giovedì 22 maggio 2008

ruby red shoes

Pubblico il commento di RB al mio post precedente, e appena consegno il lavoro rispondo.

"Prego coloro - sedicenti antifascisti dotati di acume politico simile a quella dei comunisti tedeschi del '33 - i quali si sono astenuti e/o hanno consigliato l'astensione al voto e ora si lagnano sui massimi sistemi, su quanto il problema è "altrove"...la disgregazione dello stato, l'imperialismo, il precariato..di leggere e meditare sul tono e i contenuti degli articoli di marzo, all'epoca dei fatti veri e l'articolo che oggi rievoca strumentalmente quei fatti - illuminati dalle fiamme dei pogrom."

Ho meditato.
Queste righe che ho quotato – nonostante siano chiaramente indirizzate a Uriel – riguardano anche me: per sedici anni ho sempre votato quando è stato il momento, non questa volta. A differenza delle svariate crocette che ho quasi sempre tracciato con un retrogusto d’inquietudine, questa crocetta non tracciata ha la triste e granitica certezza della coscienza apposto.
Ed è per questo – per la misera certezza di essere stata costretta a non scegliere – che il tuo parallelo storico mi offende. Quell’infelice esempio che mi dipinge collaborazionista al *Male* per ignavia, dipinge te incapace di misurare con lucidità la distanza tra il tuo sentire politico e il partito che avrebbe dovuto rappresentarti.
Se vuoi fare il Frank Stella della politica – dove è la forma che detta la sostanza, e non il contrario, dove l’astenersi dal votare un fascismo al cilicio è una causa, e non una reazione coerente – accomodati.
Ma se io sono la comunista tedesca del ’33, tu sei Dorothy nel simpatico mondo di Oz.
Il tuo sentierino giallo è fatto di viottoli democristiani e bacchettoni, vicoli ciechi estremisti al salone del libro, infinite confluenze becere di gentaglia incartapecorita che ormai di quello che è (o dovrebbe essere) una sinistra accettabile non ha più nulla.
La dimostrazione lampante è nel come questa immonda marmaglia si sta comportando ora, dal suo angolo di opposizione.
Che una carta da culo come “Il Giornale” vinca i suoi record di salto in basso, è scontato. Che il PD stampi poster che inneggiano allo sgombero, un po’ meno.
Ecco, ora tu medita su questo. Questa è la gente che hai votato.
E’ la stessa gente che ha sempre coccolato a parole le minoranze etniche, senza dar loro alcuna possibilità di riscatto morale, o emancipazione. Il “problema” Rom non è cosa di oggi, esiste da decenni. Ma tutto quello che la politica (sia di destra che di sinistra) ha mai fatto per questa gente è stato usarla come esempio ideologico di qualcos’altro, fottendosene delle reali necessità e disagi che hanno subito e – di conseguenza – hanno fatto subire.
Non vedo con quale coraggio tu possa scrivere un post intitolato “i politici sono tutti uguali come le tue palle”, a soli pochi giorni dall’exploit murale del PD.
Al contrario, se alle prossime elezioni ti ritroverai a votare uno schieramento ancora un pochino più lontano dal tuo modo di pensare, un pochino più nauseante di questo, ringrazia te stessa e gli altri campioni olimpionici di tappata di naso.
Che a naso tappato si sa, è difficile riconoscere la puzza di merda.
Anche dopo averla pestata.

Saluti,

Rachel Barnacle

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