lunedì 9 aprile 2007

islam politico e identità, risposta a Suri

Ho risposto così al commento di Suri a questo post sul blog di Lia.

"Hai viaggiato, abitato paesi, assorbito cultura: scrivi in un italiano invidiabile...eppure tutto questo non ti ha impedito di connetterti con il tuo "deserto", che senti profondo e radicato. Il mondo, le cose - intendo dire - ti hanno attraversato e fanno parte di te senza contaminarti: è il concetto stesso di "contaminazione" la radice dell'errore, l'errore dell'islam politico, intendo.
Per me la "normalità" non è altro che questa. Noi abbiamo usato la carta, ci ha cambiato certamente l'esistenza, senza per questo trasformarci tutti in cinesi. L'uomo è una scimmia copiona, proibire la contaminazione in nome di una purezza che non può essere umana, finisce con l'essere una operazione artificiale e violenta. Un movimento che - in nome dell'odio contro l'invasore - volesse distruggere ogni traccia di cultura araba dalla Sicilia, o far diventare cristiani tutti gli albanesi, o combattere contro la britannica puntualità delle poste indiane - dovrebbe opporsi con la violenza al flusso "normalità" umana. Di curiose scimmie copione."

9 commenti:

Anonimo ha detto...

la discussione prosegue dal griso

aprirò comunque il blog tutto mio dove riporterò al pubblico le tue dotte discussioni sul sesso degli angeli
con cloroalclero e gentaglia varia

annarella ha detto...

Mi stupisce che si parli sempre solo ed unicamente di un Islam *politico*.
Chiaro che nell'Islam molte cose coincidono e discendono dalla religione ma l'impressione terribile e' che l'unico Islam che venga ammanito sia quello politico.
Di quello religioso c'e' pochissime tracce in giro.
E non sto parlando del fatto che uno citi i vertiginosi pezzi di Bin Attar o di Rumi ma quella terrificante sensazione che si parli solo ed unicamente di politica.
Che il dato religioso sia singolo e personale va bene ma l'impressione e' che l'Islam si trovi i suoi bei atei devoti e che rischi in occidente la fine di quella parte detta sufismo dove si e' arrivati a scindere il cammino dalla religiosita' tirando fuori l'ultima variante di niu eig.
In secondo luogo credo che vi sia un principio di cultura araba che sfugge. Quando Suri cita Feiruz cita un personaggio ben fondato nell'immaginario seduttivo dell'Egitto anni '30. A me la fece conoscere l'insegnante di danza quando ci spiegava le radici della moderna danza del ventre.
Ma quell'immaginario, per disgrazia, subisce anche un profondo influsso occidentale tant'e' che, come ci spiegava una compagna di corso marocchina, la stessa danza che per noi e' ormai moda e' per loro qualcosa da fare unicamente davanti al marito o ad altre donne.
Quello che vedo in giro, paragonando le persone di cultura magrebina/araba conosciute, con quanto leggo e' la visione di italiani che cercano di dare spiegazioni e rappresentare una cultura non loro, da cui rimangono comunque estranei. "Al Hamdou Lillah" e' solito dire un mio corrispondente. Ma quell'Allah che nella sua cultura ed in quella di altri ha il ruolo di fondamento ed ispiratore, diviene nella visione italica qualcosa di rimosso, remoto esattamente come il Dio invocato dai cattolici.
La forza di chi non ha paura della contaminazione credo sia proprio in questo: in quella forza che arriva dal profondo ed e' nelle radici profondo di essere Islam principalmente religioso.
Perche' cosa Islam significa sottomissione a Dio. Questa e' la grande differenza che vedo tra chi vive una religiosita', un Islam che va nel profondo e il dato di un islamismo unicamente ortoprassi (quando c'e') e politica.
La religione, come spazio privato di dialogo e rapporto, non ha paura. La politica si.
Non e' un caso che i mistici fossero in grado di dire cose simili negli stessi anni in cui i politici si faceavno guerra.

Anonimo ha detto...

Annarella: osservazioni molto belle; però stai confondendo Fayrouz con Umm Kulthum :) (le adoro entrembe, ma preferisco Fayrouz, più vicina a noi in qualche modo: e poi cantava "per amor tuo Libano").
A parte il mio rapporto emotivo con Beirut e dintorni, il mondo musulmano è profondamente occidentalizzato per alcuni aspetti, non necessariamente quelli migliori (e vorrei vedere dopo un secolo e rotti di colonizzazione). Sta di fatto che il problema attuale è politico. Si tratta della scontro tra un'ideologia politica a base religiosa (che pretende di rappresentare l'"Islam") ed un progetto economico e politico di dominio che ha origine nell'"occidente" ed in particolare negli stati uniti. Quando si parla di Islam di solito lo si fa nel contesto di questo scontro, che non è uno scontro di civiltà ma di ideologie e progetti politici, per di più asimmetrico. Ulteriori spiegazioni da me appena avrò tempo, che qui si lavora.

Anonimo ha detto...

>Un movimento che - in nome dell'odio contro l'invasore - volesse distruggere ogni traccia di cultura araba dalla Sicilia, o far diventare cristiani tutti gli albanesi...<
C'ha provato a dirlo il nostro grande scrittore Ismail Kadare, con il pragmatico motivo che così l'Albania sarebbe stata meglio accettata nell'UE. E' stata una gaffe megagalattica: praticamente gli si son rivoltati contro tutti, musulmani, cristiani, atei e miscredenti vari (ebrei non ne sono rimasti, tutti in Israele, mica fessi:-) ), accusandolo di servilismo cristianofilo. Eppure secondo me - castroneria dell'idea di conversione in massa a parte - non aveva tutti i torti: oltre alla comprensibile opposizione della Grecia (che sfrutta, snazionalizza e maltratta gli immigrati albanesi, che al confronto l'Italia sembra per noi il Grand Hotel) il fatto di essere l'Albania sulla carta in maggioranza islamica mi sembra l'unico motivo nascosto che determina la riluttanza con cui l'UE tratta i negoziati di adesione.
Ritvan
P.S. Concordo parzialmente con l'analisi di Falecius. Il cosiddetto "islam politico" è molto più antico dell'emergere dell'egemonia USA sulla scena mondiale. Pensare che se gli USA si ritirassero in uno splendido isolamento al di là dell'Atlantico i vari mullah jihadisti, dopo aver debitamente ringraziato Allah tornerebbero a girare il kebab è da ingenui. O da anime belle. o da vispe terese. A scelta.

Anonimo ha detto...

@ Ritvan:
Punto primo. Oggi come oggi, è esattamente come hai detto tu.
Punto secondo. L'islam politico nasce in opposizione all'Occidente, non specificamente agli stati Uniti. Se gli domani USA si ritirassero buoni buoni a nord del Rio Grande a ovest dell'Atlantico, a Est del pacifico... (cosa pressoché impossibile; sarebbe come pretendere che Augusto ritirasse le legioni da tutte le province e riducesse lo stato romano alla sola Italia) resterebbero Europa, Israele e Russia, perlomeno. Per non parlare di Cinidia...

Anonimo ha detto...

Appunto, Falecius. Pertanto, USA o non USA, di stati teocratici in quella zona ci basta e ci avanza l'Iran. Non riesco a capire gente che in Italia ogni anno festeggia la breccia di Porta Pia e poi, solo per fare un dispetto agli odiati yankees - come quello che per far dispetto alla moglie si tgliò le palle - flirta con gentaglia rimasta mentalmente al tempo delle crociate che vuole stabilire sulla terra il "Regno di Dio".
La scusa del "colonialismo bianco" è una palla vecchia come il cucco. Se vogliono contare sulla scena mondiale, si mettano a lavorare, a produrre, a costruire un futuro non basato sul petrolio (Dubai docet) che il petrolio non durerà in eterno. Sgozzare gente innocente non porta lontano.
Ciao
Ritvan

Anonimo ha detto...

Angioletto bello, ti facevo più sagace.

Anonimo ha detto...

Il Sig.A30290 ha nulla da dichiarare?

Anonimo ha detto...

>Il Sig.A30290 ha nulla da dichiarare?<
Cazzo, ma AK30290 (manca la kappa, ma sarà un refuso) è la matricola del mio buon vecchio kalashnikov che ho portato dall'Albania sul gommone! Come ha fatto il topo d'archivio degli sbirri a saperlo? Io mica l'ho dichiarato alla polizia! Qui sicuramente c'entra Cosa Nostra, quella sa tutto, porcaccia la miseriaccia!