E' abbastanza grottesco che la CDL accusi il centrosinistra del venir meno alle belle consuetudini passate, dove una delle due camere veniva gentilmente concessa all'opposizione e per la presidenza della Repubblica venivano scelti personaggi di alta levatura morale (reale o presunta) e basso profilo partitico. E' - questa - una abitudine che fu proprio la CDL ad abbandonare, quando - con una maggioranza ancor più risicata - elesse Scognamiglio alla presidenza del Senato, contro Spadolini.
Mi chiedo però se il forse troppo rimpianto fair play della Prima Repubblica altro non fosse che un sistema per tener buona una parte - i comunisti - cui era inibito di fatto l'accesso al governo. Un contentino che garantiva meno traumi all'occupazione stabile DC del potere, e una altrettanto comoda permanenza dei comunisti all'opposizione: si poteva occupare qualche cadrega, e al tempo stesso sognare il sol dell'avvenire. Fu quella l'epoca della lottizzazione RAI, un altro dei tanti esempi di spartizione del potere tipici di quell'epoca.
Credo che il percorso di digestione del bipolarismo di questo paese sia irto di spine, e per molti motivi: spesso la sinistra sembra a disagio, al governo: Bertinotti in passato ha fatto di tutto per tornare all'opposizione e i DS - primo partito del CSX - non sono riusciti (anzi, nemmeno hanno provato) ad imporre un loro leader come candidato alla Presidenza del Consiglio. Oggi si fa finta che delle tasse si possa fare a meno, che siano una invenzione dei "comunisti", quando chiunque abbia vissuto quegli anni ricorda la asciutta chiarezza democristiana nell'annunciare agli elettori che era giunto l'inevitabile momento di metter mani al portafogli. "Sacrifici", si chiamavano allora, e non erano affatto una roba "comunista": le gente li accettava perchè era ben chiaro che non c'era scelta.
A me pare che stabilire un terreno comune sia cosa ben diversa dall'inciuciare: si deve imparare che alzare la posta delle promesse agli elettori, fare riforme importanti (vedi: scuola) senza un accordo di massima con l'opposizione, azzerare ogni volta tutto quello che è stato fatto in precedenza, sono atteggiamenti incompatibili con l'alternanza, che mettono in ginocchio il paese.
Non occorre tanto un fair play spartitorio, tipico della prima repubblica, ma uno sforzo di delineare una base comune: se non dovesse riuscire sarà inevitabile ritornare al grande centro, e dunque ad una sorta di regime.
giovedì 4 maggio 2006
digerire il bipolarismo
Pubblicato da Rosa alle 15:49
Etichette: politica italiana
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