Molti comportamenti nevrotici hanno - probabilmente - dei punti in comune con le tossicomanie. Sono - secondo alcuni - un tentativo dell'organismo di ristabilire uno squilibrio chimico: è ben noto il caso dei giocatori patologici, che - come i tossicomani - hanno bisogno di dosi sempre più alte di paura, per poter marciare. Persino l'anoressia potrebbe avere caratteristiche analoghe: il digiuno - purchè prolungato - crea una sorta di euforia e di benessere (probabilmente compensatorio): il problema è che per mantenere uno stesso effetto benefico bisogna costantemente varcare il limite, spingersi un po' più in là.
Lungi da me il sostenere una eziologia chimica *invece* che psicologica. E' un po' come come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina, mi pare probabile che siano entrambe vere, e che interagiscano.
Io sono affetta da una addiction - finora non classificata ma sicuramente comune - che chiamerò provvisoriamente "sindrome da consegna stressogena compulsiva".
Lavoro a casa mia, e ho scadenze più o meno settimanali. Da pigra, ho sempre avuto la tendenza a far le cose all'ultimo momento, ma più passa il tempo e più questa tendenza assume i contorni di una addiction. Se ho appena preso un lavoro e la scadenza è lontana, posso stare davanti al monitor anche tutto il giorno: non sono in grado fisicamente di scrivere due righe "utili". In questi primi vacanzieri giorni le attività che prediligo debbono essere totalmente gratuite ed inutili:
1) Fare previsioni sul numero di occorrenze su google di una determinata parola, o frase, e congratularmi con me quando ci azzecco.
2) Cercare su google immagini una stessa parola in varie lingue, e osservare le differenze, senza trarne alcuna conseguenza.
donna
woman
femme
mujer
Quest'ultima attività può - ma solo nei giorni successivi, diventare appena un po' più intellettuale. Si possono fare confronti e forse, persino, trarne delle conseguenze.
american woman
italian woman
arab woman
french woman
Più o meno a metà settimana, quando si avvicina la consegna, posso arrivare a scrivere qualche riga, e a dedicarmi ad attività un po' più impegnative, come scrivere post su usenet.
Quando finalmente la consegna diventa sufficientemente vicina da scatenare un rash adrenalinico dovuto ad un'ansia mostruosa, inizio a lavorare, con concentrazione impressionante e rapidità diabolica.
Ci si potrebbe anche convivere, se non fosse che - come in tutte le tossicodipendenze - per ottenere un rash da paura sufficiente alla bisogna occorre costantemente spostare il limite, arrivare sempre più a ridosso della consegna, camminando su un filo sul baratro della disoccupazione.
Ci saranno dei muccioli per chi soffre di "sindrome da consegna stressogena compulsiva"?
Lungi da me il sostenere una eziologia chimica *invece* che psicologica. E' un po' come come chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina, mi pare probabile che siano entrambe vere, e che interagiscano.
Io sono affetta da una addiction - finora non classificata ma sicuramente comune - che chiamerò provvisoriamente "sindrome da consegna stressogena compulsiva".
Lavoro a casa mia, e ho scadenze più o meno settimanali. Da pigra, ho sempre avuto la tendenza a far le cose all'ultimo momento, ma più passa il tempo e più questa tendenza assume i contorni di una addiction. Se ho appena preso un lavoro e la scadenza è lontana, posso stare davanti al monitor anche tutto il giorno: non sono in grado fisicamente di scrivere due righe "utili". In questi primi vacanzieri giorni le attività che prediligo debbono essere totalmente gratuite ed inutili:
1) Fare previsioni sul numero di occorrenze su google di una determinata parola, o frase, e congratularmi con me quando ci azzecco.
2) Cercare su google immagini una stessa parola in varie lingue, e osservare le differenze, senza trarne alcuna conseguenza.
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Quest'ultima attività può - ma solo nei giorni successivi, diventare appena un po' più intellettuale. Si possono fare confronti e forse, persino, trarne delle conseguenze.
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Più o meno a metà settimana, quando si avvicina la consegna, posso arrivare a scrivere qualche riga, e a dedicarmi ad attività un po' più impegnative, come scrivere post su usenet.
Quando finalmente la consegna diventa sufficientemente vicina da scatenare un rash adrenalinico dovuto ad un'ansia mostruosa, inizio a lavorare, con concentrazione impressionante e rapidità diabolica.
Ci si potrebbe anche convivere, se non fosse che - come in tutte le tossicodipendenze - per ottenere un rash da paura sufficiente alla bisogna occorre costantemente spostare il limite, arrivare sempre più a ridosso della consegna, camminando su un filo sul baratro della disoccupazione.
Ci saranno dei muccioli per chi soffre di "sindrome da consegna stressogena compulsiva"?
3 commenti:
quoto!
mi rifiuto di considerare ciò una patologia - il che suppongo sia tipico di chi ne è affetto in forma grave.
per ipazia:
l'ho scritto pensando a te...
per paolo benforti
Non saprei: ieri l'ho postato su it.scienza.medicina.
A quanto pare i pareri sono discordi: chi consiglia di andare dritti dallo psichiatra, chi sostiene che finchè dura fa verdura, secondo alcuni si tratta di un effetto anfetamino-simile
dell'iperincrezione adrenalinica, perlopiù si sostiene che siamo dei fancazzisti.
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