Secondo la teoria di Martinez, delle manifestazioni "contro" o si parla male - quando succedono delle cose spiacevoli - o non si parla affatto. E - sempre secondo il Martinez - le manifestazioni servono "a farsi sentire".
Spero di avere capito male, ma se la logica ha un senso - visto che lui a dimostrare ci va - i suoi auspici mi sembrano chiari.
D'altra parte credo che siano in molti a sperare che in quella manifestazione succeda qualcosa, prima di tutto proprio il Fini che butta benzina sul fuoco con le sue boutade al chiaro scopo di dimostrare che i "provocatori di sinistra" sono molto peggio di quelli di destra.
Credo sarebbe cosa buona e saggia spiegargli che in quella manifestazione ci sarà più di un suo ex compagno di battaglia, altroché.
Il Forum Palestina comunque ci rassicura con un tono conciliante:
Fausto Bertinotti potrebbe e dovrebbe scegliere un luogo diverso per il suo grande rientro in pubblico. Partecipare alla Fiera del Libro dedicata ad uno stato che si regge sull’occupazione militare e coloniale e sull’apartheid proprio mentre nelle strade di Torino sfileranno i palestinesi e il popolo della sinistra che ne sostiene iInaccettabile provocazione.
legittimi diritti e la resistenza, non può che apparire come una inaccettabile provocazione.
Sono in troppi ad avere interesse in un troiaio alla fiera.
3 commenti:
Grazie della citazione.
La contraddizione di cui parli c'è e la vivo tutta.
L'hai colta perfettamente, e non ho la soluzione.
O la risolvo dicendo, comunque, mi sembrava "giusto" esserci. Senza credere per questo che abbia qualche effetto magico.
Non è un caso che le manifestazioni, in linea di massima, le permettano oggi, senza particolari restrizioni.
Evidentemente, l'incidenza è vicino allo zero.
Io sono convinta che il peso dato a una notizia sia spesso proporzionale a quanto la notizia si discosta dalle aspettative. In questo senso, una manifestazione supercomposta, pacifica, in giacca e cravatta, in rigoroso silenzio, avrebbe sicuramente più peso mediatico di una dove si spaccano un paio di vetrine e si bruciano due bandiere. Chiaramente, se ci scappa il morto la risonanza mediatica è maggiore.
Quanto all'utilità, ovviamente dipende dai punti di vista. Una manifestazione dove succedano cose gravi sarebbe molto utile ad esacerbare gli animi, a fare paura alla gente, a far gridare a Fini che aveva ragione, e a sottolineare il comune destino di arabi ed ebrei a diventare "popoli bandiera".
Utile a chi? A te, forse, che non sei ne'ebreo ne' arabo ma ti diverti a giocare a scacchi con roba che non ti tocca. A me no di certo.
Sicuramente - qualsiasi cosa accada - non porterebbe maggior benessere ai palestinesi, in nessun caso: per quello occorre buona volontà e capacità di rinuncia da parte di entrambe le parti in causa, atteggiamenti che difficilmente possono derivare da un boicottaggio italiano di scrittori pacifisti israeliani.
Sì, l'idea della manifestazione in giacca e cravatta sarebbe originale, e a modo suo farebbe notizia.
Ma per far passare un'idea del genere tra i mille ambienti che fanno una manifestazione, ci vorrebbe un accordo inimmaginabile, e che comunque non potrebbe mai essere accettato dai "rastamen" o dai disobbedienti, per dire.
Non ho mai detto che gli incidenti potrebbero essere "utili" a qualcosa.
Ho detto una cosa completamente diversa, riprovo...
1) lo scopo di una manifestazione è fare sì che se ne parli e bene
2) della manifestazione di sabato, se non succede niente, non se ne parlerà proprio
3) se succede il minimo incidente, se ne parlerà male.
A questo punto, non partecipo a una manifestazione perché è utile, ma semplicemente perché è giusto.
Non mi sembra un ragionamento complicato.
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