Diamo per buono (tanto per discutere di massimi sistemi, che è assai più divertente che far beccate da pollaio) che Lia nel suo commento al mio post non voglia lanciare una frecciatina ma voglia intendere qualcosa di più serio. Stiamo, io e lei, dibattendo di temi politici o piuttosto ci troviamo su versanti opposti dal punto di vista esistenziale? Io davvero sono convinta che sia l'una e l'altra cosa: per questo amerei discutere con lei, se argomentasse, e per questo insisto.
La questione femminile, esistenziale, sociologica ma anche politica - dunque - mi vede su un versante opposto al suo e sarà argomento di un prossimo post, per non appesantire questo.
Oggi sono in tanti a non considerare la laicità un tema di grande rilevanza politica e attualità. I cattolici e gli atei devoti accusano di "laicismo", insieme alla destra, mentre troppi a sinistra considerano la questione come una sorta di capriccio borghese e di scarsa rilevanza (così come i diritti civili).
Intanto - e i balcani e la questione mediorientale ne sono un esempio fulgido, la fine della guerra fredda ha liberato in modo estremamente potente il tribalismo, fino all'89 congelato dal tallone di ferro delle due potenze. Tribalismo che contagia con la rapidità di un ebola l'intero globo, ormai minuscolo, in frenetica comunicazione, e fatalmente interconnesso suo malgrado. Tanti così si sentono chiamati a schierarsi con passione da uno dei lati dello "scontro di civiltà": il nuovo secolo americano ha colori religiosi, i deliri di odio della Fallaci evocano odi ancestrali e mistici, e mentre alcuni milanesi ritengono loro dovere bruciare i campi rom, una tranquilla signora della stessa città, scontenta dello smog e del clima infernale, diventa nientepodimeno che una "militante filo-islamica" e identifica me - appartenente per nascita a una tribù nemica - come nemica ontologica dei mussulmani. Che ridere.
Io non mi schiero con nessuna nomenklatura, ho reagito e commentato - prima scherzosamente e poi più seriamente - la faccenda del divorzio islamico perchè davvero trovo inquietante la confusione tra questioni politiche - di rilevanza generale, e quelle religiose - di rilevanza particolare. E' ben noto - restando in tema di divorzi - quale sia ad esempio il comportamento della Sacra Rota, che nega il divorzio riservando di concedere l'annullamento a chi possa permetterselo. Le religioni monoteiste fanno riferimento a dei libri antichi, contraddittori, affascinanti e strani, pieni di odio e pieni di amore. La parola di questi libri è ancestrale, e dunque si profila la necessità di tradirla reinterpretandola oppure di trovare degli escamotage ipocriti per aggirarla. Il limite dell'ancestralità, che genera inevitabilmente o riforma, o integralismo, o ipocrisia, è un limite intrinseco e invalicabile: un pendolo tra regole immutabili e necessità particolari: chi decide di sottostare alle regole esplicite e implicite di quei club deve conoscerle e non piangere. Quale aiuto si può dare a chi si lamenti dell'imparzialità della sacra rota? Che possibilità ho io di mutare le regole dettate da quel libro, e interpretate da quel clero? Altra cosa è la legge di uno stato laico, quella legge che non è fondata su una verità a priori, e che deve garantire un patto sociale di tutte le parti che lo compongono modellando pragmaticamente (e politicamente) via via verità parziali e contingenti. Paradossalmente Lia si è seccata molto dell'intervento stupidino di Magdi Allam in suo onore, visto che l'uomo è passato alla tribù nemica e speculare a lei; si è seccata ma non ha saputo controbatterlo (diversamente da Paniscus) proprio nella sua assurda contraddittorietà. Infatti l'unico sistema di "regolare" il matrimonio e il divorzio islamico, sarebbe quello di riconoscerlo! Propongo un dibattito sulla questione: io tendenzialmente non sono contraria neppure a istituire la possibilità del matrimonio poligamico: parliamone. Ma che non mi si venga a chiedere di considerare un testo sacro - radiattivo se letto in un ottica religiosa e non storica o letteraria, "handle with care", come fonte di diritto.
venerdì 5 gennaio 2007
handle with care
Pubblicato da Rosa alle 12:38
Etichette: donne, islam, islamofemminismo, laicità
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16 commenti:
Giusto il discorso sul riconoscimento, che mi sembra un punto ineludibile di tutela legale.
Meno eludibile sarebbe il discorso sulla poligamia [peraltro teoricamente prevista anche nell'ebraismo anche se non più nella prassi]
Ma il punto non credo sia questo bensì come dal punto di vista interno all'Islam italiano la cosa venga gestita. In buona sostanza è come se un cattolico chiedesse una riforma delle regole della Sacra Rota o un ebreo delle regole del tribunale Rabbinico. L'inclusione di Lia nell'Islam mi sembra evidente che ci sia , anche se non convertita, dato che un matrimonio religioso c'e' stato, un Imam/autorità religiosa l'ha celebrato.
bacibaci
Dovresti metterti d'accordo con te stessa: se non vuoi fare beccate da pollaio, dovresti evitare le sciocchezze tipo "tranquille signore di Milano scontente dello smog".
A me l'argomento, se è affrontato con un minimo di serietà, interessa pure. Se invece devo stare a beccarmi in giro per blog, non ne ho voglia.
Io credo che sia legittimo, da parte di chi per anni ha sostenuto una determinata dirigenza islamica dandole fiducia, puntare il dito su vizi e fallimenti valoriali quando questi si presentano in modo ineludibile. E' anche più che legittimo: si chiama onestà intellettuale.
E non è un mio vezzo personale: il problema si è posto e si sta ponendo anche fuori dai blog perché, prima o poi, doveva succedere. Il mio blog ha forse tolto un coperchio, ma era interesse di un mucchio di gente in buona fede guardarci dentro.
Quello che tu equipari a una Sacra Rota islamica, tale non è: è una semplice organizzazione che, sovradimensionata dei media e dallo sciocco clima di scontro di civiltà che ha soffocato ogni cosa negli ultimi anni, si è vista investita di un ruolo che le assegna delle notevoli responsabilità ma che, nel contempo, è di fatto permeata di un malcostume e di una libera interpretazione del Corano (libera quando si tratta di ignorare i diritti dei più deboli della comunità, ché sennò sono di un ligio che non ti dico) di fronte a cui si possono fare due cose, e solo due: fare finta di non vedere oppure sollevare il problema.
Ed io opto per la seconda cosa.
Io, sì, mi pongo il problema di come vengono gestite certe cose dalla dirigenza islamica di questo paese. Perché siamo di fronte a una realtà giovane, in divenire, che merita qualcosa di meglio che poggiare su fondamenta marce. Perché il problema non è "l'interpretazione del Corano", ma il puro e semplice doppio discorso e la pura e semplice doppia morale, e non è possibile avere interlocutori di cui sai per certo che mentono sull'ABC della loro proposta etica. Perché la visione dell'islam che viene veicolata da un'organizzazione politica, oltre che religiosa, è di per sé politica. E in Italia assume forme specifiche, precise e in gran parte inconfessate - peraltro dettate da tre persone in tutto - che è lecito contestare.
Se non è chiaro questo, è evidente che non ci si capisce. E, se non ci si capisce, si commette l'ingenuità di scrivere che le questioni religiose non hanno rilevanza generale ma particolare. Frase che in linea teorica mi starebbe più che bene ma che, ci piaccia o no, fa assolutamente a pugni con la realtà islamica a cui mi riferisco io.
Io, l'ho scritto, ho scelto di fare partire il discorso dalla questione dei divorzi islamici per una serie di motivi. Non ultimo, il fatto che il tema matrimoniale è di quelli che toccano direttamente il nervo scoperto di questo modo di intendere l'islam, ovvero i diritti dei deboli, nonché la solenne ipocrisia di una dirigenza che pretende di parlare alla sinistra proprio invocando questi diritti.
Ma, è ovvio, mi interessa una "questione morale" che va al di là di questo tema.
Perché con una dirigenza meno moralmente corrotta, con delle figure di riferimento degne di questo nome e con una volontà, all'interno, di farsi carico seriamente di certe tematiche, il problema che ho sollevato io non si porrebbe, semplicemente.
Invece esiste, il problema. Andava posto e, che vuoi che ti dica, io ho scelto di farlo.
Perché faccio parte, appunto, di coloro che li hanno appoggiati per un mucchio di anni. Perché chi fa il mio mestiere lo vive comunque in prima linea, questo giovane islam in divenire. Perché l'islam fa parte della mia vita da un decennio, che io pronunci una shahada o meno, e perché, comunque, tutto ciò di cui ho parlato in questi mesi si è intrecciato con la mia esistenza e, con tutta la buona volontà, sentirsene estranea era come minimo improbabile.
Te lo ripeto: qui non si parla di laicismo contro religione. Si parla di malcostume, di inadeguatezza di una classe dirigente, di ipocrisie e menzogne propinate all'esterno strizzando l'occhio all'interno, di impotenza dei più e di insipienza dei quadri che vengono scelti perché, appunto, insipienti.
Se poi mi vuoi dire che l'ipocrisia è regola nelle organizzazioni politico-religiose, io posso solo risponderti che non mi pare un buon motivo per fare finta di non vederla. Mi piacciono i cattolici che la denunciano nel mondo cattolico, mi piacciono gli ebrei che si ribellano di fronte a cose brutte fatte dai loro correligionari e mi piace, dell'islam, una sua proposta etica che fa assolutamente a pugni con le cose di cui parlo.
E siccome, appunto, io non ho passato l'ultimo decennio a parlare di cattolicesimo o di ebraismo, bensì di islam, è di islam che continuo a parlare.
Non c'era bisogno di essere democristiani per porsi dei problemi morali riguardo alla DC.
E non c'è bisogno di essere musulmani per fare la stessa cosa con l'Ucoii.
A me pare un concetto talmente ovvio che, davvero, faccio fatica a capire chi non lo capisce.
A proposito del porsi su versanti opposti dal punto di vista esistenziale:
io, come credo si sia capito, non mi riferivo a questo dicendo che il nostro disaccordo non è politico. Mi riferivo al fatto che è comune - specie tra le donne - elevare le proprie simpatie o antipatie a categorie politiche. Di conseguenza, se io dico che è una cazzata scandalosa che la dirigenza Ucoii compresa di italiani mandi e dica di mandare, chessò, le mogli in cucina se arriva un estraneo, e che quest'abitudine non è islam ma cultura rurale, tu mi risponderai per sempre che io voglio proporre un Corano alla lettera che fa stare le mogli in salotto.
Se lo dicesse un altro, invece, non ti passerebbe manco per la mente di dargli torto.
Questo è il motivo fondamentale per cui io ho sempre considerato inutile stare a dibattere alcunché, da queste parti.
Poi non so su quale versante opposto al mio tu ti veda, sulla questione femminile.
Io non mi vedo su alcun versante particolare, ché non credo ce ne siano di fissi.
Non teorizzo nulla che somigli a un "come dovrebbero essere le donne".
Per me, la questione si solleva solo laddove una comunità si trova, nel suo insieme, in una posizione di oggettiva, forzata, debolezza. Che siano le donne, i Maori o i pinguini, poco mi importa.
Stiamo parlando lingue diverse: a fronte di una situazione in cui l'islam è vissuto come giustificazione di comportamenti patologici (chiudere le donne in casa, menarle, sposarne e divorziarne a raffica perché qui tanto non devi assumerti obblighi e non rischi nulla, importare ragazzine pseudomaggiorenni senza certificati di nascita, buttare figli nel mondo ché tanto 'ci pensa Allah' e così via), io dico che tutto ciò è in rotta di collisione col senso di un Corano invocato a mo' di giustificazione e tu mi dai dell'integralista accusandomi di volere interpretare il Corano alla lettera.
E' ridicolo.
Ed è assurdo anche che in una simile situazione che, l'ho detto in tutte le lingue, non si dà tra gli immigrati sfigati ma tra i leader e tra gli italiani, i laici si accomodino in salotto e dichiarino aperto un dibattito senza pregiudiziali sulla legalizzazione della poligamia.
Ci manca solo quello.
Permettimi di essere incazzata: tu, e chi vede le cose dalla tua angolatura, non state capendo una minchia.
Su quali donne si va a legiferare, nel momento in cui vai a riconoscere legalmente il matrimonio poligamico? Sulle manager lombarde?
Questi istituirebbero un legalissimo traffico di minorenni indocumentate e analfabete provenienti dai campi arabi e se ne metterebbero quattro per casa a figliare alla luce del sole, cosa impensabile al paese loro. Se ancora lo fanno - qui, dove possono giocare sulla differenza tra l'euro e il dinaro giordano con cui se le comprano - limitandosi e mantenendosi in una zona d'ombra perché, pur non commettendo legalmente alcun reato, sono comunque soggetti alla sanzione sociale, domani si ritroverebbero spalleggiati e protetti da quei "laici dalla pancia piena", appunto, che non si rendono conto che la stessa, identica conquista sociale che, per loro, è libertà, diventa licenza di schiavismo quando cambia il contesto sociale. Perché pensi che nel mondo arabo la limitino in tutti i modi, la poligamia? Per pruderie cattolica? O perché, di fatto, si traduce nel 99% dei casi in puro e semplice esercizio di abuso di potere?
A me può stare benissimo, bada bene: per quel che mi riguarda, anzi, non c'è soluzione affettiva migliore, ché ho un'età in cui non si concepisce nulla di più ingombrante di un uomo tutto intero. Ma per chi non ha strumenti più che validi per districarsi, in simili situazioni, è una tragedia e punto.
Non si può immaginare di regolare la vita della gente in base a pure considerazioni di principio.
Persino nel matrimonio civile italiano è difficile districarsi, se non si hanno ottimi strumenti: mi rifiuto di credere che tu non ne conosca a pacchi, di separate italiane che si mantengono i figli da sole facendo dieci lavori e una vita da bestie, coi mariti che usano tutti i meandri della legge per farsi i cavoli loro.
Figurati le immigrate.
Ci sono cose che, semplicemente, non si risolvono a colpi di legge.
Qui siamo in una zona grigia, di non illegalità ma di forte anti-eticità.
Ci sono gli strumenti - religiosi, politici, culturali - per parlare alle coscienze e risvegliare valori che funzionino da anticorpi, all'interno. Il semplice fatto che questi dirigenti sentano il bisogno di ricorrere a un doppio discorso lo dimostra: credo che sia una cosa sensata premere affinché cresca una coerenza rispetto a quello che è il discorso migliore dei due che vengono fatti. Quando uno come Renzo Guolo dice "bisogna incalzarli, metterli alle strette", sta dicendo questo. Inchiodarli alle loro contraddizioni, mica offrirgli le scappatoie giuridiche per mettere a tacere chi se lo pone, il problema delle contraddizioni!
Qua, invece, rischiamo di finire in un intellettualismo assolutamente perverso in cui, addirittura, una laica che ricorda che è il Corano stesso, a limitare lo strapotere maschile nei confronti delle donne, viene tacciata di integralismo.
Andiamo avanti così, che è fantastico.
Quante sciocchezze scrive questa oscura insegnante! capisco perchè ci tenga tanto all'anonimato... o magari lo sanno e questo spiegherebbe i tanti trasclochi!!
"Io credo che sia legittimo, da parte di chi per anni ha sostenuto una determinata dirigenza islamica dandole fiducia, puntare il dito su vizi e fallimenti valoriali quando questi si presentano in modo ineludibile. E' anche più che legittimo: si chiama onestà intellettuale."
NO cara LIA, alla base - come già spiegato - c'è qualcosa di più disonesto: si finge di attaccare questo islam per richiedere indirettamente una regolamentazione di regole ilsamiche, SALTANDO LE INTESE CON LO STATO ITALIANO - che violano norme specifiche di ordine pubblico.
Mi spiego: le norme civili e penali, possono anche essere derogate quando l'allarme sociale è veramente basso. Ad esempio quelle alimentari ebreiche ed islamiche violerebbero la normativa vigente in materia di macellazione degli animali. Poichè entrambe le comunità sono esigue e non tutti seguono certe regole, lo stato può acconsentire ad una deroga.
Quando si parla, però, di poligamia... il discorso cambia, in primo luogo perchè si consentirebbe ad alcuni cittadini quello che ad altri è vietato, in secondo luogo perchè l'allarme sociale scaturito dalla violazione/deroga di norme del diritto civile e penale sarebbe davvero alto.
Non reggono neppure le vostre motivazioni: i figli nati da una relazione extramatrimoniale godono degli stessi diritti patrimoniali, alimentari e successori di qulli cd "legittimi".
"E non è un mio vezzo personale: il problema si è posto e si sta ponendo anche fuori dai blog perché, prima o poi, doveva succedere"
Ancora falso. Si è posto per scelta politica vostra (tua e della valent) è l'ennesima provocazione: si finge di criticare un qualcosa per chiedere altro!
"Quello che tu equipari a una Sacra Rota islamica, tale non è: è una semplice organizzazione che, sovradimensionata dei media e dallo sciocco clima di scontro di civiltà che ha soffocato ogni cosa negli ultimi anni"
questa tua frase non solo dimostra quanto da me scritto ma anche che non conosci nè l'islam ma neppure i principi che regolerebbero i rapporti fra stato e confessioni religiose: il tuo matrimonio non era riconosciuto sia dallo stato (mancanza di intese) ma neppure dall'islam ufficiale perchè non esiste un islam unico. Al masimo poteva costituire un rapporto fra voi ed il vostro Dio, nulla di più.
Ma tu, LIA avevi accettato l'idea di essere una seconda moglie: se avessi voluto ulteriori diritti l'ordinamento italiano te li avrebbe garantiti con ulteriori istituti...
invece oggi ti lamenti con lo stato e con l'islam... troppo facile.
"libera interpretazione del Corano"
da quando in quà esiste una libera interpretazione di un testo che, a differenza della bibbia o dei vangeli, non sarebbe stato mediato dall'uomo ma di diretta provenienza e scrittura divina?
"Io, sì, mi pongo il problema di come vengono gestite certe cose dalla dirigenza islamica di questo paese"
La dirigenza islamica in questo paese? non esiste proprio perchè l'islam in italia non ha mai intrapreso accordi ed intese con lo stato italiano. esistono tanti islam uno per ogni imam o gruppo... e tu fai parte del gruppo peggiore, mia cara... oggi colpevolizzate l'italia di una divisione vostra e vostra soltanto
"Se non è chiaro questo, è evidente che non ci si capisce"
invece il vostro gioco è chiarissimo!
"Io, l'ho scritto, ho scelto di fare partire il discorso dalla questione dei divorzi islamici per una serie di motivi". Non ultimo, il fatto che il tema matrimoniale è di quelli che toccano direttamente il nervo scoperto di questo modo di intendere l'islam, ovvero i diritti dei deboli,"
cazzate, solo cazzate "a la dacia"
in primo luogo perchè tu seguiti a parlare di matrimonio quando matrimonio nn c'è stato nè per lo stato e neppure per l'islam.
perchè non ti sei sposata nell'unica moschea abilitata a celebrare matrimoni validi per entrambi? semplicemente perchè non avresti potuto al pari di altre migliaia di coppie conviventi e di altri culti e religioni: la legge civile e quella religiosa ve lo vietavano.
"Invece esiste, il problema. Andava posto e, che vuoi che ti dica, io ho scelto di farlo."
inutile e ridondante. parli parli per ripetere la stessa menzogna. ma una menzogna, ripetuta all'infinito, non è e non può diventare verità. Il problema esiste perchè lo avete sollevato.
Alla base di tutto c'è, come già scrito, la mancanza i intese con lo stato italiano, intese che non avverranno mai per due ordini di ragioni
- l'islam è diviso e frammentario e le intese si fanno con un organo unitario e compatto.
- l'islam contiene norme e precetti religiosi che mai si concilieranno con la normativa italiana (se volete vi cito norma e precetto, uno ad uno, indicando il contrasto con norme costituzionali, civili, penali e di ordine pubblico)
"Perché faccio parte, appunto, di coloro che li hanno appoggiati per un mucchio di anni"
appunto... ecco perchè la tua è una provocazione. più parli e più me lo dimostri.
"Perché chi fa il mio mestiere lo vive comunque in prima linea, questo giovane islam in divenire"
bah!
che banalità
Se non erro, tanto tu quanto la dacia, avete una volta affermato che quando vivevi a milano, andavi a caccia di uomini di colore (mi piacciono come il caffe', neri e forti). Scelta legittima, ma che nulla ha a che fare con il lavoro.
Altro giro altra serie di fregnacce. La lia non solo perde colpi, ma inizia a dire che sono gli altri a non voler capire "una minchia".
Accettiamo il suo parere autorevole, quale esperta in materia :-)
"Per me, la questione si solleva solo laddove una comunità si trova, nel suo insieme, in una posizione di oggettiva, forzata, debolezza. Che siano le donne, i Maori o i pinguini, poco mi importa."
beh questo dovrebbe chiederlo all'islam dove il ruolo della donna è più sottomesso di quello dell'uomo e dove i diritti più elementari vengono negati: da quelli successori a quelli patrimoniali, figuriamoci quelli relativi alla tutela o all'esercizio della potestà genitoriale. E' falso che siano questione legate ad una cultura rurale perchè è la legge coranica (e gli stati islamici pongono a fondamento delle leggi civili...sempre il corano: non c'è uno stato islamico che non ponga il corano fra le fonti della legge... fonte primaria cui la leggfe non può e deve derogare, come afferma la convenzione dei diritti dell'uomo islamica!!!)
"Stiamo parlando lingue diverse"
si questo ormai è palese e lapalissiano e conferma, vista la tua propensione il perchè alla tua età sei ancora nomade e precaria :-)
"a fronte di una situazione in cui l'islam è vissuto come giustificazione di comportamenti patologici (chiudere le donne in casa, menarle, sposarne e divorziarne a raffica perché qui tanto non devi assumerti obblighi e non rischi nulla, importare ragazzine pseudomaggiorenni senza certificati di nascita, buttare figli nel mondo ché tanto 'ci pensa Allah' e così via), io dico che tutto ciò è in rotta di collisione col senso di un Corano invocato a mo' di giustificazione e tu mi dai dell'integralista accusandomi di volere interpretare il Corano alla lettera."
E' ridicolo."
e qui sbagli ancora. I fatti che tu citi accadono anche in italia e presso famiglie cristianissime... ma sai qual'è la differenza? è semplice: IL CRISTIANO CHE AGISCE IN TAL GUISA O IL PRETE PEDOFILO... VANNO CONTRO LA LORO RELIGIONE E SBAGLIANO SECONDO IL CRISTIANESIMO MENTRE GLI ISLAMICI SPESSO AGISCONO SECONDO IL LORO CREDO E NEI CASI PEGGIORI SECONDO QUELLO CHE CREDONO SIA IL LORO CREDO, ANCHE TRAVISANDOLO MA PERCHè ALLA BASE C'è QUESTA VISIONE DEL RUIOLO DELLA DONNA IN QUELLA RELIGIONE.
in pochissime parole
avete montato su qusto problema per nasconderne altri e per avanzare, ancora una volta, pretese assurde ovvero per aggirare ostacoli normativi.
Lia invece a me fa davvero pena. Sono convinto che sia in totale buona fede, ella è una delle tante vittime di Daciona, da lei sfruttate e rovinate.
Ricorderete certo tutti la querelle sui dati personali di Lia; la cosa sarebbe passata inosservata se non fosse stato per l'amplificazione data proprio dalla daciona: cosi' anche a chi erano sfuggiti quei dati ha potuto notarli.
E Baldoni?
E quell'altra poveraccia della spammatrice indymediana Amina Salina? rovinata anche lei, scomparsa dai vari blog non appeno la iadl ha iniziato a combinare i primi guai.
Un lungo elenco di persone sfruttate per una causa sbagliata.
La signora in questione è riuscita a rovinare non solo la propria vita e quella dei nemici ma anche quella delle persone che le sono state vicine. Impresa ardua davvero.
Voglio esprimere quindi la mia piena, incondizionata e sentita solidarietà a Lia augurandole di non perdere il proprio posto di lavoro e gli affetti che le sono rimasti ma soprattutto la sua dignità di donna.
Sono commossa, Maidireweb, e quindi ti ricambio gli auguri segnalandoti che, a partire da una certa età, le controindicazioni del consumo di stupefacenti superano i vantaggi. Non so quanti anni tu abbia ma sono certa che si debba smettere prima dei trenta. Sennò ci si rimbecillisce. A meno che non si parli di droghe leggere e, lì, sta all'autoregolamentazione di ciascuno.
E' solo che il tuo discorso non mi pare effetto di droghe leggere.
Comunque:
a) Non fu Dacia ad avvisarmi della pubblicazione dei miei dati sulla newsletter di SPI, ma un iscritto iper-sionista della stessa che, per quanto sembri strano, mi leggeva da tempo e mi era affezionato. Si incazzò parecchio. L'ho già detto qualche giorno fa a Mmax, ovviamente senza fare il nome della persona.
b) Il lavoro bene, grazie. Sono una paciosa statale, di ruolo e confermata da millanta verifiche. Non vedo l'ora che qualcuno metta in discussione il mio mestiere per motivi politici, adesso. Tu non sai quanto mi divertirei, ché divertirmi è la mia priorità assoluta da quando sono nata. E poi vengono le pupille a forma di Euro solo a pensarci...
c) Questi excursus fuori dal proprio blog hanno molte controindicazioni, ed io sono da anni una teorica del non praticarli. Tuttavia, c'è del vero nelle obiezioni che mi vengono poste: esiste un'umanità con cui non entri in contatto, se non tramite web. Ogni tanto ci vuole, ché sennò davvero sviluppi un'idea parziale del mondo.
(Il discorso serio lo continuiamo un altro giorno, mi sa...)
Sig.ra Lia
non voglio difendere le frasi di maidireweb ma le sue affermazioni sono totalmente false.
Non fu un amico ipersionista ad avvertirla bensi' la sua amica e sodale dacia che, come al solito si era infiltrata nella mail list sotto mentite spoglie, come i vari marco ballarin... e chissà quali altri.
Una domanda, cosa centrano i "motivi politici"? con una che dice e scrive "mi piacciono gli uomini forti e neri come il caffe'?"
una frase simile denota un razzimo al contrario e reconditi motivi psicologici... ma sarebbero anche "cazzi (o minchia come scrive lei) sui", in tutti i sensi. Ma chi vuole spaventare con le sue frasi?
Purtroppo quando mi acorgo che una persona mente anche su una sola cosa, inizio a dubitare anche del resto.
Lei nn ha fatto il nome/nick della "talpa" io ho fatto il nome, se vuole le faccio anche il nick
ps anche io, al suo posto, eviterei gli exursus fuori porta :-)
se non altro per non raccogliere ulteriori pernacchie.
Tu sei un noto squilibrato, Castruccio, e non è un caso che non ti pubblichino su metà dei blog su cui cerchi di scrivere.
La frase "Mi piacciono gli uomini neri etc." non è mia ma di Dacia. E' anche bella, non dico di no, ma non l'hai letta da me ma da lei.
Ti confondi e, sapendo come sei, mi pare il minimo.
Sulla storia di SPI, permettimi di saperne più di te, visto che io c'ero e tu no.
Cerchiamo di capirci: così come non mi metto a discutere con gli alcolizzati in metropolitana, non sono una che discute con i vari Castruccio del web che, non a caso, sul mio blog non sono mai apparsi.
A me dispiace, ché il discorso potrebbe pure essere interessante, ma magari ci si vede per email, se a Rosa va.
Oppure vabbe' e non se ne fa niente.
Una ha dei limiti estetici.
Scusami
è difficile dialogare con chi, non appena l'interlocutore la mette in difficoltà, scrive "Tu sei un noto squilibrato" oppure, come con l'altro utente, da del drogato.
Anche io potrei scrivere qualcosa su di te e sul perchè e percosa sei nota, ma non scendo certo al tuo livello.
Quanto al non essere pubblicato, vorrà dire che un giorno posterò le email inviatemi dalla tua amica e complice, con le quali mi pregava di
- aiutarla a gestire il suo blog
- comoderare il suo blog
- aiutarla in determinate discussioni
fornirle pareri
tutto questo fino a che non osai contraddirla, anticipando l'esito catastrofico di alcuni sue iniziative, puntalmente arrivato.
ma diversamente da voi, sono un signore... e mi limiterò ad esporre fatti. Tu non sei stata in grado di smentirli, passando direttamente alle offese proprio perchè priva di argomenti e risposte.
Ps non c'eri solo tu su spi :-)
dimenticavo
è un onore essere cacciati via da certi blog (3/4 del quadrumvirato virtuale e fiancheggiatori vari)
certo che sentirsi dare dello squilibrato... da lia di aramlik...
che raminga per l'italia e per i blog, che scassa i marroni al prossimo per essere stata amante (neppure moglie) di un imam, viene proprio da ridere.
Scusate, ma per ricordarvi che avete già dato troppa importanza a questa provocazione (perchè se provocazione non è allora trattasi di follia allo stato puro)
vi invito a leggere quanto ha scritto il geniale ritvan nel blog di daciona
Io ho cercato di spiegare il perchè e percome, anche da un punto di vista giuridico, per tutta risposta la signora (ed uso un eufemismo) in questione ha iniziato a dare dello squilibrato. Lei...
Lia, solo un appunto sulla questione offese, che sul resto ti rispondo nel post. Preferisco di gran lunga le "conversioni" climatiche a quelle ideologiche: da parte mia dunque prendilo come un grosso - e a quanto pare immeritato - complimento. Offensivo è invece sostenere che io stia argomentando sulla base di una presunta antipatia personale che invece non esiste affatto. Del tuo blog detesto gli aspetti ideologici mentre apprezzo quelli narrativi e ironici. Come persona, non ti conosco proprio: come potrei averti in antipatia?
Strana persona questa Lia: invece di rispondere a contestazioni precise, documentate e puntuali, passa mmediatamente all'atacco degli interlocutori con offese dirette e personali.
Che fosse un'esaltata già lo si sapeva, che fosse anche estremamente maleducata ed arrogante, lo apprendiamo adesso.
Trovo ridicolo seguitare a dialogare con una siffatta persona: le si da una credibilità che non merita a lei ed al tema proposto; su macchianera è stata immediatamente smollata: hanno compreso il suo gioco e quella della sua mandante, perchè al mondo esiste chi viene e chi viene mandata.
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