Leggendo l'ultimo post del sempre ottimo Psicocafè (non c'entra nulla, ma tant'è) e avendo parlato poc'anzi di cinema d'essai mi è tornata in mente l'esperienza più estraniante della mia vita.
Uscita dal cinema Farnese, molti anni fa, dopo aver visto L'Angelo Azzurro, per qualche ora mi sono sentita in tutto e per tutto Marlene Dietrich. Nel senso che ero proprio lei, nell'anima e nel corpo, e non riuscivo a tornare nei miei panni: semplicemente io non ero più io ma ero lei. Uhm, chi mi conosce la smetta di ridere per favore.
giovedì 4 dicembre 2008
moi, marlene
Pubblicato da Rosa alle 00:00
Etichette: allucinazioni, cinema
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
ma al farnese il tasso di cannabis nell'aria era basso.... ;-)
a parte questo sentirsi marlene dietrich mica è male, chissà che rimorchi quella sera!
parliamo dello stesso farnese? quello di campo de' fiori?
comunque soggettivamente non era male, sentirsi MD: era anzi esaltante, ma temo che oggettivamente prevalesse la realtà biologica...
chissà perchè, ma a me MD non mi è mai piaciuta. Se devo proprio scegliere nel bianco e nero meglio la Charlize Teron del del Martini ove, allontanandosi da Onassis, la smagliatura del filo di lana del tubino nero scopre sfere che seguono le meccaniche celesti. Come direbbe Battiato
psalvus all'epoca di cui si parla la Chrlize Teron mangiava omogeneizzati ;-)
rose, sì sì quello di campo de' fiori, in confronto al cineclub tevere era molto più salubre. uhm comunque il modo in cui ci percepiamo ha un effetto enorme anche sulla "realtà biologica", magari non diventiamo biondo platino, ma l'effetto marlene può essere sorprendende.
Farlocca: "magari non diventiamo biondo platino, ma l'effetto marlene può essere sorprendende".
O magari controproducente, se te la tiri ma non c'hai proprio il fisico (escluse le presenti, s'intende ;-)
Shylock
Shylock: :D ma non credere, ho visto cose, con occhi di donna, che voi uomini non potreste nemmeno immaginare... ;-)
Posta un commento