Ieri sera all'Ambra Jovinelli ho visto "Predisporsi al micidiale" l'ultimo spettacolo di Bergonzoni. Non lo conoscevo per nulla, e oltre ad avere accessi di risate tali da disordinare i connotati e l'assetto psicofisico, sono rimasta molto colpita dall'originalità del suo stile. Credo sia l'unico comico che riesce a sintetizzare (almeno) tre tipi di comicità diversa, che arrivano a livelli diversi come un profumo. Di base, il calambour: il buon vecchio gioco di parole, che fornisce le fondamenta sul quale però si struttura una narrazione mitragliante e totalmente surreale: le associazioni sono legate tra di loro in modo spudorato, senza alcuna logica e ne risultano situazioni da comicità dell'assurdo divertentissime. Non è un moralista, e per fortuna, ma la sua recitazione - e questo direi che è il terzo livello di comicità - è una recitazione satirica: la catena di personaggi che "recitano" l'assurdo incarnano volta per volta e con realismo assoluto - a contrasto con l'assurdità neutra dal punto di vista del contenuto del testo - personaggi pomposi, saccenti, arroganti, mistificatori, finti modesti e ripetitivi: tutti convinti delle loro paradossali teorie. L'unico limite è che il tutto è talmente denso che a volte ci si ritrova ad avere cali di attenzione, dovuti non già a noia ma ad eccesso di concentrazione.
mercoledì 29 novembre 2006
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