsche - in qualità di Senza Dio - la paternità ideologica del nazismo mi pare preoccupante, oltre che fondato su una banalità.
Sgarbi - con tono neutrale da scienziato delle arti e lanciando il suo discorso in modo ambiguo e indistinto, ci racconta che la matrice del nazismo (e quindi della follia?) è l'essere "senza Dio". E così per lui è il senza Dio Nietzsche che spiana la strada all'esplodere della hubris umana rendendo folle e violenta l'umanità. Non pago di aver propinato con apparente neutralità scientifica banalità dal comfort politico di un maglione di cachemire, Sgarbi approda - senza chiasso - al luogo comune per eccellenza: l'odio degli ebrei per gli arabi e degli arabi per gli ebrei è una follia che - sembra suggerire il filo rosso che conduce il suo discorso - è da attribuirsi al fatto che non solo i "senza dio" sono privi della griglia morale che salva dalla follia e dall'omicidio, ma anche quelli che onorano un Dio sbagliato: e giù tutto in un calderone dove Hitler e Olmert e Meshaal si fanno lieta compagnia, in attesa di raggiungere all'inferno il Voltaire, da dove guarderanno i santi inquisitori godersi la vicinanza a Dio nell'alto dei cieli, loro sì.

La follia nella pittura, da Bosch al suerrealismo, non è mai stata poi una "bandiera ideologica" - men che meno un elogio dell'irrazionale nei confronti della ragione - perseguito con assai più programmaticità dai romantici di tutti i tempi che dal surrealismo o dal dadaismo.

Nulla avevano a che fare con l'arte di regime delle ideologie novecentesche quegli artisti che in quegli stessi anni tentavano l'avventura di portare la luce sull'inconscio, considerati "arte degenerata" dai nazisti.

L'astuto Sgarbi, saldando l'arte con la propaganda politica, acchiappa due piccioni con una fava entusiasmando probabilmente i suoi datori di lavoro e lasciando me con più di un dubbio.

18 commenti:

Gillipixel ha detto...

uhm...stavolta non sono tanto d'accordo con te, Rose...nel senso che le parole di Sgarbi non mi sembra dicessero quello che ci hai letto tu...la parte veramente discutibile (e anche veramente grave, d'accordo, da sola vale l'indignazione anche per tutto il resto) è quando dice che palestinesi ed israeliani (come popoli, "dal basso") pensano sia giusta la reciproca morte: questo è un assunto del tutto pretestuoso e senza base "filosofica", nè prove effettive...da quanto ne so io, tanta parte dei due popoli desiderano e si impegnano per ottenere la pace, invece...ma del surrealismo, dice che è l'espressione dell'inconscio in arte...di Nietsche dice che ha preparato un terreno culturale nel quale anche il nazismo ha sguazzato, ma non dice che ci sia causalità diretta fra le due cose...di Gesù non parla nemmeno...non so, forse ho capito male io...

Rosa ha detto...

Il punto è che Sgarbi non dice: dà ad intendere. E' chiaro che tecnicamente hai ragione tu, sono suggestioni...di fatto però parla dell'essere "senza Dio" come fondamento dell'orrore nazista, che 1) non vedo che diavolo c'entri con la follia nell'arte e 2) più che una considerazione filosofica sembra essere una leccata di culo.
Quanto a israeliani e palestinesi, l'aggancio è del tutto pretestuoso, e se il filo rosso che collega il discorso dei "senza dio" a quei popoli che hanno un Dio diverso non è quello che dico io, allora qual è?

Gillipixel ha detto...

credo che "senza Dio" si debba intendere "senza fondamento metafisico"...la constatazione del venir meno del fondamento metafisico, creò lo smarrimento di una constatazione: tutto si poteva risolvere in una maggiore o minore capacità della realtà di imporsi attraverso la propria potenza...se c'è un labile nesso fra Nietsche e totalitarismo, può forse essere solo questo...concordo comunque sul tuo giudizio di pretestuosità assoluta dell'aggancio di Sgarbi con la situazione isaraelo-palestinese, ma non mi pare che si riferisse alla faccenda del deicidio, ecc...per il motivo che dicevo sopra, secondo cui si dovrebbe intendere l'espressione "senza Dio"...

Rosa ha detto...

Che è come dire che quando Dio (fondamento metafisico) scompare dall'orizzonte umano, emerge la sola legge della violenza. E' esattamente questo che contestavo: è molto di moda dirlo - in un epoca ad aspirazione teocratica come la nostra - ma è del tutto discutibile. Il nazismo (ma anche il comunismo) peraltro erano tutt'altro che fondati su pragmatismo e ragione, il problema era casomai che erano "troppo" metafisici, non troppo poco.

Gillipixel ha detto...

per fondamento metafisico io intendevo "episteme", il principio fisso ed eterno che consetirebbe di sfuggire all'angoscia del divenire, sempre ricercato dalla filosofia e mai trovato (credo)...io nelle parole di Sgarbi ci ho letto più un riferimento a questo fondamento metafisico e non a quello di Dio...però ripeto, è un mio modo di capire la cosa e non pretendo di avere capito giusto e tanto meno di avere ragione :-)
la cosa su cui veramente il ragionamento del vecchio sgarbone mi pare traballare parecchio è questo collegamento indebito fra follia nell'arte (che indaga più una dimensione privata ed intima) e follia della guerra, che è più una follia collettiva...così..tutto qui :-)

Gillipixel ha detto...

Cara Rose, se mi passi la citazione scherzosa:

"...Gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio..." (Heinrich Böll)

:-)))

farlocca farlocchissima ha detto...

il punto è che sgarbi cotona un pippone allucinante perchè lui con un pazzo o pazza pittore pittrice, scommetto che non ci ha mai avuto a che fare... io sì e lui non sa di cosa parla. per cui infiorando di dotte citazioni e collegamenti colti, un discorso che è sostanzialmente privo di contenuto, e quindi leggibile in qualsiasi modo, gli sfugge che la pittura per il malato di mente è cura, è unico veicolo espressivo. al matto che dio ci sia o meno non importa, la sua sofferenza è l'unico centro della vita, la narra dipingendo ad esempio.
ecco lo ascolto e penso: "questo è imbecille"

Rachel Barnacle ha detto...

lasciando me con più di un dubbio

Più di un dubbio?
Ma se Sgarbi è ormai da oltre quindici anni un esempio adamantino (e indubbio) di idiozia e incompetenza!
Non nascono dubbi dai suoi discorsi, bensì granitiche certezze sulla sua imperitura minchioneria.
Anche in questo caso, non ha tradito le aspettative.
In evidente difficoltà sin dalle prime frasi, ha pensato bene di giocare al Bersaglio della Settimana Enigmistica (Dio è morto-Nietzsche-Tedesco-Hitler-Sterminio-Ebrei-Israele-Palestina-Mazzate-Pazzia-Arte-Dio è morto) ed ecco che come per magia s'è tolto dall'impaccio di non sapere che cazzo dire a quella stronzola esibizione.
Al contrario, ce ne sarebbero di cose da dire sul secolo che ha citato (1880-1980), e non certo a riguardo di che tipo di spostamento prospettico ha subito la figura di dio.
Ma naturalmente, se strilli in un orecchio a Sgarbi ti torna indietro l'eco, e dunque ecco qua.

Anonimo ha detto...

e o.t. e non mi offendo se lo cancelli, ma che ne pensate?


"Osservare la morte di un vegetale

Non è che non ho opinioni rispetto al caso di Eluana Englaro. Ne ho, supportate da ragioni, articolate in argomenti, sottoponibili - evidentemente - a critica, ma a mio avviso abbastanza forti. E ho anche trepidazioni, angosce, speranze, considerazioni generali (come per esempio che questo è un giorno triste per la medicina, per i disabili, per la trama di valori che ci sostiene come popolo) e particolari (come la speranza che ci sia un giudice a Udine o comunque in Italia, un giudice 'penale' (che quindi guarda alla sostanza delle cose e non alle formalità giuridico amministrative) che applichi la legge di cui è al servizio e si ricordi dell'esistenza dell'articolo 579 del Codice Penale. Ho quindi opinioni, ma non è di questo che voglio parlare qui, e non è su questo che vorrei ricevere commenti, ai quali in ogni caso non risponderò.
Nella notte ("sicut fur in nocte") Eluana è stata portata ad Udine, dove si presume verrà lasciata morire di fame e di sete. Ora, io qualche mese fa ho comperato una pianta. Una normalissima pianta verde, un Potos. Da mesi mi prendo cura di questa piantina, l'ho chiamata Ester, la guardo la mattina e la sera.E' simile a tutte le altre piante della casa, ma è molto più curata di esse, perché - vedete - Ester, diversamente da loro, ha un "destino". Nel momento in cui ad Eluana verrà interttotta l'alimentazione e l'idratazione, io cesserò immediatamente di dare acqua ad Ester. Che Ester sia un vegetale non vi sono dubbi. Neppure che non senta, che non soffra, che non abbia emozioni e percezioni, non avendo lo straccio di sistema nervoso centrale (il che non si può dire della sua sorellina E, in stato vegetativo persistente). Ester è certamente un vegetale, ma io la osserverò ogni giorno. E, soprattutto, osserverò i miei stati interiori mentre la osservo. Mentre osservo il verde acceso del suo colore virare prima verso il giallo e poi verso il grigio. Mentre il suo slancio verso l'alto si esaurirà e i piccoli steli si appiattiranno verso il basso, sul vaso colmo di terra screpolata e biancastra, senza più nutrimento. Se avrò tentazione di 'darle da bere', resisterò. Seguirà la sorte della sua sorellina E, forse ci metterà più tempo a morire, forse meno, non so. Quando Ester sarà morta, la butterò nella spazzatura. Tutto qui. Una forma dolorosa, silenziosa, nonviolenta di solidarietà con chi probabilmente entro poche ore comincerà a morire." L.L. su FB

Rosa ha detto...

Penso che il paragone sia del tutto fuorviante: un contributo utile alla propaganda pro-life ma fuori tema rispetto al dibattito, essendo questo incentrato su nient'altro che l'opportunità di dare o meno alle persone facoltà di decidere sulla *propria* sorte in determinate condizioni.
I vegetali non hanno volontà, il paragone offende la Englaro, suo padre, e la dignità umana.

farlocca farlocchissima ha detto...

bella logica quella di L.L., secondo me fanno del male a qualcuno e allora vado e faccio del male a qualcun'altro (qualcos'altro) tanto per ribadire il concetto... guarda visto che mi hanno fatto un sopruso oggi in ufficio, ora esco e addobbo di cazzotti il primo che passa, tanto per ribadire il concetto...

Palmiro Pangloss ha detto...

IYO per Sgarbi la scritta "GOT MIT UNS" sulle fibbie dei soldati della Werhmacht c'era cosi' per sport? Il regime s'era dimenticato di cancellarla?

Anonimo ha detto...

Io auguro, sinceramente e di cuore, a tutti quei mascalzoni che sono andati a fare la sceneggiata necrofila non tanto di fronte alla donna in stato vegetativo che tanto non sente nulla, men che meno i loro belati, ma alla sua famiglia e a quel padre che ha più dignità nell'alluce sinistro che quei patetici avvoltoi tutti insieme, ecco, auguro a loro di ridursi ad un ammasso dolente e puteolente di pus, spacciato ma perfettamente cosciente, senza pace, senza dignità e senza speranza, per anni e anni - e guai a chi gli stacca la spina.

Shylock

Anonimo ha detto...

Shylock, ma mi dici perchè il padre ha voluto dare alla società dello spettacolo in pasto il suo problema, immenso e degno di rispetto assoluto, ma nel privato?
Per quale motivo gliela doveva risolvere la burocrazia dei giudici la sua pena? Perche' la sua richiesta di eutanasia doveva essere affidata alla "sapienza" del SSN. Ma ci sei mai stato in un pronto soccorso di un qualsiasi ospedale italiano? Nel modo orrendo in cui l'hanno congegnata e' un precedente che dovrebbe riempire di orrore tutti per le derive a cui si presta?

Rosa ha detto...

"perchè il padre ha voluto dare alla società dello spettacolo in pasto il suo problema, immenso e degno di rispetto assoluto, ma nel privato?"

Questo me lo sono chiesto anch'io, visto che - e se conosci medici te lo confermeranno - casi simili ne capitano a iosa, gestiti in modo ben meno delirante.

E mi sono risposta che evidentemente si è trovato a fare un braccio di ferro con i medici, che è arrivato alla stampa: a quel punto la macchina era avviata, e non si poteva più fermare.

Comunque la tua posizione - di lasciare tutto all'arbitrio individuale per non "burocratizzare" - mi fa paura davvero. E' necessario stabilire dei parametri, scherziamo?

Anonimo ha detto...

"Per quale motivo gliela doveva risolvere la burocrazia dei giudici la sua pena?"

Psalvus, ma ci fai o ci sei?
Ma se pure dopo che, dopo lustri di silenzio, finalmente, i giudici gli hanno dato ragione in ogni grado di giudizio, hanno continuato a mettergli i bastoni tra le ruote assessori, ministri, presidenti di regione, cardinali e necrofili di ogni risma.
Che doveva fare, subire le prepotenze e gli arbitrii in silenzio?
Troppo buono, è stato.

Shylock

Anonimo ha detto...

era piu' umana s'accabadora

Rachel Barnacle ha detto...

e o.t. e non mi offendo se lo cancelli, ma che ne pensate?

Parliamo di piante, di natura, e di dio. Preciso che io non credo in dio, ma credo parecchio nella natura degli esseri viventi.
Se il tuo amico avesse impiegato la metà delle capacità (?) che ha nel generare ciarpame suppurante patos, per informarsi sul mondo arboreo, allora si sarebbe tenuto ben lontano dal parallelo vegetale-stato vegetativo. Soprattutto utilizzando come esempio un potUs.
Perché vedi, il potus non credo che morirà.
Ha scelto la pianta sbagliata. Il potus non lo ammazzi nemmeno se lo usi per il lancio del piattello. In mancanza di luce si snoda come un groviglio di serpi verde pallido verso il minimo chiarore, in mancanza d'acqua scava profondo nella terra, e sopravvive .
E' - come si dice - la sua natura.
E' in realtà la natura di ogni cosa viva.
Il potus terrà duro perché è in grado di farlo - in quanto vivo. Poteva essere una metafora plausibile, se avesse fatto riferimento al caso di Rosanna Benzi: anche lei ha tenuto duro finché ha potuto, perché appunto ha potuto, ma Eliana ha perso quella capacità nel momento in cui s'è schiantata con l'auto contro un muro.
La cosa che più mi disgusta della gente come il tuo amico, è questo chiamare in causa la natura soltanto in determinati momenti di una determinata vicenda. La natura per loro, è come un salvacondotto per le loro idee becere da utilizzare soltanto per certe frontiere, soltanto per certi scali. Ma non tutti.
E' "innaturale" che ad Eluana venga "tolta" la vita ora. Ma non sembra a loro innaturale che le sia stata prolungata artificialmente diciasette anni fa. Questa gente - questa feccia- ha dimenticato del tutto cosa significa appartenere al mondo vivente, e di quanto la morte faccia parte della natura delle cose. Hanno inventato un dio che dispensa la morte come castigo per non dover fare i conti con il loro terrore cieco di quello che di fatto E' la natura (e senza dubbio è negli insegnamenti di dio): nascere, crescere, e morire.
Non mi importa se questi signori vogliono sostituire la parola dio a natura, perché comunque sia, Eluana è stata chiamata fuori dai giochi quel 18 Gennaio del 1992, non è stato né dio né la natura a infilarle sondini nel naso e IV nel braccio, né ad attaccarla ad un aspiratore, né a idratarla artificialmente. La natura (o dio) ha smesso di essere un argomento valido per questa gente dal momento in cui Eluana ha cominciato ad essere tenuta in vita artificialmente.
E una carta che è uscita dal mazzo non la si può ripescare a random solo perché ti fa comodo.
Se quel notevolissimo pensatore del tuo amico amasse davvero rendere plausibile il suo sottile parallelo, allora gli consiglio di fare così: che prenda il potus e gli dia una bella passata col lanciafiamme. Fuoco, e a volontà. In effetti è l'unica cosa in grado di ucciderlo sul serio. Quel che - diciamo - potrebbe essere l'equivalente di un trauma cranico irreversibile per un essere umano.
Poi se lo tenga in soggiorno, e riprenda ad annaffiarlo e concimarlo, e rinvasarlo e compagnia bella. A quello stecco fumante infilato nella terra, tutte queste cose gli deve fare, come se fosse ancora in grado di germogliare di nuovo. E lo deve tenere in bella mostra, in soggiorno, che tutti vedano come ha cura lui del suo potus.
E a quel punto, che osservi lo "stato interiore" delle persone che assistono allo spettacolo. Dalle occhiate che gli scoccheranno le persone "naturali", e sì - perché no - anche quelle che credono in dio. In un dio di cui davvero si sentono fatti a immagine e somiglianza, e non al dio fatto a immagine e somiglianza delle più meschine paure umane - allora forse capirà.
Capirà che piccolo ometto meschino, che razza di rivoltante essere umano sia.

Ecco cosa ne penso.

R.B.