C'è uno strano rapporto - inversamente proporzionale - nella percezione del tempo, almeno per me. Se è tempo denso di eventi e di emozioni, corre veloce mentre lo vivi ma rallenta sui lassi temporali più estesi: acquista profondità. Al contrario, una giornata di routine sembra infinita, dieci anni di routine passano in un fiato. Forse la percezione del tempo è così diversa, soprattutto nell'infanzia ma anche nell'adolescenza, proprio perché ogni giornata è - indipendentemente dagli eventi - densa. Di conoscenza, di novità, di paura, di concentrazione, di felicità e di traumi.
E così, il tempo del viaggio, del viaggio lungo e lontano, diventa una specie di bolla in cui le regole del tempo normale e adulto, il tempo di routine, scompaiono e si ritorna alla percezione infantile. Più o meno così:
creando una buffa distorsione: quando si torna e si rientra al tempo di routine, ciò che è accaduto prima del viaggio...sembra assai più vicino di quello che è accaduto durante.
Questo è solo perché avevo voglia di dire che sono contenta di avere condiviso il tempo esteso e intenso di imprevisti, gioie e difficoltà di un lungo viaggio con un certo ragazzotto che oggi compie giusto diciassette anni, e che presto - come natura vuole - prenderà il volo e i lunghi viaggi se li farà da se'.
giovedì 7 febbraio 2008
il tempo del viaggio
Pubblicato da Rosa alle 13:57
Etichette: australia, tempo, viaggi, vita quotidiana
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