Naturalmente la notizia del pestaggio al ragazzo autistico finito in rete ha provocato l'effetto domino notizia/fatti, e non c'è giorno in cui non vengano pubblicate notizie, notiziole o non notizie sull'argomento. Intendiamoci, non penso che il bullismo non sia un problema - e anche grave - ne' sostengo che i giornali non debbano parlarne. La cosa più sconcertante però è la totale piattezza nello sciorinare ipotesi sociologiche e opinioni: il mandato è invisibile ma ha la forza di un tornado: allinearsi l'uno all'altro senza alcuno scarto di originalità. E come al solito - la banalità impone che sia internet, l'origine di ogni male (insieme ai videogiochi) Nessuno nota e fa notare, come parrebbe invece ovvio, che i bulli in questione sono stati beccati grazie ad internet, e non già per colpa di. E dire che - fra le altre cose - l'enfasi demonizzatrice sulla perfidia del mezzo eccita gli animi degli esibizionisti, che amano riconoscersi tra le schiere dei cattivi, quando il far notare che esporre le proprie vergogne è - prima ancora che vile e ributtante - faccenda da pirla, secondo me farebbe al contrario passare la voglia: nelle schiere dei cretini non ci vuol star nessuno. Ma invece no: l'effetto domino impone ai giornalisti zombie di allinearsi rigorosamente alle opinioni dei loro colleghi: qualsiasi opinione che abbia un pallido barlume di originalità, qualsiasi visione collaterale, non allineata e non perfettamente conformista genera inquietudine e non può essere neppure pensata.
martedì 21 novembre 2006
la cronaca dei sociologi zombie
Pubblicato da Rosa alle 17:52
Etichette: giornalisti, ideologie da supermarket, web
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3 commenti:
""Nessuno nota e fa notare, come parrebbe invece ovvio, che i bulli in questione sono stati beccati grazie ad internet, e non già per colpa di.""
molto acuto :-)
ciao
ma...trovo curiosa la potenza del luogo comune, e la sua inesorabilità! :-)
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