Nella sostanza non c'è grande differenza tra una copertina di un cellulare e dieci grammi di cardamomo: articoli accessori, superflui, che generano potentemente mercato.
Checchè ne dicono gli avanzi del veteromarxismo antiglobalisti neocattolici, il mondo non è nato ieri.
Le spezie sono semi, frutti, radici, cortecce o sostanze vegetali usate in quantità irrisorie dal punto di vista nutrizionale come additivi per dare sapore ad un alimento.
Le spezie hanno avuto un ruolo importante nella storia sin dalla loro scoperta. Nel mondo antico e medievale erano tra i prodotti di maggior valore, che da soli giustificavano l'apertura di nuove rotte commerciali.
Ah, probabilmente per nessun motivo, gran parte delle spezie iniziano con la C.
Ieri ho fatto un piatto di cipolle glassata africane: la ricetta chiedeva cannella, curcuma, zenzero, zafferano e pepe nero: avevo tutto in casa...da noi il superfluo non manca.
mercoledì 25 marzo 2009
della strutturalità del superfluo
Pubblicato da Rosa alle 10:32
Etichette: comunismo, globalizzazione
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8 commenti:
Uhm...mi permetto umilmente di dissentire lievemente, dear Rose :-)
le spezie non erano così superflue nell'antichità, non erano solo un vezzo per palati capricciosi, ma uno dei pochi strumenti a disposizione nelle epoche pre-ignis e pre-indesit, per conservare certi alimenti :-)
almeno, credo :-) ma potrei aver detto una vaccata :-)
sopratutto le spezie... eh?
pare che sia un mito...
sì, infatti lo avevo detto col condizionale svaccativo :-) però mi viene un dubbio: se la paga dei soldati veniva corrisposta in sale (da cui la strasaputa etimologia "salario") non è che queste proprietà conservative fossero così robetta da poco...boh...
Uè, il sale è il re dei conservanti prefrigo, ma mica l'è una spezia, eh?
già...devo aver fatto una confusa sovrapposizione di concetti storici mal posti :-) poi, a conferma della tua tesi, in busta il 27 del mese mica si trova il pepario, lo zenzerario o lo zafferanario :-) e nemmeno il cannellario...
la fortuna delle spezie (una per tutte, il pepe) era dovuta a un solo motivo: erano rare, quindi care, quindi status symbol (cfr. montanari-flandrin, storia della gastronomia).
nell'antichità, in particolare nel medioevo, le carni erano molto più fresche di oggi: di solito venivano conservate *vive*.
al limite si usava seccarle (con o senza fumo) e/o metterle sotto sale.
my two cents.
Presso gli antichi Romani una "spezie" naturale, molto a buon mercato, era il garum. Ne parla Vasquez Montalban nelle sue ricette immorali mi pare.
Qui pero' spezie va inteso come sostanza che in piccola quantita' è capace di modificare completamente le qualita' organolettiche di una grande quantità di cibo.
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