mercoledì 29 marzo 2006

riflessi pavloviani

I "fattoidi" sembrano essere caratteristici dello spirito dell'epoca.
Basta ripetere una bugia, un fatto irrilevante, una falsa correlazione con sufficiente arroganza perchè questo abbia effetto su una buona porzione di cittadini, in questi giorni provvisoriamente elevati all'appetibile ruolo di "elettori".
Dunque, secondo il centrodestra (e ahimè non solo) i PACS minerebbero l'istituto del matrimonio. Sarebbero il primo passo versi la disgregazione delle fondamenta della nostra società: la famiglia.
Teoricamente, chiunque abbia - o desideri fondare - un nucleo familiare, dovrebbe avere ben chiaro che gli ostacoli alla creazione e al mantenimento del nido sono qualcosa che ha a che vedere con la mancanza di case, di asili, di lavoro, di soldi. La mancanza di una rete di sostegno, la solitudine metropolitana, l'isolamento. Dovrebbe sapere che quand'anche si accordasse ad un uomo la possibilità di ereditare le sostanze del suo compagno, assisterlo in ospedale o ottenere la reversibilità della pensione, i diritti degli altri non verrebbero lesi, non sarebbe annientata la loro cultura, ne' scardinati i loro affetti.
E' vero - casomai - il contrario.
Quale beneficio si pensa che possa ottenere la famiglia, nell'ostracizzare l'omosessualità?
Saranno più contenti, i genitori del figlio costretto a vivere nei ghetti dei bar, dei locali dedicati, Mikonos sì l'Elba no? Quale vantaggio trae la famiglia che affida il proprio pargolo a un uomo che ha scelto di fare il prete per non rischiare di dover ostentare una moglie? E la moglie che scopre nell'indifferenza del marito un segreto nascosto? Ne trarrà per caso giovamento?
Quali vantaggi trae la società, nel costringere 1/25 della popolazione (il dato è identico in tutte le culture) all'infelicità, alla vergogna e all'isolamento? Il film Brokeback Mountain racconta, è vero, una storia d'amore, ma racconta soprattutto la scia di infelicità che provoca l'impossibilità di viverla con pienezza e apertamente.
Non sono solo i due protagonisti, a pagare l'ostracismo, ma le loro mogli, i loro figli e i loro genitori.
Perchè, allora, creare allarme intorno a un pericolo che - con ogni evidenza - non esiste?
Nei dibattiti televisivi viene sbandierata la "crisi dei valori", e la famiglia sarebbe - secondo chi ne annuncia il prossimo decesso - il più periclitante di tutti.
In realtà io ho la sensazione che sia vero il contrario: la famiglia è l'unico valore cui sia devoto il nostro popolo, da nord a sud, condiviso da ogni ceto sociale e livello culturale : da qui l'efficacia pavloviana nell'evocarne la crisi.
Qualcuno può immaginare l'indifferenza con cui verrebbe accolta, una sbandierata "crisi del valore del bene comune"?

1 commenti:

Rosa ha detto...

Se è per questo mi chiedo quale contenuto abbia il "matrimonio civile", per i cattolici e perchè lo difendano tanto, ma prendo atto della realtà dei fatti: lo fanno e con loro bisogna trattare. Per me, la vituperata soluzione israeliana, che non ha il matrimonio civile ma solo i PACS (per coppie etero e omo) non è poi così teocratica come si vuole dare ad intendere.