giovedì 8 febbraio 2007

due parole sui miei avi cannibali

Non mi metto ora a ricercare le prove per dimostrare al mondo che i miei avi non erano cannibali. Non ne ho voglia, non sono capace, non è il mio mestiere: spero siano gli storici - soprattutto quelli non ebrei - a rispondere - presto e con efficacia - ad Ariel Toaff.

Ma due parole le voglio dire lo stesso.

La prima accusa di omicidio rituale risale al XII secolo, e a tutt'oggi è uno strumento sempreverde ed efficace di denigrazione degli ebrei . Sono passati mille anni: quella calunnia ripetuta in quest'arco infinite volte, è stata un motore di stragi perpetuo e ciclico. Anna Foa dice - su Repubblica - e con quanta ragione! che una dichiarazione come questa avrebbe dovuto essere documentata da fatti molto solidi, da fonti nuove e incontrovertibili.
Così non è: la tesi millantata come nuova è vecchissima: non ci sono però nuove fonti, il perno sono le stesse dichiarazioni degli accusati, sotto tortura, che avevano scagionato gli ebrei da quella accusa.

In quest'epoca tormentata, dove la scomparsa delle distanze tra luogo e luogo rende le identità più incerte,
dove la fine incombente delle riserve energetiche sta spaccando il mondo in due, e dove gli ebrei hanno la disavventura di abitare un territorio di confine, gravido di minacce e pericoli, l'odio antiebraico cova sotto le ceneri. Da sempre considerati gli agenti occulti della mondializzazione, e causa prima di tutte le guerre, gli ebrei incarnano un ruolo. Poco importa la Cina, il petrolio arabo, la crisi energetica, i computer: intervistati sulle cause della grave situazione internazionale, la maggior parte degli italiani non ha dubbi. La causa è Israele. Ovvero gli ebrei.
Una inibizione tuttora forte fortunatamente impedisce di rilasciare dichiarazioni apertamente antisemite sui media, ma la domanda c'è, eccome se c'è. Da un po' di tempo noto che per un ebreo, salire agli onori delle cronache e guadagnare denaro facile può essere estremamente semplice e poco impegnativo. Basta diventare un ebreo che denigra gli ebrei. Israel Shamir, Finkelstein, Gilad Azmon: personaggi spesso di nessuno spessore umano ne' culturale, improvvisamente diventano interessanti, famosi, conosciuti. E campano di una rendita di posizione data da un'unica attività: denigrare gli ebrei.

Chi vuole parlare dell' "industria dell'Olocausto" della "manipolazione mediatica" e cavalcare allegramente tutti i buoni vecchi cavalli di battaglia - sempre uguali - dell'odio antiebraico, ha lì pronto un testo di un qualche perfetta nullità - dotata dell'unica caratteristica di essere un ebreo antisemita. Se lo dice lui che è ebreo, non può essere una dichiarazione razzista.

Ho sentito Ariel Toaff alla radio (Farenheit, si può ascoltare da qui) dire "sono stato un ingenuo, non pensavo che il mio libro suscitasse reazioni tanto emotive" e ancora "non vedo che collegamenti ci possono essere tra [la credenza degli] omicidi rituali e la Shoah.
La differenza, mi diceva mio padre - che da tre giorni - insieme ad altri - è travolto da rabbia e spavento - delle reazioni a questa storia dipende sostanzialmente dall'età. Gli ebrei che hanno visto le persecuzioni, sono allarmatissimi: tra i giovani, molti invece sembrano non capire.
Può darsi che io interpreti la "realtà ad una sola dimensione" come dice Whiplash su it.politica.internazionale, ma a me pare intollerabile che uno storico, che conosce la ricorrenza implacabile dell'accusa del sangue, nell'arco di 1000 anni, possa poi dire sfrontatamente "sono stato ingenuo" "non pensavo che il mio libro suscitasse reazioni così emotive" .
Si può davvero pensare che questa "ingenuità" sia credibile? Un libro che rimette in discussione gli studi precedenti, che scagionavano gli ebrei dall'accusa?

Forse chi non è molto addentro a questioni ebraiche, può pensarlo, ma un ebreo (uno storico ebreo) non può neanche per un attimo pensare che il sostenere che gli ebrei (alcuni, pochi, molti) impastassero effettivamente le azzime con il sangue, che Simonino da Trento sia stata una vittima di un omicidio rituale, sia una cosa che "non suscita reazioni emotive" leggi terrore negli ebrei.

Questa sua immagine di storico/entomologo, preso a sezionare i suoi insetti, scienziato e incurante del contesto, è patetica, assurda, e tradisce malafede.

Certo, è impossibile sapere se A.Toaff abbia resuscitato il cadavere della calunnia del sangue per denaro, per il successo, per ribellione all'autorità paterna, autoaffermazione, per nutrire il suo ego di "scienziato che non si ferma di fronte a nulla" ma è bene che sappia che la sua "ingenuità" non è minimamente, assolutamente credibile.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bello.
Ti abbraccio

Orso

Anonimo ha detto...

Ho letto l'intervista a Ariel Toaff sul Corriere di oggi e sono caduto dalle nuvole, non sapevo nulla di questa storia e leggendo credevo anzi di non capire bene. Citavano la recensione di Luzzatto di martedì ma non sono riuscito a trovare il giornale. Sul sito del Mulino c'è una breve nota editoriale, dà i brividi... messa lì così, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ti ho linkato. Grazie.

Rosa ha detto...

x orso: :-)
x chaim: è una cosa inquietante, la cui portata si vedrà pienamente nei prossimi giorni, temo. A me fa molta pena il vecchio Toaff, devo dire. :-(

Rosa ha detto...

ah, chaim, ti ho linkato :-)

Palmiro Pangloss ha detto...

La cosa piu' bella, piu' intelligente e piu' umana letta in merito. E non solo.

Anonimo ha detto...

Rosa, non è che io non comprenda le
reazioni viscerali a questo episodio.
Posso solo lontanamente intuire il
peso derivante dal retaggio di centinaia di anni di ferite, culminate in una delle più grandi tragedie della storia dell'umanità.
Voglio quindi chiarire cosa intendo quando uso una locuzione indubbiamente "carica" come "realtà ad una dimensione".
Potendomi infatti permettere un atteggiamento più distaccato sulla vicenda, non trovo accettabile, da un punto di vista metodologico, giudicare qualcosa di cui non si ha, per forza di cose, conoscenza diretta.
Posso infatti esprimermi sull'articolo di Luzzato, quello sì smaccatamente sensazionalistico ed intimamente lurido.
Ma non mi sento, francamente, di poter aprioristicamente sentenziare che il libro di Toaff è un prodotto dell'ufficio Marketing.
Voglio ricordare che il lugubre mantra "l'antisemitismo è colpa degli ebrei" è robaccia da giustificazionisti intimamente antisemiti.
L'antisemita è tale qualunque cosa gli ebrei pensino, dicano e facciano, l'esperienza mi insegna.
E dunque, qual è esattamente il punto?
Che di certe cose non si *deve* parlare, perchè fomentano reazioni?
Non so, mi viene da pensare a coloro i quali, in anni ormai lontani, mi dicevano che parlare male della grande madre Russia voleva dire essere collusi con la reazione, se mi perdoni l'indubbia forzatura.
Ma forse sono io a sbagliare, permettendomi di parlare con distacco di qualcosa che non posso, per forza di cose, vivere e sentire, ma che mi limito ad osservare da una comoda posizione di terzietà.

Ti abbraccio.

whiplash

Anonimo ha detto...

Ariel Toaff è la prova vivente dell'assurdità di due pregiudizi:
-gli ebrei sono più intelligenti degli altri;
-buon sangue non mente.

Hari Seldon ha detto...

"In quest'epoca tormentata, dove la scomparsa delle distanze tra luogo e luogo rende le identità più incerte, dove la fine incombente delle riserve energetiche sta spaccando il mondo in due, e dove gli ebrei hanno la disavventura di abitare un territorio di confine, gravido di minacce e pericoli, l'odio antiebraico cova sotto le ceneri. Da sempre considerati gli agenti occulti della mondializzazione, e causa prima di tutte le guerre, gli ebrei incarnano un ruolo. Poco importa la Cina, il petrolio arabo, la crisi energetica, i computer: intervistati sulle cause della grave situazione internazionale, la maggior parte degli italiani non ha dubbi. La causa è Israele. Ovvero gli ebrei."
Questa è la questione più importante. Complimenti per il post. Mi permetto di linkarti.

Rosa ha detto...

x palmiro: mah, ti ringrazio, io spero in interventi altrui meno di viscere e più di testa del mio!
x whip: ma è proprio che io non credo in assoluto nello storico "entomologo" e ci credo ancor meno nel caso di Toaff! Non credo che la scelta di questa ricerca tanto gravida di conseguenze (anche sue personali: il padre gli ha tolto il saluto) sia priva di malizia. E se la scelta non è priva di malizia, la figura dell'entomologo - che è proprio quella che lui vorrebbe accreditare - "puff" svanisce, capisci?
x il griso - Vero: luoghi comuni senza costrutto.

Rosa ha detto...

x riccardo: grazie. :-)

Anonimo ha detto...

Il nostro vorrebbe fottere e chiagnere: al Corriere dell'8-02-07, p. 25 dichiara: "Anche un tempo i rabbini erano soliti bruciare i libri proibiti. [...] Il quartiere ebraico in questo momento non sarebbe sicuro per me. Preferisco non parlare delle minacce che ho ricevuto."
Come no: in questo momento stanno dando l'assalto a tutte le librerie dove c'è il suo libro 'proibito', pubblicato dall'editore clandestino Il Mulino. Del resto si sa quanto sono violenti gli ebrei: non ti dico le ambasciate iraniane che han bruciato, quando a Teheran hanno premiato le vignette negazioniste sulla Shoah.

dacia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
dacia ha detto...

Giusto per:

tirare l'Iran in questa cosa squisitamente interna all'ebraismo ed alla cultura europea mi pare quantomeno avventuroso.

Poi, chiaramente, questa questione è terrificante, almeno per me. Per un semplice motivo:

stare dalla parte di uno storico che dice di aver fatto ricerche su ricerche, sottoponendole a controlli incrociati di esperti, per dare dignità ad un'atroce leggenda contadina questa è, naturalmente, la mia umilissima opinione) o una donna che in pochi paragrafi - sostituendosi egregiamente alla sua comunità per gli eterni millanta secondi che ci sono voluti per scrivere ciò che ci ha tatuato addosso - verga un'enciclica della paura e della memoria?

Il revisionismo non si ferma alla negzione della Shoah come uno dei crimini peggiori che questa nostra umanità mai stanca di produrre orrore si è peritata di commettere (e lo so, qui verrò sommersa da tonnellate di letame, ma tant'è...), ma va oltre. Molto, ma molto oltre.

La leggenda del sangue, così come il deicidio, ha reso gli ebrei non umani e quindi eliminabili senza subire il vulnus del peccato mortale dell'omicisio. Li ha bestificati per secoli, e secoli e secoli, fino ad arrivare a menno di un secolo fa quando l'orrore si è fatto carne, e sangue e cenere.

Ma come cassare, accidenti, una ricerca storica che l'autore assicura minuziosa? Come affermare che la storia possa essere considerata un fiume di lava ghiacciato e non un marasma in eterno divenire?

Solo oponendo un'altrettanta minuziosa ricerca, espondendo gli errori con la stessa minuzia e pignoleria, anche e lo so, per esperienza diretta - sia personale sia religiosa e politica - la correzione non avrà la stessa dirompenza dell'errore. Ma questa è una cosa alla quale ci si abitua, e non devo certo spiegarlo a te, mi pare.

Perché l'alternativa sarebbe quella di affidarsi alla facile scorciatoia dell razionalizzazione dei dogmi, ai disegni di legge Mastella, alla "condanna penale" del revisionismo, che crea martiri della libertà di pensiero che tutti difendono quando si tratta di vignette dissacranti la fede dei musulmani.

Credo che Dio abbia un senso dell'umorismo bislacco, di quelli da capire facendo un grosso sforzo di comprensione, e fornirci come "agnello del sacrificio" il figlio di uno degli uomini più importanti di questo paese per chi ha fatto del razzismo il mostro da abbattere, abbia un senso che ci travalica, che ci passa addosso come un "merkava": mette in discussione molte delle nostre certezze.

Perché, davvero, non ti senti stanca da donna ebrea di dover sostenere costantemente la tesi del "sono dei self hater"? Perché a me di continuare a dire che Bin Laden non è un vero musulmano mi ha francamente "fatigato" la mona.

Tra di noi ci sono le persone rette e quelle che non si vorrebbero ci fossero. A volte, per questi ultimi, siamo noi quelli da eliminare. Ma siamo fili, ahinoi, di una stessa trama, di colore diverso forse, di qualità differente magari, ma condividiamo lo stesso tessuto. Purtroppo.

Sta a noi cambiare ciò che siamo in ciò che dovremmo essere. O forse solo semolicemente desiderarlo. Ché i sogni sono aggrattiss.

Rosa, un abbraccio, perché la tua sofferenza è - purtroppo - e per motivi seppur diversi tristemente analoghi, anche la mia.

Baci, Dacia

p.s.: assolutamente impagabile la Lieide, da incorniciare (e sappi che lo farò). Solo che dovresti aggiornarti, le guanciotte non le ho più. Anzi, sono una stratopa stratosferica.

D.V.

restodelmondo ha detto...

Mi sono persa qualche puntata: che diamine è successo?

Rosa ha detto...

x restodelmondo: che il corriere della sera qualche giorno fa se n'è uscito con un paginone di commento a questo libro di Ariel Toaff (figlio del ben noto rabbino) articolo ad opera di Luzzatto, dove riciccia l'ipotesi - già scartata da storici - che gli ebrei commettessero omicidi rituali di bambini cristiani per celebrare la pasqua. Toaff Jr. e suo padre, tra le altre cose, non si parlano più.
x liberaliperisraele: grazie del link!

Anonimo ha detto...

Può uno studioso -tanto più ebreo- non rendersi conto che "il resto del mondo" è attento a cogliere anche il minimo pelo dell'uovo,pur di poter dire: "avevamo ragione! questi ebrei sono dei luridi assassini e cannibali!" Francamente le sue scuse risultano poco credibili

Anonimo ha detto...

Forse prima di giudicare bisognerebbe leggere il libro e verificarne le fonti.
Io non l'ho ancora fatto, per cui per il momento mi astengo.

Ste65

vfiore ha detto...

sul corriere di oggi domenica una risposta dettagliata di due storici che gli danno del cretino. purtroppo fare gli antisemiti da ebrei e' una cosa popolare (vedi la lettera dei 130 sul blog di g. israel e il libro di ottolenghi). ciao - vfiore