giovedì 14 maggio 2009

l'italia è invasa, sì, ma dagli ultracorpi

Pare (la fonte è Ugo Magri stamattina su Prima Pagina, giornalista della Stampa) che il gran parlare di questi giorni intorno all'intercettazione delle navi dei clandestini sia l'ennesimo spottino per fare applaudire il pollesco neo e vetero elettorato leghista e paraleghista. Infatti non è affatto la prima volta ne' il primo governo sotto il quale questo accade, ne' è segno di un nuovo trend che porterà a risolvere il problema dell'immigrazione clandestina: è piuttosto - questo sì - la prima volta che tutto ciò viene baldanzosamente sbandierato come efficientismo governativo.
E' curioso come gli zelanti neo invasi dagli ultracorpi si preoccupino di sviluppare concetti catalaneschi come quello che il terzo mondo dovrebbe smettere di essere terzo mondo per svilupparsi, mentre non si chiedono come mai l'attuale governo non si ponga neppure lontanamente il problema di combattere il lavoro nero - che degli immigrati clandestini si pasce e si nutre - e come mai l'attuale governo tenti in ogni modo di scoraggiare i regolari, partendo dalle tasse per il rinnovo, le difficoltà burocratiche, e nessuna politica di integrazione.
Ma le telefonate a Prima Pagina sono eloquenti: forbiti signori che telefonano perchè gli immigrati "vogliono quelle case popolari che non hanno dato a mio padre" o "rubano il lavoro che hanno tolto a me a cinquant'anni".
Gli ultracorpi sono riusciti a penetrare con tale abilità, nei cervelli delle persone, da farle davvero passare per vere, queste cazzate! In un paese che fin dalla rutilante era craxiana le "case popolari" le riservava - quelle belle - per i propri amici e quelle brutte per i propri autisti, ora la mancata assegnazione delle case popolari diventa "colpa degli immigrati".
E questo isolamento, la mancata integrazione, lo scoraggiare i regolari, il permanere del lavoro nero e degli schiavi che occorrono per mandarlo avanti, verrà pagato col sangue, in un paese dove da qui a poco non si saprà come pagare le pensioni: nel frattempo le schiere dei ultracorpizzati si preparano a premiare il governo con un bell'80% dei consensi.

11 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

sostare l'attenzione degli spettatori è un vecchio trucco da prestigiatori, mi sembra naturale che funzioni dato che ora non siamo più cittadini, ma appunto spettatori...

Anonimo ha detto...

Ci sono circa 500.000 cittadini irregolari in Italia.
Dovendoli espellere tutti, per eseguire l'operazione servirebbero almeno 4 poliziotti per ogni allontanamento forzato.
Totale: 2 milioni di poliziotti impegnati per i futuri decenni esclusivamente ad eseguire espulsioni.
Curioso di vedere come accadrà.

Palmiro Pangloss ha detto...

BTW i riflettori sono puntati sui clandestini che arrivano via mare dalla costa mediterranea dell'Africa. Al di la di ogni constatazione etica e politica c'e' da dire che quelli sono al massimo il 10% dei clandestini che arrivano in Italia.

Psalvus ha detto...

l'anonimo di prima e' lo stesso di Prima Pagina di oggi?

Comunque il problema non è l'immigrazione (cellule nuove che rimpiazzano cellule vecchie), e' che l'"Italia" (qualunque sia l'idea allucinatoria che abbiamo di questa entità) sara' fra un po' molto diversa, molto terremotata, cosi' come e' successo a Rotterdam dove la comunità mussulmana è ormai maggioranza e la shaaria è legale de facto.

Sempre su Prima Pagina di oggi il giornalista ha letto un intervento di Ceronetti sulla Stampa. O Ceronetti si è convertito al leghismo oppure c'e' qualcosa che non torna nei nostri ragionamenti dell'accoglienza a oltranza.

Rosa ha detto...

x psalvus: Ceronetti ha detto - tra le altre cose - che il diritto d'asilo non ha più senso. Per motivi familiari so cosa significhi non avere accoglienza quando sei minacciato di morte. Tu sei d'accordo con Ceronetti?

Palmiro Pangloss ha detto...

@Tutti: come forse saprete ritengo il diritto di ogni uomo di migliorare la propria condizione, anche spostandosi, sacro. Ed ho una enorme ammirazione, maturata con la conoscenza personale, di chi fa questa scelta. E in piu' non si puo', se ci vogliamo dire civili, tollerare che piu' di mille persone ogni anno - 1200 leggo sia la stima corrente - muoiano nel tentativo di venire in Italia. Ed e' anche ovvio ai miei occhi che tale movimento migratorio sia inarrestabile quanto l'accelerazione di gravita'. Detto questo e' ovvio e scontato che ogni stato voglia e debba avere il controllo delle proprie frontiere se vuol rimanere uno stato. Da tutto cio' ne consegue logicamente che la soluzione - in realta' non c'e', come per ogni fenomeno complesso, LA SOLUZIONE, il toccasana, ma ci siamo capiti spero - e' quello di rendere le procedure per venire a lavorare in Italia semplici, di permettere di prendere velocemente la nazionalita' a chi ha fatto dell'Italia il centro della propria vita e di vigilare su chi invece viene per delinquere, o viene e poi delinque e su chi approfitta della disperazione degli altri immigrati. In un quadro del genere non avrei nulla in contrario ad intercettare in mare - o altrove - chi viene senza permesso e riportarlo al luogo di partenza dove trovera' un ufficio immigrazione italiano dove provare a venire legalmente.

Psalvus ha detto...

"Lo straniero, al quale nel suo paese sia impedito l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Certo i Padri Costituenti non potevano sapere che teoricamente un miliardo e trecentomilioni di cinesi potrebbero chiedere a buon diritto asilo politico qui. Mi pare di sentirli i Santi Padri darsi di gomito dall'alto dei cieli: "Punto, punto e virgola due punti, massì fai vedere che abbondiamo..."

sam ha detto...

faccio spesso banchetti con l'associazione radicale di cui faccio parte. ho avuto modo di parlare con molta gente e devo dirti che la sensazione è proprio quella della battaglia tra poveri.
dobbiamo riportare la discussione sul giusto piano, come mi ha insegnato Donata Canta della camera del lavoro di Torino. Non "loro ci portano via le case popolari", ma "sono troppo poche le case popolari".

Anonimo ha detto...

a Palmiro: nel caso dei richiedenti asilo, non si tratta di accoglere o meno persone in cerca di lavoro, si tratta di persone che fuggono da persecuzione o da una situazione di violenza generalizzata? Va detto che i flussi di rifugiati già oggi riguardano in stragrande maggioranza il sud del mondo (per capirci: la guerra in Etiopia ha fatto scappare in Sudan centinaia di migliaia di persone, che vivono in tendopoli vicino al confine).

a Psalvus (e Ceronetti)
il principio della costituzione è già adesso sostanzialmente irrilevante, visto che:
1. l'Italia è l'unico Paese europeo a non avere una legge organica sull'asilo (qui chiaramente anche la sinistra ha le sue responsabilità);
2. il ricorso al principio costituzionale entra in gioco soltanto in alcuni casi di ricorso contro il diniego dello status di rifugiato, che peraltro viene riconosciuto sulla base della Convenzione di Ginevra del 1951 (che nulla ha a che vedere con i padri costituenti italiani ed è il principale testo giuridico, internazionale e non statale, di riferimento, a partire dal principio del "non respingimento").

a Ceronetti vorrei anche dire che lo sguardo malinconico che dà sulle brutture italiche, secondo me fondato, ha ben poco a che vedere con la realtà migratoria italiana (fenomeno recente, che comincia alla fine degli anni 80), e nulla con quella dei rifugiati: fino all'entrata in vigore, alla fine degli anni 90, del Patto di Schengen (1995), i rifugiati in Italia erano pochissimi perché l'Italia era esclusivamente un paese di transito (i Paesi d'accoglienza erano Inghilterra, Olanda, Germania, che infatti di rifugiati ne hanno centinaia di migliaia).

renna

Palmiro Pangloss ha detto...

@Psalvus: nel 1948 le persone che non godevano delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana erano, relativamente alla popolazione mondiale, di piu'.

amaryllide ha detto...

x Palmiro:
quanti dei miliardi di persone che nel '48 sotto regimi non democratici erano ansiosi di emigrare in un paese che per i successivi 30 anni avrebbe avuto un saldo migratorio nettamente negativo, date le floride condizioni economiche dell'epoca?