Sul newsgroup it.politica.sinistra, qualcuno ha proposto di creare un documento wiki di elaborazione strategica della sinistra "radicale". Come dice Ipazia, che il manifesto di IPS l'ha scritto, il newsgroup si propone - tra le altre cose - come spazio di elaborazione teorica e costruzione di prassi politica, dunque che da qui nascano iniziative come questa è - secondo me - buona e fertile cosa.
Io però - se l'iniziativa va in porto - mi limiterò a leggere il lavoro di questi occasionali compagni di strada: la collaborazione tra sinistra radicale e moderata oggi è indispensabile per sconfiggere pericoli gravi, e sarebbe probabilmente buono poter fare un altro po' di strada insieme, ma è possibile?
Ho chiesto - sul newsgroup - quali fossero gli obiettivi e le strategie a breve, medio e lungo termine di un comunista. La prima osservazione dalle risposte che ho ricevuto è che una domanda volutamente "strettamente" pragmatica ha generato un sacco di teoria. La seconda osservazione è che - per qualche motivo - gli obiettivi di breve periodo sono stati totalmente trascurati, e sono emersi esclusivamente obiettivi di "medio" periodo, in estrema sintesi due: il matriarcato e la lotta alla globalizzazione. Tralascio l'ipotesi "matriarcato", tutto sommato fantasiosa e un po' mitologica, per dire un paio di cose sull'ipotesi no-global, che ha conquistato più di un cuore. Io - da molto tempo scettica, riguardo al marxismo - avevo parzialmente messo in discussione il mio parere proprio discutendo (con alcuni diessini) su quel gruppo: se le premesse strettamente evoluzionistiche di Marx si erano rivelate fallaci (le rivoluzioni infatti ci sono state solo in paesi che non hanno vissuto capitalismo maturo, diversamente da quello che lui pensava) il loro stesso fallimento e lo sviluppo in senso capitalista della Cina, potevano alla fine dar ragione a Marx. Dando il tempo sufficiente ai paesi in via di sviluppo attraversare il sistema capitalista, di avvicinare il costo della loro forza lavoro a quello della nostra, i lavoratori di tutto il mondo - finalmente uniti - avrebbero forse riacquistato la forza sufficiente per diventare una leva potente: mai pensato a un sindacato globale?
Non è affatto una ipotesi in cui io abbia fede: semplicemente - come via al socialismo - mi sembra assai più concepibile e coerente alle premesse di quella no-global, che lavora - in senso nazionalista - per la sconfitta della nazione americana, e sogna un'Europa di buona volontà, che "aiuta" - assistenzialmente e dall'alto - i poveri del mondo.
Io però - se l'iniziativa va in porto - mi limiterò a leggere il lavoro di questi occasionali compagni di strada: la collaborazione tra sinistra radicale e moderata oggi è indispensabile per sconfiggere pericoli gravi, e sarebbe probabilmente buono poter fare un altro po' di strada insieme, ma è possibile?
Ho chiesto - sul newsgroup - quali fossero gli obiettivi e le strategie a breve, medio e lungo termine di un comunista. La prima osservazione dalle risposte che ho ricevuto è che una domanda volutamente "strettamente" pragmatica ha generato un sacco di teoria. La seconda osservazione è che - per qualche motivo - gli obiettivi di breve periodo sono stati totalmente trascurati, e sono emersi esclusivamente obiettivi di "medio" periodo, in estrema sintesi due: il matriarcato e la lotta alla globalizzazione. Tralascio l'ipotesi "matriarcato", tutto sommato fantasiosa e un po' mitologica, per dire un paio di cose sull'ipotesi no-global, che ha conquistato più di un cuore. Io - da molto tempo scettica, riguardo al marxismo - avevo parzialmente messo in discussione il mio parere proprio discutendo (con alcuni diessini) su quel gruppo: se le premesse strettamente evoluzionistiche di Marx si erano rivelate fallaci (le rivoluzioni infatti ci sono state solo in paesi che non hanno vissuto capitalismo maturo, diversamente da quello che lui pensava) il loro stesso fallimento e lo sviluppo in senso capitalista della Cina, potevano alla fine dar ragione a Marx. Dando il tempo sufficiente ai paesi in via di sviluppo attraversare il sistema capitalista, di avvicinare il costo della loro forza lavoro a quello della nostra, i lavoratori di tutto il mondo - finalmente uniti - avrebbero forse riacquistato la forza sufficiente per diventare una leva potente: mai pensato a un sindacato globale?
Non è affatto una ipotesi in cui io abbia fede: semplicemente - come via al socialismo - mi sembra assai più concepibile e coerente alle premesse di quella no-global, che lavora - in senso nazionalista - per la sconfitta della nazione americana, e sogna un'Europa di buona volontà, che "aiuta" - assistenzialmente e dall'alto - i poveri del mondo.
2 commenti:
Comprendo le differenze di vedute e cercherò di continuare a discuterne con te perché mi fa piacere - sinceramente - che tu comunque parli di "via al socialismo". Sembra poco, ma dal mio punto di vista invece è moltissimo.
Uno schietto saluto da Apophis :-)
discutere non fa mai male, soprattutto quando si riesce a mantenere un tono civile...
saluti anche a te :-)
Posta un commento