L'osservatore Romano mette in discussione la morte cerebrale, e con questa i trapianti.
Identificare una persona con le sole attività cerebrali - dicono - va contro la dottrina cattolica.
Io sono "relativamente" relativista: ci sono dei limiti ovviamente, ma se l'escarificazione è fondamentale per un animista, la circoncisione per gli ebrei o rinunciare a donare organi per essere tenuti in vita quando si è in morte cerebrale è fondamentale per un cattolico, non ho problemi.
Credo però che un minimo di coerenza sia la base per la convivenza civile. Se qualcuno, per la sua particolare superstizione, non considera "morte" l'annientamento delle funzioni cerebrali (e pretende che il suo corpo sia tenuto in vita dal Sistema Sanitario Nazionale) allora deve conseguentemente essere considerato fuori dalla possibilità di ottenere un trapianto in caso di bisogno. Chi è disposto a donare, può ricevere.
Semplice, lineare, coerente, e molto etico.
giovedì 4 settembre 2008
niente reni ai bizzochi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
"Chi è disposto a donare, può ricevere."
La proposta e' mal formulata: dovrebbe essere semmai 'chi e' favorevole alle donazioni, puo' ricevere'; altrimenti, gia' adesso, dovrebbero essere esclusi dalle donazioni tutti coloro che, con qualsivoglia motivazione, non sono donatori essi stessi.
Tuttavia, chi considera lo scambio di organi e/o sangue tabu', come fanno i testimoni di Geova, sara' contrario comunque a beneficiarne: non sara' certo il primo esempio di fanatismo autolesionista. Che io peraltro, da buon darwinista neanche tanto compassionevole, mi guarderei bene dallo scoraggiare (quando si tratta di adulti che dispongono per se stessi, beninteso).
Luminosamente vero, logico e cristallino, cara Rose...
Non è solo questione di "chi dona può ricevere". Vorrei capire come può la dottrina cattolica giustificare la sopravvivenza al costo dell'uccisione di un altro essere umano (dal loro punto di vista).
Posta un commento