mercoledì 31 gennaio 2007

anatomia all'uncinetto

Ecco un museo che espone riproduzioni di cervelli in pura lana vergine. Sulla homepage si legge: "Il museo espone la più vasta collezione del mondo di cervelli in stoffa anatomicamente corretti"
Una domanda sorge spontanea: perchè, ce ne sono molte altre, di collezioni del genere?

[hat tip: psicocafè , di cui segnalo anche una bella collezione di cervelli artistici]

veronica copia le blogstar

E la sputtanata mediatica della moglie offesa diventa una moda nazionale.

l'ambasciata di svezia sì e io no?

Io dico, ma tutti qui a cagarmi il cazzo perché vado a spasso su Second Life e poi scopro che l'ambasciata svedese vuole aprire una sede in quel mondo?

martedì 30 gennaio 2007

sono favorevole ai tecnopalliativi

Leggo sul sempre interessante blog Petrolio che l'allarme degli scienziati è unanime: mancherebbero dieci anni a rendere irreversibili i cambiamenti climatici globali dovuti all'effetto serra, con conseguenze catastrofiche per il pianeta. Pochi giorni fa in un post, l'autrice dello stesso blog si ribellava indignata all'idea dei tecnopalliativi proposti a soluzione del problema: uno schermo per bloccare i raggi solari (basterebbe - pare - bloccarne l'uno per cento per risolvere il problema). Ora: io sono convinta che il capitalismo sia destinato ad estinguersi, per la banale considerazione che qualsiasi sistema economico/sociale è destinato ad avere un arco: un'inizio, un climax, una fine. Chi ritiene che il capitalismo sia "natura" e abbia caratteristiche di eternità, spaccia una bubbola ideologica tanto quanto chi pensa che il comunismo sia il destino ultimo dell'umanità. Certamente sarebbe molto seccante che la fine del capitalismo - il suo limite ultimo - coincidesse con la fine dell'umanità tutta: se devo dunque avere in sorte la ventura di assistere alla fine del capitalismo, non è questa quella che mi auguro. Ma - sappiamo da Petrolio - mancano dieci anni al casino totale. Ogni soluzione che riguardi i cambiamenti del comportamenti dei singoli - sebbene necessaria - è fatalmente destinata ad avere uno sviluppo estremamente più lento: basti pensare che da anni in Italia c'è la raccolta differenziata, che costa nessun denaro a chi la pratica e un impegno minimo, e a farla sono una minoranza assoluta di persone di buona volontà. Una caccola, una goccia nel mare: figuriamoci se dovessimo convincere cinquanta milioni di persone al baratto via internet, a rinunciare alle fiorentine in favore di una dieta vegana, alle ferie, all'automobile, a glocalizzarsi i cavolfiori in terrazzo, gestendo ovviamente gli effetti collaterali inevitabili della disoccupazione. ... vogliamo invece purparlè vagliare l'ipotesi di arrivare alla fine del capitalismo per via rivoluzionaria? Perfetto: occorre prima di tutto strutturare un'ideologia che non sia il comunismo - che con quello avremmo già dato - poi iniziare la mattanza consistente in sangue, epidemie, morte per fame, e verificare infine - a patto di sopravvivere - se l'uomo nuovo stavolta funziona davvero.
Ah, ovviamente convincendo l'intero globo, della bontà del progetto.
Al di là del fatto che l'idea della mattanza globale mi attira ancor meno del tramonto della civiltà per mezzo dell'effetto serra, ma mi domando: basterebbero dieci anni?
Dunque perchè prendersela tanto con l'innocuo schermo per raggi solari? Intanto per carità, sviluppiamo organismi internazionali, pannelliamoci, mangiamo meno hamburger... ma senza troppo indignarci per i tecno-palliativi.
A questo proposito, qui potete leggere una petizione che mi è arrivata via mail. E' forse un po' ingenua, non so se sia utile, ma male non fa e mi è arrivata da una persona a cui voglio molto bene, quindi la pubblico.

lieide - VI canto

Il sesto canto di Lieide.

Testo: Il Griso
Vignette: Rosalux

midomi

Non so se felicitarmene o meno ma il mio periodo di disoccupazione è allietato da nuove fantasmagoriche attività ludiche in rete. Come dire, finchè ho la connessione...
Oggi, poco dopo essermi fatta una passeggiata in un giardino incantato in SL con la mia amica RB, ho ricevuto una bella segnalazione da Marco d' Itri : il sito midomi , dove è possibile trovare una musica semplicemente canticchiandola al microfono del PC.
Ci si può registrare e si può arricchire l'archivio (fra l'altro c'è pochissima roba non in inglese).

domenica 28 gennaio 2007

scoop: avvistata cloro su mondo virtuale

A pochi giorni dalle dichiarazioni severamente sarcastiche rilasciate nei commenti di questo blog, la nota revolucionaria filosofa Cloro al Clero è stata avvistata su second life, intenta a costruire con la bacchetta magica un oggetto di forma cilindrica.
"Ma i mondi virtuali non erano passatempi borghesi, indegni di una vera filosofa da barricata?" ha chiesto il nostro inviato virtuale.
"Stavo costruendo un candelotto di dinamite" si è giustificato l'avatar. "Morte al dio linden dollar, morte ai bannaggi dalle villette in pixel marmorizzati! Que viva la revolucion!"

sabato 27 gennaio 2007

la mia non-posizione sulla poligamia

Dietro sollecitazione di Uriel, provo a chiarire la mia non-posizione sulla poligamia.

L'essere umano, in particolar modo per quel che riguarda la sessualità, ha - diversamente dagli animali - un arco (se pure limitato) di comportamenti che possono venire messi o meno in atto, a seconda del contesto culturale o delle condizioni ambientali in cui ci si trova a vivere. La poligamia è la norma per certi primati, mentre alcuni uccelli sono rigorosamente monogami: per gli uomini il comportamento poligamo non è necessario, ma è una variabile comune e trasversale alle culture, anche se alcune lo accettano e lo istituzionalizzano e altre lo esecrano e lo condannano. E' - per quello che si può osservare - una variabile naturale del comportamento sessuale umano, va detto - soprattutto di quello maschile. Premetto che sarò felicissima di addentrarmi in una discussione con Ipazia sull'inesistenza della natura, se e quando vorrà farlo. Nel frattempo, per convenzione e per poter continuare il discorso qui uso il termine natura come contrapposto a cultura. E' chiaro che - come mi facevano notare Ipazia e Uriel - non tutto ciò che è natura è buono, e che anzi è sovente assai cattivo. Il furto altro non è che un modo per rifornirsi di provviste e il comportamento del ladro è naturale tanto quanto quello del poligamo: non è un buon motivo per legalizzare il furto. Il punto è che se è certo che il furto e l'omicidio si basano sulla sopraffazione e realizzano un danno su un individuo ad opera di un altro, non sono altrettanto sicura che per la poligamia si possa dire lo stesso. La poligamia istituzionale è davvero un sistema che avvantaggia i maschi a discapito delle donne? Nelle società fortemente stratificate e a bassa mobilità sociale, la poligamia consente una maggiore mobilità sociale delle donne, e una distribuzione di risorse più equa. Alcune donne al vertice della piramide sociale sposeranno un uomo in matrimonio poligamo, le altre sposeranno monogamicamente. Le vere vittime della poligamia sono semmai gli uomini poveri, che si trovano ad avere meno donne a disposizione. Aggiungo poi che non c'è personaggio più sfigato e meno protetto dell'occidentalissima figura della amante eterna, personaggio destinato a vivere nell'ombra, senza alcun riconoscimento economico o sociale.
Naturalmente vedere il problema esclusivamente sotto il profilo economico è cinico e riduttivo: ogni promesso sposo dovrebbe - se mai venisse introdotta la possibilità del matrimonio poligamo - all'atto matrimoniale dichiararsi aperto o meno a matrimoni successivi, e dubito che sarebbero in molte, nelle società urbane ed industrializzate, ad accettarlo. In una società che non si fonda sul lavoro agricolo, con una larga fascia di classe media, e sorretta dal lavoro femminile tanto quanto quello maschile, probabilmente resterebbe un fenomeno del tutto marginale, limitatissimo: e dubito che l'istituto della poligamia potrebbe di riflesso rendere meno urbane o più stratificate le nostre società. Non dico che la poligamia sia una buona cosa, ne' che vada concessa: ma la reazione di scandalo istintivamente mi repelle. Se è vero che la poligamia è una variabile naturale del comportamento sessuale umano che , al pari ad esempio dell'omosessualità, non è lesiva di per se' allora con quale giustificazione etica proibirla?

lieide - V canto

Lieide: V canto.

testo: Il Griso
vignette: rosalux

venerdì 26 gennaio 2007

nuove cronache da second life

Ieri parlavo con una mia buona amica di rete di Second Life. Era piuttosto sconcertata allo scoprire che la moneta in corso su quel mondo virtuale ha un cambio con il dollaro, e che una volta lì si possono fare acquisti "virtuali": dalla casa allo steap tease al viaggio con tanto di percentuale da versare all'agenzia turistica virtuale.
Di per se' a me la cosa non turba. Controbattevo che - comprando un libro - di certo non si acquista carta, ma contenuto "virtuale", e non necessariamente di qualità eccelsa! Un film non ti resta in mano, e un viaggio, quando l'hai finito, resta solo nella memoria. Gran parte delle cose che acquistiamo sono "virtuali", e ci interessano più per il loro contenuto fantastico che per la loro "consistenza molecolare". Volendo, teoricamente, un mondo dove rimanga solo il contenuto "fantastico" e scompaia la "consistenza molecolare" avrebbe un impatto ambientale assolutamente inconsistente. Perchè no?
E così mi sono fatta un altro giro. Chi sa mai che avventure possono accadere, anche a chi va in giro senza linden dollars.
Una tristezza. La gente per lo più è intenta a farsi il make up. Ci si possono costruire avatar affascinanti, facce-facce, eppure ti guardi intorno e son tutte Barbie. Posti belli se ne trovano, ma rari: per lo più si trovano stanzoni desolati e pieni di pubblicità: inquietanti.
Ti avvicini ad un gruppo di Barbie vestite da drop outs, e scopri che parlano delle pappe che danno ai bambini nella vita reale.
Costerà anche molto poco, la vita su second life, ma per ora non mi trasferisco.

giovedì 25 gennaio 2007

ritorno al baratto?

Il blog Petrolio dà spesso delle informazioni interessanti, anche se l'impostazione è un po' tanto eco-ideologica per i miei gusti. L'ultimo post, però - dove raccomanda il sito ZeroRelativo (una sorta di e-bay del baratto) non l'ho proprio capito. Non ho nulla contro il baratto anche se francamente dubito che possa avere il successo di e-bay; (sì, certo che voglio liberarmi di quel vecchio tappetino in vacchetta, ma perchè mai dovrei desiderare una lampada di sassi marini, o qualche arretrato di Martin Mystere?). Può essere un'iniziativa divertente, un bel passatempo, barattare via internet, ma quello che mi preme capire è: per quale motivo l'uso del denaro per gli scambi sarebbe meno ecologico/etico/giusto? Cosa c'è in se' che non va nella comoda invenzione della valuta?

lieide - canto IV

Lieide (canto IV)

testi: Il Griso
vignette: rosalux

il mammo

MMAX, o delle gioie e dei dolori dell'esser mammo.

mercoledì 24 gennaio 2007

alcune riflessioni sulla memoria della Shoah

Come ogni anno mio padre andrà nelle scuole a parlare ai ragazzini di quegli eventi lontani. Questo è un suo articolo - inedito - di riflessione al riguardo, che pubblico molto volentieri qui.


La memoria della Shoah, che perdura da ben 62 anni, è assoggettata, come altri fatti umani, anche alla legge della domanda e dell’offerta e pertanto, nelle sue alterne vicende nel tempo, è paragonabile a modelli di mercato, quelli cioè nei quali domanda e offerta di un prodotto si influenzano reciprocamente. [leggi tutto]

martedì 23 gennaio 2007

cluedo

An unsolved mistery with the usual suspects.

lunedì 22 gennaio 2007

lieide - canto II

Lieide : Canto II
Un feuilleton multimediale e multiculturale.

Testi : Griso
Vignette: Rosalux

scoop: fotografata in un cesso virtuale


Eccomi fedelmente ritratta nel posto dove mi sono persa tra ieri e oggi per colpa di MMAX, che se mi avesse offerto la cocaina sarebbe stato meglio, non bastassero i blog, i newsgroup, la soap divorzile con piscine di fango e tutto il resto.
E chi mi conosce non rida dell'avatar.

sabato 20 gennaio 2007

quell'antica onda di riflusso [seconda parte]

Qui la prima parte.








L'origine del mondo - Gustave Courbet


Il femminismo, quello che stava via via prendendo corpo negli anni settanta e che veniva spiegato a noi pivelle, non era un'istanza relativa, parziale, negoziabile ma un'ideologia complessiva, salvifica e totalitaria: non già un movimento teso a mutare la condizione di asservimento femminile, ne' a rendere le donne titolari di diritti al pari degli uomini, ma a mutare i rapporti di potere per sempre, rovesciandoli.
E' curioso come le ideologie complessive e salvifiche - che in quegli anni sbocciavano come funghi - abbiano dei tratti in comune. Tutte si fondano sul mito e si nutrono della sua estetica. E infatti si rispolverava in quei contesti l'antica favola del matriarcato, ipotizzata senza prove e archiviata dagli antropologi come mera leggenda senza fondamento. Dal potente e morbido ventre femminile era nata l'umanità, e il cerchio si sarebbe di certo richiuso, con la fine prossima ventura della fallocrazia: in verità, non era sempre così morbido e privo di violenza e autoritarismo, questo progetto rivoluzionario: qualche ragazza già sognava la possibile totale eliminazione del genere maschile - in quell'epoca lontana (ma neanche tanto) dai temi della clonazione e della fecondazione artificiale. La maggior parte di noi però si rassegnava alla necessità ineludibile di interagire con gli uomini, ma da una mutata posizione di forza che sarebbe avvenuta magicamente grazie ad una rinnovata consapevolezza del nostro potere biologico: il nostro corpo era il tempio della nuova religione. Ma il matriarcato non era l'unica leggenda a cui ci si abbeverava in quegli anni. Le streghe - simbolo di tante manifestazioni di piazza - non erano vittime innocenti della superstizione medioevale, ma martiri uccise in virtù del loro effettivo e numinoso potere femminile. Come ogni ideologia salvifica, complessiva e totalitaria, quel femminismo - diversamente da quello che lo aveva preceduto - aveva bisogno di una identificazione collettiva "forte". Le sue fondamenta erano però le stesse della cultura che in apparenza rifiutava: il potere razionale degli uomini sarebbe stato reso impotente dal potere istintuale, magico, naturale e corporeo, della femmina fattrice.
Noi tutte volevamo essere icone, rappresentare questa nuova colorata e potente collettività delle donne, ma il riferirci alla realtà biologica, il riconoscere nel nostro utero il nostro potere di genere era in realtà un ritorno al potere che - in negativo e in positivo - da sempre ci veniva attribuito: quello riconosciuto e adorato da tutte le religioni, il potere delle fattrici, da esercitarsi strettamente in famiglia: quello sociale degli uomini veniva ignorato e snobbato, e infatti loro - ben lieti - hanno continuato e continuano tranquilli a coltivarne un esercizio quanto più esclusivo possibile, con tanti ringraziamenti. Per questo non mi stupisce che delle mie coetanee e reduci come me del femminismo biologico, arrivino ad attingere il Corano come fonte primaria e ineguagliabile di diritto a salvaguardia delle donne, ne' mi stupiscono la Tavello e la Di pietro, femministe giunte a teorizzare insieme al movimento per la vita la vergogna scientista della fecondazione artificiale, intesa come violenza del maschio/scienza sul corpo delle donne/natura, o come Anna Bravo a ridiscutere in coro con Ruini la legge sull'aborto.
L'amore per le donne - teorizzato da tutte le religioni - o quanto meno dai tre monoteismi - altro non è che l'amore per la madre e per la sposa: al di fuori di questa cornice strettissima di grande e sentito entusiasmo per la funzione demografica, la donna semplicemente non è, o peggio: è da esecrare. Niente di male ad usare questo modello come fonte di ispirazione, ma sarebbe meglio non chiamarlo "femminismo".

lieide

Esce la prima puntata di "Lieide": Un feuilleton multimediale e multiculturale.

Testi: Il Griso.
Immagini: Rosalux.

mercoledì 17 gennaio 2007

eh, le ingiustizie della vita

Ma insomma, io ho sostenuto fin dall'inizio che l'iniziativa di Lia era una cefula che puzzava di parrocchietta: che era faccenda da bigotti, inutile alle povere immigrate e dannosa per noi fieri assertori della causa laica e mangiatori di preti, mullah, bonzi e rabbini. Ora scopro nell'ordine che: Lia è diventata la Monica Lewinski de noantri suo malgrado, che Magdi Allam balla sul cadavere del del suo nemico, che Forza Italia grida allo scandalo poligamia, che l'imam di sarcazzo sostiene che Piccardo è da coprire di vergogna perché l'è un gran purcun e i purcun non son punto cari ad allah, e a fronte di sta parata di bigottume vario e prevedibile e infatti da me prevista, di fronte a sta accolita di preti del piffero che danza felice su questa storia grottesca e pazzesca, storia che gioverà alle povere immigrate marocchine meno di una sega ma in compenso farà suonare la fanfara leghista, io me medesima che pur - lo ammetto - prendendo per il culo fin dal primo momento ho sempre ed esclusivamente argomentato sul merito politico della personalissima faccenda scandalistica, mi devo sentir dare della "crumira" da quel fiore candido che è Dacia Valent, e della "crudele sionista" che getta fango da quella volpe di cloro al clero?

(a proposito, Clo, ma chissssssà perchè Lia ce l'ha con la Valent. Oh, i misteri della tavola rotonda, eh? Oh, le insondabili faccende! Oh, gli enigmi! Siam tutti qui che ci scervelliamo, Clo)

il triumvirato di allah



polipi on the web

Mi ha sempre lasciato perplessa da distinzione tra vita reale e virtuale, ma la riflessione di Ipazia sui blog come "amplificatori dell'ego" è interessante. In rete, sui blog, newsgroup, mailing list, mail, in effetti manca quel tempo di riflessione che ti impone la scrittura della lettera cartacea, la sua imbustatura, il tempo di camminare fino al telefono e prendere in mano la cornetta: basta un click e la tua "verità" - giusta, sbagliata, calunniosa, reale, fittizia, diventa una roba che corre, e - in questo non sono d'accordo con Ipazia - modifica eccome la realtà. Magari in modo distorto e patologico.

martedì 16 gennaio 2007

la natura non esiste

Poligamia, prostituzione e le le leggi di natura: istruzioni per fottersi un'ora su ICQ. (elementi fondamentali: avere arretrati di lavoro e un'amica filosofa). [leggi tutto]

haramlik: da qualche parte bisogna iniziare

Dal Corriere della Sera, nuovi risvolti del caso haramlik. Allam diabolico scrive, citando la lamentela Lia rimasta senza aiuto nel trasloco:

"ma soprattutto rivela il prevalere di un comportamento morboso per il sesso: "se adesso venissi da te, slurp, ti farei questo e quello".

O ho conosciuto solo uomini che hanno comportamenti morbosi per il sesso, oppure signori, abbiamo a che fare con una spaventevole accolita di orridi puritani. La mia solidarietà per il povero Hamza Piccardo: e non è la prima volta, anch'io sono contrarissima ai crocifissi nelle aule, e pure a dare i soldi alla caritas.

lunedì 15 gennaio 2007

quell'antica onda di riflusso [prima parte]

Quando, più o a metà degli anni settanta, si varcava la soglia del liceo il primo giorno di scuola della quarta ginnasio, si veniva travolti da una marea di input ad iscriversi/partecipare /simpatizzare a questo o a quel gruppo politico.
E così fui coinvolta, da subito anche se per breve periodo, nel collettivo femminista della mia scuola. Le attività del collettivo erano fondamentalmente due: la prima era organizzare gruppi di autocoscienza: le navigate liceali da una parte organizzavano gruppi tra loro - escludendo noi quartine - ai fini di sviscerare sconfinate e stratosferiche esperienze sessuali, e a noi dall'altra non restava che approfittare della privacy del gruppo ristretto per sparlare delle grandi che ci avevano escluse con tanta puzza sotto al naso dalle loro torride confidenze. In fondo qualche pomiciata l'avevamo fatta anche noi, e neanche solo.
La seconda era il mettere a punto, il chiarirci, lo sviscerare le fondamenta del Nuovo Femminismo, del tutto diverso e forse addirittura opposto a quello che avevano portato avanti una ristretta avanguardia della generazione delle nostre madri (o addirittura nonne).
Eva, alta magra e dai bruni ricci e Antonella, molto piccola, tonda e dai lunghissimi capelli biondi, ci spiegavano che era proibito o quanto meno molto malvisto parlare di indipendenza economica femminile, o di farsi strada nel mondo del lavoro. Quegli argomenti non interessavano nessuna, ed erano anzi visti con un certo sospetto, dalle Nuove Femministe, neanche sotto sotto si volesse commettere il peggiore dei peccati già bruciati dalle nostre nonne suffragette: il voler assomigliare agli uomini. Il Nuovo Femminismo aveva costruito il suo bozzolo ideologico intorno ad un nucleo diverso e contrario. Era un femminismo fortemente sessualizzato, dove l'importante non era più l'eguaglianza, ma anzi - la diversità. Importante non era ciò che ci rendeva simili, ma ciò che ci differenziava dagli uomini. La Vagina, l'Utero, erano bandiere del nostro diverso rapporto con il potere, che non puntava ad una semplice conquista di eguaglianza sociale, ma ad una vera e propria rivoluzione. [fine prima parte]

domenica 14 gennaio 2007

ambite ristrettezze

Che cosa bisogna fare, per dare valore a qualcosa che c'è in abbondanza? Renderla artificialmente "rara". Credo che sia questo curioso meccanismo, quello che ha fatto funzionare un'idea molto stramba fino a rendere milionario chi la avuta. Vendere a caro prezzo i pixel della sua pagina, creando così un area ristretta, con nessun altro valore se non quello di essere, appunto, "ristretta". The million dollar homepage.

sabato 13 gennaio 2007

dental OGM

Lilli, la mia dentista, vuole creare una specie di colibrì ogiemme simbiotici ai pazienti. Sono con lei.

copiona

Solo un fighetto come MMAX (passare il mouse sul link, please) poteva addobbare il suo blog con un gadget come l'anteprima dei link. No, non solo lui, io pure.

venerdì 12 gennaio 2007

riflessioni su un treno

Non metterai le autoreggenti e le minuscole braghe fiorate per gelarti le chiappe su una panca a meno cinque. Ne' per esibire il tuo culo a tutto il vagone, che la gonna leggera si incastra nell'elastico quando esci inconsapevole dal cesso. Donna! Amica! Madre! Quando la pianterai di elencare le doti della tua prole? Io vorrei andare al cinema, invece! Ho visto anche zingari felici, ma la donna seduta sulla panca della stazione non lo era, e neppure la sua bambina. La smetta di parlare al cellulare, maleducato! (altro treno) La smetta di cantare neanche fosse la Callas, che io devo pure studiare! (breve pausa) Capotreno! La signorina canta! "Hai un amante anche tu" "ma lui non sa decidersi" "Neanche tu" "Ma non l'ho mai lasciato, a causa dell'altra" "Neanche lui ha lasciato tua sorella per l'altra, così dice" "Non è la stessa cosa, perchè lui è uno stronzo. Mi raccontasti una lugubre leggenda per farti beffe di me, e ora ti risenti perchè ne rido? Ehi, occhi vuoti, ruski iasik, è la seconda volta che ti trucchi. Te lo riesci a pittare un bagliore di intelligenza, una sfumatura di interesse, un tocco di curiosità? In questa dimensione i filari di alberi spogli mi riempiono il cuore di noia (nell'altra non saprei) Ha delle belle borse sotto gli occhi, il signore, ma eviterei la blefaroplastica. Tanto cammina comunque come un vecchio. Mi ricordo quel posto lunare dove andammo con Giulia. Peccato, si sia convertita, anche se a dire il vero non mi è mai stata simpatica. Quello studente pelato mi guarda sempre. L'ho colpito? Gli faccio senso? Usa la mia faccia come un comodino per gli occhi? Opto per la numero 3. Piccolo dilemma sul treno: sprecare o meno l'elegante taccuino nuovo? Non sono israeliana, sono ebrea, non sono ebrea, sono giudaizzante, non sono giudaico cristiano, sono ebreo, non sono ebrea, sono italiana, non sono religiosa, sono ebrea, non sono ebrea, sono atea. Sei ebrea? Sì. Allora non sei italiana. Sei ebrea? Sì. Mi sai dire perchè trattate i palestinesi come i nazisti hanno trattato voi? Sei ebrea? Sì. Allora ti hanno avvertito di stare alla larga dal WTC. Io lo posso dire, perchè mio nonno era ebreo. Sei ebrea? Sì. Allora non guidi di sabato. E' sabato, e sto guidando. Per quello hai il cambio automatico. Sei ebrea? Sì. Allora perchè tua madre si chiama Badussaro? Sei ebrea? Sì. Allora perchè sei bionda? Gli ebrei sono orientali! Sei ebrea? Sì. Allora perchè sei scura? Gli ebrei sono occidentali! Sei ebrea? Sì! Sorella maggiore, vieni che ti faccio strada con la candela. Sei ebrea? No. Ho mangiato un grumo di molecole che sapevano di vol aux vent.

Fonti:
Il treno (clicca qui)
Il taccuino (clicca qui)

mercoledì 10 gennaio 2007

non adorerai giulio carlo argan

Nel corso della mia breve - ma convintamente dedita alla pigrizia e perciò intensa - vacanzina piemontese, sono andata a visitare Palazzo Madama, da poco riaperto al pubblico dopo una chiusura per restauro durata nove anni (bellissimo). Visitando il piano dedicato al gotico e al primo rinascimento, mi colpisce subito una grossa statua in legno rappresentante una pietà. Una enorme Madonna dolente tiene in braccio un piccolissimo Cristo morto. Mi ritrovo a rovistare nella mia mente - che ammetto non essere dotata di un campionario particolarmente fornito - quali altre immagini riportino una tale enfasi sulla Madonna rispetto al Cristo che - in generale - senza nulla togliere a sua madre, non è proprio una figura di secondo piano del cristianesimo. Si sa che nel medioevo le dimensioni dell'oggetto non rappresentavano la distanza dall'osservatore o un dato fisico, ma l'importanza del medesimo nell'economia della narrazione. Improvvisamente mi coglie un pensiero blasfemo (rispetto alle letture arganiane, non evangeliche). E se lo scultore si fosse trovato per le mani un pezzo di legno evocativo della pietà, ma imperfetto sul piano delle proporzioni? Mentre lo immaginavo, a opera finita, scuotere la testa preoccupato sull'effetto vagamente goffo della scultura, butto l'occhio sullo spiegone dell'opera, in basso a destra. Esordisce con un dato sul virtuosismo tecnico: la pietà è stata eseguita da un unico pezzo di legno. "Ah" penso tra me e me, "tana per lo scultore". Poi continuando l'autore dello spiegone - ovviamente storico dell'arte - non può fare a meno di notare le ridotte dimensioni del Cristo, ma nel farlo sente - probabilmente colto lui stesso dal medesimo terrore di blasfemia anti-arganiana - il bisogno di una sorta di excusatio non petita postuma: "L'artista" afferma "scolpisce un Cristo volutamente più piccolo rispetto alla Madonna". Io ho molto amato l'Argan, non senza una certa irritazione per la sua tendenza alle frasi involute e alla complicazione accademica, ma la religione dei miei padri mi impedisce di adorare gli storici dell'arte.
Per me, lo scultore aveva sbagliato ciocco.

lunedì 8 gennaio 2007

fatta la legge, trovato l'inganno

Lia afferma sul suo blog due cose interessanti, che forse mi saranno utili a chiarire - finalmente -la mia posizione.
La prima cosa che afferma è - mi pare - una verità incontrovertibile: i matrimoni fittizi sono escamotage per fare sesso senza prendere gravosi impegni matrimoniali.
La seconda è - mi pare altrettanto incontrovertibilmente - falsa: Lia sostiene che questa scappatoia sarebbe una faccenda estranea ai paesi islamici, e praticata esclusivamente dalla comunità italiana, poco ligia ai dettami coranici.
Ora, questo è ciò che trovo scritto nel primo sito (non so quanto attendibile, ma di certo non italiano) che si trova su google con parole chiave "temporary marriage": L'articolo si intitola"temporary marriage in islamic law" e recità così:
"A woman with whom temporary marriage is contracted, is not entitled to subsistence even if she becomes pregnant."

Niente grana: neppure se rimane incinta.

A quanto pare, a dare una scorsa ai primi siti dei 67.500 (!) sull'argomento, la questione sembra proprio essere questa: un escamotage per evitare i doveri matrimoniali concedendosi passione, a partire dal sesso con le prostitute per arrivare agli amori contrastati: amori impossibili in ambienti culturali bigotti, eppure necessari e inevitabili per mera spinta sentimentale e biologica: quella corrente che porta da sempre uomini e donne appartenenti alla specia umana ad amarsi indipendentemente dal giudizio del clero: Paolo e Francesca - privi ahiloro dei vantaggi di origine divina concessi ai mussulmani - ne pagarono se ben si ricorda conseguenze assai peggiori del faticoso ottenimento del rimborso della nostra.

Non sto sostenendo che lo scandalo, circoscritto da Lia alla comunità islamica italiana, vada esteso all'intero mondo mussulmano: al contrario.

A quanto pare l'istituto del matrimonio temporaneo è in certi casi - anzi - una salvezza.
In questo articolo, si narra di una storia d'amore in Iran, resa possibile dall'istituto del matrimonio temporaneo, in assenza del quale - lì - accadrebbe questo:
"even though unmarried couples who have sex or even date and hold hands can be arrested, fined, even flogged"

Con quale logica possiamo invocare il corano come fonte di diritto quando si tratta dei diritti della sposa, e negarlo quando si tratta del divieto dei rapporti prematrimoniali, e delle severe punizioni che da quello discendono?

Dal mio punto di vista i matrimoni temporanei non sono il problema, ma la conseguenza inevitabile (come è inevitabile l'escamotage dell'annullamento di sacra rota) di un problema assai più grave: la volontà regolare i rapporti tra i sessi con inflessibile rigore. Un mondo antico che si impone sul moderno senza mediazioni: sarebbe bello che questo fosse oggetto di una battaglia culturale interna all'islam. Il compito dei laici, invece, resta quello di tenere lontani i libri sacri da quelli di giurisprudenza, e vigliare perchè nessuno li confonda.

domenica 7 gennaio 2007

venerdì 5 gennaio 2007

handle with care

Diamo per buono (tanto per discutere di massimi sistemi, che è assai più divertente che far beccate da pollaio) che Lia nel suo commento al mio post non voglia lanciare una frecciatina ma voglia intendere qualcosa di più serio. Stiamo, io e lei, dibattendo di temi politici o piuttosto ci troviamo su versanti opposti dal punto di vista esistenziale? Io davvero sono convinta che sia l'una e l'altra cosa: per questo amerei discutere con lei, se argomentasse, e per questo insisto.
La questione femminile, esistenziale, sociologica ma anche politica - dunque - mi vede su un versante opposto al suo e sarà argomento di un prossimo post, per non appesantire questo.
Oggi sono in tanti a non considerare la laicità un tema di grande rilevanza politica e attualità. I cattolici e gli atei devoti accusano di "laicismo", insieme alla destra, mentre troppi a sinistra considerano la questione come una sorta di capriccio borghese e di scarsa rilevanza (così come i diritti civili).
Intanto - e i balcani e la questione mediorientale ne sono un esempio fulgido, la fine della guerra fredda ha liberato in modo estremamente potente il tribalismo, fino all'89 congelato dal tallone di ferro delle due potenze. Tribalismo che contagia con la rapidità di un ebola l'intero globo, ormai minuscolo, in frenetica comunicazione, e fatalmente interconnesso suo malgrado. Tanti così si sentono chiamati a schierarsi con passione da uno dei lati dello "scontro di civiltà": il nuovo secolo americano ha colori religiosi, i deliri di odio della Fallaci evocano odi ancestrali e mistici, e mentre alcuni milanesi ritengono loro dovere bruciare i campi rom, una tranquilla signora della stessa città, scontenta dello smog e del clima infernale, diventa nientepodimeno che una "militante filo-islamica" e identifica me - appartenente per nascita a una tribù nemica - come nemica ontologica dei mussulmani. Che ridere.
Io non mi schiero con nessuna nomenklatura, ho reagito e commentato - prima scherzosamente e poi più seriamente - la faccenda del divorzio islamico perchè davvero trovo inquietante la confusione tra questioni politiche - di rilevanza generale, e quelle religiose - di rilevanza particolare. E' ben noto - restando in tema di divorzi - quale sia ad esempio il comportamento della Sacra Rota, che nega il divorzio riservando di concedere l'annullamento a chi possa permetterselo. Le religioni monoteiste fanno riferimento a dei libri antichi, contraddittori, affascinanti e strani, pieni di odio e pieni di amore. La parola di questi libri è ancestrale, e dunque si profila la necessità di tradirla reinterpretandola oppure di trovare degli escamotage ipocriti per aggirarla. Il limite dell'ancestralità, che genera inevitabilmente o riforma, o integralismo, o ipocrisia, è un limite intrinseco e invalicabile: un pendolo tra regole immutabili e necessità particolari: chi decide di sottostare alle regole esplicite e implicite di quei club deve conoscerle e non piangere. Quale aiuto si può dare a chi si lamenti dell'imparzialità della sacra rota? Che possibilità ho io di mutare le regole dettate da quel libro, e interpretate da quel clero? Altra cosa è la legge di uno stato laico, quella legge che non è fondata su una verità a priori, e che deve garantire un patto sociale di tutte le parti che lo compongono modellando pragmaticamente (e politicamente) via via verità parziali e contingenti. Paradossalmente Lia si è seccata molto dell'intervento stupidino di Magdi Allam in suo onore, visto che l'uomo è passato alla tribù nemica e speculare a lei; si è seccata ma non ha saputo controbatterlo (diversamente da Paniscus) proprio nella sua assurda contraddittorietà. Infatti l'unico sistema di "regolare" il matrimonio e il divorzio islamico, sarebbe quello di riconoscerlo! Propongo un dibattito sulla questione: io tendenzialmente non sono contraria neppure a istituire la possibilità del matrimonio poligamico: parliamone. Ma che non mi si venga a chiedere di considerare un testo sacro - radiattivo se letto in un ottica religiosa e non storica o letteraria, "handle with care", come fonte di diritto.