mercoledì 24 gennaio 2007

alcune riflessioni sulla memoria della Shoah

Come ogni anno mio padre andrà nelle scuole a parlare ai ragazzini di quegli eventi lontani. Questo è un suo articolo - inedito - di riflessione al riguardo, che pubblico molto volentieri qui.


La memoria della Shoah, che perdura da ben 62 anni, è assoggettata, come altri fatti umani, anche alla legge della domanda e dell’offerta e pertanto, nelle sue alterne vicende nel tempo, è paragonabile a modelli di mercato, quelli cioè nei quali domanda e offerta di un prodotto si influenzano reciprocamente. [leggi tutto]

6 commenti:

Anonimo ha detto...

la prima parte è molto bella.

la parte centrale (quella sul legame con Israele) , se papà Rosalucsemblog mi permette, è inopportuna nel giorno della Memoria .
La mentàlità facilona che egli cita nell'ultima parte è proprio quella che vede il giorno della Memoria come "appropriazione indebita" di Israele , ogni volta che si cita questo.

Più moderno ed inattaccabile sarebbe far sentire gli "altri" (l'alterità, stavolta, non ebraica) come parte in causa della sopraffazione nazifascista.

(non ho letto le note)


ciao.

p.s.
posso far circolare questo discorso?

Anonimo ha detto...

naturalmente grazie sentito a papà Rosalucsemblog per la testimonianza

Anonimo ha detto...

linkato

ipazia

Rosa ha detto...

mi pare che il punto sia questo: loro malgrado - e in contrasto con le premesse stesse del sionismo che nasceva proprio per fare degli ebrei un popolo "come tutti gli altri", gli ebrei in Israele "sono" a tutti gli effetti diventati alterità immanente. Israele è in una zona di confine tra le economie che dipendono dal petrolio perchè lo usano e quelle che dipendono dal petrolio perchè lo vendono, le prime spinte inesorabilmente dal sistema al mutamento vertiginoso, le seconde portate da una rendita di posizione a respingerlo, il cambiamento. Il contesto dunque è ad altissima potenzialità di scontro, ed è immensamente "più grande" degli ebrei, che ne sono dentro come tutti ma non ne sono la causa prima: eppure sono un simbolo detestato e ad un tempo necessario: per l'islam il simbolo dell'occidente corrotto, per l'occidente la causa prima del terrorismo. Alterità immanente, odio ideologico assai più che pragmatica necessità: un deja vu. Ora, nel momento stesso in cui gli ebrei non sono più persone ma simboli, e nel momento in cui la minaccia di lacerazione di alterità viene dichiarata, come ha fatto Admadinejad, diventa purtroppo inevitabile chiudere il cerchio. Comunque: certo che puoi diffonderlo, se no non l'avrei messo in rete. :-)

Rosa ha detto...

ah, secondo me le note è bene leggerle: chiariscono. Fra l'altro è molto più comodo che sul carteceo. Clicchi sul numerello e vai alla nota, riclicchi sul numerello e torni al punto dove eri!

Anonimo ha detto...

per me queste cose che coso accudete fanno rabbrividire non c'era amore con quelle persone, venivano trattate come schiavi