venerdì 1 dicembre 2006

l'attrattiva amniotica dell'integralismo

Ho letto la lunga maratona di post, sul blog di Martinez, a proposito di Fatima: la vecchia palestinese che si è fatta sparare da soldati israeliani imbottita di tritolo.

Un interessante esercizio, utile per comprendere i molti simboli che si aggregano attorno al conflitto mediorientale, il modo in cui si riflettono sulla vita di tutti noi e la matassa di memi che generano. E' un conflitto, quello, che ha un raggio di azione sulle menti delle persone straordinariamente ampio, se paragonato alla piccola area regionale che riguarda: un raggio di azione superiore a qualsiasi altro al mondo.

sintesi di brandelli ideologici

La maratona di cui sopra, una sequenza di post e di discussioni intorno al tema del shahid, è dunque uno strano polpettone dove si mescolano brandelli di nostalgia amniotica, di fascismo, di assoluti mistici e relativismo culturale,odio per la modernità e amore per il bel tempo andato, il tutto rivestito da una glassa di terzomondismo. Una summa che ha come referente politico più significativo un'area politica minoritaria che va sotto il nome di campo antimperialista, ma che è formata da un tessuto di luoghi comuni - brandelli di ideologie, appunto - che coprono un'area politica infinitamente più vasta, e non limitata a sinistra.

premessa e conclusione di martinez: la glassa del pensiero antimperialista

La sequenza di articoli parte con una descrizione del volto solcato della vecchia "di tutto il nostro sud, da Oxaca all'Afghanistan": La sequenza si apre dunque sull'evidenza fisica della povertà della vecchia e lì va a concludersi: con un paragone tra il suo volto cotto dal sole di contadina morta martire, e il volto abbronzato del giovane borghese ebreo Uri, morto soldato. Premessa e conclusione, dunque, che formano la "glassa" più politica, e più di sinistra, del pensiero dell'antimperialista. Si deve stare dalla parte di Fatima a priori perchè è povera. Ovviamente la premessa stessa è fallace per ben più di un motivo: povertà e ricchezza non contengono in se' qualità etiche, inoltre le coppie etniche povero/arabo e ricco/ebreo sono schematiche e finte, icone fondate sui luoghi comuni e utili solo a nient'altro che a consolidarli. Israele è un paese dove sono migrate, oltre ai newyorkesi cui ama riferirsi Martinez, masse di gente povera: ebrei russi, africani, mediorientali, indiani. Per contro la coppia arabo/povero è ancora più falsa: Dubai sta lì a dimostrarlo. E' una glassa a prima vista di sinistra, forse, ma di certo non è marxista: lo status di Uri e quello di Fatima non sono rilevanti perchè inseriti in una dinamica di classe nella mente degli antimperialisti: sono invece delle icone immobili, dei simboli l'una della mondo contadino, dell'oriente, del passato e l'altro della borghesia, dell'occidente, della modernità.

l'importante è il come, e non il perchè: l'estetica della violenza

Se paragoniamo Fatima e Uri, a mio avviso una differenza morale esiste eccome tra i due, e risiede sostanzialmente nella finalità con cui l'uno e l'altra operano nella Sfera della Morte: lei al servizio di una organizzazione che ha nell'esclusione di qualsiasi prospettiva di trattativa la sua bandiera e la sua ragione d'essere, Uri servendo l'esercito di uno stato il cui governo, da molto tempo, si dichiara disposto ad intraprendere la trattativa, a patto di essere riconosciuto. I fili che reggono la Sfera della Morte, dunque, sono tenuti non dagli Uri, ma dalle Fatime, dai Baruch Goldstein, da tutti coloro cioè che escludono l'orizzonte politico e concepiscono solo l'orizzonte della faida, del combattimento fino a estinzione della tribù nemica. Colpa e innocenza sono trasversali alle culture, e non etniche.

Martinez però sembra del tutto indifferente al perchè della violenza.

L'imporante, per lui, sembra essere piuttosto il come, e dunque la differenza tra Fatima e Uri sostanzialmente è ai suoi occhi non una differenza morale, ma una differenza estetica. Chi affonda le mani nel sangue del nemico si avvicina alla morte da prode, chi si allontana dalla carne della vittima si allontana dalla morte e pertanto è vile. Di nuovo - un brandello ideologico che descrive un passato immobile e mitico e vi si riferisce come alla sola fonte di bontà, come all'unica ipotesi di futuro a cui fare ritorno costi quel che costi, non importa quando: una arcadia in cui il rapporto dell'uomo con il sangue, con la terra, con il popolo, è integro e non mediato da diavolerie tecnologiche anestetizzanti. L'occidente - al contrario - come rappresentante della modernità, della perdita di identità collettiva, dell' individualismo è la fonte stessa del male. Male e bene però non sono in questa visione categorie etiche bensì estetiche. Icone.

l'individuo e il gruppo: la nostalgia del grembo materno

Cocco, una commentatrice di Martinez - da lui citata integralmente in un post - riflette sull'aspetto non individualista della cultura araba. Per la donna che offre la sua vita non c'è differenza tra la terra e suo figlio: gli arabi vivono dunque immersi in una sorta di realtà amniotica, in cui l'ebreo, in quanto ebreo ma forse soprattutto in quanto occidentale, vengono percepiti come una rottura di continuità, una smagliatura intollerabile e con la quale non è possibile venire a patti, per nessuna ragione al mondo. Io credo che questa identità tra individuo, popolo e terra sia uno degli aspetti di maggior fascino, nell'eleggere questa controversia tra tutte a simbolo e a riferimento per popoli tanto lontani e tanto confusi dal punto di vista identitario. L'ebreo è sempre stato il corpo estraneo che con la sua stessa esistenza costringeva l'altro a separarsi dalla sua realtà totale e indifferenziata. Oggi ognuno di noi è di disturbo alla realtà amniotica dell'altro. Il banco delle spezie al mercato, il ristorante cinese, il turista giapponese, possono vivere fianco a fianco come individui. Chi pregando in chiesa viene interrotto dal muezzin, è costretto a relativizzare la sua preghiera e ad accettare un mondo plurale. Oppure deve combattere. E' costretto a fare della propria fede un patrimonio individuale e relativo, anche quando praticata in una collettività, e ad abbandonare il grembo materno per sempre: oppure a sognare di farvi ritorno, un giorno, seminando morte. Ho l'impressione che Cocco, Martinez, e molti altri tanto a sinistra che a destra tendano ad attribuire alla cultura le stesse qualità di durezza e impenetrabilità che un tempo venivano - altrettanto ingiustamente - attribuite alla razza. Eppure tutti le occidentalissime ideologie totalitarie del novecento avevano in comune con l'integralismo islamico la attrattiva amniotica, mentre dubito che fosse caratteristica saliente dell'islamicissimo impero ottomano: chi vuole impegnarsi nella tutela dell'identità collettive come assoluti in un mondo in cui le comunicazioni hanno annullato completamente distanze, deve per forza passare alle armi, farsi esplodere, invadere paesi, uccidere migranti sulle barche. In questo senso secondo me lo scontro di civiltà esiste, sì, ma non ha connotazioni etniche: è trasversale alle culture. E Fatima, Martinez, Calderoli, Bush e Baruch Goldstein sono tutti sulla stessa barca.

31 commenti:

Lucio ha detto...

Cambiati nick. Porti indegnamente un nome che la gente come te non dovrebbe neanche poter pronunciare.

Anonimo ha detto...

rosalux: un'analisi magistrale, e merita il maggior risalto possibile.
complimenti.
ipazia

Anonimo ha detto...

Eccomi qui, con la risposta mattutina:

http://kelebek.splinder.com/1164784173#10063159

Anonimo ha detto...

secondo me è impreciso parlare del MartinezPensiero come antiimperialismo, il suo pensiero come la prassi (e sottolineo prassi) del Campo Antiimperialista è semplicemente antimondialismo (per chiarimento di cosa intendo :http://bishma.splinder.com/post/9942827)

Il sostegno si ferma sempre a popoli con sistemi feudali o preilluministi, non presenti sostanzialmente sono le battaglie di sostegno a movimenti di liberazione interni alla società patriarcali "antioccidentali" (ad esempio, l'imperialismo di vari Stati od organizzazioni antioccidente è del tutto ignorato, come ignorate sono i diritti umani in quei "santi territori" antioccidente)

La stessa risoluzion del problema israelo/palestinese non si fonda su una pace giusta o su un migliormaneto della situazione palestinese ma sulla dissoluzione dell' "entità sionista".


Miguel ha scritto una serie di post sul neofascismo, su quel desiderio di sentirsi come guerrieri depositari di antichi saperi , di essere i puri che non cedono.

Ora quei post si riferivano soprattutto al neofascismo grossolano di Forza Nuova e soci.... ma se manteniamo le strutture mentali e lo priviamo dei contenuti , potrebbe essere un autoritratto.

Ad esempio Miguel in questa sua purezza si incazzerebbe a morte se gli facessi notare come di fronte alla scarsità di interesse per i suoi ritratti neofascisti (in cui secondo me, un po' si dava la zappa sui piedi , un po' non sapeva dove andare a parare) , avuta una platea maggiore su Fatima, si sia subito buttato su questa... dopotutto se un antiilluminista voleva rimanere confinato sceglieva di andarsene con i fasci , mica con fenomeni chein Italia comunque godono di dignità e spesso di simpatia come le Sinistre antagoniste.
(vero Miguel che ti incazzi? beh sorridi, potresti sempre piagnucolare che ti accuso di questo o quello :-p e contemporaneamente, con coerenza che contraddistingue la "Sinistra" antagonita, scrivere un post ad personam contro di me )

la questione si riassume semplicemente così: i "nostalgici" di patriarcato, non riuscendo a competere con le società post illuministe sul tema delle affermazioni, si sono autoconfinati a criticarle , al tentativo di svuotarne il valore.

I più grossolani fanno ancora il saluto fascista; i più raffinati hanno perso i colori neri (se mai li hanno avuti palesemente) e si sono adattati a qualunque contesto che possa fornire occasione di contestare le società postilluministiche

saluti

Anonimo ha detto...

Caro Filomeno,

Ci sono cose che mi fanno incazzare, cose che mi danno fastidio, cose che mi fanno sorridere, cose che non capisco.

Ad esempio, mi incazzo quando 44 parlamentari americani ordinano all'ambasciatore italiano a Washington di far vietare una pacifica conferenza internazionale in Italia.

Mi dà fastidio quando qualcuno afferma che il Campo Antimperialista, unica organizzazione in Italia, avrebbe l'obbligo di rendere pubblici i nomi e i cognomi di tutti i suoi iscritti.

Mi fa sorridere quando qualcuno dice che esiste un "MartinezPensiero", mentre esistono tutt'al più riflessioni sparse in continuo divenire.

E non capisco praticamente nulla di quello che hai scritto qui. Sicuramente per miei limiti culturali.

Anonimo ha detto...

Meriteresti una risposta, lunga, argomentata. Ma sarebbe sgradevole comunque, e probabilmente fuori luogo. Quando non si ha nemmeno idea di cosa si stia parlando. Ingnoranza - ignoranza di (banalissime) condizioni di vita - che è la sola cosa in grado di giustificare questo periodo:

- Se paragoniamo Fatima e Uri, a mio avviso una differenza morale esiste eccome tra i due, e risiede sostanzialmente nella finalità con cui l'uno e dell'altra operano nella Sfera della Morte: lei al servizio di una organizzazione che ha nell'esclusione di qualsiasi prospettiva di trattativa la sua bandiera e la sua ragione d'essere, Uri servendo l'esercito di uno stato il cui governo, da molto tempo, si dichiara disposto ad intraprendere la trattativa, a patto di essere riconosciuto.

La finalità. "Al servizio di una organizzazione" che si chiama disperazione, assenza di vie d'uscita: anche se l'uomo ha qualcosa di più (o meno) di un gatto, che con le spalle al muro prima soffia e poi attacca anche in condizioni di evidente svantaggio, questo "in più" delle parole, della "politica" che si portano dietro, non è garantito in assenza di interlocutore. Palestina, che non è uno stato ma una serie di isole recintate, e che quindi non può porsi il problema di "riconoscere" un altro stato, non ha più interlocutori.
E non ti dirò che la "moralità" di Fatima sia "superiore" (?) a quella di Uri per questo, ovvero per la scelta di immolarsi sull'altare della disperazione, perchè aggiungo un problema che probabilmente non ti sei posta: la condanna che il governo d'Israele regala ai suoi figli, con i tre anni di leva obbligatoria, due per le donne, anni di "fronte" continuo, di checkpoint, il plagio che fin dalla prima adolescenza li costringe alla paranoia della difesa, trasformandoli in cellule d'odio, frustrati dall'essere "Occidente" senza il benessere della serenità. Anche Uri è nato condannato. E forse grazie a "ideologhe da supermarket" elargite - fuori da Israele - da gente della tua risma.

Anonimo ha detto...

oddio sono d'accordo con Martinez!!

anche a me, ci sono cose che mi fanno incazzare: come la scarsa chiarezza politica che tenta di far passare le questioni nazionali come questioni sociali... in cui un popolo (il cui governo fa politica criticabilissima) finisce per essere identificato con la massima espressione del Male , ed il Male guarda caso è tutto quello che sa di democrazia liberale, di critica illuminista (in maniera arbitraria o storicamente fondata)


mi fa incazzare quando qualcuno che si è prodigato a spiegare le posizioni politiche di Magdi Allam anche in base alla sua infanzia e al lavoro della madre poi si infastidisca alla richiesta di sapere la storia POLITICA degli uomini chiave di un movimento ( a me risulta che per i partiti sia facilmente trovabile)



mi fa sorridere il fatto che ci si stupisca di fronte al mio essere sostenitore dei "pensieri forti individuali" ( per me ognuno ha un pensiero: il filomenopensiero, il miguelpensiero..... e via dicendo )


e non capisco quale attinenza abbia quello che hai scritto con la mia contestazione dell'antiimperialismo e dell'essere di Sinistra del Campo ed il mio individuarlo come fenomeno antimondialista.... anzi questo lo capisco benissimo ma solo dando retta alla mia nota (ad altri) malignità andreottiana

saluti

Anonimo ha detto...

Sono di fretta, quindi mi limito a poche frasi concise.


La presente analisi è infarcita di una serie di errori metodologici; per esempio, parlare di brandelli di ideologia che verrebbero sbandierati da chi i grandi racconti li ha mangiati e digeriti abbondantemente. Ecco, questo è un gesto eminentemente politico, forse persino ideologico. Che il polpettone glassato esista ancora oggi è vero, ma bisogna cercarlo nel posto giusto. Gli alimenti digeriti, infatti, non vengono assorbiti dall'organismo come brandelli.
Stendendo un velo pietoso sulla presunta antitesi attribuita ideologicamente al Martinez, arabopovero vs ebreoricco, "argomento" che non credevo fosse nemmeno necessario smontare, dato che, per chi abbia più di 15 anni, non sta proprio in piedi (non dovrebbe), passerei all'argomento del riconoscimento, e questo sì, che è darsi la zappa sui piedi. Sartre è una voce privilegiata, qui: come può il colonizzato riconoscere il colonizzatore, se gli viene imposta una relazione nemmeno intersoggettiva, tanto è sbilanciata in un senso ed asimmetrica? Israele è nato sulla scia del famoso pretesto che "i palestinesi non esistono". In effetti, per il pensiero presentativo demenziale del nostro occidente superiore (in quanto presentativo, cosciente, pre- e dis-ponente), non c'erano, in Palestina, i presupposti per il riconoscimento degli autoctoni: questo anche e soprattutto perchè tale popolo non era una nazione e non era uno stato.

Anonimo ha detto...

Uffa, ero di fretta e ci ho messo le ripetizioni...

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

eugeniocazzidui: più che le ripetizioni, ci hai messo un sartre che non ha capo nè coda. ritenta, sarai più fortunato.

Cloroalclero ha detto...

x eugenio: esatto. E difatti la palestina, al tempo solo regione uscente dal "protettorato britannico" Un regime colonialista, nel quale l'Inghilterra trattava con gli amici dei grandi latifondisti arabi. Gli stessi che, con la complicità degli inglesi corrotti hanno comprato a lotti tali latifondi. Cacciando i contadini, spesso mezzadri, che da generazioni lavoravano la terra.
I sionisti, poi hanno emanato tutta una serie di leggi che tutelavano la proprietà terriera dall'alienazione a favore di arabi. I sionisti riuscirono, attraverso inizitive di tipo "socialista" ad impedire che gli arabi, non solo riacquistassero le terre, ma fossero anche incoraggiati ad abbandonare la regione, impedendo loro di prestare manodopera.
A livello di operai, invece, governi sionistti di desra e di sinistra, aumentarono il costo della vita, dando ai lavoratori di stirpe ebraica dei sussidi affinchè potessero campare. Gli arabi ne erano esclusi. E così si verifico' che, a parità di mansioni, l'ebreo ricevesse un surplus di paga (tale da tener dietro all'aumento del tenore di vita perseguito dal governo), mentre l'arabo dovesse cosantemente tirar la cinghia.

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

cloro: poi c'era la marmotta che faceva la cioccolata.

Anonimo ha detto...

Ciao ipazia smacchiapreti (sì, lo so che non ti chiami così, ma ipazio smacchiapreti è il nome di un mio grande amico), ti volevo dire che prefazione a "i dannati della terra" di Fanon!

Anonimo ha detto...

eugenio: per cortesia, non si capisce niente di quello che hai scritto. prefazione di chi a cosa? e dove?
ipazia

Anonimo ha detto...

Ipazia; apri bene i neuroni.Sei connessa? Bene, Eugenio parla di PREFAZIONE (SOTTINTESO scritta da: Jp.Sartre) all'opera di Fanon (sottinteso che si intitola) i dannati della terra, Compri?Oui?

Anonimo ha detto...

anonimo: e dove accidenti ha imparato eugenio a citare (e a scrivere?) troppo difficile mettere qualche virgola e un paio di indicazioni bibliografiche?

ipazia

ps. e tu chi saresti?

Anonimo ha detto...

>Una summa che ha come referente politico più significativo un'area politica minoritaria che va sotto il nome di campo imperialista...<
Va sotto il nome di "Campo Antiimperialista", o distratta sodale di Karl Liebknecht!:-)
Ciao
Ritvan Shehi (detto Occhio di Falco:-) )

Rosa ha detto...

x diego: perchè non optare per una risposta lunga e argomentata? Aspetto.
x cazzidui: non ho capito una mazza, con la storia dei brandelli che sarebbero un errore metodologico, ma forse stai dando peso eccessivo alla metafora del polpettone. Quanto all'equivalenza sionismo/colonialismo è semplicemente sbagliata e fuorviante. IL è nato *sulle spoglie* del colonialismo, ma è frutto un movimento politico indipendentista, non c'era alcun programma o volontà di sfruttamento di (peraltro inesistenti) risorse, ma piuttosto di abitare una terra e conquistare l'indipendenza nazionale.
x Cloro: mi dai qualche fonte, su questa storia dell'"inflazione programmata" per affamare gli arabi e dei contributi agli ebrei? Ti riferisci ai kibbutz?
x Ritvan
Orpo, grazie, io non l'avrei visto nemmeno a rileggerlo 40 volte. Correggo. :-)

Anonimo ha detto...

X Ipazia: ogni tanto, quando ho sonno, faccio ricorso ad espressioni divertenti, così mi diverto a scriverle e riesco, in una certa misura, a vincere il sonno.

X la padrona di blog:
Beh, ecco, non è bello dare del polpettone ad un progetto politico che racchiude molta più sostanza post-ideologica-nel-senso-buono che retorica post-ideologica-nel-senso-cattivo.
Sulla diatriba colonialistica: certo, il sionismo è stato senz'altro il fine ultimo delle teorie ultranazionaliste suprematiste che hanno agitato l'Europa a ridosso e oltre la prima guerra mondiale.
Però a me pare che i sionisti fossero colonizzatori proprio nel senso etimologico del termine, perchè costruttori di colonie (e non riduttori in colonia, come i francesi: la differenza sta nell'ammettere i sottomessi nella compagine statale, oppure preferire la pulizia "etnica").

Rosa ha detto...

x cazzidui

Che vuol dire "il sionismo è stato senz'altro il fine ultimo delle teorie ultranazionaliste suprematiste che hanno agitato l'Europa a ridosso e oltre la prima
guerra mondiale"?

Sei un troll o hai scritto male?

Anonimo ha detto...

Emmm... come sarebbe a dire? Troll? No, guarda, disopngo di un'amica che parla norvegese, ma questo NON mi rende un troll, va bene? Non ballo nemmeno la ummpa, pensa te.
Ma tu guarda.
La mia affermazione era chiara, poi: il sionismo è figlio del nazionalismo ottocentesco etnocentrico e suprematista. L'ho definito "ultimo" perchè in questa forma continua a vivere ancora, seppur in maniera ridotta, nel tempo dello sbiadirsi e morire di ogni particolare nazionalismo europeo (in favore di un qualcosa che per certi versi è pure peggio, ma questo è un altro discorso...).

Rosa ha detto...

Ti faccio notare che l'errore c'era eccome: tu avevi scritto "il fine" e non "il figlio". In questo modo il discorso diventava paradossale: ovviamente, c'è chi attribuisce agli ebrei anche lo tzunami, all'idiozia superstiziosa non c'è limite.
In ogni caso: non sono d'accordo. La legge del ritorno non è ne' etnocentrica ne' suprematista. Il diritto al ritorno è accordato a chi abbia almeno un nonno ebreo, paterno o materno, ai suoi congiunti (ebrei o meno), e ai convertiti alla religione ebraica. Non è basato sulla tradizione ortodossa ebraica, secondo la quale è ebreo chi è figlio di madre ebrea o il convertito al giudaismo e men che meno è basato su faccende etniche, essendo un ebreo iraniano, un falasha, un polacco, un italiano diversi come aspetto fisico, come lingua e come cultura. La legge del ritorno è invece speculare alle leggi naziste di Norimberga, e questo chiarisce in modo a mio avviso inequivocabile la ragione stessa dello stato ebraico.

Anonimo ha detto...

Sia chiaro che il mio commento è dannatamente OT. : )
Cioè è un post vergognosamente sentimentale, quasi commosso.
Per la serie:
ma toh! due persone alla quali voglio bene chissà come cazzo è che hanno incrociato le loro strade.
Ho il sorriso che va da una gota all'altra e sono troppo contenta per stare qui a scazzarmi e prendere sul serio tutte le contorsioni che avete fatto (wow, complimenti!).
Un bacio grande a "hot.c.s" e a miguel.

franci

Ps. ora potete domandarvi chi acciderbolina sono, a parte il fatto che sono evidentemente sadica. Ppss. indizio: con entrambi ho spezzato il pane : )).

Rosa ha detto...

Allora, sono quasi totalmente sicura che sei acc.! e - ti dirò - l'ho capito prima di arrivare a "franci". La rete crea delle magie strane, non c'è che dire... ciao bellessa... :-)

Anonimo ha detto...

Interessante, anche se sono in alto mare.Intanto, Rosa può confermare o
smentire di essere "hot c.s.".Spezzare il pane, poi... non in chiesa,
visto che le chiese le frequento poco. In pizzeria? In casa di
qualcuno? A una cena? In cima a una montagna, dopo una lunghissima
passeggiata?Bisogna vedere poi se "Franci" è veramente l'abbreviazione
di Francesca (o una forma vezzeggiativa di Franca?)."Acc" in questo
momento non mi significa niente.

Anonimo ha detto...

Ehm, non so quanto sia corretto cazzeggiare qui, ma del resto non sono stata mai corretta, quindi, che si ha da fare?
Per Rosalux: cuccata al volo : ) un bacio grande a te mia meraviglia. Per Miguel: per te, caro miguel, decisamente no, non può essere facile, allora giochiamo?
Dunque: il pane non era un'ostia. Facciamo che l'abbiamo spezzato a casa mia e pure in cima a una montagna, eoni fa. Franci sta per Francesca. E poncho di lana marrone, forse, ti dirà qualcosa di più, forse. : ))
Mo' vado e vi lascio accapigliare con cose assai più serie delle mie.
Besos animali.

Rosa ha detto...

cazzeggiare qui è più che corretto, direi che è doveroso: alla moderazione sono stata costretta da persone moleste, ma non mi piace e prima o poi proverò a ritoglierla
bacio

Anonimo ha detto...

Per Franci,

in cima a una montagna così arida che non vi cresce un'ostia, poncho di lana marrone, pane... pane salato, un casareccio romano, marrone fuori come il poncho?

Anonimo ha detto...

Oppure, potrebbe mai essere... una Franci che creava le cartoline più straordinarie del mondo?

Anonimo ha detto...

Per miguel: ci sei quasi.
Casa mia è a milano, tanto tempo fa facevo cartoline, ma non ricordavo di avertelo detto, il poncho marrone di lana è stato mio e poi tuo, la montagna era verde e non brulla ed eravamo in tanti, uno più fesso dell'altro, ma belli.

Anonimo ha detto...

Non solo mi ricordo delle tue cartoline... per vent'anni le ho cercato nei negozi di tutta Italia, invano, e trovavo solo cose infinitamente meno geniali.

Dai, sul mio blog troverai il mio indirizzo e-mail (non voglio approfittare troppo dell'ottima Rosa, la mia gentile nemica che mi sopporta sempre con grande gentilezza), scrivimi...