In kilombo, ai tempi della mia andata via e oggi, va di moda l'accusa di far polemica a causa di una antipatia personale nei confronti di Dacia Valent. La Valent è una persona che ha compiuto delle scelte esistenziali e politiche troppo complesse e contraddittorie perché io possa anche solo azzardarmi a capirle. E' una persona sospesa tra ambiguità e imprudenza, che - anzi - fa dell'ambiguità e dell'imprudenza, proprio di queste due energie combinate, il suo motore esistenziale.
Le sue posizioni sono dunque qualcosa di spettacolare, di peculiare, che si muove in campi a me raramente contigui, più spesso decisamente e apertamente avversi.
Non sono ambigua, in proposito: prima di tutti è a me avverso l'islam politico, e per ben due motivi: come ebrea e come laica.
Insisto, da laica - e mi pare senza alcun successo - col sostenere che l'islam politico così come si manifesta oggi non sia il solo, non sia l'unico. Lo nego, assolutamente: è "mondo islamico" anche quello della piazza di Smirne, è mondo islamico quello delle migliaia di persone che vivono al nostro fianco pacificamente, pregando in moschea e magari - come è successo ad amici miei - si alleano a scuola con gli ebrei, contro la opprimente cappa clericale, oggi come non mai aggressiva.
Non c'è un origine DOC della laicità, non c'è un destino fondamentalista di chi fa riferimento al Corano, questo è un equivoco grave. La laicità è un tool universale, ovunque sia nata si può applicare.
Le piazze di Smirne sono mie personali amiche, e dall'altra parte insieme ci sono - nemici solo per finta, ma promotori dello stesso universo teocratico (e maschilista, e sessuofobo) - Admadinejad e Ratzinger.
Ma questo mondo islamico - di gente comune e pacifica - rischia di essere consegnato - a causa anche di chi vede nel Corano la radice del male, e di chi vede nella laicità non uno strumento universale ma un valore occidentale DOC - all'islam politico.
Islam politico che ha - lui sì - dichiaratamente una vocazione teocratica, e il cui antioccidentalismo nulla ha a che vedere con la lotta di classe e la riscossa dei poveri, se non strumentalmente e occasionalmente, e che fa presa sulle anime candide di quei socialisti, appunto, imbecilli - o semplicemente troppo rozzi e ignoranti da cascare per l'ennesima volta nella etnicizzazione del conflitto di classe e nell'uso strumentale degli ebrei come capri espiatori.
Quello invece che - quando andai via da kilombo e oggi con le polemiche scoppiate per la difesa del negazionismo mi lascia davvero fortemente turbata e perpessa, non sono le varie e innumerevoli manifestazioni di saldatura tra il socialismo degli imbecilli, che identifica nell'ebreo il nemico di classe, e l'idea - speculare, falsa ma efficace - di un Islam capace di riscattare i poveri del mondo.
Non sono gli avversari politici, che mi preoccupano e mi spaventano oggi, quello che invece è nuovo e preoccupante è la percezione netta e inquietante della zona grigia.
Fino a qualche tempo fa, un post antisemita sui savi anziani di sion, un post negazionista, avrebbero quanto meno suscitato discussione aperta.
Questo era quello che mi sarei aspettata, ai tempi della mia andata via da kilombo, questo è quello che mi avrebbe fatto rimanere: una appassionata discussione, una manifestazione di sensibilità, di vivacità, di interesse. Non la cacciata dei reietti, che tutto sommato per come sono fatta io (purchè si cancelli dalla carta di kilombo la pregiudiziale antirazzista) è pure sociologicamente interessante vedere chi si accoccola sotto il cappello "sinistra": se posto insieme a nazisti, leghisti, abitanti di altair su it.politica.internazionale non ho poi tutti questi problemi a farlo altrove.
Oggi, però, i post di solidarietà ai nazisti, rappresentano quasi un problema segreto, una specie di vergognetta da ripulire ma senza far troppo rumore.
A nessuno interessa parlare del fatto - importante - che il negazionismo che non è - come dice il Mastroviti con il quale sono pure quasi del tutto d'accordo - semplicemente e solamente fuffa da ciarlatani, ma che è uno straordinario strumento politico utile a saldare un antico e leggendario odio con modernissimi - e anche potenti - interessi politici.
Dunque - e l'abbiamo visto - in kilombo lo scandalo manifesto per le squallide manifestazioni di disprezzo nei confronti delle donne sono qualcosa di cui si può parlare e si parla, in kilombo le manifestazioni di manifesto amore per la violenza della Valent (fondate su paradosso, ambiguità imprudenza e humor come d'abitudine) vengono esecrate e censurate e fanno discorso.
Sullo stesso Kilombo invece le teorie del complotto - in forma di negazionismo o di verosimiglianza dei protocolli dei savi anziani di sion, non fanno discorso, sono - anzi - tabù. Qualcosa da gestire - e qui paradossalmente potrebbe avere ragione addirittura quel pirla di karletto marx - in via burocratica e silenziosa, senza fare rumore, giusto per mantenere la decenza.
E' come se la rete della sinistra, anche quella moderata, fosse ancora disposta a mantenere con se' le donne, gli omosessuali, i neri, gli immigrati, ma se lasciasse sfuggire - magari con indifferenza, facendo finta di niente - noi ebrei dalle sue maglie.
lunedì 28 maggio 2007
kilombo e la zona grigia
Pubblicato da Rosa alle 12:47
Etichette: antisemitismo, islam, kilombo, sinistra
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
17 commenti:
quindi il tuo problema è, come direbbe l'mmax "l'antislamismo politico"?
dacia
Problema? No, non è un problema, è una condizione ovvia. Volevo dire con il mio post che non è l'ovvio a sconcertare, ma il meno ovvio: ovvero che su kilombo l'antisemitismo è sostanzialmente indifferente, e soprattutto che è tabù. D'altra parte leggo personaggi tipo la ducksarcazzo che sostiene che il tabù è a parlar male degli ebrei! ROTFL il mondo all'incontrario. Pensa se su kilombo uscisse un post sulla potente lobby gay, che vuole pervertire tutta l'umanità all'omosessualità. La cosa terribile, cara la mia dacia, è che c'è cecità all'antisemitismo: in questo penso che per le scelte che hai fatto l'antisemitismo sia un tool fondamentale, e la sua rinuncia ti costerebbe carissima, ma sarebbe un atto di coraggio enorme: viceversa il 50% degli scrittori di kilombo è cieca, e il restante 49% non vuole grane: in tutto e per tutto quello che Primo Levi definiva "zona grigia". (questo post ha avuto solo commenti di baldan bembo e di castruccio, cassati. L'idiota pensa che sia un post di amore per te: è lui che è idiota senza speranza o mi sono spiegata male?)
Quindi non hai nessun problema a dichiararti sostenitrice dell’ “antislamismo politico”?
So che è un punto del tutto accidentale del tuo discorso, ma tutto ciò che riguarda la Turchia mi interessa profondamente.
Per questo, faccio fatica a capire come tu possa considerare le piazze nazionaliste di Smirne - soprattutto adesso che pare che l'esercito turco stia studiando seriamente come entrare in Iraq - come "amiche".
Io non sono ostile per principio al nazionalismo turco, però non potrei identificarmici, se non altro per il semplice fatto che faccio fatica a leggere una sola pagina in turco semplice semplice senza ricorrere continuamente al mio dizionario.
Non è una critica; è solo che sei la prima sostenitrice non turca della milliyetcilik che mi sia capitato di incontrare.
Dacia e l'Islam politico... non conosco due "mondi musulmani" più distanti (a meno di non contare Walid Jumblatt come musulmano :))
x dacia - non capisco la domanda. Considero in generale chiunque pensi di applicare le proprie scritture o tradizioni religiose come leggi dello stato mio primo avversario (ovviamente in modo proporzionale alla sua aggressività). Se poi questo considera me - come donna/secolare/ebrea
laica/occidentale un suo obiettivo, allora è proprio un nemico. Quindi sono ovviamente "favorevole a chi è contrario" (ma che modo contorto di porre la questione). Ovviamente se tu sei al corrente di un "islam politico" che distingua le leggi dello stato dal Corano, e che non odi gli ebrei, segnalamelo documentatamente. Sono disposta a
cambiare idea anche subito, figurati.
x martinez: veramente le piazze di Smirne non erano contro i curdi o cosa, ma contro il partito di Erdogan, il quale chiama Smirne "Gavur Izmir" (smirne infedele) pensa tu quanto può essermi simpatico. Parte della piattaforma era l'unità dei partiti del centrosinistra, davvero anche qui non capisco di cosa ti stupisci.
(gli slogan erano, tra le altre cose, contrari all'intervento in iraq)
Strano Rosa, a me invece sembra chiarissima. Ammetti tu di essere un’antislamica, ancorché aderente alla corrente dell’antislamismo politico?
Per Rosa,
chiaramente gli slogan in piazza a Izmir erano contro l'intervento statunitense in Iraq. Ma non contro quello turco.
D'altronde, una delle principali accuse contro il partito di Erdogan, che suscita più indignazione nelle masse, è la sua disponibilità verso i curdi.
Le cose non sono separabili, e il laicismo turco non è comprensibile senza il nazionalismo.
Dai, divagare di cose turche ci permette di accantonare per un attimo le solite discussioni su Israele...
Smirne/Izmir è "infedele" per un motivo storico molto preciso.
Ai tempi dell'impero ottomano era il cuore del commercio e delle prime industrie, gestiti esclusivamente da greci, armeni ed ebrei.
Quando, con il trattato di Losanna, si fa lo "scambio di popolazioni" (modello di tutti quelli successivi), tutta questa ricchezza viene espropriata, a favore di chi aveva amicizie utili nel nascente partito kemalista e/o nell'esercito.
Per questo, Izmir è il cuore economico della "Oligarşi" turca, e quindi del cosiddetto laicismo.
Quando parli di "centrosinistra" in Turchia, presumo tu ti riferisca al Partito Repubblicano del Popolo (CHP), che è il partito storico kemalista/militare: gli altri partiti vagamente di sinistra, alle ultime elezioni, hanno preso, insieme, circa il 2% del voto.
Come giustamente dici, c'è la prospettiva di un'alleanza tra il CHP e il DSP ("Partito Democratico di Sinistra"), che però alle ultime elezioni ha preso appena l'1,2% del voto.
Certo il DSP ha tutto il capitale politico di Bülent Ecevit,
già segretario generale del CHP, che conquistò Cipro, condusse la guerra contro i curdi e anni dopo catturò Ocalan: non so se sia esattamente di "sinistra" in senso italiano.
Non mi fraintendere, comunque, non ho alcun desiderio di difendere il governo occidentalista di Erdoğan; anzi, i militari sono i meno malleabili agli interessi europei in questo momento, e questo non mi dispiace.
Solo che faccio fatica a vederci degli amici tuoi.
x dacia: parto dal presupposto che la religione islamica non abbia vocazioni integraliste "in se'", e che contenga, come quella ebraica e quella cristiana (delle altre non so) la possibilità di evolvere assieme al mondo che la circonda. Mi pare di capire - correggimi se sbaglio - che tu stia intendendo che così non è. Ovvero che l'islam sia per sua stessa natura legato alla lettura fondamentalista del corano, alla sua lettura letterale, e dunque alla impossibilità materiale di convivenza con gli stati laici, essendo - secondo una lettura "letterale" - impossibile separare politica e testo coranico. E' questo che intendi dire?
Ad ogni buon conto, alcuni ebrei la pensano - rispetto ai *loro* libri proprio così. In questo senso, seguendo il tuo argomento, potrei essere definita "antisemita": provo uguale inimicizia a chi intenda applicare Corano, Talmud, Torah, o Vangelo come leggi dello stato. Mi interessa molto avere una tua opinione in proposito.
x martinez: continua a sfuggirmi il punto. Se i radicali fanno una manifestazione per i pacs, io sono con *quella piazza*, anche se i radicali possono starmi sul cazzo per 1 milione di altri motivi, a partire dal fatto che mi paiono un branco di devoti ad un guru rincoglionito! Naturalmente riguardo alla Turchia, oltre ad un amore sviscerato risalente ad una vacanza lontanissima - avevo dodici anni - in cui però ebbi modo di conoscere, viaggiando con i miei , un mondo - laico - e davvero variegato, dal colonnello Cifter, padre di un mio accanito corteggiatore, alla intellettuale socialista Noutchka, so ben poco. Se hai qualche articolo (la povertà di quelli italiani è lagrimevole) me lo leggo volentieri.
Resta che non capisco lo stupore. Tu devi avermi arruolato in qualche schiera che mi sfugge, non ho ancora capito perchè dovrebbero dispiacermi i milioni di turchi che dimostrano per la laicità.
Per Rosa,
Beh, in effetti anch'io a volte scelgo in base alla logica dei "nemici dei miei nemici", in effetti, nella complessità del mondo in cui viviamo, succede.
Dunque, bibliografia... nei suoi libri, Gilles Keppel ha scritto cose fondamentali sullo sviluppo dell'islamismo turco.
Di più immediatamente accessibile, suggerirei:
1) Un articolo di Massimo Introvigne, proprio lui http://www.cesnur.org/2007/mi_05_05.htm . Introvigne ovviamente difende Erdogan, esattamente per i motivi per cui io lo trovo antipatico, ma la descrizione del quadro generale è abbastanza esatta.
2) Da un punto di vista esattamente opposto, un articolo di Antonio Cuesta, disponibile in spagnolo: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=50734
o in inglese:
http://www.axisoflogic.com/artman/publish/printer_24549.shtml
secondo le tue preferenze linguistiche.
3) Sul rapporto, assai complesso, tra militari, Erdogan, questione curda: http://www.theconservativevoice.com/article/24821.html
In sostanza: i militari cercano di attaccare Erdogan per i suoi compromessi con i curdi, e questo rischia di far perdere le elezioni a Erdogan. Proprio per questo, Erdogan tra breve dovrebbe lanciare un attacco in Iraq contro i curdi.
Poi c'è molto altro materiale, questi sono alcuni testi che mi vengono subito in mente.
Scusami il solito bis...
Sul triangolo questione curda-Erdogan-militari turchi, c'è un ottimo articolo:
http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/ID14Ak02.html
Lo segnalo perché la speranza di Erdogan di risolvere la questione curda attraverso l'integrazione economica (e quindi l'Europa) si scontra con il tentativo militare di risolverla con altri mezzi - gli stessi che giustificano l'esistenza del sistema militare turco.
Il perno dello scontro è proprio qui; quella sulla "laicità" è solo una delle varie battaglie su un lungo e unico fronte.
Il momento decisivo verrà quando Erdogan sarà invitato dai militari ad attaccare i curdi in Iraq.
Gli Stati Uniti sono disposti, al massimo, a tollerare qualche bombardamento, ma i militari turchi pensano a una vera e propria invasione via terra.
Se Erdogan partecipa, si gioca il sostegno statunitense ed europeo; se rifiuta, si gioca il sostegno del popolo turco, e non solo di quello della piazza di Izmir.
x martinez: grazie delle indicazioni
Cara Rosa,
mi sorprende che tu non ti accorga di quanto il tuo innocente dichiararti contraria a quello che definisci islam politico, facendolo tra l’altro da un punto di vista che definirei più viscerale che razionale - come dimostrato dalle puntualizzazione del compagno MM sulle tue scarse conoscenze della realtà turca e dell’islam che colà si pratica o non si pratica - potrebbe essere assimilato a ciò che MMax chiama antisemitismo politico.
Per uno strano principio, che non condivido ma che tu si, dovrei chiudere qui e dirti che non parlo con antislamici. Non lo faccio.
Prendo atto che sei razzista. Una razzista peculiare e simpatica, ma non per questo meno razzista.
Per te l’antislamismo è un tool fondamentale proprio per le scelte che hai fatto. Ti sarebbe difficile sostenere il diritto al perpetuarsi della violenza colonialista in terra di Palestina senza odiare e far odiare i musulmani (quelli che si rifiutano, testardamente, di scomparire). Ma siccome sei una brava ragazza democratica, gentile ed umile di cuore, non riesci ad odiarli tout court.
E allora ti inventi un islam politico, che ti consenta di dirigere il tuo odio in una direzione che ti salvi l’anima dalla tua propria critica.
Non lo capisco ma non per questo ti disapprovo. Mi dispiace per te. Noi antisionisti non abbiamo bisogno di inventarci un “semitismo” politico per salvarci l’anima. Noi abbiamo un mostro a cui ci opponiamo e con cui ci confrontiamo. Siete voi sionisti ad essere costretti a creare un feticcio inesistente ed attribuirlo ad altri. Non esiste l’antisemitismo politico, si chiama antisionismo. Ed il sionismo non è dottrina religiosa né tratto distintivo etnico/sociale/culturale, è ideologia e come tale soggetta ad ogni genere di critica e opposizione.
Sul resto ti rispondo in altro commento.
Dacia
@dacia
Esiste l'antisemitismo politico e si definisce in quel contenitore indistintochiamato antisionismo e che tu rivendichi.
Un contenitore utile dove NON si relativizzano i sionismi politici.
Per cui tra un mizrachi o un sostenitore di Meretz come me non c'e' differenza.
Falsificazione delle premesse e boomerang perchè paradossalmente, cosi' facendo, l'antisionismo qualifica se' stesso come antisemitismo perchè nel suo generalizzare focalizza sull'istanza distruttiva del medio comune denominatore di ogni sionismo ovvero l'idea di un focolare nazionale ebraico chiamato Israele e del suo diritto all'esistenza.
E sono stra-certo che esista un anti-islamismo politico che generalizza l'islamismo politico per poi generalizzare in maniera razzista su tutto l'Islam.
E' quello della Fallaci, della Fait e della corte culturale ringhiante alla castruccio...
Stessa roba..para para..
Il giorno in cui si metteranno antisiniosti e anti-islamici in una stessa arena non sara' mai troppo tardi.
Prenoto sin da subito la tribuna.
Pop corn e birre a profusione, grazie.
Divertente. Fingi di non aver letto la mia precedente, confidando - forse ti do atto, con qualche ragione - nella infinita dabbenaggine del tuo pubblico.
Se io avverso chi ritiene di dovere applicare il Talmud e la Torah come leggi dello stato, non sono antisemita, ne' sono razzista. Se avverso chi vuole imporre la propria etica religiosa in materia di divorzio come etica assoluta, non sono razzista.
L'islam politico (se sbaglio naturalmente potrai documentarmi che sbaglio) si propone un po' ovunque, a gran voce ne' più ne meno che specificamente questo: di applicare il Corano come legge dello stato. Lo stato e le sue leggi non sarebbero dunque l'espressione della cittadinanza ma l'espressione di un Libro e di una fede. La carta di Hamas, che puoi trovare qui, http://snipurl.com/1mur1
ti spiega bene cosa si intende per "islam politico" (ma forse tu lo sai già, fai solo finta di non saperlo). Oppure hai qualche altra documentata accezione, tu, per "islam politico"?
Quanto alla posizione dell'antisionista, è discutibile. Chi oggi pensa che lo stato di israele debba cessare di esistere è semplicemente favorevole al terzo esodo, ovvero qualcosa che si avvicina a una brutta cosa per gli ebrei. Ma fosse solo questo potrei anche pensare che auspicare lo sterminio o l'esodo degli israeliani non sia antisemitismo, sia solo antisraelismo. Quando però - come avviene praticamente sempre - l'antisionismo è una teoria atta a spiegare il male nel mondo, in cui i "sionisti" fanno la parte dei cattivi assoluti, beh, quello è in pieno, al cento per cento, buon vecchio lurido bugiardo violento schifoso razzismo. O secondo te uno che si dica contrario ai Black Panther perchè puzzano, ha una posizione politica? In fondo non dice "i negri puzzano" dice "i black panther puzzano".
Ah, ti faccio notare che sull'islam politico non ti sei espressa.
Sei favorevole all'instaurarsi di teocrazie islamiche?
Sì, o no?
Perchè - se la risposta è "No" - debbo darti una brutta notizia, dacia. Sei anche tu avversa all'islam politico.
Se invece sei favorevole alla bontà delle teocrazie, benissimo.
Ma dovresti dirlo chiaro e tondo, che così forse ti capiscono anche i bamba.
Posta un commento